Da oggi e fino alla sera di martedì 17/5 potete pubblicare, come reply a questo post, le domande che vorreste porre ad Alberto Abruzzese in occasione della videointervista che realizzeremo in aula giovedì 19/5/2016.
Si seguito una bozza di selezione e una possibile successione delle domande da voi proposte:
X Alberto
Abruzzese
Eleonora Formiconi -
Quale è il suo rapporto col cinema contemporaneo? In particolare,
questa continua evoluzione tecnologica e forme di rappresentazione
come il 3D hanno senso oppure costituiscono solo una
spettacolarizzazione utile a nascondere trame ormai prive di vera
narrazione cinematografica?
Sabina Kerimova -
Cosa ne pensa dell'evoluzione dell'arte tramite i nuovi media e i
social network?
Pensa che questa evoluzione sia un fattore positivo?
Angelo di Bello -
Quale può essere il punto di vista critico di un artista nei
confronti dell'osservazione dei media di nuova generazione? Ci si
deve ancora porre criticamente di fronte ad essi o solo indagarli per
saggiarne le potenzialità come strumento di diffusione?
Simone Cera - Lo
schermo ci consente di intraprendere viaggi attraverso spazi ottenuti
da algoritmi. In particolare con la realtà virtuale, che da un lato
impone all'utente di muoversi per vedere, ma dall'altro lo lega
fisicamente a una macchina. Cosa ne pensa di questo paradosso? Crede
che questo aspetto resterà immutabile?
Giovanni Di Pede
-
Secondo lei perché le persone non riescono più a godersi i bei
momenti? Mi riferisco per esempio a tutti quelli che durante un
concerto non riescono a tenere il cellulare in tasca, o a quelli che
davanti un bel panorama pensano solo a fotografarlo per metterlo su
instagram e ottenere likes.
Alessio Caratelli -
Con l'affermazione del linguaggio digitale si è creata una forbice
di pensiero tra generazioni, lei come si spiega questo conflitto di
visioni relativamente al ruolo cultura della rete e come potrebbe
risolversi? Potrebbe essere una soluzione la creazione di istituzioni
formative del linguaggio digitale all'interno delle scuole?
Matteo Cataldo -
Sono decenni che si parla di rivoluzione informatica, per quanto essa
sia andata
realizzandosi a
grande velocità, ancora oggi gran parte dei media tradizionali
continuano a parlarne come fosse accaduta appena ieri. Secondo lei
internet, i social, la vita virtuale sono ancora da celebrare?
Michele Maruca -
Cosa ne pensa delle nuove piattaforme social e della possibilità
data a chiunque di condividere la propria vita? Che opinione ha delle
web star?
X Andrea Miconi
Giada Semeraro -
Quali sono secondo lei le implicazioni per la privacy del progressivo
spostamento delle vite di tutti noi nel mondo immateriale della rete,
sia per quanto riguarda l'accesso ai contenuti sia per la costruzione
di un' identità digitale.
X Alberto
Abruzzese
Mariateresa Gilbo -
Da recenti indagini è merso che in Francia i siti di incontro tra
persone hanno avuto una vastissima diffusione, forse a causa della
chiusura e generale introversione dei francesi. Le persone si
incontrano più facilmente tramite il network che per strada. Ritiene
che anche in Italia sarà considerato "normale" o il nostro
carattere estroverso di base rimarrà forte? In definitiva, avrà
ancora senso il concetto di identità di un popolo in un mondo in cui
viviamo ognuno immerso nel proprio microcosmo individuale? Il futuro
ci riserva una globalizzazione identitaria?
Angelo Di Bello -
L'osservazione dei media in una nazione può risultare una cartina
tornasole affidabile per uno studio di quella società? Cosa ci può
dire "sociologicamente e antropologicamente" di quella
società? Cosa invece non riesce ancora a dirci?
X Mario Pireddu
Alessio Caratelli -
L’Italia e uno dei paesi europei con la più bassa diffusione di
internet, ma gli italiani sono tra i primi per tempo passato online,
soprattutto sui social network, come lo spiega?
X Alberto
Abruzzese
Anna Maria Orsini -
Alla luce di tutto ciò che sappiamo in merito agli effetti di
internet e dei social network sui giovani lei da ipotetico genitore
ma sopratutto da mediologo in che modo e in che misura tutelerebbe
suo figlio nell'uso della rete?
X Andrea Miconi
Luca Malafarina -
Secondo molti osservatori internet è il nuovo spazio pubblico.
L'Unesco riconosce che la Rete ha tantissime risorse per la
conoscenza e l'accesso all'informazione. Però la maggior parte dei
contenuti a cui accediamo provengono da un gruppo ogni volta più
ristretto di operatori. E allo stesso tempo, i grandi gruppi su
internet come Google e Facebook, controllano il flusso di
informazione. Possiamo ancora oggi considerare intenet come un reale
spazio pubblico, una sfera capace di promuovere l'evoluzione della
nostra società?
X Mario Pireddu
Alessandro Buzzi -
Pensa che la nostra società sia cambiata in meglio o in peggio con
l'avvento di internet, ma soprattutto, nell'ultimo decennio, con la
diffusione dei social network?
X Alberto
Abruzzese
Mariateresa Gilbo -
Come si colloca lei in questi processi storici, in che modo crede
che i suoi discorsi, i suoi scritti ecc. possano modificare
l'opinione comune?
Simone Cera - Lei
condivide il pensiero di Jaron Lanier circa la possibilità, della
realtà virtuale, di riportarci allo stato del pre-linguaggio, della
pre-conoscenza, attraverso cui si possa tornare a comunicare con
l'espressione del corpo, verso una società post-simbolica?
Alessio Caratelli
-
La diffusione della pornografia sta aumentando sopratutto tra i
nativi digitali, secondo lei è solo per la facilità di accesso dato
dalla rete o ha radici culturali?