martedì 30 marzo 2010

Giornale in ateneo - n°3

Per le prossime due settimane il compito per gli studenti coinvolti è quello di esaminare come i giornali (quelli oggetto del progetto e altri a vostra disposizione) stanno affrontando il tema della riforma sanitaria statunitense. Le domande alle quali provare a rispondere sono: perché il successo di una riforma come quella promossa dal Presidente Obama ha tanto bisogno dell'opera dei media? Quale cambiamento nell'opinione pubblica americana i media sono chiamati ad operare? Come i giornali italiani (ed europei) stanno recependo e rappresentando lo scontro di posizioni (visioni ideologiche e interessi economici) in atto negli Stati Uniti?
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16 commenti:

  1. OBAMA, L’AMERICA E LA RIFORMA SANITARIA

    Come succede spesso, le notizie più interessanti sono quelle non date. Il giornalismo “asciutto e imparziale” cerca di limitarsi a fornire dati essenziali. In realtà, il fatto stesso che la riforma sanitaria americana venga proposta da un giornale di finanza come capitolo di spesa, è una presa di posizione che presuppone una visione del mondo, secondo la quale lo sviluppo finanziario di una nazione prescinde da quello che è il suo fine: la felicità e la tutela dei cittadini.

    I giornali tradizionali, invece, si soffermano sulla storicità dell’evento, senza tenere conto del contesto del Paese, elevando Obama ad una sorta di John Wayne moderno che, a capo di uno sparuto squadrone, ha sovvertito le leggi della fisica. Lì dove non erano riusciti altri, è riuscito il giovane Presidente rivoluzionario.

    C’è da chiedersi, al di là della bravura personale di un uomo stimato da molti, cosa sta succedendo negli States e perché, proponendo tale riforma, proprio in un periodo di forte crisi finanziaria, Obama non abbia fatto la fine di Kennedy. Forse perché ha imparato la sua lezione, non aprendo troppi fronti contemporaneamente e mettendo il ritiro delle truppe in secondo piano. Forse perché l’individualismo tradizionale è traballato sotto i colpi dalla crisi finanziaria, che ha trascinato tutti in una crisi di valori, trasformando la società. Forse perché oggi, ad Obama, tutto è permesso (o quasi), purché “rifaccia la faccia” agli USA, rispetto alla non più sostenibile immagine di colonizzatori guerrafondai, grezzi e pasticcioni, che si sono creati negli ultimi decenni di forzature unilaterali. Forse tutto questo insieme e tanto altro..

    Marco Amalfi

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  2. www.repubblica.it/.../questo_il_vero_cambiamento_obama_saluta_la_riforma_sanitaria-2813766/

    blog.panorama.it/.../colpo-di-scena-al-congresso-usa-gia-bloccata-la-riforma-sanitaria/ -

    Ottavo Federica

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  3. Il professore in aula c'ha chiesto di guardare la questione sotto un'altra ottica, cercando di capire perché per molti americani questa riforma è scandalosa.
    Io onestamente non riesco a condividere questo scetticismo nei confronti di questa riforma,da qualsiasi punto di vista la guardi, la salute è un bene di tutti ed è un diritto di ogni essere umano, anche del barbone che dorme sotto i ponti, non è una merce da mettere all'asta o un bene di lusso d'assicurare,il sistema sanitario che c'è stato finora negli USA è inconcepibile per un paese che si definisce il simbolo della democrazia.
    Silvio Iaccarino

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  4. Per svolgere il compito di Giornale in Ateneo di questa settimana, ho pensato di confrontare un articolo del giornale "Times" del giorno 23/03/2010 con le informazioni riportate negli articoli pubblicati lo stesso giorno dal "Corriere della Sera" e da "Il Sole 24 ore".
    Analizzando "Making History: House Passes Health Care Reform" dal link http://www.time.com/time/politics/article/0,8599,1973989,00.html, ho notato come, in questo articolo, si esaltino la vittoria storica di Obama sulla sanità universale e i vantaggi che la riforma sanitaria porterà con sè: protezione dagli abusi assicurativi, sanità accessibile al 95% dei cittadini americani, multe alle imprese che non offrono copertura assicurativa ai loro dipendenti, tutela medica di chi vive sotto la soglia della povertà, maggiore efficienza del sistema sanitario e possibilità per i giovani di trarre beneficio dalle polizze assicurative dei propri genitori fino a 26 anni. Al contrario, si fa solo un breve accenno all'opposizione repubblicana e dei cittadini, alla polemica sui fondi federali per l'aborto e a quali saranno i costi per l'attuazione della riforma: tagli alle spese di Medicare e aumento delle tasse.
    Credo che i media siano fondamentali affinchè la riforma di Obama abbia successo e che questi siano chiamati a promuovere un cambiamento netto nell'opinione pubblica americana: con il loro potere di impatto, i media sono, infatti, chiamati a convincere i cittadini (du cui il 60%, secondo alcune statistiche, si oppone alla riforma) sui vantaggi che la riforma porta con sè e, per i quali, vale la pena sopportare qualche taglio alle spese mediche e l'aumento delle tasse e ad oscurare le obiezioni repubblicane alla riforma. Si devono rassicurare i cittadini sul fatto che la riforma sanitaria non peggiorerà la qualità delle cure mediche, nè diminuirà il numero del personale medico a disposizione,nè apporterà aumenti delle tasse eccessivi per i cittadini ma sarà vantaggiosa per tutti. La mentalità americana diffusa che i media sono chiamati a cambiare è quella individualista che distingue nettamente il sistema sanitario europeo da quello americano. In particolare, come si evince dall'articolo "Una riforma lontana dal modello europeo" pubblicato dal Corriere della Sera, l'opinione della maggioranza dei cittadini americani è che la salute sia un bene economico cui il singolo individuo è chiamato a provvedere e non un diritto per tutti. E' questa l'opinione comune che i media sono chiamati a modificare perchè la riforma abbia successo. Ritengo abbastanza triste che, negli USA, l'unico interesse dei cittadini si rivolga alla condizione personale e non ai milioni di persone che fino ad ora non avevano possibilità di curarsi e, in questo senso, condivido l'opinione del mio collega Silvio.


    Claudia Agostino

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  5. Per rispondere all'ultima domanda sulla ricezione della questione da parte dei giornali europei, ritengo utile analizzare le informazioni che "Il Corriere" e "Il Sole 24 ore" forniscono riguardo alla questione.
    Ne "Il Sole 24 ore", ci si concentra sugli effetti economici e politici che la riforma porta con sè: l'inevitabile aumento delle tasse e del debito pubblico, i rischi per i democratici nelle prossime elezioni di Midterm di novembre, la volontà del governo Obama di evitare la questione economica. Si parla inoltre delle polemiche repubblicane contro l'aborto e delle paure diffuse tra i cittadini: in particolare, paura per l'aumento delle tasse, per la caduta della qualità dei servizi sanitari e per la perdita della libertà di scelta.
    Sul "Corriere", al contrario, si riporta la notizia della riforma come una vittoria epocale del presidente Obama e come atto di un governo che opera per il popolo.
    Ho trovato interessante il confronto tra i modelli sanitari europei e quello americano perchè si evince come, sebbene la riforma apporterà dei cambiamenti, il sistema assicurativo non sarà guidato dallo Stato ma sempre dalle compagnie private, i servizi sanitari resteranno diversificati in base alla polizza assicurativa scelta e il cittadino avrà diritto solo ai servizi di strutture convenzionate con la sua polizza. Sebbene questa riforma limiti gli abusi delle assicurazioni a danno dei cittadini con preesistenti precarie condizioni di salute, estenda le cure mediche a 32 milioni di cittadini in più, tuteli i lavoratori dagli abusi di imprese che fino ad ora non garantivano copertura assicurativa ai dipendenti, la strada verso un sistema sanitario veramente universale in America è ancora molto lunga. Questa riforma è, a mio parere, una svolta in positivo importante anche se si deve ancora lavorare molto per approvare un modello di assistenza sanitaria atto a soddisfare le esigenze di tutti i cittadini e specialmente dei meno abbienti.

    Claudia Agostino

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  6. "La riforma sanitaria è storica, ma lo è stata anche la Peste Nera"..così si legge in un articolo del quotidiano ANDKRONOS del 2 aprile del 2010. Effettivamente, nessuno mette in dubbio che la ormai approvata riforma sanitaria presentata da Obama rappresenti una grande vittoria per l'America che ha visto col giovane presidente nascere quello che, i suoi predecessori, nella storia avevano cercato purtroppo in modo fallimentare di attuare.E' vero anche però che con pochissimi voti tale riforma è passata con il si (una maggioranza di 219 voti contro 212, tre voti in più dei 216 necessari).Come è altrettanto vero che l'America aveva bisogno di rivedere il modo in cui affrontava la sanità, bene e diritto di ogni cittadino, senza che le assicurazioni ne approfittassero.Ma di tutti gli articoli personalmente letti, compresi quelli presi in considerazione in aula,non ne ho trovato uno in cui se ne parlasse male o comunque si mettesse in evidenza qualche contro di questa rivoluzione americana. E non mi stupisce che una notizia del genere richieda un "sostegno" sostanziale da parte dei media dato che a mio parere essendo una novità ha bisogno di accattivarsi il favore di tutti e per questo scopo il miglior metodo sono appunto i media, parte integrante della vita di ognuno.Lo stesso Berlusconi ha commentato la riforma come "un successo della democrazia e il valore di una politica che mantiene gli impegni assunti con gli elettori", a dimostrazione che Obama farà da esempio al resto del mondo, e probabilmente si cercherà in parte di imitarlo o comunque seguirlo, in seguito anche alla palese vittoria riscontrata durante le ultime elezioni da parte della destra.D'altra parte però, grazie a un'intervista sul corriere della sera a Lorenzo Menicanti(noto chirurgo europeo negli Usa), si evince anche come il sistema sanitario americano "sarà sempre lontano da quello italiano,dove è un dato di fatto che la sanità costa meno ed è più efficiente;ma lo importerebbero in pochi".Ed è forse su quest'ultimo punto che si dovrebbe lavorare:l'efficienza che si trasforma in sicurezza,in seguito ai conosciuti casi di mala sanità italiana..

    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Usa-si-alla-riforma-della-sanita-Obama-esulta-Siamo-un-popolo-ancora-capace-di-fare-grandi-cose_154870246.html
    Cioppa Matilde

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  7. Dopo mesi di battaglie ed estenuanti trattative, il punto centrale del programma politico dell'amministrazione Obama è giunto in qualche modo in porto.
    Per Alessandro Portelli si tratta di “un fatto filosoficamente importantissimo”, quasi senza precedenti, rispetto all’impianto dottrinario della società d’Oltreoceano.
    Docente di letteratura americana alla Sapienza di Roma, giornalista e scrittore tra i massimi conoscitori,tra i più acuti analisti e critici della cultura e la società statunitensi, Portelli considera il voto del congresso sulla riforma sanitaria di Barack Obama “tanto più importante, in quanto va a incidere sull’idea di fondo di cosa sia la società americana”. Idea che negli Stati uniti “ha una storia estremamente rilevante e influente”. Idea e storia che da qui in avanti subiscono un cambiamento essenziale, nella misura in cui “si affermano i diritti sociali dei cittadini” e non solo quelli individuali.

    Molti commentatori, in riferimento a questa nuova riforma, parlano di una vittoria che è al tempo stesso un suicidio politico per i democratici.
    In un paese dove è presente un sistema di lobby impressionante ed un’informazione compattamente schierata in senso conservatrice – anche quando indossa ipocritamente i panni del progressismo di facciata – un tentativo del genere era sempre stato stroncato sul nascere.
    In primo luogo Obama ha dovuto lottare con il suo partito, dove gran parte dei senatori era contraria alla riforma; ma quel che più ha messo in difficoltà il Presidente è stato il pressing esercitato dai mezzi d’informazione, in particolare televisivi.
    Li ha rimproverati, recentemente, di essere interessati più allo scopo di una sua eventuale vittoria o sconfitta che al merito della questione ; ciò che è senz’altro vero ; ha dovuto inoltre vedersi accusare non solo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, ma persino di socialismo o “stalinismo”.
    Questo tipo di aggressione verbale ha di certo prodotto scetticismo verso la riforma e rafforzato il movimento di estrema destra più radicato e forte degli ultimi decenni.
    Anche il settimanale di una delle organizzazioni della sinistra Usa, l'International Socialist Organisation, scrive che in realtà si tratta di una «riforma del tutto sbagliata».Non sto qui ad elencarvi i punti di demerito attribuiti alla riforma gia manzionati dai miei colleghi.
    In relazione alla questione dei Media è ancora importante osservare che ,anche se il presidente Obama abbia da sempre abbracciato il Web 2.0 per la sua propaganda, è in questo momento singolare la scelta della Casa Bianca di utilizzare Twitter come mezzo d'informazione; proprio twitter che ,con altri social network, era stato qualche anno fa accusato di Tout Court.

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  8. La Casa Bianca ha infatti condiviso su Twitter il percorso politico che ha condotto il Congresso all'approvazione della riforma.
    Di recente Obama ha utilizzato Twitter persino come alternativa ai comunicati stampa, quando il suo portavoce ha annunciato su Twitter la decisione del presidente di rinviare il proprio viaggio in Indonesia e Australia per poter seguire l'iter parlamentare della riforma sanitaria americana.
    Sicuramente il ricorso della politica ad internet è profondamente diverso dal ricorso ai mass -media tradizionali, sia per ciò che concerne i costi, che per quel che riguarda la natura più democratica ed interattiva della rete.
    Da un punto di vista sociale, a dominare il “day after” americano è soprattutto la confusione; dovuta in gran parte anche ad una cattiva informazione.
    Il doppio volto della riforma sta nella paura dell’ignoto che genera il panico nei medici che saranno costretti ad applicare tariffe fisse con un tetto massimo imposto, e la ritrovata speranza che dona felicità a chi, fino ad ora, non ha mai potuto permettersi un esame clinico.
    Qualunque sia il modo di vedere la vicenda, rimane il fatto che Obama sia comunque riuscito a portare a casa la prima, grande riforma del sistema assicurativo in materia di salute nella storia degli Stati Uniti e a stabilire il principio che la sanità sia al di là di tutto un diritto civile, ed è dovere dei media sostenere legittimamente e ragionevolmente una riforma di tale portata.

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  9. Per noi italiani sarebbe inconcepibile considerare una sanità all’americana.
    L’assistenza sanitaria per quanto problematica, non arriva a essere come lo è stato in america fin ora, ancorata a una classe d’elite.
    Anche se ora nella grande mela le grandi e potenti lobby continuano a condurre il gioco, finalmente una scossa è arrivata. Obama, amato e criticato è riuscito laddove altri hanno fallito.
    Tempo fa ho visto il film di Michael Moore “Sicko” dove si analizza il sistema dell’assistenza sanitaria introdotto nel 1971 da Nixon, e sono rimasta allibita nel vedere una realtà che, anche se immaginavo non riuscivo a concepire.
    Obama l’uomo democratico più che una scelta politica ha sostenuto e sta cercando di attuare una scelta umana.
    Non credo che quando si tratti di salute si debba parlare di democratici e repubblicani, di destra e sinistra, mi fa ribrezzo pensare che chi governi e chi ha governato, ha fatto morire moltissime persone per il sol fattore economico!
    Sinceramente non so come questa situazione si evolverà, spero nel miglior dei modi ma credo che un primo grande passo si è avuto!

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  10. http://www.lemonde.fr/ameriques/article/2010/03/22/reforme-de-la-sante-americaine-une-victoire-historique-a-l-avenir-incertain_1322583_3222.html

    Analizzando alcuni articoli apparsi su Le Monde ho notato come la riforma venga affrontata esaminando un po’ tutti i punti di vista, e soprattutto facendo un continuo riferimento ai giornali americani, sicuramente più informati sulla faccenda, ma non per questo più “onesti” nei confronti del lettore.

    Ė chiaro che viste le numerose divergenze d’opinione scaturite da alcuni sondaggi effettuati negli Stati Uniti, anche a riforma ormai approvata, il compito di alcuni giornalisti è stato quello di convincere l’opinione pubblica dell’importanza storica di questo evento e della rivoluzione benefica che a breve investirà i cittadini.

    Adesso però ci si chiede se una riforma così impopolare e che è riuscita a scatenare così tante discussioni sia in campo politico che tra la popolazione , possa andare avanti senza problemi o se alla prima occasione verrà nuovamente ostacolata.

    Ė impossibile per me credere che questo evento tanto atteso abbia poi acceso tutte queste polemiche.

    Concordando coi miei colleghi concludo che questa riforma potrebbe portare ad un cambiamento radicale in quello che è stato fino ad ora il sistema sanitario statunitense e molte più persone potrebbero godere di un servizio che è e deve essere uguale per tutti, senza distinzioni economiche.

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  11. I media hanno un ruolo a dir poco fondamentale nella vita della società a noi contemporanea dove sono riusciti ad ottenere quasi un ruolo predominante,come se fossero loro a regolare i ritmi della nostra vita e non viceversa. I media giocano , o hanno il permesso di giocare, con la confusione che si crea tra informazione e conoscenza riuscendo a mescolarle tra loro e a confonderle con abilità. Nel caso specifico della riforma sanitaria statunitense i media vestono un ruolo indispensabile per la diffusione della stessa poiché hanno il compito di spiegare ad una popolazione vasta ,e per questo composta dai più disparati ceti sociali , l’importanza di una svolta che mai sino ad ora l’America aveva intrapreso.
    La riforma sanitaria ,portata avanti con decisione dal presidente degli Stati Uniti Obama ,comporta un ovvio cambiamento sociale ed un più celato cambiamento ideologico su cui proprio i media devono insistere.
    In America la salute non è un diritto come da noi europei,bensì qualcosa da acquistare,un bene da comprare economicamente. La vita,di conseguenza,è di chi può permettersela,di chi può pagarsela. E’ proprio su questo punto che Obama è intervenuto ed è proprio riguardo a questo punto che i media sono chiamati a diffondere il cambiamento ideologico che la riforma sanitaria trascina con sé : la salute è di tutti.
    Certo,il sistema sanitario americano è ancora lontano dal raggiungere la perfezione ma l’importante era dare uno scossone ad una filosofia di vita che vede sopravvivere colui che può economicamente permetterselo. Ed è a tal proposito che mi ricollego a ciò che la collega Miriam Corbelli ha espresso,riportando le parole di Alessandro Portelli circa il cambiamento filosofico che questa riforma tenta di avviare.
    I media sono il mezzo attraverso cui diffondere questo passaggio, questo cambiamento ideologico e magari a cominciare proprio da coloro che hanno votato contro la riforma sanitaria.


    Carmen Scialò

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  12. I media hanno potere persuasivo,partendo da questo presupposto,sembra strano che una riforma che per me comune mortale,è un’ innovazione indispensabile,debba essere quasi introdotta in punta di piedi..ancora adesso non comprendo il malcontento di alcuni americani per l’introduzione di tale riforma. L ’unico pensiero plausibile e alquanto malizioso credo possa essere il fatto che fa comodo all’essere umano potente o di un certo rango avere più diritti e adagiarsi su un’ immaginaria ma tangibile piramide sociale.
    I media iniziano con il testare le reazioni pubbliche per poi spesso marciarci sopra per fare notizia..in questo caso si comportano come acquirenti di emozioni e sensazioni..
    Ho notato leggendo le testate a nostra disposizione che la notizia è raccontata per linee generali..mentre leggevo mi nascevano domande anche semplici,le cui risposte non venivano soddisfatte,ad esempio: “questa riforma di cosa parla?cosa prevede realmente?di cosa non sono contenti gli oppositori?
    Mi sono dovuto documentare in rete per cercare di capire meglio cose che,se mi fossi attenuto solo al “corriere della sera” per esempio,non avrei capito nulla.
    Credo che non scegliamo in quale famiglia nascere,né cosa faremo realmente da grandi,né se potremmo mai permetterci un fuoristrada,o semplicemente un trancio d pizza con gli amici..ma fortemente credo che io,un mio futuro io,chiunque esso sia..qualsiasi cosa faccia nella vita,abbia il “banale” diritto di essere curato e assistito,in virtù dell’umanità e dei diritti che sempre in teoria,dovrebbero essere uguali per tutti!
    ALESSANDRO MANTICO

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  13. Giulia Eleonora Zeno12 aprile 2010 alle ore 23:37

    La riforma sanitaria statunitense, approvata lo scorso 21 marzo, è stata (e forse sarà ancora per le prossime elezioni mid-term) oggetto di una lunga disputa politica. Dopo più di mezzo secolo il giovane presidente Obama è riuscito lì dove i suoi predecessori hanno fallito: la Camera dei Rappresentanti ha approvato la nuova legge con 219 voti favorevoli e 212 contrari, dunque, il 95% dei cittadini avrà diritto alla mutua. Tuttavia, nonostante Obama abbia dato concretezza alla promessa della sua elezione mostrando il “volto del cambiamento”, il 60% degli americani è contrario alla riforma sanitaria voluta dal loro presidente. I suoi concittadini, infatti, temono nuove tasse proibitive e una perdita di qualità dell’assistenza medica. Pertanto, i media devono diffondere quanto più possibile i vantaggi della suddetta riforma, e lo stesso Obama ha anche annunciato una visita in Iowa prima tappa di un’offensiva politica volta a spiegare la nuova riforma agli americani. I media, dunque, sono chiamati a sensibilizzare l’opinione pubblica americana essendo questa chiusa nel proprio individualismo. E’ naturale pensare però che anche i repubblicani utilizzeranno i media a loro vantaggio. I giornali presi in esame il “Corriere della Sera” e “Il Sole 24 Ore” mantengono posizioni neutre, riportano sia il punto di vista dei democratici sia quello dei repubblicani. Ovviamente il Sole 24 Ore si sofferma di più sul fattore economico della riforma. Per quanto riguarda invece quotidiani e siti europei è possibile avere un’idea anche solo leggendo la scheda a cura del giornalista Luca Salvioli presente nel quotidiano Il Sole 24 Ore alla pagina due. Il sito del Cato Institute ad esempio sostiene che la riforma non è una riforma della sanità ma contro la sanità, oppure, “The New York Times” descrive l’evento come «un trionfo per le migliaia di americani che sono state vittime di un sistema sanitario insufficiente».

    Per quanto mi riguarda credo in questa riforma sanitaria soprattutto perché la salute non deve essere un bene al quale può accedere solo chi ha una certa cifra sul proprio conto bancario ma è un diritto di tutti, a quanto pare però bisogna farlo capire a moltissime altre persone.
    Concludo lasciando il link di un brevissimo video della visita di Obama in Iowa e il relativo articolo: http://edition.cnn.com/2010/POLITICS/03/25/obama.iowa/index.html

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  14. http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2010/03/25/97001-20100325FILWWW00501-obama-au-plus-bas-dans-les-sondages.php

    Leggendo alcuni articoli apparsi su “Le Figaro”, mi è subito saltata all’occhio questa notizia:

    invece di pensare all’importanza che avrà questa riforma nella vita di tutti gli americani, c’è chi pensa che l’evento porterà ad una diminuzione della popolarità del presidente Obama.

    Credo che quest’ultimo abbia valutato questa possibilità, ma la sua azione è stata dettata dal desiderio di risolvere un problema come quello del sistema sanitario, che affliggeva da tempo i cittadini americani.

    Per quanto riguarda gli articoli apparsi, invece, sui giornali italiani, ritengo che i giornalisti abbiano voluto naturalmente sostenere la riforma prendendo in considerazione anche la questione economica e ovviamente i pareri discordanti dei repubblicani e di numerosi americani preoccupati del fatto che questo intervento possa portare solo ulteriori problemi.

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  15. Dal momento che arrivo in ritardo (mi scuso!) e che i miei colleghi hanno già esposto in maniera esaustiva i punti chiave di questa riforma, vorrei soffermarmi sull’importanza e il ruolo che hanno e avranno i media in tutta questa vicenda. Di recente ho letto “La mente politica” di Drew Westen, psicologo statunitense che nel suo lavoro cerca di spiegare gli errori commessi dalla democrazia americana, nel corso delle elezioni presidenziali, che sono stati utilizzati dai repubblicani per vincere le elezioni. Premetto che non conosco la politica americana né quindi sono di parte. Voglio solo sottolineare un aspetto molto importante che è emerso dalla lettura di Westen: il ruolo che hanno i media per quanto riguarda la politica. Ho appreso dallo studio di questo libro che per conquistare un ipotetico o effettivo elettore bisogna colpirlo al cuore, nel senso che è fondamentale che in lui si attivino delle reti che possano far pensare, di un candidato, solo in positivo. Per fare ciò la cosa migliore è parlare di temi cosiddetti “caldi”: sanità, scuola, sicurezza, criminalità ecc, ovvero tematiche per le quali entrano in gioco emozioni, orgoglio, speranze, paura. Secondo quanto scrive Westen durante le elezioni l’arma più efficace per mettere in cattiva luce il candidato avversario e quindi portare dalla propria parte gli elettori sono gli spot pubblicitari, e soprattutto in America spendono fior di quattrini per realizzarli, per renderli spesso davvero spregevoli verso il nemico. Un colpo basso questo verrebbe da pensare: invece si tratta di un vero “colpo di genio”. Chi meglio del televisore ma anche di internet, come ormai ben sappiamo, può plasmare il pensiero di una persona? Gli spot americani sono spot in cui vedi ora attaccata la dignità personale, ora le competenze come politico ora la vita personale. Ad esempio: lo spot realizzato nel 2000 dallo staff di Bush contro Al Gore in materia del piano di Gore per fornire agli anziani i medicinali prescritti, alla fine dello spot il cui tema dichiarato era “Il piano di Gore sui medicinali: decidono i burocrati” comparve per pochi secondi la parola RATS (ratti) mentre la voce fuori campo pronunciava la frase “Bureaucrats decide”. Lo staff di Bush escluse subito che tale spot potesse avere degli effetti subliminali sugli spettatori e che la colpa era del produttore dello spot che aveva inavvertitamente sbagliato a dividere la parola BUREAUCRATS, collocando BUREAUC e RATS in due diversi fotogrammi. Dissero con il sostegno di alcuni pubblicitari, che in tv paragonavano chi crede a effetti subliminali a chi crede ai rapimenti alieni, che questi richiami non funzionavano. Westen allora condusse un esperimento su internet in cui faceva balenare in maniera subliminale la parola RATS prima della fotografia di un candidato anonimo, chiedendo poi alle persone di scegliere tra alcuni giudizi quello che attribuivano al candidato. Confrontò infine tali giudizi con quelli di coloro che avevano ricevuto come stimolo subliminale, prima della foto del candidato, la parola STAR (RATS al contrario). RATS influenzò davvero le percezioni degli elettori verso il candidato, portandoli a dare su di lui molti giudizi negativi. Ho citato un esempio che riguardava in qualche modo la sanità ma il mio intento era quello di far capire come è facile utilizzare, sempre nel campo politico, questi “giochetti sporchi”, per farsi votare anche da chi non condivide determinate ideologie e “pubblicizzarsi” in televisione. Nn voglio dire che Obama abbia utilizzato questi mezzi per farsi votare, non credo prorpio! Ma resta il fatto che tutti i telegiornali e i quotidiani parlano e parleranno della sua riforma, anche perché secondo alcuni sondaggi (definiti da Westen ormai inattendibili perché nessuno dice più davvero ciò che pensa) molti americani non sarebbero d’accordo ma anzi sono impauriti da quello che accadrà dal 2014 in poi.

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  16. Da quanto emerso dalla lettura delle testate a nostra disposizione e da altre notizie trovate in rete ho solo colto plausi ed elogi per il risultato raggiunto dal Presidente,quindi mi viene in mente che a diffondere la notizia sul malcontento degli statunitensi possano essere stati gli stessi repubblicani che sul CORRIERE DELLA SERA dichiarano “Il popolo è arrabbiato non vuole questa riforma e noi tenteremo di cancellarla, il voto di ieri avrà un prezzo alto”. Anzi, ho trovato significativa e positiva ( forse perché sono influenzata dalla lettura e dalle teorie di Drew Westen,non me ne vogliate) l’immagine che c’è a pagina 3 del CORRIERE DELLA SERA: mentre a pagina 2 compare la scritta “Sanità, ora Obama deve convincere anche gli elettori” nella successiva è rappresentata una scena di un episodio dei Simpson in cui Michelle Obama poggia la mano sulla testa di Lisa, invitando gli altri a non prenderla in giro perché anche lei era secchiona: secondo me potrebbe suscitare dei pensieri, riferiti ad Obama ma anche alla sua famiglia, del tipo “loro sono come noi”. Ed è proprio questo NOI che ha portato Obama a tale successo: per giorni e giorni abbiamo udito in tv lo slogan, durante le elezioni presidenziali americane dello scorso anno, YES WE CAN. E più la tv ne parla più associamo ad Obama umanità e bravura, più i repubblicani ne parlano più rafforzano il brand dell’avversario, dandogli ancora più potere.

    In conclusione, è chiaro come sia indispensabile l’opera dei media per far conoscere tale riforma e farne “riconoscere” gli aspetti postivi, in modo tale da attuare un cambiamento nell’ordine dell’opinione pubblica in modo tale da sperimentare nuovi piani, che siano sanitari o di altro ordine, che possano soddisfare gli americani, farli sentire uniti e non diversi a seconda di quanti zeri abbia il proprio conto in banca. Perché se prima indistintamente tutti morivano perché le conoscenze e i mezzi a disposizione per curarsi erano limitati, oggi dopo che tanto professiamo l’uguaglianza e la fraternità se abbiamo la possibilità di aiutare gli altri grazie ai progressi della tecnologia e attraverso la forza di volontà di determinate figure politiche non lo facciamo?

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