mercoledì 28 aprile 2010

Giornale in ateneo - n°6

Per questa settimana il compito per gli studenti coinvolti è quello di commentare l'articolo 'Catturati da una rete di luoghi comuni' di Eugeny Morozov, pubblicato a pag. 14 del Il Sole 24 Ore del 27 aprile 2010.
E' vero che il Web ha deluso le aspettative di quanti hanno immaginato fosse possibile costruire un medium democratico e creativo?
Provate a immaginare un mondo senza Internet, sarebbe forse più democratico? Saremmo più (e meglio) informati? Avremmo maggiori possibilità di partecipare e di far sentire la nostra voce?
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14 commenti:

  1. "Abbiamo sempre pensato ad internet come un luogo dove fosse possibile coniugare libertà e creatività, uno spazio democratico ed egualitario. Eppure le censure di regimi come Iran, Cuba o Cina, e le discussioni sui limiti di ciò che è possibile inserire in rete ci stanno facendo ricredere", così parla Blitz,un noto quotidiano. E sul concetto del ricredersi ci si collega anche all'articolo di Morozov dove appunto si parla di Internet come di qualcosa che ha fatto e forse fa ancora nutrire speranze nel fatto che può cambiare il mondo.Effettivamente, il Web, oltre a rendere accessibili una serie di informazioni e fattibili anche le cose più sciocche,come ad esempio fare la spesa, credo che non abbia apportato solo benefici. Rimangono ad esempio grandi spaccatture tra i paesi sviluppati, in grado di possedere un computer,rispetto ad altri paesi dove ancora si combatte la fame, e non gli hacker che attaccano il nostro pc. E ancora, non vi è più un'esposizione coraggiosa e decisa delle proprie idee, ma un crogiolarsi dietro un account e un finto nick o immagine per comunicare a se stessi, agli altri e al mondo intero cosa si pensa. Di certo la nostra epoca non è paragonabile agli anni della contestazione giovanile quando si scendeva per strada per esprimere quelle che erano le proprie idee e dando un volto umano a queste grida. Così come pure, ammettendo l'efficienza della rete e della vasta gamma di informazioni e materiale da esso reperibile, si è perso il piacere di una ricerca in biblioteca, il piacere della scoperta, dell'avventura, del toccare con mano propria ciò che ci interessa.Probabilmente saremmo meno informati, se ci affidassimo solo al media "televisione", dove altri scelgono cosa farci sapere e cosa no, ma è anche vero che saremmo meno omologati e avremmo più opportunità di esporci..

    Cioppa Matilde

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  2. Di sicuro come ogni innovazione, Internet ha dato vita alla speranza in un mondo migliore, dove le barriere culturali e ideologiche, che a mio avviso ancora oggi dividono i vari Paesi, sarebbero dovute passare in secondo piano, lasciando spazio alla pace globale.
    Speranze che sono state vane...
    Ma, nonostante ciò, è indiscutibile l'importanza che Internet ha assunto con il passare del tempo, rendendo più facili le comunicazioni e permettendoci di esprimere le nostre idee. é grazie a Internet che noi stessi stiamo usufruendo di questo blog per dar voce ai nostri pensieri.
    Appoggio pienamente l'idea di Matilde, per cui mentre noi siamo qui a scrivere, davanti al nostro computer, nel mondo si continua a morire per mancanza di cibo, per malattie che a noi possono sembrare banali, si combattono guerre e si inviano militari in "missione di pace"...
    Nonostante ciò, non credo che senza internet ci saremmo impegnati di più per migliorare la nostra società o per informarci meglio.
    Riprendendo le parole di Eugeny Morozov "Per instaurare rapporti e connessioni significativi tra informazione, trasparenza e responsabilità sarà necessario qualcosa di più che limitarsi ad armeggiare con i fogli di calcolo elettronici. Sarà indispensabile dar vita a istituzioni sane e democratiche, sistemi di controllo e vigilanza efficienti. Internet potrà sicuramente dare una mano, ma soltanto fino a un certo punto. Troppo spesso, ancora adesso, a mancare è la volontà politica, e non un numero maggiore di informazioni.”
    Apprezzo, quindi, le opportunità che ci vengono offerte da questo mezzo, senza accollare ad esso una responsabilità così grande.
    Irene Di Cecio

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  3. Certamente, Internet non è la soluzione a tutti i problemi mondiali in termini sociali, politici ed economici ma credo che, nonostante tutto, sia un mezzo importante di cui disponiamo per esprimere le nostre opinioni, avere accesso ad un numero di informazioni sempre maggiore, comunicare con amici che vivono molto lontano da noi. Se non esistesse, sapremmo molto meno su ciò che accade nel mondo e, certamente, avremmo meno occasioni di esprimere in pubblico le nostre opinioni. Quindi, senza dubbio, Internet ha accresciuto la democrazia. E' ovvio che questo non può però bastare a garantire pace, libertà e amore globale. Come sempre, siamo noi uomini a decidere come usare questo mezzo di comunicazione, se per favorire l'amore reciproco o se per scopi illeciti quali per esempio quelli ricordati nell'articolo del Sole 24 ore: traffico illecito di animali, lotta ai gay, repressione politica o ancora altri, quali pornografia, pedofilia ecc. E' ovvio che avere accesso a un numero elevato di informazioni anche molto private può essere un'arma a doppio taglio: i tweet possono aiutare a smascherare i limiti dei partiti politici ma possono anche essere usati dagli stessi politici per danneggiare manifestanti e dissidenti e una rivoluzione non può contare solo sul sostegno di un mezzo di comunicazione.
    L'idea che Internet e la sua "trasparenza" possano garantire una politica più onesta rimane solo un'utopia, senza contare, poi, che, se è vero che il numero di informazioni di cui disponiamo è aumentato, è in pari misura certo che non sempre le notizie ricevute sono reali e che molte informazioni passano sotto silenzio e noi semplicemente non le riceviamo a causa di oscuri interessi dei governi o di chi ha il monopolio di questo mezzo di comunicazione.
    Riguardo alle campagne politiche e ad ogni altra sorta di petizione o manifestazione di protesta online, credo che Internet possa aiutare ad ottenere consensi o a sensibilizzare i cittadini su alcuni problemi nazionali e mondiali ma questo non basta e deve essere solo un primo passo verso un più concreto impegno civico nel mondo reale. Inoltre, come ricordato da Morozov, sempre più "le preferenze dell'utente, le azioni dei governi e delle multinazionali possono significare la fine dell'era dell'unico Internet" e c'è chi opera per creare network esclusivamente nazionali. Questo non aiuta certo le comunicazioni e la collaborazione reciproca tra le nazioni ma, al contrario, può aumentare il controllo governativo o delle multinazionali sull'informazione.
    Per concludere, credo che Internet ci offra numerosi vantaggi ma che, usandolo, sia necessario sapersi guardare anche dai pericoli cui questo mezzo ci espone e, soprattutto, che per migliorare il mondo ci voglia ben altro che un mezzo di comunicazione globale, anche se questo può facilitare i buoni rapporti e il dialogo tra le nazioni.

    Claudia Agostino

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  4. La decentralizzazione e la visione idealistica del libero scambio di informazioni sono alla base dell'etica di Internet .
    Il web possiede caratteristiche eccezionali: è internattivo, flessibile ed "egualitario" , nel senso che chiunque, con gli strumenti necessari e una minima abilità tecnica, può essere attivamente presente nel ciberspazio, trasmettere al mondo il proprio messaggio e richiedere ascolto.
    Può essere quindi utilizzato per rompere l'isolamento degli individui oppure per intensificarlo, generando , come scrivevano nei precedenti commenti uno dei fenomeni più importanti in materia di discriminazione oggigiorno: il "digital-divide".
    Credo però sia centrale anche il discorso del "dominio" culturale di fronte al quale ci troviamo quando osserviamo in maniera critica il fenomeno Internet.
    L'informazione in Internet ,a mio avviso, come tutte le democrazie liberali dipende molto dalla ricchezza ed in gran parte dalla politica e se come dice Morozov "siamo catturati da una rete di luoghi comuni" è anche a causa della passività che domina oggi la vita on-line.
    Lovink e Rossiter notano infatti come questa passività rappresenti uno dei lati grigi della cooperazione e dell'intelligenza collettiva.
    Ad ogni modo credo che lo sviluppo eccezionale dell'informatica abbia accresciuto moltissimo le capacità di comunicazione.
    Un uso "consapevole" di tale mezzo può aiutare le persone ad usare responsabilmente la libertà e la democrazia, ad ampliare gli orizzonti culturali ed educativi, ad eliminare le divisioni e a promuovere lo sviluppo umano ed il bene comune.

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  5. Condivido alcune delle osservazioni di Morozov soprattutto quando affronta la questione dell'impegno civico; l'autore parla di «"slacktivism", neologismo che sta per "attivismo degli scansafatiche" peggiorativo di moda per indicare le campagne politiche superficiali, marginali, facili e che paiono aver tanto successo su internet» o quando parla delle difficoltà della politica con la rete «se un movimento politico è disorganizzato, internet mette in luce i punti deboli e catalizza i confitti interni.»
    Tanti sono gli utilizzi negativi evidenti della rete, basti pensare al fenomeno più immediato, quello della pedofilia, ma è interessante anche il carattere posto in evidenza nel titolo, ovvero quello della creatività. Ad esempio, secondo una mia esperienza - che credo comune a molti - mi ritrovo spesso (tramite flickr, myspace, tumblr)di fronte a fotografie scattate e post prodotte tutte allo stesso modo, dove pare che l'originalità dell'autore si perdi per cercare invece l'appoggio e il consenso del gusto comune, creando una massa omogenea di immagini standardizzate. Ma anche in questo caso la questione è duplice: l'uso di questi mezzi per l'arte (come per la scrittura e la musica) è spesso necessario, date le difficoltà che riscontriamo per diffondere le nostre produzioni in canali "tradizionali".
    Di sicuro un mondo senza internet non sarebbe più pensabile, perché per quanti problemi abbia a sé legati è diventato funzionale a tante cose che significano progresso

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  6. Giulia Eleonora Zeno3 maggio 2010 alle ore 22:09

    Inserisco una parte del discorso che Stefano Rodotà ha tenuto a Montecitorio per l'apertura della Conferenza internazionale dell'Unione interparlamentare nel 2007: “Pure l'età digitale, dunque, ha i suoi peccati, sette come vuole la tradizione, e che sono stati così enumerati: 1) diseguaglianza; 2) sfruttamento commerciale e abusi informativi; 3) rischi per la privacy; 4) disintegrazione delle comunità; 5) plebisciti istantanei e dissoluzione della democrazia; 6) tirannia di chi controlla gli accessi; 7) perdita del valore del servizio pubblico e della responsabilità sociale. Non mancano, tuttavia, le virtù, prima tra tutte l'opportunità grandissima di dare voce a un numero sempre più largo di soggetti individuali e collettivi, di produrre e condividere la conoscenza, sì che ormai molti ritengono che la definizione che meglio descrive il nostro presente, e un futuro sempre più vicino, sia proprio quella di "società della conoscenza". (fonte: http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/scienza_e_tecnologia/sette-peccati/sette-peccati/sette-peccati.html)

    Ogni cosa ha in sé due lati opposti, proprio come la pila: uno positivo e l’altro negativo. Senza ombra di dubbio il digital divide è un problema esistente e con una certa rilevanza ma, non possiamo restare ciechi di fronte ai benefici che Internet ha portato a chi (come noi) utilizza il computer. In primo luogo, abbiamo a nostra disposizione una gran quantità di siti che permettono di reperire qualsiasi tipo di informazione e quindi non siamo più soggetti a una (dis)informazione unilaterale. Inoltre, chiunque e in qualsiasi momento può dire ciò che pensa lasciando un commento, aprendo un blog personale o iscrivendosi a uno dei vari social network presenti sulla rete. Cosa che, fino a poco tempo fa , era del tutto impossibile perché il dialogo restava “chiuso” all’interno del salotto di casa o nella ristretta cerchia di amici e conoscenti. Oggi invece si può comunicare a lunga distanza, comprare oggetti di altre nazioni, “viaggiare”, informarsi e via dicendo attraverso un unico mezzo: Internet. Si sono aperte anche ampie “strade” che nella quotidianità restano spesso chiuse alla maggior parte delle persone: sono nate, infatti, molte web-radio, riviste e giornali online validi e interessanti, dando spazio a giovani che magari nel “mondo reale” non avrebbero avuto la possibilità di farlo. Certo, anche il critico Mozorov ha ragione quando scrive: « I governi tuttora mantengono un enorme potere nel decidere che tipo di informazione rendere nota», difatti un esempio lampante può essere la censura in Cina. Tuttavia, il critico in un certo senso pone una questione cui ha già risposto in queste altre righe dello stesso articolo: «Purtroppo un mondo interconnesso non è automaticamente un mondo più giusto». Pertanto, Internet è uno strumento tuttofare ma, sta alla singola persona utilizzarlo in maniera corretta, insomma ognuno è giudice di se stesso.

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  7. Il sole 24 ore esprime oggettivamente pro e contro di una realtà molto potente..internet..
    Credo che però non si possa iniziare un dibattito del genere,perché se prendessimo qualsiasi altro soggetto da analizzare,e dessimo ad un campione di 10 persone il compito di descrivere il soggetto in questione,difficilmente troveremo solo cose positive..
    Io credo che il male non sia nella rete,ma intrinseco nell’uomo e nella sua natura,la rete è solo un mezzo!credo che il male esista da prima del mondo,e ha trovato sempre la strada per arrivare a compiersi..credo che o con mezzi rudimentali,o con mezzi futuristici,le cose orrende descritte nell’articolo,come commercio di animali rari,o altre aberranti azioni,siano purtroppo sempre esistite..
    Non mi sento di demonizzare internet,e non mi sento nemmeno di assolverlo totalmente,ma solo esclusivamente perché l’uomo con la tecnologia,quindi con internet in questo caso,si è molto adagiato fino a dimenticare cosa significa anche andare per negozi e acquistare una maglia,o andare in una videoteca e scegliersi un film,o ancora gustare il profumo di una libreria o peggio ancora perdersi le emozioni che può scaturire lo scrivere una lettera,riflettendo sui concetti da esprimere e sul modo in cui esprimerli senza ridursi ad una nuova forma di scrittura in codice come ormai sono divenute le nostre conversazioni in rete..
    l’unico male che mi sento di condannare oggi è che l’uomo dipende completamente dal web..si siano fusi quasi letteralmente formando una sorta di personaggio mitologico “interman”.
    Il mio pensiero è molto semplice e si riduce a piccoli gesti emozioni della quotidianità che abbiamo vissuto e che si stanno estinguendo..
    Per concludere ritengo che usato con intelligenza(molto opinabile e soggettivo) internet è stato un grande vantaggio per socialità e contatti in tutto il mondo,ha ridotto i tempi di molte pratiche..ed è anche riuscito a scovare molti giri loschi e malviventi..stanando spesso giri di pedopornografia ..il mio pensiero resta quello espresso anche l’altra volta adoro internet e credo realmente di non poterne fare a meno per tanti usi diversi..ma vorrei che non si dipendesse da esso e dalle altre tecnologie..e che si conservino le proprie radici e che la conoscenza acquisita fino ad oggi come bagaglio culturale possa conciliare col progresso che di sicuro ben venga che ci sia e che porti miglioramenti in ogni settore!
    Alessandro Mantico

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  8. Internet ormai é diventato per tutti noi il mezzo principale attraverso il quale ci esprimiamo, comunichiamo agli altri le nostre idee, ma viviamo anche la quotidianità.

    Attraverso la rete siamo inoltre continuamente aggiornati su tutto ciò che avviene in tempo reale. Non per questo credo però che così verremo sempre a conoscenza di tutto, ma solo di quello che “dobbiamo” sapere.

    Tuttavia, senza questo mezzo di comunicazione non avremmo un altro modo altrettanto rapido ed efficace per permettere ai nostri pensieri di raggiungere il maggior numero possibile di persone.

    Ė logico che la rete non ha potuto risolvere i gravi problemi che da sempre affliggono il genere umano e anzi per certi versi non ha fatto altro che facilitare attività illecite, ma è anche vero che senza di essa la nostra vita oggi sarebbe molto diversa.

    Possiamo pensare semplicemente alle difficoltà che avremmo nel rimanere in contatto con un nostro amico all’estero fino ad arrivare all’isolamento in cui ci troveremmo in campo lavorativo. Internet ci ha permesso infatti di avere nuove possibilità, di esplorare nuovi orizzonti.

    Sono d’accordo con Matilde nel dire che la rete se da un lato ci ha aperto nuove strade, dall’altro ha tolto ad ogni esperienza umana tutto il suo fascino, o meglio lo ha sostituito con un altro tipo di sensazioni, ma pensiamo anche al fatto che se per noi andare in biblioteca, ritrovarsi al bar con gli amici e fare shopping entrando e uscendo da un negozio all’altro erano attività normali ( ora interscambiabili coi motori di ricerca, le chat e l’ e-commerce ), per molte altre persone tutto questo era soltanto un sogno o una remota possibilità.

    Oggi chi è affetto da handicap motori, può tranquillamente stare in casa senza però doversi a tutti i costi isolare dal mondo, ma attraverso internet può non solo comunicare con l’esterno, ma anche svolgere tutte quelle attività che per noi fanno parte della routine.

    Internet è comunque solo il mezzo attraverso il quale bisognerebbe portare il mondo a conoscenza di altre realtà, attraverso il dialogo e la scambio di idee tra vari paesi e quindi ideologie e culture differenti, ma la vera democrazia, il vero senso di libertà, limitato dal rispetto dell’altro, vanno ricercati solo nelle nostre coscienze.

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  9. Pensare a un mondo senza internet sarebbe in concreto impossibile arrivati dove siamo.
    Internet ha cambiato il nostro modo di vivere, di socializzare, di protestare.
    Tutto è a portata di mano con un click, l’informazione e la controinformazione, ma esso non basta da solo a cambiare il mondo.
    Maggiore informazione come afferma Morozov non significa migliorare ciò che non funziona.
    Le rivoluzioni in rete non sempre portano a risultati significativi e si possono tradurre in censure nazionalistiche, come il clamoroso caso della Cina, oppure se non sono ben articolate possono mettere in luce punti deboli e favorire reazioni contrarie.
    Con ciò non vuol affermare che internet ha un valore negativo nella società attuale, basti pensare alle distanze comunicative spezzate con skype, facebook, alle quantità di notizie non uniche e mirate come ci offrono altri mezzi di comunicazione come la televisione, ma si vuol semplicemente far notare che come qualsiasi mezzo di comunicazione anch’esso ha dei limiti.

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  10. Morozov sostiene che il web non sia democratico e creativo come abbiamo creduto fino ad oggi perché “ internet che ci ha “ammaliati con la promessa di trasformare il pianeta in un villaggio globale, ha tradito alcune delle nostre attese”. E’ importante allora analizzare alcune delle frasi, secondo il mio parere, più significative che emergono dai cinque punti analizzati da Morozov nell’articolo per Il Sole 24 Ore.
    1.“ Internet è stato esaltato come lo strumento ideale per migliorare la tolleranza, sconfiggere il nazionalismo, trasformare il pianeta in un villaggio globale interconnesso. Purtroppo un mondo interconnesso non è automaticamente un mondo più giusto.” Certo anche dalle parole di Tim-Berners Lee “il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica;l'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico; il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo;di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende;ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l'angolo” si evince che lo scopo più importante del web dovrebbe essere di tipo sociale, civico, uno scopo che racchiuda tutti i tentativi di abbattere ogni sorta di digital-divided ancora vigente, e che la cosa meno importante invece è quella di arricchirci “reticolarmene” nel mondo. E’ vero quanto sostiene Morozov: ma ad essere sbagliato è il nostro atteggiamento verso tali”interconnessioni”: spesso le utilizziamo per cose inutili e dannose che non ci permettono quasi mai di consumare davvero internet ( dove consumare sta per “usare fino alla fine”, sfruttando quindi tutte le risorse che il web ci offre mettendole non solo al nostro servizio ma anche al servizio di quanti hanno bisogno d’aiuto).
    2.“Siamo sicuri che maggiore informazione si traduca in maggiori possibilità di raddrizzare ciò che non funziona? Non necessariamente”. Però, mi verrebbe da dire, maggiori informazioni contribuiscono sicuramente a migliorare difetti e a non ripetere più errori di istituzioni, organizzazioni, partiti politici. Se avessimo a disposizione un numero limitato di informazioni finiremmo per ignorare moltissime, forse troppe cose , e saremmo costretti a scegliere o bianco o nero. Potendo invece usufruire di una vasta circolazione di notizie, l’opinione pubblica può facilmente scindere il vero dal falso e farsi un’idea più chiara di ciò che avviene nel mondo. A nuocere possono essere solo notizie su una vicenda che siano troppo diverse tra loro: così non sapremmo più cosa pensare. Altro aspetto negativo è che spesso telegiornali e quotidiani parlano per lungo tempo di fatti ormai superati o che non accrescono il sapere dello spettatore: sarebbe meglio, in questa circostanza ma anche in generale, parlare di più argomenti in modo che non restiamo “ignoranti” sui fatti.

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  11. 3.“La tecnologia non consente di carpire necessariamente un maggior numero di informazioni dai regimi chiusi, ma permette a un numero maggiore di persone di avere accesso alle informazioni disponibili. I governi tuttora mantengono un enorme potere nel decidere che tipo di informazione rendere nota”. Se la tecnologia, in particolare il web viene utilizzato per diffondere informazioni su manovre sbagliate da parte dei governi, che danneggiano i cittadini e che vengono tenute nascoste allora il mondo digitale è ben accolto: il fatto che non riusciamo a carpire molte informazioni dai regimi chiusi è vero: mentre prima per avere notizie scomode si rischiava di rimetterci la pelle, oggi rischiamo la censura di alcuni siti sul web, e questo vorrebbe dire diminuire la libertà che hanno avuto molti stati fino ad oggi.
    4.Alcuni pensano che la proposta dell’Estonia di votare nel 2011 tramite sms sia un’idea innovativa, per altri invece non è un’idea che porterà chissà quale incremento nell’affluenza al voto. Magari però è tutta questione di progresso: prima si votava sui cocci, poi sulla carta, oggi abbiamo la tessera elettorale e un grande lenzuolo su cui scrivere un unico nome. Non è così errato pensare che domani forse potremmo votare non dico con gli sms comodamente seduti da casa perché forse questo è un metodo che non garantirà “giustizia” e democrazia,ma sempre recandosi presso un seggio elettorale con qualche altra “diavoleria” elettronica, ( volendola definire scherzosamente). In questo modo, lasciando da parte i commenti di quanti potrebbero dire che con tale metodo sarebbe facile truccare le lezioni, perché è un dicitur già famoso nei secoli con o senza tecnologia, si potrebbe risparmiare carta ( scopo ambientale del web come l’iniziativa che entrerà presto in vigore e prevede l’invio a casa tramite e-mai e altri servizi digitali di ogni tipo di documento amministrativo) e avere in futuro più alberi, soffocando anche le preoccupazioni di quanti temono un domani troppo digitalizzato e poco “naturale”.
    5.Il bestseller La fine delle distanze di Frances Cairncross preannunciò che la rivoluzione delle comunicazione alimentata da internet avrebbe “accresciuto la comprensione, favorito la tolleranza e infine promosso la pace nel mondo”. Ma ciò subito entra in collisione con quanto viene detto a seguire “dichiarare la morte delle distanze è stato prematuro”. L’unica distanza di cui possiamo parlare in tema di tecnologia è quella che purtroppo, come ci fa notare anche Zoja nel suo libro La morte del prossimo, si è instaurata tra noi e gli altri per il troppo utilizzo del digitale, utilizzo che nella maggior parte delle volte non è consapevole: noi non navighiamo più sul web ma “vagabondiamo” nella rete alla ricerca di chissà cosa. Cerchiamo amicizie in ogni parte del globo, e poi quando dovremmo aiutare qualcuno anche vicino non lo facciamo.

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  12. Il web è fatto prima di tutto di uomini e poi di 0 e 1. Siamo noi che costruiamo siti, iniziative, social network, sono l’ingegno e la creatività umana a renderlo interessante e utile. Ma sono anche l’indifferenza verso gli altri e l’egoismo a rendere il web brutto e inutile. Internet è uno strumento eccezionale e meraviglioso ma allo stesso tempo nasconde un lato oscuro che è bene non risvegliare: se sono gli uomini a non essere democratici non può esserlo il web; se prima creiamo mille spazi in cui far sentire la nostra voce e in cui realizzare i nostri progetti e poi non ne usufruiamo oppure lasciamo che vengano messi, da altri uomini, a questi spazi dei vincoli quali censure o burocrazie varie soffochiamo la nostra creatività e anche quella che la rete ci offre; sono gli uomini che sporcano quello che di bello possiamo avere. Alla luce di tutto ciò capiamo che purtroppo è l’uomo che ha deluso e continua a deludere, non è la tecnologia.

    “Se la televisione è un sonnifero, internet è un ipnotico potentissimo. È la prova di un dominio ulteriore, a cui la gente si è sottomessa autonomamente perché ha perso la capacità critica di interrogarsi sui meccanismi di dominio. Ho dei fortissimi dubbi sulla fantomatica libertà di internet... Internet venne ideato come tecnologia a scopi militari e a mio parere conserva qualche vizio dell'origine. Ad esempio è un panopticon ancor più micidiale di quello ipotizzato da Bentham e ricordato da Foucault: più micidiale perché con internet i sorvegliati sono contemporaneamente i sorveglianti. Non c'è più oblio su internet e questo è completamente disumano. Internet può essere utile in talune occasioni ma va usato con coscienza critica perché crea dipendenza: la gente viene privata da qualcosa di sé”. (Daniele Luttazzi)

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  13. L’articolo di Eugeny Morozov vuole essere la prova di come le previsioni di Nicholas Negroponte che vedevano Internet come il superamento delle frontiere tra paesi siano risultate errate.
    Per dimostrare che Internet non ha adempiuto alle speranze che creò alla sua nascita,egli apporta cinque motivazioni : Internet non è una forza che agisce per il bene di tutti; siti come Twitter non possono far vacillare i governi; mancata trasparenza delle informazioni; mancato incremento della partecipazione per l’impegno civico; sviluppo sempre maggiore di “Splinternet”.
    Morozov sembra quasi un avvocato che dispiega la sua arringa di accusa contro un indagato incapace di intendere e di volere.
    Internet è un media,uno strumento,una tecnologia dalle svariate potenzialità nata relativamente da poco. Internet è una rete di comunicazioni,una rete virtuale che può abbattere i confini fisici e geografici.
    Internet è questo,né più né meno di un mezzo creato dall’uomo e usato dall’uomo stesso.
    Può una tecnologia essere “colpevole” dell’uso che se ne fa? Può una tecnologia essere “accusata” dell’essere poco democratica,di peggiorare il mondo?
    Una tecnologia può essere creata con le più differenti intenzioni,può svilupparsi e cambiare i propri impieghi nel tempo,ma non può essere la (mancata) fautrice di un qualcosa che spetta esclusivamente all’uomo.
    Morozov ha ragione quando dice che “ I tweet non rovesciano i governi. Soltanto i popoli possono riuscirci.” E’ così. Non possiamo accollare ad un mezzo le nostre volontà ma possiamo soltanto sfruttarlo al meglio perché queste diventino realtà.
    Il Web non ha deluso nessuno. E’ l’uomo ad aver deluso se stesso.
    E trovo altresì errato pensare ad un mondo senza Internet. Il mondo ha Internet,il mondo che conosciamo è un mondo che vive anche di Internet. Probabilmente l’uomo avrebbe sentito comunque lo stesso bisogno di comunicare e avrebbe sviluppato altri media o incentivato quelli già esistenti. Sinceramente non saprei dire come sarebbe il mondo senza Internet,non riesco ad immaginarlo più o meno democratico di questo ma riesco ad affermare che far sentire la propria voce sarebbe più complicato.
    Internet è un mezzo facile da operare e da usare e per questo può facilitare la comunicazione che, per esempio, risulta essere già più lenta con il telefono o più passiva con la televisione.
    Ciò che conta,ad ogni modo,è l’utilizzo che se ne fa.
    Internet ci offre se stesso e tutte le sue potenzialità,sta a noi sfruttarle e cavarci fuori quello che vogliamo. Ed è logico che quindi la responsabilità dei risultati non sia altro che dell’uomo.



    Carmen Scialò

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  14. Internet ha invaso, ormai, le nostre case, è entrato prepotentemente nelle nostre vite…
    Come tutte le tecnologie della comunicazione,Internet, rappresenta un potente strumento di trasformazione della società. Questo, infatti, ha comportato un mutamento dei linguaggi,dei comportamenti, degli stili di vita e di conseguenza la nascita di modelli organizzativi diversi rispetto a quelli tradizionali.
    Internet rappresenta una grande scommessa per la democrazia e occorre lavorare per preservarlo come luogo di grande forum, di accesso libero alle informazioni, di possibilità di discussione e di confronto.
    Nella rete si rispecchia la società,. insidiata costantemente dal male e caratterizzata anche dalla violenza, dalla corruzione e dalla criminalità. Ma la rete possiede anche delle interessanti potenzialità progressive, democratiche, creative, liberatorie ed è questo il principale motivo per cui la sua diffusione va incrementandosi in modo capillare in tutto il mondo.
    Internet agisce da moltiplicatore delle informazioni e della conoscenza, dà democraticamente la parola a tutti, favorisce i contatti interpersonali, lo scambio di idee, di merci e di servizi.
    Internet, soprattutto, consente un importante esercizio di libertà: chiunque può intervenire su forum o newsgroup, oppure costruirsi un sito o un blog personale; a ciascuno, quindi, è data la possibilità di esprimersi, dialogare, diffondere le proprie idee, mettersi in gioco su scala planetaria.
    L'unico discrimine è semmai tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi purtroppo ne è ancora escluso, per motivi economici o di istruzione. E sarà forse questa la battaglia più importante nel futuro: garantire l'accesso alla rete a quanti più soggetti possibile.
    Il fenomeno Internet è inarrestabile ed è destinato a divenire uno strumento di vita, quale il televisore o il telefono, starà a noi fare di questo strumento un uso produttivo.
    Il mondo è in costante divenire; Internet accelera i mutamenti e prefigura la società del futuro.
    Siamo entrati in una nuova era, in cui tutto gira intorno alla rete web e tutti ci si stanno adattando, Con questo nuovo sistema veloce e immediato, si possono solo trarre benefici e anche i conservatori più scettici ci si devono adattare al fine di rimanere al passo coi tempi.

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