Blog dedicato al corso di "Teoria e metodo dei mass media" (ABPC 65) prof. Vito Campanelli
venerdì 29 aprile 2016
Il mondo alla radio
Gli studenti sono invitati a trovare informazioni (articoli, saggi critici, notizie biografiche, immagini, video ecc.) sulla nascita della radio e a pubblicarle come reply a questo post.
"Il 6 Ottobre del 1924 nasce in Italia la prima trasmissione radiofonica. La voce è quella di Maria Luisa Boncompagni. È un programma ancora scarno, composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa. Annuncio prima trasmissione (1924) Boncompagni ricorda (1984) L'URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, viene fondata il 27 Agosto 1924 come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società Enrico Marchesi ex direttore amministrativo della FIAT di Torino. Fondamentale la mediazione del Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano. L'Agenzia giornalistica Stefani è designata dal governo come l'unica fonte delle notizie che l'URI può trasmettere. Si tratta della prima agenzia di stampa italiana nata a Torino nel 1853, voluta da Cavour come portavoce della sua politica. Nel 1924 diventa proprietà di un fedelissimo di Mussolini, Manlio Morgagni che ne fa un potente strumento di regime. L'Unica stazione trasmittente è quella di Roma, posizionata nell'attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Siamo agli inizi e il pubblico è composto da amatori interessati più alla novità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri. Nel gennaio 1925 nasce il Radiorario, settimanale ufficiale dell'URI. L'intento è quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Poco dopo, tra il '24 e il '29, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925) da Napoli (1926) e Torino (1929). Nel gennaio 1928 l'URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. L'evento segna il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia che inizia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa e che come tale verrà utilizzato dal regime. La radio è moderna e veloce. La versalità del nuovo mezzo stupisce gli ascoltatori sorpresi dai primi collegamenti da treni in corsa o da aeroplani. La giovane radio intrattiene e conquista un pubblico sempre maggiore. E via via che si definisce la fisionomia del pubblico emergono le concrete ambizioni culturali dell'EIAR che vuole coniugare informazione, divertimento e notizie politiche. Nel giugno del 1933 si diffonde la Radiorurale. Si tratta di un ricevitore a prezzo imposto e con caratteristiche standardizzate promosso dall'Ente Radio Rurale, istituto del Regime per la diffusione della radio in ambienti collettivi e soprattutto nelle zone rurali delle bonifiche agrarie. L'apparecchio è acquistabile solo dagli enti governativi e dagli istituti scolastici o per donazione agli stessi. Oltre tre milioni di scolari italiani hanno cosi' conosciuto la radio e incominciato a conoscere la lingua italiana."
Aggiungo alcuni punti riguardo la nascita della radio in Italia: "BREVE STORIA DELLA RADIO IN ITALIA
[...] · L’impresa italiana in Etiopia porta alla nascita di un nuovo genere radiofonico: le cronache di regime, una delle realizzazioni più efficaci dell'informazione radiofonica di questo periodo. Annuncio Guerra d'Etiopia (2/10/1935) · Alle cronache di regime e ai soliti bollettini si affiancano altre rubriche come la cronaca sportiva e la radiocronaca. La vittoria dell'Italia ai mondiali commentata alla radio da Nicolò Carosio (1934) · Lungo tutti gli anni Trenta il numero degli abbonati radiofonici cresce a dismisura. Allo scoppio della II Guerra mondiale la radio, ormai da tutti riconosciuta come potente mezzo di comunicazione e, diventa il bollettino ufficiale del regime, improntata sulla logica di propaganda dei fatti/misfatti del fascimo. Mussolini dichiara guerra a Francia e Inghilterra (10/6/1940) · L’Italia viene affrancata dall’incubo fascista e accanto alle strutture radiofoniche che seguono il regime nasce il servizio radiofonico dell'Italia liberata. La radio diventa il campo di battaglia di due voci dissonanti, una che persevera nella propaganda fascista, l’altra che contribuisce alla caduta del regime. Annuncio dimissioni Mussolini (25/7/1943) · Dalla fine della guerra all'avvento della TV, la radiofonia in Italia subisce un'enorme trasformazione. La radiofonia viene totalmente riformata: potenziamento del giornalismo radiofonico, nascita dei programmi nazionali e varo della rete culturale. Il nuovo giornale radio prende il titolo di Radiosera ed è concepito nello stile del magazine, tante notizie e impaginazione agile e moderna. Lello Bersani, Mario Riva , Festival di Venezia (1958) · Nascono contemporaneamente altre rubriche informative e il "Notturno dall'Italia" che sulla scia degli esempi stranieri trasmette musica no stop e brevi notizie. Nel 1954 iniziano le trasmissioni televisive. Il mezzo radiofonico viene immediatamente superato dalla spettacolarità della televisione Ma la radio non scompare, cambia e si trasforma invadendo nuove fasce orarie. Il palinsesto si adatta quindi alla concorrenza dei programmi TV e sottolinea la differenza tra i due mezzi. La radio diventa il mezzo comunicativo preferito dagli spiriti liberi che amano spostarsi a bordo delle loro automobili. In questo periodo nasce il primo contenitore: Il signore delle 13 di Enzo Tortora. Enzo Tortora: Il signore delle 13 (1961) · Nonostante l’avvento della televisione che si afferma come mezzo di comunicazione per il grande pubblico, la radio regge e raccoglie nuove sfide di ammodernamento. Così vengono collaudati spazi di intrattenimento destinati al grande successo come "Gran Varietà" e "La Corrida" e lancia popolari programmi giovanili come "Bandiera Gialla". La Corrida (Anni Sessanta) · La radio continua a tenere il passo adeguandosi all’evoluzione della società. Nascono le radio libere e la radio di Stato risponde con trasmissioni dirette soprattutto ai giovani: "Alto gradimento" (programma demenziale che rivoluzionerà ritmi e forme del comico radiofonico), "Supersonic" e la "Hit Parade". Alto Gradimento (Anni Settanta) Gli anni Ottanta sono gli anni dell’impegno al dialogo con il pubblico. Trasmissioni come "Radio anch'io" e "Radiodue 3131" che dedichera' sempre maggiore attenzione al rapporto con gli ascoltatori e a una riflessione sulla società’ sempre più approfondita. Le nuove tecnologie a fibra ottica consentono, nel 1986 , la nascita di Isoradio , il canale dedicato agli automobilisti, trasmesso in isofrequenza, che propone, in tempo reale, aggiornamenti delle notizie sul traffico alternati a una programmazione di musica e notizie."
GLI ANNI DELLA RADIO. DAGLI ANNI 40 A SANREMO. Anni '40-Sotto la pressione degli eventi bellici la programmazione radiofonica si trasforma gradualmente. Ma con l'inasprirsi del conflitto anche la radio cambia. I programmi nazionali vengono unificati e si intensificano le trasmissioni dedicate alle forze armate. L'8 settembre, dai microfoni di Via Asiago, Badoglio proclama l'armistizio. Dopo il black-out, la ricostruzione. Si riaffacciano voci familiari insieme a personaggi destinati a tenerci compagnia a lungo. Anni '50-La radio invade nuove fasce orarie e nuovi spazi e si evolve verso nuove forme di giornalismo anche grazie a strumenti di registrazione sonora più moderni. È il momento del rilancio anche sul piano culturale mentre nel campo dell'intrattenimento non conosce rivali, persino Frank Sinatra si esibisce dal vivo in Via Asiago. Anni '60-Se la televisione si impone come mezzo destinato al grande pubblico, la radio continua a svolgere il suo compito di modernizzazione.Mescola strategie di ascolto di massa a proposte più mirate, collauda spazi di intrattenimento destinati al grande successo come "Gran Varietà" e "La Corrida" e lancia programmi giovanili come "Bandiera Gialla". Anni '70-La radio continua a rivelarsi un mezzo pronto a riflettere l'evoluzione della società, capace di adeguarsi al clima di rinnovamento profondo che si respira nel paese.All'avvento delle radio private Radio Rai risponde con trasmissioni che faranno epoca, indirizzate soprattutto ai giovani:"Alto gradimento","Supersonic" e la "Hit Parade". L'altra trasmissione destinata a creare una lunga abitudine all'ascolto è "Chiamate Roma 3131" che contraddistinguerà la programmazione per oltre tre decenni, e introdurrà la grande novità del telefono e il dialogo in diretta col pubblico. Anni '80 -L'impegno al dialogo con il pubblico si intensifica negli anni '80 con "Radio anch'io" condotto da Gianni Bisiach e con il "Radiodue 3131" di Corrado Guerzoni che dedichera' sempre maggiore attenzione al rapporto con gli ascoltatori e a una riflessione sulla società’ sempre più approfondita.Nascono due canali stereofonici destinati ai giovani ,"Stereouno" e "Stereodue", con proposte musicali più' mirate e programmi che fanno epoca. Le nuove tecnologie a fibra ottica consentono, nel 1986, la nascita di Isoradio, il canale dedicato agli automobilisti, trasmesso in isofrequenza, che propone, in tempo reale, aggiornamenti delle notizie sul traffico alternati a una programmazione di musica e notizie. Anni '90 -L’impegno al rinnovamento e la differenziazione delle reti secondo aree tematiche distinte contraddistinguerà' la programmazione di Radio Rai nei decenni successivi.Radio 1 sarà la rete dell'informazione,Radio2 la rete dell'intrattenimento, riserverà particolare attenzione alla cultura del mezzo radiofonico proponendo prodotti innovativi, particolarmente adatti a un pubblico giovanile che presto diventeranno programmi cult "Il ruggito del Coniglio","Fabio e Fiamma","Caterpillar","Alcatraz" mentre Radio3 confermerà la sua vocazione culturale con un'offerta sempre più' ricca di eventi in cartellone, dirette dei grandi eventi della musica classica e del teatro. Sanremo-Fu la radio a diffondere le prime note del festival di Sanremo, la sera del 29 gennaio 1951. Entrava così nelle case degli italiani quello che sarebbe diventato un evento musicale unico nel panorama nazionale e internazionale.Nel corso degli anni Sanremo ha segnato i gusti e le tendenze della musica leggera, ma ha anche, nella sua lunga vita, raccontato momenti lieti e tristi della nostra epoca, scandito mutamenti del costume e della società. fonte: www.storiadellaradio.rai.it Morena Foglia.
Di seguito un video sulla nascita della radio con una serie di esperimenti, che vedono protagonisti Guglielmo Marconi, Reginald Fessenden etc. https://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
Per Mcluhan la radio è il primo segnale dell'implosione elettrica e di un ritorno, quindi, per la cultura occidentale, a quella che era un'esperienza passata comune di tipo tribale e orale. Questo avviene dopo che la popolazione (in particolare quella occidentale) si era trasformata, con l'avvento della stampa, in una società meccanizzata e basata su componenti esclusivamente visive che ne avevano ucciso le tradizioni orali e tutte le percezioni sensitive ad esse collegate. Con la radio si risveglia questo spirito passato, è un'estensione del sistema nervoso centrale che anche se comunica a tutti lo stesso messaggio, individualmente è in grado di toccare le corde più intime e personali. Essa risveglia il concetto di tribù all'interno della società (dove la stampa invece aveva fatto nascere l'individualismo) dove ognuno partecipa a quelli che sono fatti ed eventi accaduti in altre parti del mondo e si sente vicino ad essi. Questo rappresenta un primo passo verso quella che sarà la rivoluzione elettrica vera e propria favorita da tutti i media caldi come la radio che rimodificheranno la società riportandola alle proprie origini arcaiche. "La radio non è soltanto una formidabile sveglia delle memorie, delle forse e degli antagonismi arcaici, ma anche una forza pluralistica e decentrante, come l'energia elettrica e tutti i suoi media in generale."
Riflessione e citazione tratta dal libro di Marshall McLuhan "Capire i media. Gli strumenti del comunicare"
Posto qui il link che tratta del primo annuncio fatto alla radio, dove dopo tanti anni si è ritrovata la registrazione originale fatta da Ines Viviani Donarelli, e non da Maria Luisa Boncompagni. In seguito spiega le tempistiche e le messe in onda.
La determinazione del primo inventore della radio, al tempo chiamata telegrafia senza fili, è sempre stata oggetto nel corso del tempo ad infinite controversie. L'invenzione determinante per l'inizio della ‘trasmissione senza fili' di dati che utilizza l'intero spettro di frequenza, noto come la trasmittente a spinterometro è stata attribuita rispettivamente a Nikola Tesla, Guglielmo Marconi e a Reginald Fessenden. Grazie all'invenzione dell'elettricità e di mezzi di comunicazione sempre più moderni, si ha l'impressione di essere sempre più vicini alle altre persone, di trasmettere messaggi in maniera veloce e immediata. Ma nulla raggiunge il cuore delle persone come la musica e la radio che ogni giorno, da più di un secolo, trasmette notizie e canzoni. Tra i mezzi di comunicazione che fanno si che l'uomo sia in contatto con diverse parti del mondo e che venga informato di ciò che succede la radio è sicuramente uno dei più antichi e, contestualmente, forse il più rivoluzionario del suo tempo. La storia della radio inizia dalla fine del XIX secolo, e vede protagonisti tre geni assoluti delle scienze: Nikola Tesla, Guglielmo Marconi e Reginald Fessenden. In particolare la vicenda si sviluppa così: Nikola Tesla fu il primo a dimostrare in esperimenti di laboratorio che era possibile trasmettere onde elettromagnetiche a distanza senza l'utilizzo di cavi. Ma, all'atto delle dimostrazioni, non riuscì mai a far riemergere il suono da un ricevitore anche se esso riceveva le frequenze emanate da una sorgente. Pochi anni dopo, il nostro Marconi, a soli 21 anni riuscì in questa impresa e inviò un codice morse a qualche km di distanza (lo strumento fu chiamato "telegrafo senza fili"). L'acclamazione fu enorme ma con alterne vicende la paternità del brevetto fu comunque attribuita a Tesla. A questo punto entra in gioco il terzo personaggio, Fessenden, il quale superò i limiti di Marconi riuscendo anche a tramettere musiche e parole oltre che suoni sordi. Il 23 dicembre 1900 Fessenden riesce a trasmettere a circa un chilometro e mezzo di distanza, un breve messaggio vocale: "Uno, due, tre, quattro, nevica lì dove siete voi signor Thiesen? Se sì, volete telegrafarmi?". Era nata la radio. Dopo circa sei anni, Il 24 dicembre 1906, Fessenden trasmette il primo programma radiofonico della storia: parole e musica vennero udite nel raggio di 25 Km dalla stazione trasmittente situata a Brant Rock sulla costa del Massachusetts. La radio era pronta per entrare nelle case di tutto il mondo. Il 6 Ottobre del 1924 nasce in Italia la prima trasmissione radiofonica. La voce è quella di Maria Luisa Boncompagni.
( allego l’articolo di Wired - rivista davvero interessante - e la storia completa della nascita e della diffusione della radio )
L'articolo che allego indica la diffusione del "mezzo radio" dalla sua invenzione fino all'attuale nascita delle web-radio, le quali dagli anni 2000 si sono velocemente diffuse; soprattutto grazie all'economicità della loro realizzazione.
Dopo aver letto tutti i commenti che trattano della storia della radio dagli albori fino alla web-radio come da Arianna Cordeschi riportato, non mi resta che riportare qui di seguito delle notizie curiose che concernono il mondo radiofonico;
Da ormai oltre 30 anni c'è un uomo, Angelo Santagostino, che colleziona le radio, oltre 400 modelli diversi dai primi del 900 ad oggi nel suo scantinato ad Abbiategrasso, qui di seguito l'articolo intero e una fotografia:
Interessante anche sapere che esiste una radio di sole donne, Radio Sahar, fondata in Afganistan nel 2003, un piccolo passo per le donne ma un grande passo per l'Afganistan, cinecittà ne ha tratto la trama del film Radio Sahar, interessante il video sottostante all'articolo:
http://www.radiospeaker.it/blog/radiosahar.html
qui di seguito il link di una bella fotografia d'epoca:
Un progetto nuovo della radio moderna è Radio Magica, una radio dedicata ai più piccoli, con racconti, filastrocce, canzoncine e altro, la radio oggi raggiunge proprio tutti! ecco l'intervista che lo dimostra:
Breve articolo sulla nascita dei programmi radiofonici italiani. Dopo essere stata brevettata da Guglielmo Marconi nel 1901 (il quale era riuscito per la prima volta a trasmettere la lettera "s" oltre l'Atlantico), la radio vede la sua diffusione come fenomeno di massa agli inizi degli anni '20. Attracca in italia il 6 ottobre 1924, giorno in cui fu trasmessa la prima trasmissione radiofonica. L'articolo riporta un elenco delle trasmissioni radiofoniche succedutesi dal 1924 fino al 1945, analizzandone caratteristiche e diffusione.
Un primo veloce contributo: la storia della prima trasmissione ufficiale della radio (EIAR) in Italia. Tratto da Wikiradio - Peppino Ortoleva racconta la "situazione radiofonica italiana" prima della messa in onda della prima trasmissione ufficiale. Con una piccola curiosità: il segnale orario era la trasmissione preferita degli italiani.
Allego: 1)uno spezzone tratto dal film " il discorso del re"
Le immagini del 1938 del re d'Inghilterra Giorgio VI,affetto da balbuzie, hanno ispirato la pellicola: durante il suo regno il mondo fu scosso dalla Seconda Guerra Mondiale e il re ebbe il duro compito di parlare al suo popolo dell’entrata in guerra dell’Inghilterra. Il video riguarda l'inizio,quando ancora era ancora Duca di York.
2)The King's Real Speech (George VI Stutter). A video of King George VI stuttering and stammering, from the British Pathe archive. This clip was said to have moved Colin Firth to tears, as reported by the New York Times.
https://www.youtube.com/watch?v=X_J-1YvAT5E
https://www.youtube.com/watch?v=p1TubkzxPFY
Le trasmissioni radio hanno rivelato la loro grande utilità sui campi di battaglia già a partire dal 1914-18,ed hanno avuto un ruolo determinante come strumento di congiunzione tra le forze armate, di coordinamento militare e di regolazione del fuoco. E come fu applicata in campo bellico - nautico, trovò largo impiego anche nel settore dell’aviazione.Tutto ciò ne ha accelerato lo sviluppo, rendendo possibile la loro affermazione per uso civile nel dopoguerra.
http://www.fmboschetto.it/lavori_studenti/WWI/radio_WWI_2A.pdf Questo pdf ne esplora gli utilizzi dalle prime stazioni fino alla crittografia: Infatti, l’intercettazione dei radiomessaggi durante la grande guerra,diede luogo ad una vera e propria guerra radiotelegrafica con tutte le relative astuzie.
Inserisco i link di quattro video di Mediaitaliatv-Mediaitaliaradio sulla nascita delle radio libere divisa in quattro parti: - https://www.youtube.com/watch?v=YPkn1jXSVH8&index=7&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ - https://www.youtube.com/watch?v=2dnI6vhR7LY&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ&index=8 - https://www.youtube.com/watch?v=4y2OZcA4sQ4&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ&index=9 - https://www.youtube.com/watch?v=yBwX96-3MH8&index=10&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ
Inserisco il link dellaCRONISTORIA DELLA RADIO DAL 1923 AL 2006 link: http://www.radiomarconi.com/marconi/cronologia.html
Nello specifico ho fatto una piccola ricerca di una radio che mi ha colpito particolarmente:
Radio Partigiana nasce nel biellese nel dicembre 1944 ad opera del Comando Raggruppamento Divisioni Garibaldi. I programmi iniziano con l'Inno di Mameli e comprendevano notiziari della guerra partigiana, direttive del comando generale, notizie sugli avvenimenti interni. Le prime dieci note della canzone "Fischia il vento", suonate da una chitarra scordata, aprivano ogni sera alle 21 le trasmissioni, irradiate da un apparecchio radiotrasmittente proveniente dall'aeroporto di Cameri: «Attenzione Radio Libertà, libera voce dei volontari della libertà. Si trasmette tutte le sere alle ore 21 sulla lunghezza d'onda di metri 21». All'annuncio veniva aggiunta una precisazione: «Non abbiano dubbi coloro che ci ascoltano, siamo partigiani, veri partigiani. Lo dice la nostra bandiera: "Italia e libertà. Lo dice il nostro grido di battaglia: Fuori i tedeschi, fuori i traditori fascisti. Ecco chi siamo: null'altro che veri italiani. Le nostre parole giungeranno, valicando pianure e montagne, a tutti i compagni patrioti della Liguria, della Toscana, del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia, del Veneto, a tutti coloro che combattono per la nostra stessa causa. Viva l'Italia! Viva la libertà!». Dal dicembre del 1944 al maggio del 1945, prima per mezz'ora, poi per un'ora al giorno, l'emittente cercò di convincere i giovani arruolati dalla Repubblica di Salò a disertare. Lo scopo era quello di cercare di smontare il più possibile il morale delle formazioni fasciste. Commenti, bollettini di guerra partigiani, notizie, lettere di partigiani o familiari, saluti, brani musicali e anche poesie. La radio trasmise fino a pochi giorni prima della Liberazione, messa a tacere dai fascisti nel corso dell'ultima offensiva, quella del 19 aprile.
inserisco un link sulle Le radio partigiane : http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Radio-partigiane-a7fb1d33-4040-49f6-8d0c-1cdd4a747f3c.html
Condivido con i miei compagni di corso la storia di una delle prime radio indipendenti italiane, "Radio Alice" http://www.ricerchedistoriapolitica.it/tra-passato-e-presente/radio-alice-una-radio-sovversiva-nellitalia-degli-anni-settanta/
90 anni fa, da Radio Roma, fu diffusa la prima trasmissione radiofonica: un concerto, per pochi intimi, di musica classica. L’auditorio era in via Maria Cristina, nel quartiere Parioli. In Italia, all’inizio degli anni Venti, un antesignano è stato l’Araldo telefonico, un piccolo servizio che, tramite il telefono, divulgava notizie economiche nelle principali città. Dieci anni dopo la prima trasmissione, nel 1934, gli abbonati erano saliti a 350.000, in linea con la Polonia e l’Ungheria, quasi nulla di fronte ai 6 milioni di abbonati in Inghilterra e ai 5 della Germania. In Italia, soltanto fra il 1937 e il ’38 gli apparecchi radio raggiungeranno il milione.
Marconi e la nascita della radio All'età di 20 anni, Guglielmo Marconi lavorava senza sosta nella sua casa di famiglia a Bologna, cercando di trasmettere segnali sotto forma di onde elettromagnetiche da un'estremità all'altra della soffitta. Sembrava improbabile che un volenteroso, sognatore giovanotto italiano, poco più che ventenne, che era stato respinto dall'Università di Bologna si stesse preparando alla più grande rivoluzione nelle comunicazioni. Egli voleva sfruttare le onde per scopi pratici. Verso la fine del 1894 Marconi era già in grado, premendo un bottone, di far suonare un segnalatore acustico dall'altra parte della soffitta, e nella primavera dell'anno seguente di riprodurre questo stesso esperimento all’aperto. Dopo che il suo progetto venne rifiutato in Italia giunse a Londra, gli inglesi riconobbero il potenziale valore della telegrafia senza fili, considerandola un utile mezzo per poter tenere unito il loro grande impero, e accolsero con entusiasmo le dimostrazioni di Marconi. Ma fu nel 1901 che egli compì la sua impresa più sensazionale: la trasmissione di segnali radio dalla Cornovaglia, in Inghilterra, a una stazione ricevente situata vicino a St. John's, nell'isola canadese di Terranova. All'età di 27 anni Marconi, ormai ricco e famoso, aveva dato inizio all'era della radio. Un mondo nuovo quei primi tempi di radio assomigliarono per certi aspetti all'odierna rivoluzione del computer e di Internet: Marconi diede ispirazione a un esercito di devoti, per la maggior parte giovani come lui, che presero a lavorare anima e corpo a questa nuova, imprevedibile tecnologia, cercando un modo per arricchirsi. A lui non interessava la radio concepita come mezzo di intrattenimento, perché vedeva la sua scoperta primariamente come un mezzo di comunicazione. Uno dei primi che si interessarono all'impiego della radio come mezzo di intrattenimento, invece, fu un giovane immigrato di nome David Sarnoff, che nel 1907 venne assunto come impiegato all'American Marconi di New York e, lavorando diligentemente, fece presto carriera. Fu lui che, nel 1916, propose la costruzione dell'apparecchio radio, o radio music box, come lo chiamò lui stesso, uno strumento pensato per trovare posto in tutte le case. Dieci anni dopo guidò la fondazione della NBC e nel 1930 divenne presidente della RCA (Radio Corporation of America). Marconi, che nel 1909 ricevette il premio Nobel per la fisica, continuò i suoi esperimenti per tutta la vita. Nel 1914 ricevette un riconoscimento ufficiale da parte dell'Italia, che gli conferì la carica di senatore a vita, e in diverse occasioni servì il suo paese come diplomatico, in particolare alla fine della prima guerra mondiale. Il regime fascista di Benito Mussolini, che prese il potere nel 1922, lo esaltò come una sorta di eroe nazionale. Marconi, in ogni caso, preferiva la scienza alla politica; si dedicò quindi alla comunicazione a onde corte, avvicinandosi all'invenzione del radar. "Quando mi è possibile lavorare nel mio campo tecnico" disse una volta, "sono la persona più felice della terra". Quando Marconi morì, nel 1937, tutte le stazioni radio interruppero le trasmissioni per due minuti: per un breve lasso di tempo il mondo ebbe modo di ricordare quanto silenzio regnasse solo fino a quaranta anni prima.
Nel secondo link si parla della storia della radio, partendo dalla sua invenzione. fonte: http://www.wired.it/attualita/tech/2014/06/02/nascita-radio/
Nell'ultimo link ci sono le sedi storiche della radio in Italia. fonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-7eda7cae-e822-47d3-a164-7a1d18c861a3.html
Nel secondo link si parla della storia della radio, partendo dalla sua invenzione. fonte: http://www.wired.it/attualita/tech/2014/06/02/nascita-radio/
Nell'ultimo link ci sono le sedi storiche della radio in Italia. fonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-7eda7cae-e822-47d3-a164-7a1d18c861a3.html
Molti sono gli errori che un libro di storia contiene, e molti sono i fatti che esso racconta con imprecisione e falsità, riportati poi all'infinito e divenendo così cosa certa e legge. L'invenzione della radio è uno dei quei casi in cui la scienza ufficiale ed accademica tramanda da sempre come un'invenzione di Marconi, ma le prove conducono a tutt'altre conclusioni. Esistono documenti, tra brevetti, disegni e rapporti processuali, che dimostrano invece che la radio è un'invenzione la cui paternità è da attribuire a Tesla, mentre il semplice sviluppo dell'invenzione a Marconi.
Allego di seguito un link che tratta la questione della paternità dell'invenzione della radio.
Ma la radio, nel 2016, è morta o no? C'è spotify, c'è youtube e ci sono tante alternative ma il medium (v. McLuhan) più longevo di tutti è duro a morire. Linko "Radio's not dead!", un articolo del sito insidemarketing.
Svolgendo alcune ricerche sul mezzo della radio, mi sono imbattuta nel libro "La radio prima della radio. L’Araldo Telefonico e l'invenzione del broadcasting in Italia." che ritengo molto interessante al fine di arrivare a comprendere su quale terreno andò a porsi l'invenzione della radio e quali precursori aveva avuto. L'Araldo Telefonico, appunto, può definirsi come tale: è il primo tentativo di collegamento fra pubblico e privato in maniera molto più diretta e più "intima" della stampa. Di certo era un metodo più immediato, molto costoso e solo su abbonamento, ma a pensarci bene fu un'innovazione straordinaria per il tempo, che oggi possiamo riscontrare forse nei sistemi di broadcast, podcasting e tv on demand.
Qui alcuni articoli e recensioni che trattano l'argomento: http://www.treccani.it/enciclopedia/dal-telefono-alla-radio_(Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Tecnica)/ http://www.teche.rai.it/2015/04/la-storia-delle-prime-radiocronache-italiane/ https://amaninude.wordpress.com/2012/10/15/la-radio-appesa-a-un-filo-laraldo-telefonico/
1976: La fine del monopolio RAI sulle trasmissioni radio e la nascita delle radio libere.
"Fino al 1976, il monopolio statale delle frequenze per le trasmissioni radiofoniche e televisive è affidato in concessione alla RAI. Come un primo, timido progresso nello stesso articolo vengono però liberalizzate le trasmissioni via cavo a diffusione locale. La Corte Costituzionale, in realtà, si pronuncia sull'argomento fin dagli anni '50, giustificando il monopolio statale soltanto in base alla limitatezza delle frequenze utilizzabili. La tecnologia della modulazione di frequenza (la trasmissione FM), benché richieda una maggiore quantità di banda e circuiti più complessi del sistema AM (modulazione d'ampiezza), necessita di un segnale meno potente e, risultando in effetti economicamente meno onerosa, apre un nuovo scenario poiché mette a disposizione una nuova gamma di frequenze fino ad allora inutilizzate. In tutta Italia fioriscono quindi le radio 'pirata' costruite con mezzi improvvisati. Le reti clandestine sono soggette a denunce, sequestri e processi, dai quali però escono spesso vincitrici: le autorità si adeguano di fatto ad una tolleranza che esclude soltanto i canali di servizio importanti e perciò riservati (alle comunicazioni aeroportuali o delle forze dell'ordine), protetti da interferenze. Con la sentenza 202/1976 del 28 luglio 1976, la Corte Costituzionale segna definitivamente la fine del monopolio, legittimando le trasmissioni in ambito locale. Mancando però ancora un regime di concessioni, di assegnazioni in un piano nazionale delle frequenze, la situazione italiana, destinata a perdurare molti anni ancora, è quella di un vero e proprio "far west dell'etere". Le radio di controinformazione, sull'onda dell'esperienza francese di Radio Fréquence Libre, spuntano nelle principali città della penisola: Radio Flash a Torino, Radio Popolare a Milano, Radio Alice a Bologna, Controradio a Firenze, Radio Città Futura a Roma, offrono i diretti resoconti degli scontri di piazza nella rovente stagione del '77, ma il loro spiccato carattere di militanza finirà in molti casi con il condannarle alla chiusura; rara eccezione è Radio Radicale, ormai divenuta negli anni una realtà consolidata. Dalle emittenti private commerciali e "d'evasione" emergono invece figure di talento, tra cui Vasco Rossi, Ilona Staller, e i tanti disc jockey per i quali l'ambiente sotterraneo delle radio libere diventa il trampolino di lancio verso la fama a livello nazionale."
Ho voluto approfondire l'aspetto della radio che riguarda la comunicazione di massa.
Negli anni Venti le trasmissioni radiofoniche accelerarono la transizione verso la ‘società di massa’. Già prima della fine del sec. XIX, Guglielmo Marconi era riuscito a trasmettere dei messaggi in codice Morse senza l’uso di cavi. Subito dopo la prima guerra mondiale operavano negli USA diverse stazioni amatoriali che immediatamente attirarono l’attenzione della gente, entusiasta all’idea di poter ascoltare musica e voci attraverso apparecchi di poco costo. Nacquero nei primi anni Venti le prime grandi emittenti radiofoniche che offrivano programmi regolari, il cui ascolto divenne presto un hobby e una fonte di divertimento per molti. Alla fine del decennio, nonostante la Grande Depressione, molte famiglie possedevano un apparecchio radiofonico. La radio cominciò così a diventare un medium di massa, seguendo uno sviluppo che negli USA fu affidato esclusivamente all’azione dei privati, mentre l’Europa optava per modelli organizzativi di tipo pubblico. L’uso della comunicazione senza fili aveva cominciato a diffondersi anche prima della prima guerra mondiale e molti avevano potuto sperimentare la novità di una tecnologia che permetteva la comunicazione a distanza in tempo reale. Se la tragedia del Titanic nel 1912 aveva mostrato il grande potenziale della telefonia senza fili, il disastroso incendio del dirigibile Hindenburg nel 1937 e la versione radiofonica di O.Welles (1938) del racconto La guerra dei mondi (scritto da H. G. Wells già nel 1898) mostrarono altrettanto chiaramente il potenziale della radio. Susan Douglas (1987) riassume le percezioni che circolavano sulla radio agli inizi della sua "età dell’oro", tra cui l’idea che la radio avrebbe potuto permettere la comunicazione con gli extraterrestri e la promozione dell’unità nazionale. La gente preferiva rimanere a casa accanto alla radio, piuttosto che andare fuori ad ascoltare la musica dal vivo. In questo modo alcune espressioni di cultura popolare cominciarono a passare alla radio, conquistando un pubblico sempre più vasto. Anche la politica e la religione entrarono presto nei palinsesti radiofonici. Negli anni Trenta si creò un grande interesse attorno ai drammi, alle commedie, ai concerti e agli eventi sportivi trasmessi attraverso la radio. In confronto ai giornali, la radio dava agli ascoltatori una maggiore sensazione di immediatezza e di partecipazione diretta agli eventi del mondo. Le famose ‘conversazioni accanto al caminetto’ del presidente Franklin D. Roosevelt, trasmesse per radio, si rivelarono subito un modo molto efficace di comunicare direttamente con il popolo americano. McLuhan (1964) sostiene che il potere uditivo della radio ha un effetto quasi tribale in quanto si richiama a emozioni primitive. Anche se questa idea è stata criticata da molti storici e teorici, rimane il fatto che i potenti discorsi di Hitler, trasmessi per radio al pubblico tedesco, provocarono effetti di coinvolgimento tali da farci pensare che forse McLuhan non avesse tutti i torti.
Di seguito ho inserito un link dove vi è un video che racconta un avvenimento accaduto a New York, durante lo show radiofonico Mercury Theatre on the Air che trasmette un adattamento del romanzo La guerra dei mondi. Al microfono c’è Orson Welles. La trasmissione passa alla storia: il racconto di Welles è talmente verosimile da far credere a molti americani di avere davvero le navi extraterrestri fuori della porta di casa.
Posto un piccolo estratto da Wikipedia che tratta il tema della radio come mass media, e racconta della nascita della prima stazione radio in un garage di Pittsburgh, nel nord degli Stati Uniti, ad opera dell'elettrotecnico Frank Conard.
La radio come mass media
Dopo un periodo pioneristico la radio ebbe un rapido sviluppo soprattutto negli Stati Uniti e nei paesi del nord Europa. La prima trasmissione è datata 1893 per opera di Nikola Tesla. Tuttavia la radio ha avuto un grande impulso grazie ad esigenze militari, in particolare per l'interesse della Marina Britannica nei confronti di questa forma di trasmissione dati. Così, nel 1898 Popov prova la prima comunicazione radio tra base navale e nave, e nel 1900 viene salvata per la prima volta una nave, tra la Russia e la Finlandia, grazie ad un allarme radio.
All'inizio del 900 la radio era vista con scetticismo: essa infatti, a differenza del telegrafo, non permetteva conversazioni private, bensì pubbliche, compromettendo la privacy dell'interlocutore. Solo agli inizi degli anni '20 si pensa ad una radio di uso "civile", utilizzabile in biblioteche e università. La nascita della prima stazione radio risale invece al 1919, per opera di Frank Conrad. Conrad iniziò una serie di trasmissioni dal suo garage nel 1919 e in un emporio della città di Pittsburgh vendeva alcuni ricevitori. In poco tempo vendette tutte le apparecchiature. Questo non era sfuggito al vicepresidente della Westinghouse, che pensò di utilizzare parte della catena di montaggio al fine di produrre radioricevitori da utilizzare per usi domestici. Affidò a Conrad e al suo assistente una stazione radio in modo da poter iniziare regolari trasmissioni: era nata la prima emittente radiofonica (KDKA). Il 2 novembre del 1920 trasmise in diretta il secondo turno delle elezioni presidenziali statunitensi e si calcola che gli apparecchi sintonizzati fossero tra i 500 e i 1000.
L'avvenimento fece scalpore e fece scattare la corsa alla costruzione di nuove stazioni e la vendita di nuovi apparati. Dopo poco tempo la Westinghouse costruì altre stazioni e alla fine del 1922 annunciò la costruzione di altre 6 stazioni. Diversa era invece la situazione in Italia: mentre in Stati Uniti d'America si scatenò la corsa alla radio, in Italia si discuteva sull'opportunità di diffondere la radio a uso civile, perché fino ad allora era considerata ancora uno strumento militare. Già prima della grande guerra si chiedeva che le radio trasmissioni fossero utilizzate in ambito pubblico, ma la legge 345 del giugno 1910 considerava la tecnologia riservata esclusivamente ai militari. Passata la guerra le cose non cambiarono e neanche con il regime fascista la situazione cambiò.
Mussolini era diffidente verso le potenzialità commerciali e propagandistiche della radio, ma il padre di Galeazzo Ciano, allora ministro delle poste, promosse lo sviluppo di numerosi progetti per la radiodiffusione. Finalmente nel 1924 si completò la prima stazione trasmittente da parte dell'Unione Radiofonica Italiana (URI), una società costruita da Guglielmo Marconi; sei anni dopo furono terminate le emittenti di Milano e Napoli.
Negli anni '20 inizia a concretizzarsi l'idea di diffondere contenuti sonori alle masse: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa. Il termine tecnico per una tale diffusione è broadcasting, tale termine sta infatti ad indicare una comunicazione unidirezionale da uno verso molti. In Gran Bretagna nel 1919 il Post Office concesse una temporanea autorizzazione alla stazione Marconi di Chelmsford in Cornovaglia, che il 23 febbraio 1920 trasmise il primo regolare servizio radiofonico della storia, per due ore consecutive al giorno, per un periodo di due settimane. Dopo aver ottenuto il 16 ottobre 1920 una licenza di trasmissione ufficiale, la Westinghouse di Pittsburgh entrò in servizio a partire dal 2 novembre 1920, tramettendo con il nome di KDKA da uno stabilimento industriale di Washington. In breve tempo, la radio si diffonde in maniera così rapida che negli Stati Uniti già nel 1922 si contano ben 187 stazioni, un pubblico in grande crescita ed un numero di ricevitori funzionanti che alla fine di quell'anno toccherà quota 750 mila. Nel 1921 viene fondata, in Gran Bretagna la più antica radio del mondo tuttora esistente: la BBC. È la prima radicale innovazione nelle comunicazioni di massa dopo l'invenzione della stampa e conosce subito un grandissimo successo, soprattutto in America e in Europa. Come sempre accade, la tecnologia, una volta messa a punto, genera nuovi contenuti, linguaggi, immaginari, ed anche produttori e prodotti, consumi e consumatori. Nei primi decenni di vita le trasmissioni avvengono in modulazione di ampiezza (AM). La radio inizialmente si diffonde nel mondo secondo due modelli: un modello completamente libero affidato all'iniziativa privata e che si finanzia con la pubblicità, e un modello monopolistico affidato allo Stato e gestito come servizio pubblico. Il primo modello si diffonde negli Stati Uniti e sarà preso d'esempio in America settentrionale, il secondo modello si diffonde nel Regno Unito e sarà preso d'esempio in Europa. Si deve a Costanzo Ciano, ministro delle poste nel primo governo Mussolini, il quale intuendo l'enorme potenzialità della radio, favorì con diversi provvedimenti legislativi, la nascita della prima emittente italiana: l'Unione Radiofonica Italiana che esordì il 6 ottobre 1924, in una sala in Via Maria Cristina a Roma, nelle vicinanze di Piazza del Popolo. In un modesto appartamento dell'ammezzato, con le pareti e il soffitto coperti di pesanti tende per attutire i rumori, la sera del 6 ottobreMaria Luisa Boncompagni aveva dato il primo annuncio: Alle 21, davanti ad un enorme microfono, detto a "catafalco", aveva semplicemente detto: "Unione Radiofonica Italiana, stazione di Roma Uno, trasmissione del concerto inaugurale". Alle 22.30 le trasmissioni venivano sospese per "far riposare le esauste valvole". Un decreto regio del 1925 stabilì, per evitare la nascita di emittenti private, il monopolio assoluto dello Stato sulle comunicazioni senza fili e le preesistenti imprese furono incorporate nell'URI. La radio ora come ora ha altri scopi oltre alla libera informazione. A mio parere la radio è diventata un calderone, dove pubblicità spot ne fanno padrone.
La nascita della Radio ha creato la possibilità di effettuare una comunicazione di massa,che consentiva di informare milioni di persone in tempo reale. Qui sotto allego un articolo trovato su un evento al quanto bizzarro ed importante. Questo episodio ci porta al 1938, dove tramite un programma radio un "radiodramma" trasmesso in america, Orson Welles inscena l'invasione aliena traendo ispirazione dal romanzo "la guerra dei mondi". Questo episodio ha un'importanza storica, perché al tempo fece capire quanto fosse grande il potere della comunicazione di massa, e di quanto fosse facile manipolare l'opinione pubblica attraverso essa. Tant'è vero che alla notizia dell'invasione aliena gran parte della popolazione entrò nel panico e fu così evidenziata la forza del mezzo mediatico. Una cosa interessante è che non ostante la grande beffa organizzata , durante la trasmissione ai radio ascoltatori venne ricordato più volte che si trattava di un radiodramma, e che gli argomenti descritti erano frutto di immaginazione, ma l'indice di attenzione ha scarsa criticità e qui cito un paragrafo dell'articolo che spiega perché c'è questa scarsa criticità : “una falsa notizia nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; questa, solo apparentemente è fortuita, o, più precisamente, tutto ciò che in esse vi è di fortuito è l’incidente iniziale, assolutamente insignificante, che fa scattare il lavoro di immaginazione; ma questa messa in moto ha luogo soltanto perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento […] La falsa notizia è lo specchio in cui la coscienza collettiva contempla i propri lineamenti”.
La nascita della Radio ha creato la possibilità di effettuare una comunicazione di massa,che consentiva di informare milioni di persone in tempo reale. Qui sotto allego un articolo trovato su un evento al quanto bizzarro ed importante. Questo episodio ci porta al 1938, dove tramite un programma radio un "radiodramma" trasmesso in america, Orson Welles inscena l'invasione aliena traendo ispirazione dal romanzo "la guerra dei mondi". Questo episodio ha un'importanza storica, perché al tempo fece capire quanto fosse grande il potere della comunicazione di massa, e di quanto fosse facile manipolare l'opinione pubblica attraverso essa. Tant'è vero che alla notizia dell'invasione aliena gran parte della popolazione entrò nel panico e fu così evidenziata la forza del mezzo mediatico. Una cosa interessante è che non ostante la grande beffa organizzata , durante la trasmissione ai radio ascoltatori venne ricordato più volte che si trattava di un radiodramma, e che gli argomenti descritti erano frutto di immaginazione, ma l'indice di attenzione ha scarsa criticità e qui cito un paragrafo dell'articolo che spiega perché c'è questa scarsa criticità : “una falsa notizia nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; questa, solo apparentemente è fortuita, o, più precisamente, tutto ciò che in esse vi è di fortuito è l’incidente iniziale, assolutamente insignificante, che fa scattare il lavoro di immaginazione; ma questa messa in moto ha luogo soltanto perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento […] La falsa notizia è lo specchio in cui la coscienza collettiva contempla i propri lineamenti”.
qui di seguito allego un link di un breve audio di Guglielmo Marconi nel quale enuncia la sua invenzione ,nel link successivo invece vi sono alcune immagini del primo trasmettitore costruito da Marconi e la finestra del laboratorio di villa Griffone.
Le prime trasmissioni radiofoniche sperimentali vengono realizzate da Fessenden nel dicembre 1906 e negli anni immediatamente successivi, ma sono ancora sporadiche e qualità e contenuti lasciano molto a desiderare.
Non abbiamo notizie confermate di altri esperimenti fino al 13 gennaio 1910 quando viene effettuata la trasmissione via radio dal Metropolitan di New York, con apparecchi De Forest (potenza irradiata 500 watt), delle opere “Cavalleria rusticana” e “Pagliacci” con il tenore Enrico Caruso e il soprano Emma Destinn. La trasmissione, che riscuote un grande successo tra i pochi possessori di ricevitori radio, viene ascoltata anche dai passeggeri del piroscafo Avon, in navigazione verso New York.
Un’altra dimostrazione di diffusione musicale, che suscitò enorme interesse, fu effettuata nel 1913 negli Stati Uniti per opera del dott. Hans Bredow, direttore commerciale della società tedesca Telefunken.
In Belgio, sempre nel 1913, furono effettuate trasmissioni via radio con frequenza settimanale: ogni sabato pomeriggio, venivano irradiati concerti misti sia dal vivo che con l’ausilio del grammofono.
Il 28 marzo 1914 viene organizzato a Bruxelles, nel castello reale di Laeken un concerto dedicato alla regina Elisabetta, fervente ammiratrice delle nuove invenzioni.
Questi esperimenti continuano fino allo scoppio del primo conflitto mondiale (1914); ragioni di sicurezza militare imporranno alle nazioni belligeranti di ordinare la chiusura di tutte le stazioni; le apparecchiature trasmittenti verranno requisite dalle autorità e gli esperimenti potranno riprendere solo qualche tempo dopo la fine delle ostilità. Da lì a poco la nascita del mito, per noi oggi la radio è di normale abitudine, musica e programmi radiofonici per 24 ore su 24. Così la novità diventò normale abitudine, sarebbe interessante documentare la storia della radio attraverso i commenti e ricordi dalle persone più anziane fino ad arrivare ai giovani d'oggi, trovando differenza abissali! W LA MUSICA
Qui riporto un breve video sulla storia de radio con tutti i suoi protagonisti:https://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
La storia della radio coincide con la storia della società del XX secolo. Questo mezzo ha assunto il ruolo di “mediatore” tra lo spazio privato dei singoli individui, delle famiglie, e lo spazio pubblico delle grandi masse di ascoltatori. Siamo nell’anno 1901, Marconi racconta le sue prime esperienze di trasmissione.Durante la prima guerra mondiale, la ricerca e il progresso tecnologico sono sollecitati e potenziati dalle esigenze della macchina militare. In precedenza erano state soprattutto le marine militari ad impiegare la telegrafia senza fili, invenzione di Guglielmo Marconi. Nel corso degli anni Mussolini, dopo aver studiato gli effetti e le potenzialità propagandistiche del mezzo, aveva imposto la seguente linea: “ogni villaggio deve avere la radio” era il lancio di iniziative volte alla popolarizzazione dell’ascolto e all’acculturazione di massa La popolazione venne coinvolta, attraverso la radio, nell’impresa coloniale e non solo, anche nella vita di tutti i giorni, attraverso la radio rurale.La Germania di Hitler capì fin dall’inizio le potenzialità del mezzo, che non doveva suscitare riflessioni ma emozioni. Grazie alla pianificazione di Joseph Goebbels, la campagna ebbe successo ed eliminò ogni sentimento di rivolta, ecc gli estratti delle pagine del suo diario. La distribuzione avvenne con offerte a buon mercato e alla dichiarazione di guerra si contavano nove milioni e mezzo di apparecchi, il più alto numero in tutta l’Europa. Sul fronte esterno, la stazione radio, a onde corte, di Berlino trasmetteva in 53 lingue ed aumentò le sua potenza utilizzando i trasmettitori dei Paesi invasi. La radio era un mezzo di informazione usato anche clandestinamente, per diffondere e ricevere notizie. Da Radio Londra, la più conosciuta, ascoltiamo un messaggio. Proponiamo una traduzione di alcuni comunicati in codice. Radio Bari, la prima voce dell’Italia liberata. Da radio Bari un messaggio per rendere note le torture inflitte dai fascisti. Radio Caterina, un apparecchio costruito dai soldati italiani deportati nei campi di concentramento dopo la firma dell’Armistizio.
Il 6 ottobre 1924 per la prima volta la voce della radio si affacciò nelle case degli italiani. Alle 21 la violinista Ines Viviani Donarelli fece il primo annuncio presentando il Quartetto in La maggiore, Opera 2, di Haydn.
Vi allego il link qui sotto https://www.youtube.com/watch?v=0X620gLdX_E
La storia della radio inizia dalla fine del XIX secolo, e vede protagonisti tre geni assoluti delle scienze: Nikola Tesla, Guglielmo Marconi, Reginald Fessenden. In particolare la vicenda si sviluppa così: Nikola Tesla fu il primo a dimostrare in esperimenti di laboratorio che era possibile trasmettere onde elettromagnetiche a distanza senza l'utilizzo di cavi. Ma, all'atto delle dimostrazioni, non riusci mai a far riemergere il suono da un ricevitore anche se esso riceveva le frequenze emanate da una sorgente. Pochi anni dopo il nostro Marconi a soli 21 anni riusci in questa impresa e inviò un codice morse a qualche km di distanza (lo strumento fu chiamato "telegrafo senza fili"). L'acclamazione fu enorme ma con alterne vicende la paternità del brevetto fu comunque attribuita a Tesla. A questo punto entra in gioco il terzo personaggio, Fessenden, il quale superò i limiti di Marconi riuscendo anche a tramettere musiche e parole oltre che suoni sordi. In quell'istante, siamo nel 1900 si può dire che nacque la radio. Mantenendo in sostanza il meccanismo originario la radio si sviluppò nel corso dei decenni e si diffuse nelle case lentamente, specialmente per l'elevato costo. È dagli anni 30 in poi che comincia una vera diffusione capillare. La radio giocò un ruolo determinante anche nelle 2 guerre mondiali, con la trasmissione di notizie, di eventi, che accadevano da una parte all'altra del mondo.
La settimana Incom 00674 del 21/11/1951 Nascono le nuove stazioni radio di Caltanissetta e Palermo risolvendo i problemi radiofonici della Sicilia. Grazie ad un'antenna alta 286m (la più alta in quel periodo in Europa) la Sicilia ha potuto ascoltare la prima trasmissione radio, farsi ascoltare da tutto il Mediterraneo e vivere in comunione d'ascolto con il resto dell'Italia.
Di seguito il link al video https://www.youtube.com/watch?v=VNdJXksr_QY
Nascita e sviluppi iniziali della Radio: Immagini, audio e video. https://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
La prima emittente radiofonica in Italia: L'URI (Unione Radiofonica Italiana) nasce a Torino il 27 agosto 1924 in conseguenza del regio decreto n. 1067 dell'8 febbraio 1923 che affidava allo Stato l'esclusiva sulle radioaudizioni circolari da esercitare tramite società concessionaria. Era, dunque, sotto il totale controllo del regime fascista. La Radiofono, fondata nel 23 dalla Marcony Company, il 20 marzo 1924, installò per prima a Centocelle una stazione di prova, ma il 25 marzo non riuscì a trasmettere un discorso pronunciato da Benito Mussolini al teatro Costanzi di Roma, forse a causa di interferenze elettriche. Dalla sua prima stazione trasmittente di San Filippo in Roma, prodotta dalla Marconi, il 6 ottobre, alle ore 21:00, Ines Viviani Donarelli, dallo studio romano di palazzo Corrodi, legge il primo regolare annuncio della neonata radio. Il programma, della durata di un'ora e mezza, previde la trasmissione di musica operistica, da camera e da concerto, con un bollettino meteorologico e notizie di borsa. La stazione radiofonica di Roma sarà seguita nel 1925 da un'analoga installazione a Milano e nel 1926 a Napoli. Il fenomeno delle radioaudizioni, inizialmente ostacolato da costi che sembravano proibitivi per un'Italia assai povera, prese il via solo a partire dagli anni trenta, agevolato anche dalle iniziative del regime che dotò ogni casa del Fascio di un apparato ricevente denominato radio popolare e assunse in seguito il motto "Ogni paese deve avere la sua radio", sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la radio Rurale e la radio Balilla. Successivamente si trasforma nell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche, conosciuto anche con la sigla EIAR. Fu la società anonima italiana titolare delle concessione in esclusiva delle trasmissioni radiofoniche, di tipo broadcast, sul territorio nazionale. L'EIAR svolgeva quindi la propria attività di editore e operatore radiofonico in regime di monopolio. La società aveva sede a Roma mentre la direzione generale era a Torino, prima in via Bertola nell'attuale palazzo Enel, poi in via Arsenale 21. È stata la "voce" del fascismo per gran parte del ventennio. Nel frattempo le stazioni radio che si trovavano nell'Italia controllata dagli Alleati divenivano emittenti "libere", ed i relativi giornali radio erano direttamente gestiti dal Psychological Warfare Branch: questo avvenne a Palermo, Napoli, Bari, Roma. Con l'arrivo delle truppe alleate nella capitale nel 1944, la locale sede EIAR fu chiusa. Il Psychological Warfare Branch (traducibile come "Divisione per la guerra psicologica") fu un organismo del governo militare anglo-americano incaricato di esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione di massa italiani: stampa, radio e cinema. Assegnato alle dirette dipendenze del Comando generale delle Forze alleate (Allied Forces Headquarters, AFHQ), fu attivo nel periodo tra il 10 luglio 1943 (sbarco alleato in Sicilia) e il 31 dicembre 1945 (termine dell'amministrazione alleata negli ultimi territori italiani). Il PWB ebbe le funzioni di controllo e supervisione sulla distribuzione delle notizie (e perciò della propaganda e della censura). L'organismo alleato si riservò il compito di elaborare e distribuire un notiziario generale.Si deve al PWB la nascita dell'ANSA: per evitare che le agenzie di stampa private finissero sotto il controllo del governo italiano, il PWB ottenne dal capo del governo militare alleato in Italia, la creazione di un'unica agenzia di notizie, di proprietà dei giornali e da essi gestita. Il 26 ottobre 1944 l'azienda dell'EIAR fu riaperta nell'Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane. Nel 1954, questa divenne anche operatore televisivo, con la denominazione di Rai Radiotelevisione Italiana (RAI).
Nel 1902, Marconi che si trovava in Inghilterra, partì in direzione New York e scoprì, non solo che a migliaia di chilometri riceveva dei messaggi, ma anche il cosidetto “effetto notte”, secondo il quale il segnale è migliore di notte che di giorno. Ed è proprio nel 1903 a Cape Cod, negli Stati Uniti, che grazie alla Marconi Corporation, viene istallata la prima stazione, che per l’occasione vedrà Theodor Roosevelt inviare un messaggio radio in Gran Bretagna a Edoardo VII.
Comunque furono gli inglesi ad organizzare le trasmissioni per primi. Il 15 giugno 1920 da Chelmsford, in Gran Bretagna, andò in onda il concerto di Nelie Melba, un soprano australiano e la sua musica fu ascoltata a Parigi, Italia, Norvegia e Persia. L’iniziativa organizzata dal giornale Daily Mail ebbe un enorme successo, ma non mancarono le critiche dai vertici delle Poste britanniche, le quali definirono frivolo l’uso della radio per la trasmissione di un concerto.
Mentre l’America rispose puntando sullo sport e dopo aver ottenuto le licenze necessarie, nel luglio 1921 la Radio Corporation of America trasmise mandando in onda l’incontro di pugilato tra Dempsey e Carpentier. Il 18 ottobre 1922 in Gran Bretagna John Reith fonda la BBC, che durante gli anni sessanta per le radio pirata rappresentò il monopolio da abbattere. Argomento che abbiamo trattato anche in precedenza qui
La BBC era nata con l’idea di essere “un servizio nazionale nell’interesse pubblico” e riguardo a questo sono rimasti nella storia l’incoronazione di Giorgio VI nel 1937 e il funerale di Diana nel 1997. Inoltre sempre nel 1922 John Reith diede vita a “Radio Times”, la rivista della BBC interamente dedicata alla programmazione radiofonica, iniziativa che ebbe un clamore inaspettato.
Nel 1926, invece, in America nasceva la NBC (National Brodcasting Company) che si configurava come il primo network nazionale trasmettendo delle serie radiofoniche di notevole successo. Data ancora più importante per gli americani fu il 5 novembre 1935 quando Edwin Howard Armstrong inventò la modulazione di frequenza, dando vita alla prima trasmissione in FM che andò in onda dall’auditorium dell’Engineers Building a New York.
Inoltre nell'articolo accenna nel periodo degli anni 60 al fenomeno delle radio pirata in Gran Bretagna; spero di non finire fuori tema ma ci tenevo a postare un articolo sulla nascita della prima e più' famosa radio pirata, Radio Caroline, che ha ispirato il film " I love radio rock". Di seguito il link con la storia di radio Caroline e il trailer del film.
Vi lascio un primo link con vari tipi di documenti storici riguardanti la nascita della radio: http://www.leradiodisophie.it/storia.html
Questo è invece un breve articolo sugli SOS storici lanciati via radio: http://www.isaventuri.it/MULTIMEDIALITA/radio/salvata.htm
Concludo con un estratto dell'ebook "1001 curiosità sulla storia che non ti hanno mai raccontato": https://books.google.it/books?id=Do2XBQAAQBAJ&pg=PT526&lpg=PT526&dq=curiosit%C3%A0+sulla+radio&source=bl&ots=ieKw9nxY0r&sig=W1XwfuakEA8O2iMMSVsxlOx5Tbs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwie8LeYrcHMAhXJbBoKHYcdAoM4ChDoAQhTMAg#v=onepage&q=curiosit%C3%A0%20sulla%20radio&f=false
allego un'articolo riguardante l'uso della radio nella prima guerra mondiale. Ho trovato interessante il fatto che la radio era un mezzo si di comunicazione in battaglia, ma era anche l'unico mezzo che poteva fare da guida alle truppe e allo stesso tempo informava i civili di cosa stesse accadendo. http://www.fmboschetto.it/lavori_studenti/WWI/radio_WWI_2A.pdf
La storia della radio Martina Boni, Calabrò Rosamaria e Fusaroli Marco. Nel 1864 James Clerk Maxwell dimostra matematicamente che i fenomeni elettromagnetici e luminosi si propagano nello spazio tramite onde elettromagnetiche. Nel 1897 Marconi stabilisce un collegamento radiotelegrafico tra la nave Elettra e la terraferma. Nel 1904 Ambrogio Fleming inventa la valvola termoionica, o diodo, che consente di controllare la velocità di propagazione delle onde radio. Nel 1906 il canadese Reginald Aubrey Fessenden trasmette il primo programma radiotelefonico.
Nel 1912 Il Titanic lancia via radio il messaggio di SOS. Nel 1920 il 2 novembre nasce a Pittsurgh la prima stazione radio. Nel 1931 il 12 febbraio viene fondata la RADIO VATICANA. Nel1975 il 10 marzo Angelo Borra fonda Radio Milano International.
Nel 2000 il 17 settembre muore Alex Martini, voce di Radio 101.
Considerando i numerosi post che già trattano ampiamente della nascita della radio, ho pensato di condividere una parte* del «Manifesto futurista della radia» che forse, rispetto ad altri manifesti, è meno noto, ma comunque importante, specialmente all'interno di un discorso sul rapporto tra artista e mezzo di comunicazione. Firmato da Marinetti e Pino Masnata nel 1933, il «Manifesto della radia» critica l’idea che la radio sia una semplice riproposizione di realtà culturali già note: teatro, cinema, letteratura. La radio sarà invece una forma d’arte nuova, talmente nuova da cambiare nome in “radia”. *per la versione integrale: http://kunstradio.at/2002A/27_01_02/laradia-it.html
LA RADIA Manifesto futurista dell'ottobre 1933 (Pubblicato nella "Gazzetta del Popolo")
La radia non deve essere:
1. teatro perchè la radio ha ucciso il teatro già sconfitto dal cinema-sonoro
2. cinematografo perché il cinematografo é agonizzante: a) di sentimentalismo rancido di soggetti b) di realismo che avvolge anche alcune sintesi simultanee c) di infinite complicazioni tecniche d) di fatale collaborazionismo banalizzatore e) di luminositá riflessa = inferiore alla luminositá autoemessa della radio-televisiva
3. libro perché il libro che ha la colpa di avere resa miope l'umanità implica qualcosa di pesante strangolato soffocato fossilizzato e congelato (vivranno solo le grandi tavole parolibere luminose unica poesia che ha bisogno di essere vista)
La radia abolisce:
1. lo spazio o scena necessaria nel teatro compreso il teatro sintetico futurista (azione svolgentesi su una scena fissa e costante) e nel cinema (azioni svolgentisi su scene rapidissime variabilissime simultanee e sempre realiste)
2. il tempo
3. l'unità d'azione
4. il personaggio teatrale
5. il pubblico inteso come massa giudice autoeletto sistematicamente ostile e servile sempre misoneista sempre retrogrado
La radia sará:
1. Libertá da ogni punto di contatto con la tradizione letteraria e artistica Qualsiasi tentativo di riallacciare la radia alla tradizione é grottesco
2. Un'Arte nuova che comincia dove cessano il teatro il cinematografo e la narrazione
3. Immensificazione dello spazio Non piú visibile nè incorniciabile la scena diventa universale e cosmica
4. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazione emesse da esseri viventi da spiriti viventi o morti drammi di stati d'animo rumoristi senza parole
5. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse dalla materia Come oggi ascoltiamo il canto del bosco e del mare domani saremo sedotti dalle vibrazioni di un diamante o di un fiore
6. Puro organismo di sensazioni radiofoniche
7. Un'arte senza tempo nè spazio senza ieri e senza domani La possibilitá di captare stazioni trasmittenti poste in diversi fusi orari e la mancanza della luce distruggono le ore il giorno e la notte La captazione e l'amplificazione con le valvole termojoniche della luce e delle voci del passato distruggeranno il tempo
Segnalo inoltre questo video dell'Istituto Luce che fa parte della playlist «La radio raccontata dai cinegiornali Luce» dove si può trovare altro materiale interessante:
- S.S. Pio XI e S.E. Marconi inaugurano la nuova stazione a onde ultra corte che collega la Città: https://youtu.be/dogQc8oVMRA?list=PLoyeQbSxPbaiHC4gjPqWIzDyjZmMFnG9H
Nel 1895, a coronamento degli esperimenti condotti nella casa paterna di Villa Griffone a Pontecchio presso Bologna, il ventunenne Guglielmo Marconi ottenne alcuni risultati fondamentali per le applicazioni delle onde elettromagnetiche, risultati che segnarono la nascita della radio come sistema per trasmettere informazioni. Prendeva così avvio un processo destinato a incidere profondamente sullo sviluppo dell'umanità per tutto il ventesimo secolo. E' convinzione di chi scrive che la radio, intesa come possibilità di trasmettere informazione a grande distanza mediante onde elettromagnetiche a propagazione libera è nata attraverso un “parto” lungo e difficile; un “parto” che ha avuto inizio nella primavera del 1895 con le prime esperienze di Pontecchio sopra ricordate, e si è concluso nel 1901, sulla collina di Signal Hill a San Giovanni di Terranova, con la prima trasmissione transatlantica. Di conseguenza, se si vuole parlare dell'invenzione della radio si deve parlare di tutto il periodo sopra citato e non soltanto di un avvenimento. Ciò ha, fra l'altro, un vantaggio: infatti, se si dà questa interpretazione all'espressione “invenzione della radio” si può sgombrare il campo da qualsiasi disputa, più o meno cavalleresca, su chi sia il vero “inventore della radio”, dato che nessuno prima di Marconi ha mai compiuto l'insieme di imprese che egli portò a termine nell'arco di tempo che va dal 1895 al 1901, anche se poi, a cose fatte e risapute, la priorità di alcune gli venne contestata. A questo proposito un grande elettrotecnico, Charles Steinmetz, disse nel 1922: “Prima che Marconi presentasse al mondo la sua invenzione nessuno avrebbe mai creduto che egli avrebbe potuto farla, mentre dopo molti la avevano già fatta prima di lui.”
https://youtu.be/xuoviOa1dPI 1.I cervelli in fuga non sono una novità dei nostri tempi. Lo era anche uno degli inventori italiani più conosciuti al mondo: Guglielmo Marconi. Appena ventenne, nella primavera del 1896, infatti, solcava la Manica in compagnia della madre per ottenere fondi per i suoi studi sulla trasmissione telegrafica senza fili.
Ma torniamo indietro di qualche anno. Secondo quanto si racconta, in una notte di dicembre del 1892, Guglielmo sveglia la madre e la conduce emozionato nella soffitta dove portava avanti i suoi esperimenti. Qui le mostrò che riusciva a far suonare un campanello elettrico su di un apparecchio ricevente (come quelli del telegrafo di Morse) posizionato all’estremità opposta della stanza, premendo un tasto telegrafico. Successivamente Marconi trasmette segnali a distanze sempre più ampie e ottiene l’interesse – e quindi i finanziamenti – del padre. Grazie ai nuovi mezzi economici e all’aiuto del fratello maggiore Alfonso e del maggiordomo, riesce a mettere insieme una strumentazione di emissione e ricezione più potente – inventando il sistema antenna-terra - e a spostare i suoi esperimenti all’aperto.
Nell’estate del 1985 fa trillare il suo campanello prima a un chilometro di distanza, oltre la collina dietro villa Griffone (la casa paterna), e poi oltre i due chilometri. È in questa occasione che festeggia la riuscita del suo tentativo con il famoso colpo di fucile.
A questo punto della storia che si conferma il detto “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. In questo caso si tratta di Annie Jameson, cittadina britannica e madre di Guglielmo. Dopo che l’invenzione del figlio viene derisa dalle autorità italiane e in particolare dal ministero delle Poste, la donna scrive all’ambasciatore italiano a Londra chiedendo consiglio. La risposta è di portare immediatamente il giovane sull’isola, dove potrà brevettare le sue invenzioni e trovare facilmente finanziamenti per sviluppare applicazioni pratiche e commercializzabili. E così accade: nella primavera del 1896 Marconi, accompagnato dalla madre, arriva a Londra dove deposita diversi brevetti, tra cui quello definitivo per la radio il 2 giugno dello stesso anno. Tuttavia la paternità dell’invenzione fu presto messa in discussione.
In quegli anni, infatti, altri stavano lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, e il primo a sostenere – e probabilmente a dimostrare – la possibilità di sfruttare le onde elettromagneticheper la trasmissione a distanza fu Nikola Tesla, inventore serbo di nascita, ma cittadino statunitense (lo stesso delle bobine in grado di generare i fulmini, lo stesso che ha dato il nome all’unità di misura dell’induzione magnetica, lo stesso della corrente alternata). Diversamente dai suoi avversari, però, che avevano una forte formazione accademica e che si concentravano prima sulla dimostrazione teorica delle proprie idee, Marconi era molto più pragmatico. Andava avanti per sperimentazioni, anche appoggiandosi – come lui stesso riconosceva – ai risultati di altri scienziati, ed era sempre orientato a trovare un’applicazionepratica e commercializzabile. Come ricorda Ito De Rolandis in un articolo del 2009, se Marconi brevetta ogni scoperta e la converte in un’applicazione pratica commercializzabile è anche per restituire al padre il capitale prestato.
Allego una parte di intervista fatta a Luciano Ligabue da Riccardo Bertoncelli. Qui si parla dell' effetto della radio, e soprattutto delle redio libere, sulla vita e sulla carriera di uno dei maggiori cantantautori italiani.
IN ALLEGATO: Un libro molto interessante di Angela Ida De Benedictis che tratta la tematica: Radiodramma e arte radiofonica, storia e funzioni della musica per radio in Italia.
Radio waves were first generated by German physicist Heinrich Hertz in 1887, who used micrometer spark gaps attached to dipole and loop antennas to detect them.[4][5] However these primitive devices are more accurately described as radio wave sensors, not "receivers", as they could only detect radio waves within about 100 feet of the transmitter, and were not used for communication. Heinrich Rudolf Hertz (German: [hɛɐʦ]; 22 February 1857 – 1 January 1894) was a German physicist who first conclusively proved the existence of electromagnetic waves theorized by James Clerk Maxwell's electromagnetic theory of light. Hertz proved the theory by engineering instruments to transmit and receive radio pulses using experimental procedures that ruled out all other known wireless phenomena. The unit of frequency – cycle per second – was named the "hertz" in his honor.
Uno degli effetti della nascita della radio furono la nascita delle prime stazioni e scalpori nel mondo. Lo sbarco dei marziani sulla Terra: il pesce d’aprile più famoso della storia
Il più famoso è senza dubbio quello del 1938 a firma del grande Orson Welles. Nello scherzo ideato dal grande regista, venne trasmessa per radio una “diretta” dello sbarco dei marziani sulla Terra. Lo scherzo in realtà non avvenne in quella data: per problemi tecnici venne posticipato al 30 ottobre ma oggi viene comunque ricordato come uno dei più clamorosi pesci d’aprile. Lo sbarco era palesemente registrato con tanto di spot inseriti all’interno. Ciò nonostante, la “Guerra dei Mondi” scatenò il panico nel paese. Tra i 60 pesci d’aprile segnalati dal Corriere ce ne sono alcuni molto divertenti. Uno di questi è quello ideato in Svezia nel 1962. All’epoca, esisteva un solo canale televisivo che trasmetteva in bianco e nero. Il 1 aprile un tecnico apparve al notiziario dicendo che, grazie ad una nuova scoperta tecnologica, i telespettatori avrebbero potuto convertire i loro apparecchi per permettere loro di ricevere le trasmissioni a colori. E come avveniva la conversione? Semplice: attraverso una calza di nylon da mettere sopra lo schermo. Più macabro invece il pesce d’aprile ideato a Firenze nel 1967 dall’URFA, Ufficio recuperi felini abbandonati. Un volantino annunciò che i gatti erano banditi dalla città. Alcuni abitanti, dopo aver letto il volantino, gettarono gli animali nell’Arno.
Radio Pirata Breve riassunto preso da http://www.musicaememoria.com/radio_pirata_radio_libere.htm che spiega il percorso delle radio clandestine.
La musica è legata strettamente alla radio, che è tuttora il principale mezzo di diffusione e di conoscenza delle novità musicali, anche se Internet è il futuro e ormai anche il presente, soprattutto grazie a YouTube. La radio ha avuto la sua stagione di massima espansione nell'era delle radio libere. Che in realtà hanno iniziato il loro viaggio come radio pirata, perché trasmettevano eludendo esplicitamente la legge, in modo un po' temerario, semi-legale o illegale del tutto, fuori dai confini e dalle acque territoriali. Era l'avventurosa vicenda delle radio off-shore degli anni '60, che poi sono diventate radio libere, sempre alternative, ma che sfruttavano le aperture e le possibilità offerte dal vento di libertà e di anarchia degli anni '70, ma che col tempo sono diventate semplicemente radio private, nel senso proprio di "imprese private", sempre meno interessate alla libertà e sempre più al profitto, premessa per la sopravvivenza.
Alcuni registi si sono ispirati al tema della radio pirata, in particolare io ne ho visti due:
I love radio rock - https://www.youtube.com/watch?v=vi2AWXIE7cg Radiofreccia - https://www.youtube.com/watch?v=9EWJNG9Ns-Y
"Adrian Cronauer apre il suo programma che, tra una battuta e l’imitazione di un politico statunitense, accende i riflettori sulle assurde ragioni della guerra (una “sporca guerra” per impedire il dominio comunista nel Vietnam del Sud). A condire il tutto, la ribelle musica rock. Il dj rivoluziona la radio militare finora caratterizzata da programmi melensi; mette in un angolo i dischi di Paul Anka per suonare quelli di James Brown, Wilson Pickett. Un successo. Le simpatiche performances di Cronauer conquistano i soldati ma non i suoi superiori, il sergente maggiore Phillip Dickerson ed il tenente Steven Hauk preoccupati e non poco dal suo anticonformismo che, più che diseducativo, reputano pericoloso. Pericoloso perché avrebbe potuto risvegliare le coscienze dei soldati, metterli in riga per poi spingerli al dietrofront; meglio, quindi, affidarsi ad uno strumento di potere che ne manipolasse il pensiero.
Non è un caso che la radio militare, prima dell’arrivo di Cronauer, si attenesse ad uno stile sobrio e trasmettesse musica tradizionale; un modo per tranquillizzare tutti anche di fronte ai crimini dell’aviazione americana, rea di aver bruciato tanti vietnamiti con le bombe al napalm."
è così che in un film tragi-comico, la radio trova il suo posto come strumento di condivisione di idee e di innalzamento delle coscienze globali. Credo che sia stato un ruolo molto importate quello della radio in periodi come le guerre, specialmente in momenti dove le notizie erano filtrate e la maggior parte della popolazione non sapeva leggere i giornali. Detenere il controllo delle radio, significava avere il potere e propagranda.
I cervelli in fuga non sono una novità dei nostri tempi. Lo era anche uno degli inventori italiani più conosciuti al mondo: Guglielmo Marconi. Appena ventenne, nella primavera del 1896, infatti, solcava la Manica in compagnia della madre per ottenere fondi per i suoi studi sulla trasmissione telegrafica senza fili.
Ma torniamo indietro di qualche anno. Secondo quanto si racconta, in una notte di dicembre del 1892, Guglielmo sveglia la madre e la conduce emozionato nella soffitta dove portava avanti i suoi esperimenti.
Qui le mostrò che riusciva a far suonare un campanello elettrico su di un apparecchio ricevente (come quelli del telegrafo di Morse) posizionato all’estremità opposta della stanza, premendo un tasto telegrafico. Successivamente Marconi trasmette segnali a distanze sempre più ampie e ottiene l’interesse – e quindi i finanziamenti – del padre.
Grazie ai nuovi mezzi economici e all’aiuto del fratello maggiore Alfonso e del maggiordomo, riesce a mettere insieme una strumentazione di emissione e ricezione più potente – inventando il sistema antenna-terra - e a spostare i suoi esperimenti all’aperto. Nell’estate del 1985 fa trillare il suo campanello prima a un chilometro di distanza, oltre la collina dietro villa Griffone (la casa paterna), e poi oltre i due chilometri. È in questa occasione che festeggia la riuscita del suo tentativo con il famoso colpo di fucile.
A questo punto della storia che si conferma il detto “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. In questo caso si tratta di Annie Jameson, cittadina britannica e madre di Guglielmo. Dopo che l’invenzione del figlio viene derisa dalle autorità italiane e in particolare dal ministero delle Poste, la donna scrive all’ambasciatore italiano a Londra chiedendo consiglio. La risposta è di portare immediatamente il giovane sull’isola, dove potrà brevettare le sue invenzioni e trovare facilmente finanziamenti per sviluppare applicazioni pratiche e commercializzabili. E così accade: nella primavera del 1896 Marconi, accompagnato dalla madre, arriva a Londra dove deposita diversi brevetti, tra cui quello definitivo per la radio il 2 giugno dello stesso anno. Tuttavia la paternità dell’invenzione fu presto messa in discussione.
In quegli anni, infatti, altri stavano lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, e il primo a sostenere – e probabilmente a dimostrare – la possibilità di sfruttare le onde elettromagnetiche per la trasmissione a distanza fu Nikola Tesla, inventore serbo di nascita, ma cittadino statunitense (lo stesso delle bobine in grado di generare i fulmini, lo stesso che ha dato il nome all’unità di misura dell’induzione magnetica, lo stesso della corrente alternata). Diversamente dai suoi avversari, però, che avevano una forte formazione accademica e che si concentravano prima sulla dimostrazione teorica delle proprie idee, Marconi era molto più pragmatico. Andava avanti per sperimentazioni, anche appoggiandosi – come lui stesso riconosceva – ai risultati di altri scienziati, ed era sempre orientato a trovare un’applicazione pratica e commercializzabile. Come ricorda Ito De Rolandis in un articolo del 2009, se Marconi brevetta ogni scoperta e la converte in un’applicazione pratica commercializzabile è anche per restituire al padre il capitale prestato.
Se è vero che la teoria dietro alle sue invenzioni probabilmente non è tutta farina del suo sacco, è altrettanto vero però che il grande merito di Guglielmo Marconi è stato quello di mettere insieme tutti i pezzi in uno strumento unico e trovargli un’applicazione. A turno Tesla e Marconi si videro riconosciuta la paternità della radio: l’italiano nel 1911 la ebbe dalla High Court britannica; nel 1943 invece la Corte Suprema degli Stati Uniti diede la precedenza ai brevetti di Tesla, ma solo nel territorio.
Storia della radio dal 1924 al 1933
RispondiElimina"Il 6 Ottobre del 1924 nasce in Italia la prima trasmissione radiofonica. La voce è quella di Maria Luisa Boncompagni. È un programma ancora scarno, composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.
Annuncio prima trasmissione (1924)
Boncompagni ricorda (1984)
L'URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, viene fondata il 27 Agosto 1924 come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari).
Presidente della Società Enrico Marchesi ex direttore amministrativo della FIAT di Torino. Fondamentale la mediazione del Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano. L'Agenzia giornalistica Stefani è designata dal governo come l'unica fonte delle notizie che l'URI può trasmettere. Si tratta della prima agenzia di stampa italiana nata a Torino nel 1853, voluta da Cavour come portavoce della sua politica. Nel 1924 diventa proprietà di un fedelissimo di Mussolini, Manlio Morgagni che ne fa un potente strumento di regime.
L'Unica stazione trasmittente è quella di Roma, posizionata nell'attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Siamo agli inizi e il pubblico è composto da amatori interessati più alla novità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri.
Nel gennaio 1925 nasce il Radiorario, settimanale ufficiale dell'URI. L'intento è quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Poco dopo, tra il '24 e il '29, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925) da Napoli (1926) e Torino (1929).
Nel gennaio 1928 l'URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. L'evento segna il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia che inizia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa e che come tale verrà utilizzato dal regime. La radio è moderna e veloce. La versalità del nuovo mezzo stupisce gli ascoltatori sorpresi dai primi collegamenti da treni in corsa o da aeroplani. La giovane radio intrattiene e conquista un pubblico sempre maggiore. E via via che si definisce la fisionomia del pubblico emergono le concrete ambizioni culturali dell'EIAR che vuole coniugare informazione, divertimento e notizie politiche.
Nel giugno del 1933 si diffonde la Radiorurale. Si tratta di un ricevitore a prezzo imposto e con caratteristiche standardizzate promosso dall'Ente Radio Rurale, istituto del Regime per la diffusione della radio in ambienti collettivi e soprattutto nelle zone rurali delle bonifiche agrarie. L'apparecchio è acquistabile solo dagli enti governativi e dagli istituti scolastici o per donazione agli stessi. Oltre tre milioni di scolari italiani hanno cosi' conosciuto la radio e incominciato a conoscere la lingua italiana."
fonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-d3384361-91fc-4b38-b8ab-9ec4031ec7aa.html
Morena Foglia.
Aggiungo alcuni punti riguardo la nascita della radio in Italia:
Elimina"BREVE STORIA DELLA RADIO IN ITALIA
[...]
· L’impresa italiana in Etiopia porta alla nascita di un nuovo genere radiofonico: le cronache di regime, una delle realizzazioni più efficaci dell'informazione radiofonica di questo periodo.
Annuncio Guerra d'Etiopia (2/10/1935)
· Alle cronache di regime e ai soliti bollettini si affiancano altre rubriche come la cronaca sportiva e la radiocronaca.
La vittoria dell'Italia ai mondiali commentata alla radio da Nicolò Carosio (1934)
· Lungo tutti gli anni Trenta il numero degli abbonati radiofonici cresce a dismisura. Allo scoppio della II Guerra mondiale la radio, ormai da tutti riconosciuta come potente mezzo di comunicazione e, diventa il bollettino ufficiale del regime, improntata sulla logica di propaganda dei fatti/misfatti del fascimo.
Mussolini dichiara guerra a Francia e Inghilterra (10/6/1940)
· L’Italia viene affrancata dall’incubo fascista e accanto alle strutture radiofoniche che seguono il regime nasce il servizio radiofonico dell'Italia liberata. La radio diventa il campo di battaglia di due voci dissonanti, una che persevera nella propaganda fascista, l’altra che contribuisce alla caduta del regime.
Annuncio dimissioni Mussolini (25/7/1943)
· Dalla fine della guerra all'avvento della TV, la radiofonia in Italia subisce un'enorme trasformazione. La radiofonia viene totalmente riformata: potenziamento del giornalismo radiofonico, nascita dei programmi nazionali e varo della rete culturale. Il nuovo giornale radio prende il titolo di Radiosera ed è concepito nello stile del magazine, tante notizie e impaginazione agile e moderna.
Lello Bersani, Mario Riva , Festival di Venezia (1958)
· Nascono contemporaneamente altre rubriche informative e il "Notturno dall'Italia" che sulla scia degli esempi stranieri trasmette musica no stop e brevi notizie.
Nel 1954 iniziano le trasmissioni televisive. Il mezzo radiofonico viene immediatamente superato dalla spettacolarità della televisione Ma la radio non scompare, cambia e si trasforma invadendo nuove fasce orarie. Il palinsesto si adatta quindi alla concorrenza dei programmi TV e sottolinea la differenza tra i due mezzi. La radio diventa il mezzo comunicativo preferito dagli spiriti liberi che amano spostarsi a bordo delle loro automobili. In questo periodo nasce il primo contenitore: Il signore delle 13 di Enzo Tortora.
Enzo Tortora: Il signore delle 13 (1961)
· Nonostante l’avvento della televisione che si afferma come mezzo di comunicazione per il grande pubblico, la radio regge e raccoglie nuove sfide di ammodernamento. Così vengono collaudati spazi di intrattenimento destinati al grande successo come "Gran Varietà" e "La Corrida" e lancia popolari programmi giovanili come "Bandiera Gialla".
La Corrida (Anni Sessanta)
· La radio continua a tenere il passo adeguandosi all’evoluzione della società. Nascono le radio libere e la radio di Stato risponde con trasmissioni dirette soprattutto ai giovani: "Alto gradimento" (programma demenziale che rivoluzionerà ritmi e forme del comico radiofonico), "Supersonic" e la "Hit Parade".
Alto Gradimento (Anni Settanta)
Gli anni Ottanta sono gli anni dell’impegno al dialogo con il pubblico. Trasmissioni come "Radio anch'io" e "Radiodue 3131" che dedichera' sempre maggiore attenzione al rapporto con gli ascoltatori e a una riflessione sulla società’ sempre più approfondita. Le nuove tecnologie a fibra ottica consentono, nel 1986 , la nascita di Isoradio , il canale dedicato agli automobilisti, trasmesso in isofrequenza, che propone, in tempo reale, aggiornamenti delle notizie sul traffico alternati a una programmazione di musica e notizie."
http://www.albesteiner.net/scuola/radio/radiotesti/radiorai.htm#
Francesco Marino
GLI ANNI DELLA RADIO. DAGLI ANNI 40 A SANREMO.
RispondiEliminaAnni '40-Sotto la pressione degli eventi bellici la programmazione radiofonica si trasforma gradualmente. Ma con l'inasprirsi del conflitto anche la radio cambia. I programmi nazionali vengono unificati e si intensificano le trasmissioni dedicate alle forze armate. L'8 settembre, dai microfoni di Via Asiago, Badoglio proclama l'armistizio. Dopo il black-out, la ricostruzione. Si riaffacciano voci familiari insieme a personaggi destinati a tenerci compagnia a lungo.
Anni '50-La radio invade nuove fasce orarie e nuovi spazi e si evolve verso nuove forme di giornalismo anche grazie a strumenti di registrazione sonora più moderni. È il momento del rilancio anche sul piano culturale mentre nel campo dell'intrattenimento non conosce rivali, persino Frank Sinatra si esibisce dal vivo in Via Asiago.
Anni '60-Se la televisione si impone come mezzo destinato al grande pubblico, la radio continua a svolgere il suo compito di modernizzazione.Mescola strategie di ascolto di massa a proposte più mirate, collauda spazi di intrattenimento destinati al grande successo come "Gran Varietà" e "La Corrida" e lancia programmi giovanili come "Bandiera Gialla".
Anni '70-La radio continua a rivelarsi un mezzo pronto a riflettere l'evoluzione della società, capace di adeguarsi al clima di rinnovamento profondo che si respira nel paese.All'avvento delle radio private Radio Rai risponde con trasmissioni che faranno epoca, indirizzate soprattutto ai giovani:"Alto gradimento","Supersonic" e la "Hit Parade". L'altra trasmissione destinata a creare una lunga abitudine all'ascolto è "Chiamate Roma 3131" che contraddistinguerà la programmazione per oltre tre decenni, e introdurrà la grande novità del telefono e il dialogo in diretta col pubblico.
Anni '80 -L'impegno al dialogo con il pubblico si intensifica negli anni '80 con "Radio anch'io" condotto da Gianni Bisiach e con il "Radiodue 3131" di Corrado Guerzoni che dedichera' sempre maggiore attenzione al rapporto con gli ascoltatori e a una riflessione sulla società’ sempre più approfondita.Nascono due canali stereofonici destinati ai giovani ,"Stereouno" e "Stereodue", con proposte musicali più' mirate e programmi che fanno epoca. Le nuove tecnologie a fibra ottica consentono, nel 1986, la nascita di Isoradio, il canale dedicato agli automobilisti, trasmesso in isofrequenza, che propone, in tempo reale, aggiornamenti delle notizie sul traffico alternati a una programmazione di musica e notizie.
Anni '90 -L’impegno al rinnovamento e la differenziazione delle reti secondo aree tematiche distinte contraddistinguerà' la programmazione di Radio Rai nei decenni successivi.Radio 1 sarà la rete dell'informazione,Radio2 la rete dell'intrattenimento, riserverà particolare attenzione alla cultura del mezzo radiofonico proponendo prodotti innovativi, particolarmente adatti a un pubblico giovanile che presto diventeranno programmi cult "Il ruggito del Coniglio","Fabio e Fiamma","Caterpillar","Alcatraz" mentre Radio3 confermerà la sua vocazione culturale con un'offerta sempre più' ricca di eventi in cartellone, dirette dei grandi eventi della musica classica e del teatro.
Sanremo-Fu la radio a diffondere le prime note del festival di Sanremo, la sera del 29 gennaio 1951. Entrava così nelle case degli italiani quello che sarebbe diventato un evento musicale unico nel panorama nazionale e internazionale.Nel corso degli anni Sanremo ha segnato i gusti e le tendenze della musica leggera, ma ha anche, nella sua lunga vita, raccontato momenti lieti e tristi della nostra epoca, scandito mutamenti del costume e della società.
fonte: www.storiadellaradio.rai.it
Morena Foglia.
Di seguito un video sulla nascita della radio con una serie di esperimenti, che vedono protagonisti Guglielmo Marconi, Reginald Fessenden etc.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
Morena Foglia.
Per Mcluhan la radio è il primo segnale dell'implosione elettrica e di un ritorno, quindi, per la cultura occidentale, a quella che era un'esperienza passata comune di tipo tribale e orale. Questo avviene dopo che la popolazione (in particolare quella occidentale) si era trasformata, con l'avvento della stampa, in una società meccanizzata e basata su componenti esclusivamente visive che ne avevano ucciso le tradizioni orali e tutte le percezioni sensitive ad esse collegate. Con la radio si risveglia questo spirito passato, è un'estensione del sistema nervoso centrale che anche se comunica a tutti lo stesso messaggio, individualmente è in grado di toccare le corde più intime e personali. Essa risveglia il concetto di tribù all'interno della società (dove la stampa invece aveva fatto nascere l'individualismo) dove ognuno partecipa a quelli che sono fatti ed eventi accaduti in altre parti del mondo e si sente vicino ad essi. Questo rappresenta un primo passo verso quella che sarà la rivoluzione elettrica vera e propria favorita da tutti i media caldi come la radio che rimodificheranno la società riportandola alle proprie origini arcaiche.
RispondiElimina"La radio non è soltanto una formidabile sveglia delle memorie, delle forse e degli antagonismi arcaici, ma anche una forza pluralistica e decentrante, come l'energia elettrica e tutti i suoi media in generale."
Riflessione e citazione tratta dal libro di Marshall McLuhan "Capire i media. Gli strumenti del comunicare"
Posto qui il link che tratta del primo annuncio fatto alla radio, dove dopo tanti anni si è ritrovata la registrazione originale fatta da Ines Viviani Donarelli, e non da Maria Luisa Boncompagni.
RispondiEliminaIn seguito spiega le tempistiche e le messe in onda.
LINK: http://www.raistoria.rai.it/articoli/il-debutto-della-radio/25693/default.aspx
CAROLINA MONACO
La determinazione del primo inventore della radio, al tempo chiamata telegrafia senza fili, è sempre stata oggetto nel corso del tempo ad infinite controversie. L'invenzione determinante per l'inizio della ‘trasmissione senza fili' di dati che utilizza l'intero spettro di frequenza, noto come la trasmittente a spinterometro è stata attribuita rispettivamente a Nikola Tesla, Guglielmo Marconi e a Reginald Fessenden. Grazie all'invenzione dell'elettricità e di mezzi di comunicazione sempre più moderni, si ha l'impressione di essere sempre più vicini alle altre persone, di trasmettere messaggi in maniera veloce e immediata. Ma nulla raggiunge il cuore delle persone come la musica e la radio che ogni giorno, da più di un secolo, trasmette notizie e canzoni. Tra i mezzi di comunicazione che fanno si che l'uomo sia in contatto con diverse parti del mondo e che venga informato di ciò che succede la radio è sicuramente uno dei più antichi e, contestualmente, forse il più rivoluzionario del suo tempo. La storia della radio inizia dalla fine del XIX secolo, e vede protagonisti tre geni assoluti delle scienze: Nikola Tesla, Guglielmo Marconi e Reginald Fessenden. In particolare la vicenda si sviluppa così: Nikola Tesla fu il primo a dimostrare in esperimenti di laboratorio che era possibile trasmettere onde elettromagnetiche a distanza senza l'utilizzo di cavi. Ma, all'atto delle dimostrazioni, non riuscì mai a far riemergere il suono da un ricevitore anche se esso riceveva le frequenze emanate da una sorgente. Pochi anni dopo, il nostro Marconi, a soli 21 anni riuscì in questa impresa e inviò un codice morse a qualche km di distanza (lo strumento fu chiamato "telegrafo senza fili"). L'acclamazione fu enorme ma con alterne vicende la paternità del brevetto fu comunque attribuita a Tesla. A questo punto entra in gioco il terzo personaggio, Fessenden, il quale superò i limiti di Marconi riuscendo anche a tramettere musiche e parole oltre che suoni sordi. Il 23 dicembre 1900 Fessenden riesce a trasmettere a circa un chilometro e mezzo di distanza, un breve messaggio vocale: "Uno, due, tre, quattro, nevica lì dove siete voi signor Thiesen? Se sì, volete telegrafarmi?". Era nata la radio. Dopo circa sei anni, Il 24 dicembre 1906, Fessenden trasmette il primo programma radiofonico della storia: parole e musica vennero udite nel raggio di 25 Km dalla stazione trasmittente situata a Brant Rock sulla costa del Massachusetts. La radio era pronta per entrare nelle case di tutto il mondo. Il 6 Ottobre del 1924 nasce in Italia la prima trasmissione radiofonica. La voce è quella di Maria Luisa Boncompagni.
RispondiElimina( allego l’articolo di Wired - rivista davvero interessante - e la storia completa della nascita e della diffusione della radio )
http://www.wired.it/attualita/tech/2014/06/02/nascita-radio/
http://www.istitutodipubblicismo.it/storia_della_radio.htm
L'articolo che allego indica la diffusione del "mezzo radio" dalla sua invenzione fino all'attuale nascita delle web-radio, le quali dagli anni 2000 si sono velocemente diffuse; soprattutto grazie all'economicità della loro realizzazione.
RispondiEliminahttp://www.treccani.it/enciclopedia/percorsi/tecnologia_e_scienze_applicate/radiodiffusione.html/
Arianna Cordeschi
Dopo aver letto tutti i commenti che trattano della storia della radio dagli albori fino alla web-radio come da Arianna Cordeschi riportato, non mi resta che riportare qui di seguito delle notizie curiose che concernono il mondo radiofonico;
EliminaDa ormai oltre 30 anni c'è un uomo, Angelo Santagostino, che colleziona le radio, oltre 400 modelli diversi dai primi del 900 ad oggi nel suo scantinato ad Abbiategrasso, qui di seguito l'articolo intero e una fotografia:
http://www.radiospeaker.it/blog/collezione-delle-radio.html
Interessante anche sapere che esiste una radio di sole donne, Radio Sahar, fondata in Afganistan nel 2003, un piccolo passo per le donne ma un grande passo per l'Afganistan, cinecittà ne ha tratto la trama del film Radio Sahar, interessante il video sottostante all'articolo:
http://www.radiospeaker.it/blog/radiosahar.html
qui di seguito il link di una bella fotografia d'epoca:
http://www.radiospeaker.it/images/blog/radio-anni-20_landscape_300x1000.jpg
Un progetto nuovo della radio moderna è Radio Magica, una radio dedicata ai più piccoli, con racconti, filastrocce, canzoncine e altro, la radio oggi raggiunge proprio tutti! ecco l'intervista che lo dimostra:
https://www.youtube.com/watch?v=UUggk6gjfek
Mariateresa Gilbo
Breve articolo sulla nascita dei programmi radiofonici italiani.
RispondiEliminaDopo essere stata brevettata da Guglielmo Marconi nel 1901 (il quale era riuscito per la prima volta a trasmettere la lettera "s" oltre l'Atlantico), la radio vede la sua diffusione come fenomeno di massa agli inizi degli anni '20. Attracca in italia il 6 ottobre 1924, giorno in cui fu trasmessa la prima trasmissione radiofonica.
L'articolo riporta un elenco delle trasmissioni radiofoniche succedutesi dal 1924 fino al 1945, analizzandone caratteristiche e diffusione.
http://www.attracco.it/1924---1931.html
Inserisco il link ad un video di Francesca Fusina sulla nascita della radio: https://www.youtube.com/watch?v=xMDXef6DCjY
RispondiEliminaÈ un video che tratta principalmente la nascita della radio in senso di comunicazione militare e non intrattenitiva.
Un primo veloce contributo: la storia della prima trasmissione ufficiale della radio (EIAR) in Italia.
RispondiEliminaTratto da Wikiradio - Peppino Ortoleva racconta la "situazione radiofonica italiana" prima della messa in onda della prima trasmissione ufficiale. Con una piccola curiosità: il segnale orario era la trasmissione preferita degli italiani.
http://www.radio.rai.it/podcast/A45700702.mp3
Allego:
RispondiElimina1)uno spezzone tratto dal film " il discorso del re"
Le immagini del 1938 del re d'Inghilterra Giorgio VI,affetto da balbuzie, hanno ispirato la pellicola: durante il suo regno il mondo fu scosso dalla Seconda Guerra Mondiale e il re ebbe il duro compito di parlare al suo popolo dell’entrata in guerra dell’Inghilterra. Il video riguarda l'inizio,quando ancora era ancora Duca di York.
2)The King's Real Speech (George VI Stutter). A video of King George VI stuttering and stammering, from the British Pathe archive. This clip was said to have moved Colin Firth to tears, as reported by the New York Times.
https://www.youtube.com/watch?v=X_J-1YvAT5E
https://www.youtube.com/watch?v=p1TubkzxPFY
Le trasmissioni radio hanno rivelato la loro grande utilità sui campi di battaglia già a partire dal 1914-18,ed hanno avuto un ruolo determinante come strumento di congiunzione tra le forze armate, di coordinamento militare e di regolazione del fuoco. E come fu applicata in campo bellico - nautico, trovò largo impiego anche nel settore dell’aviazione.Tutto ciò ne ha accelerato lo sviluppo, rendendo possibile la loro affermazione per uso civile nel dopoguerra.
http://www.fmboschetto.it/lavori_studenti/WWI/radio_WWI_2A.pdf
Questo pdf ne esplora gli utilizzi dalle prime stazioni fino alla crittografia:
Infatti, l’intercettazione dei radiomessaggi durante la grande guerra,diede luogo ad una vera e propria guerra radiotelegrafica con tutte le relative astuzie.
Giada Semeraro
Inserisco i link di quattro video di Mediaitaliatv-Mediaitaliaradio sulla nascita delle radio libere divisa in quattro parti:
RispondiElimina- https://www.youtube.com/watch?v=YPkn1jXSVH8&index=7&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ
- https://www.youtube.com/watch?v=2dnI6vhR7LY&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ&index=8
- https://www.youtube.com/watch?v=4y2OZcA4sQ4&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ&index=9
- https://www.youtube.com/watch?v=yBwX96-3MH8&index=10&list=PLwqvPesvUafDN6kD-LsZ-OvJ8ZXQ5CLOZ
Inserisco il link dellaCRONISTORIA DELLA RADIO DAL 1923 AL 2006
RispondiEliminalink: http://www.radiomarconi.com/marconi/cronologia.html
Nello specifico ho fatto una piccola ricerca di una radio che mi ha colpito particolarmente:
Radio Partigiana nasce nel biellese nel dicembre 1944 ad opera del Comando Raggruppamento Divisioni Garibaldi. I programmi iniziano con l'Inno di Mameli e comprendevano notiziari della guerra partigiana, direttive del comando generale, notizie sugli avvenimenti interni. Le prime dieci note della canzone "Fischia il vento", suonate da una chitarra scordata, aprivano ogni sera alle 21 le trasmissioni, irradiate da un apparecchio radiotrasmittente proveniente dall'aeroporto di Cameri: «Attenzione Radio Libertà, libera voce dei volontari della libertà. Si trasmette tutte le sere alle ore 21 sulla lunghezza d'onda di metri 21». All'annuncio veniva aggiunta una precisazione: «Non abbiano dubbi coloro che ci ascoltano, siamo partigiani, veri partigiani. Lo dice la nostra bandiera: "Italia e libertà. Lo dice il nostro grido di battaglia: Fuori i tedeschi, fuori i traditori fascisti. Ecco chi siamo: null'altro che veri italiani. Le nostre parole giungeranno, valicando pianure e montagne, a tutti i compagni patrioti della Liguria, della Toscana, del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia, del Veneto, a tutti coloro che combattono per la nostra stessa causa. Viva l'Italia! Viva la libertà!». Dal dicembre del 1944 al maggio del 1945, prima per mezz'ora, poi per un'ora al giorno, l'emittente cercò di convincere i giovani arruolati dalla Repubblica di Salò a disertare. Lo scopo era quello di cercare di smontare il più possibile il morale delle formazioni fasciste. Commenti, bollettini di guerra partigiani, notizie, lettere di partigiani o familiari, saluti, brani musicali e anche poesie. La radio trasmise fino a pochi giorni prima della Liberazione, messa a tacere dai fascisti nel corso dell'ultima offensiva, quella del 19 aprile.
inserisco un link sulle Le radio partigiane :
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Radio-partigiane-a7fb1d33-4040-49f6-8d0c-1cdd4a747f3c.html
Condivido con i miei compagni di corso la storia di una delle prime radio indipendenti italiane, "Radio Alice"
RispondiEliminahttp://www.ricerchedistoriapolitica.it/tra-passato-e-presente/radio-alice-una-radio-sovversiva-nellitalia-degli-anni-settanta/
Eugenio De Magistris
90 anni fa, da Radio Roma, fu diffusa la prima trasmissione radiofonica: un concerto, per pochi intimi, di musica classica. L’auditorio era in via Maria Cristina, nel quartiere Parioli. In Italia, all’inizio degli anni Venti, un antesignano è stato l’Araldo telefonico, un piccolo servizio che, tramite il telefono, divulgava notizie economiche nelle principali città. Dieci anni dopo la prima trasmissione, nel 1934, gli abbonati erano saliti a 350.000, in linea con la Polonia e l’Ungheria, quasi nulla di fronte ai 6 milioni di abbonati in Inghilterra e ai 5 della Germania. In Italia, soltanto fra il 1937 e il ’38 gli apparecchi radio raggiungeranno il milione.
RispondiEliminafonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/06/radio-festeggiamo-i-90-anni-della-prima-trasmissione-radiofonica-in-italia/1145202/
Marconi e la nascita della radio
RispondiEliminaAll'età di 20 anni, Guglielmo Marconi lavorava senza sosta nella sua casa di famiglia a Bologna, cercando di trasmettere segnali sotto forma di onde elettromagnetiche da un'estremità all'altra della soffitta. Sembrava improbabile che un volenteroso, sognatore giovanotto italiano, poco più che ventenne, che era stato respinto dall'Università di Bologna si stesse preparando alla più grande rivoluzione nelle comunicazioni. Egli voleva sfruttare le onde per scopi pratici. Verso la fine del 1894 Marconi era già in grado, premendo un bottone, di far suonare un segnalatore acustico dall'altra parte della soffitta, e nella primavera dell'anno seguente di riprodurre questo stesso esperimento all’aperto. Dopo che il suo progetto venne rifiutato in Italia giunse a Londra, gli inglesi riconobbero il potenziale valore della telegrafia senza fili, considerandola un utile mezzo per poter tenere unito il loro grande impero, e accolsero con entusiasmo le dimostrazioni di Marconi. Ma fu nel 1901 che egli compì la sua impresa più sensazionale: la trasmissione di segnali radio dalla Cornovaglia, in Inghilterra, a una stazione ricevente situata vicino a St. John's, nell'isola canadese di Terranova. All'età di 27 anni Marconi, ormai ricco e famoso, aveva dato inizio all'era della radio. Un mondo nuovo quei primi tempi di radio assomigliarono per certi aspetti all'odierna rivoluzione del computer e di Internet: Marconi diede ispirazione a un esercito di devoti, per la maggior parte giovani come lui, che presero a lavorare anima e corpo a questa nuova, imprevedibile tecnologia, cercando un modo per arricchirsi. A lui non interessava la radio concepita come mezzo di intrattenimento, perché vedeva la sua scoperta primariamente come un mezzo di comunicazione. Uno dei primi che si interessarono all'impiego della radio come mezzo di intrattenimento, invece, fu un giovane immigrato di nome David Sarnoff, che nel 1907 venne assunto come impiegato all'American Marconi di New York e, lavorando diligentemente, fece presto carriera. Fu lui che, nel 1916, propose la costruzione dell'apparecchio radio, o radio music box, come lo chiamò lui stesso, uno strumento pensato per trovare posto in tutte le case. Dieci anni dopo guidò la fondazione della NBC e nel 1930 divenne presidente della RCA (Radio Corporation of America). Marconi, che nel 1909 ricevette il premio Nobel per la fisica, continuò i suoi esperimenti per tutta la vita. Nel 1914 ricevette un riconoscimento ufficiale da parte dell'Italia, che gli conferì la carica di senatore a vita, e in diverse occasioni servì il suo paese come diplomatico, in particolare alla fine della prima guerra mondiale. Il regime fascista di Benito Mussolini, che prese il potere nel 1922, lo esaltò come una sorta di eroe nazionale. Marconi, in ogni caso, preferiva la scienza alla politica; si dedicò quindi alla comunicazione a onde corte, avvicinandosi all'invenzione del radar. "Quando mi è possibile lavorare nel mio campo tecnico" disse una volta, "sono la persona più felice della terra". Quando Marconi morì, nel 1937, tutte le stazioni radio interruppero le trasmissioni per due minuti: per un breve lasso di tempo il mondo ebbe modo di ricordare quanto silenzio regnasse solo fino a quaranta anni prima.
Condivido con voi n video tratto dalla trasmissione Ulisse, che, in modo un po romanzato, parla dell'invenzione delle onde radio di Guglielmo Marconi
RispondiEliminalink: https://www.youtube.com/watch?v=QnkXDxn2dz8
Nel primo link c'è una descrizione sulla storia della radio dal 1924 al 1933, perciò la funzionalità della radio soprattutto nel periodo del fascismo.
RispondiEliminafonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-d3384361-91fc-4b38-b8ab-9ec4031ec7aa.html
Nel secondo link si parla della storia della radio, partendo dalla sua invenzione.
fonte: http://www.wired.it/attualita/tech/2014/06/02/nascita-radio/
Nell'ultimo link ci sono le sedi storiche della radio in Italia.
fonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-7eda7cae-e822-47d3-a164-7a1d18c861a3.html
Chiara Barbera
Nel primo link c'è una descrizione sulla storia della radio dal 1924 al 1933, perciò la funzionalità della radio soprattutto nel periodo del fascismo.
RispondiEliminafonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-d3384361-91fc-4b38-b8ab-9ec4031ec7aa.html
Nel secondo link si parla della storia della radio, partendo dalla sua invenzione.
fonte: http://www.wired.it/attualita/tech/2014/06/02/nascita-radio/
Nell'ultimo link ci sono le sedi storiche della radio in Italia.
fonte: http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-7eda7cae-e822-47d3-a164-7a1d18c861a3.html
Chiara Barbera
Molti sono gli errori che un libro di storia contiene, e molti sono i fatti che esso racconta con imprecisione e falsità, riportati poi all'infinito e divenendo così cosa certa e legge. L'invenzione della radio è uno dei quei casi in cui la scienza ufficiale ed accademica tramanda da sempre come un'invenzione di Marconi, ma le prove conducono a tutt'altre conclusioni. Esistono documenti, tra brevetti, disegni e rapporti processuali, che dimostrano invece che la radio è un'invenzione la cui paternità è da attribuire a Tesla, mentre il semplice sviluppo dell'invenzione a Marconi.
RispondiEliminaAllego di seguito un link che tratta la questione della paternità dell'invenzione della radio.
http://etleboro.blogspot.it/2007/06/nikola-tesla-e-guglielmo-marconi-chi-ha.html
Luca Malafarina
Ho trovato una breve storia della radio raccontata in alcune pagine http://gandalf.it/storia/storia08.htm
RispondiEliminaPubblico il link della storia di una delle radio recenti http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Radio_Kiss_Kiss
RispondiEliminaPubblico una timeline della storia della radio:
RispondiEliminahttp://blog.sonos.com/wp-content/uploads/2012/02/History-Of-Radio_FINAL.jpg
Qui invece il link di un video breve ed interessante sulla storia di Guglielmo Marconi:
http://www.ovo.com/guglielmo-marconi/
Clarice Armiento
Ma la radio, nel 2016, è morta o no? C'è spotify, c'è youtube e ci sono tante alternative ma il medium (v. McLuhan) più longevo di tutti è duro a morire. Linko "Radio's not dead!", un articolo del sito insidemarketing.
RispondiEliminahttp://www.insidemarketing.it/radio-advertinsing-audience/
Giovanni Di Pede
Svolgendo alcune ricerche sul mezzo della radio, mi sono imbattuta nel libro "La radio prima della radio. L’Araldo Telefonico e l'invenzione del broadcasting in Italia." che ritengo molto interessante al fine di arrivare a comprendere su quale terreno andò a porsi l'invenzione della radio e quali precursori aveva avuto.
RispondiEliminaL'Araldo Telefonico, appunto, può definirsi come tale: è il primo tentativo di collegamento fra pubblico e privato in maniera molto più diretta e più "intima" della stampa. Di certo era un metodo più immediato, molto costoso e solo su abbonamento, ma a pensarci bene fu un'innovazione straordinaria per il tempo, che oggi possiamo riscontrare forse nei sistemi di broadcast, podcasting e tv on demand.
Qui alcuni articoli e recensioni che trattano l'argomento:
http://www.treccani.it/enciclopedia/dal-telefono-alla-radio_(Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Tecnica)/
http://www.teche.rai.it/2015/04/la-storia-delle-prime-radiocronache-italiane/
https://amaninude.wordpress.com/2012/10/15/la-radio-appesa-a-un-filo-laraldo-telefonico/
POSTER - The History Of Radio
RispondiEliminahttps://s-media-cache-ak0.pinimg.com/474x/00/30/30/00303043a0daed08460ab9c3888758d4.jpg
Video didattico sulla storia della radio
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=xMDXef6DCjY
RAI: La nascita della radio italiana
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=PACxJKT7JIc&index=5&list=PL4V3dYEjzu3yrjSHEDXPRiNT52wsAEi_z
La vita segreta della radio
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=vXBcgFwc60o&index=13&list=PL4V3dYEjzu3yrjSHEDXPRiNT52wsAEi_z
1976: La fine del monopolio RAI sulle trasmissioni radio e la nascita delle radio libere.
RispondiElimina"Fino al 1976, il monopolio statale delle frequenze per le trasmissioni radiofoniche e televisive è affidato in concessione alla RAI. Come un primo, timido progresso nello stesso articolo vengono però liberalizzate le trasmissioni via cavo a diffusione locale.
La Corte Costituzionale, in realtà, si pronuncia sull'argomento fin dagli anni '50, giustificando il monopolio statale soltanto in base alla limitatezza delle frequenze utilizzabili.
La tecnologia della modulazione di frequenza (la trasmissione FM), benché richieda una maggiore quantità di banda e circuiti più complessi del sistema AM (modulazione d'ampiezza), necessita di un segnale meno potente e, risultando in effetti economicamente meno onerosa, apre un nuovo scenario poiché mette a disposizione una nuova gamma di frequenze fino ad allora inutilizzate.
In tutta Italia fioriscono quindi le radio 'pirata' costruite con mezzi improvvisati.
Le reti clandestine sono soggette a denunce, sequestri e processi, dai quali però escono spesso vincitrici: le autorità si adeguano di fatto ad una tolleranza che esclude soltanto i canali di servizio importanti e perciò riservati (alle comunicazioni aeroportuali o delle forze dell'ordine), protetti da interferenze.
Con la sentenza 202/1976 del 28 luglio 1976, la Corte Costituzionale segna definitivamente la fine del monopolio, legittimando le trasmissioni in ambito locale. Mancando però ancora un regime di concessioni, di assegnazioni in un piano nazionale delle frequenze, la situazione italiana, destinata a perdurare molti anni ancora, è quella di un vero e proprio "far west dell'etere".
Le radio di controinformazione, sull'onda dell'esperienza francese di Radio Fréquence Libre, spuntano nelle principali città della penisola: Radio Flash a Torino, Radio Popolare a Milano, Radio Alice a Bologna, Controradio a Firenze, Radio Città Futura a Roma, offrono i diretti resoconti degli scontri di piazza nella rovente stagione del '77, ma il loro spiccato carattere di militanza finirà in molti casi con il condannarle alla chiusura; rara eccezione è Radio Radicale, ormai divenuta negli anni una realtà consolidata.
Dalle emittenti private commerciali e "d'evasione" emergono invece figure di talento, tra cui Vasco Rossi, Ilona Staller, e i tanti disc jockey per i quali l'ambiente sotterraneo delle radio libere diventa il trampolino di lancio verso la fama a livello nazionale."
Fonte: http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/i-cento-fiori/638/default.aspx
Ho voluto approfondire l'aspetto della radio che riguarda la comunicazione di massa.
RispondiEliminaNegli anni Venti le trasmissioni radiofoniche accelerarono la transizione verso la ‘società di massa’. Già prima della fine del sec. XIX, Guglielmo Marconi era riuscito a trasmettere dei messaggi in codice Morse senza l’uso di cavi. Subito dopo la prima guerra mondiale operavano negli USA diverse stazioni amatoriali che immediatamente attirarono l’attenzione della gente, entusiasta all’idea di poter ascoltare musica e voci attraverso apparecchi di poco costo. Nacquero nei primi anni Venti le prime grandi emittenti radiofoniche che offrivano programmi regolari, il cui ascolto divenne presto un hobby e una fonte di divertimento per molti. Alla fine del decennio, nonostante la Grande Depressione, molte famiglie possedevano un apparecchio radiofonico. La radio cominciò così a diventare un medium di massa, seguendo uno sviluppo che negli USA fu affidato esclusivamente all’azione dei privati, mentre l’Europa optava per modelli organizzativi di tipo pubblico.
L’uso della comunicazione senza fili aveva cominciato a diffondersi anche prima della prima guerra mondiale e molti avevano potuto sperimentare la novità di una tecnologia che permetteva la comunicazione a distanza in tempo reale. Se la tragedia del Titanic nel 1912 aveva mostrato il grande potenziale della telefonia senza fili, il disastroso incendio del dirigibile Hindenburg nel 1937 e la versione radiofonica di O.Welles (1938) del racconto La guerra dei mondi (scritto da H. G. Wells già nel 1898) mostrarono altrettanto chiaramente il potenziale della radio. Susan Douglas (1987) riassume le percezioni che circolavano sulla radio agli inizi della sua "età dell’oro", tra cui l’idea che la radio avrebbe potuto permettere la comunicazione con gli extraterrestri e la promozione dell’unità nazionale. La gente preferiva rimanere a casa accanto alla radio, piuttosto che andare fuori ad ascoltare la musica dal vivo. In questo modo alcune espressioni di cultura popolare cominciarono a passare alla radio, conquistando un pubblico sempre più vasto. Anche la politica e la religione entrarono presto nei palinsesti radiofonici.
Negli anni Trenta si creò un grande interesse attorno ai drammi, alle commedie, ai concerti e agli eventi sportivi trasmessi attraverso la radio. In confronto ai giornali, la radio dava agli ascoltatori una maggiore sensazione di immediatezza e di partecipazione diretta agli eventi del mondo. Le famose ‘conversazioni accanto al caminetto’ del presidente Franklin D. Roosevelt, trasmesse per radio, si rivelarono subito un modo molto efficace di comunicare direttamente con il popolo americano. McLuhan (1964) sostiene che il potere uditivo della radio ha un effetto quasi tribale in quanto si richiama a emozioni primitive. Anche se questa idea è stata criticata da molti storici e teorici, rimane il fatto che i potenti discorsi di Hitler, trasmessi per radio al pubblico tedesco, provocarono effetti di coinvolgimento tali da farci pensare che forse McLuhan non avesse tutti i torti.
Fonte: http://www.lacomunicazione.it/voce/storia-della-comunicazione/
Di seguito ho inserito un link dove vi è un video che racconta un avvenimento accaduto a New York, durante lo show radiofonico Mercury Theatre on the Air che trasmette un adattamento del romanzo La guerra dei mondi. Al microfono c’è Orson Welles. La trasmissione passa alla storia: il racconto di Welles è talmente verosimile da far credere a molti americani di avere davvero le navi extraterrestri fuori della porta di casa.
http://www.raistoria.rai.it/articoli/la-guerra-dei-mondi-di-orson-welles/23039/default.aspx
Eleonora Cervelloni
Posto un piccolo estratto da Wikipedia che tratta il tema della radio come mass media, e racconta della nascita della prima stazione radio in un garage di Pittsburgh, nel nord degli Stati Uniti, ad opera dell'elettrotecnico Frank Conard.
RispondiEliminaLa radio come mass media
Dopo un periodo pioneristico la radio ebbe un rapido sviluppo soprattutto negli Stati Uniti e nei paesi del nord Europa. La prima trasmissione è datata 1893 per opera di Nikola Tesla. Tuttavia la radio ha avuto un grande impulso grazie ad esigenze militari, in particolare per l'interesse della Marina Britannica nei confronti di questa forma di trasmissione dati. Così, nel 1898 Popov prova la prima comunicazione radio tra base navale e nave, e nel 1900 viene salvata per la prima volta una nave, tra la Russia e la Finlandia, grazie ad un allarme radio.
All'inizio del 900 la radio era vista con scetticismo: essa infatti, a differenza del telegrafo, non permetteva conversazioni private, bensì pubbliche, compromettendo la privacy dell'interlocutore. Solo agli inizi degli anni '20 si pensa ad una radio di uso "civile", utilizzabile in biblioteche e università. La nascita della prima stazione radio risale invece al 1919, per opera di Frank Conrad. Conrad iniziò una serie di trasmissioni dal suo garage nel 1919 e in un emporio della città di Pittsburgh vendeva alcuni ricevitori. In poco tempo vendette tutte le apparecchiature. Questo non era sfuggito al vicepresidente della Westinghouse, che pensò di utilizzare parte della catena di montaggio al fine di produrre radioricevitori da utilizzare per usi domestici. Affidò a Conrad e al suo assistente una stazione radio in modo da poter iniziare regolari trasmissioni: era nata la prima emittente radiofonica (KDKA). Il 2 novembre del 1920 trasmise in diretta il secondo turno delle elezioni presidenziali statunitensi e si calcola che gli apparecchi sintonizzati fossero tra i 500 e i 1000.
L'avvenimento fece scalpore e fece scattare la corsa alla costruzione di nuove stazioni e la vendita di nuovi apparati. Dopo poco tempo la Westinghouse costruì altre stazioni e alla fine del 1922 annunciò la costruzione di altre 6 stazioni. Diversa era invece la situazione in Italia: mentre in Stati Uniti d'America si scatenò la corsa alla radio, in Italia si discuteva sull'opportunità di diffondere la radio a uso civile, perché fino ad allora era considerata ancora uno strumento militare. Già prima della grande guerra si chiedeva che le radio trasmissioni fossero utilizzate in ambito pubblico, ma la legge 345 del giugno 1910 considerava la tecnologia riservata esclusivamente ai militari. Passata la guerra le cose non cambiarono e neanche con il regime fascista la situazione cambiò.
Mussolini era diffidente verso le potenzialità commerciali e propagandistiche della radio, ma il padre di Galeazzo Ciano, allora ministro delle poste, promosse lo sviluppo di numerosi progetti per la radiodiffusione. Finalmente nel 1924 si completò la prima stazione trasmittente da parte dell'Unione Radiofonica Italiana (URI), una società costruita da Guglielmo Marconi; sei anni dopo furono terminate le emittenti di Milano e Napoli.
[img]http://explorepahistory.com/kora/files/1/2/1-2-7CB-25-ExplorePAHistory-a0h3c8-a_349.jpg[/img]
Fonti:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Radio_(apparecchio)#La_radio_come_mass_media
-
- http://www.nytimes.com/learning/general/onthisday/bday/0504.html
Guendalina Fazioli
Negli anni '20 inizia a concretizzarsi l'idea di diffondere contenuti sonori alle masse: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa. Il termine tecnico per una tale diffusione è broadcasting, tale termine sta infatti ad indicare una comunicazione unidirezionale da uno verso molti. In Gran Bretagna nel 1919 il Post Office concesse una temporanea autorizzazione alla stazione Marconi di Chelmsford in Cornovaglia, che il 23 febbraio 1920 trasmise il primo regolare servizio radiofonico della storia, per due ore consecutive al giorno, per un periodo di due settimane. Dopo aver ottenuto il 16 ottobre 1920 una licenza di trasmissione ufficiale, la Westinghouse di Pittsburgh entrò in servizio a partire dal 2 novembre 1920, tramettendo con il nome di KDKA da uno stabilimento industriale di Washington. In breve tempo, la radio si diffonde in maniera così rapida che negli Stati Uniti già nel 1922 si contano ben 187 stazioni, un pubblico in grande crescita ed un numero di ricevitori funzionanti che alla fine di quell'anno toccherà quota 750 mila. Nel 1921 viene fondata, in Gran Bretagna la più antica radio del mondo tuttora esistente: la BBC.
RispondiEliminaÈ la prima radicale innovazione nelle comunicazioni di massa dopo l'invenzione della stampa e conosce subito un grandissimo successo, soprattutto in America e in Europa. Come sempre accade, la tecnologia, una volta messa a punto, genera nuovi contenuti, linguaggi, immaginari, ed anche produttori e prodotti, consumi e consumatori. Nei primi decenni di vita le trasmissioni avvengono in modulazione di ampiezza (AM). La radio inizialmente si diffonde nel mondo secondo due modelli: un modello completamente libero affidato all'iniziativa privata e che si finanzia con la pubblicità, e un modello monopolistico affidato allo Stato e gestito come servizio pubblico. Il primo modello si diffonde negli Stati Uniti e sarà preso d'esempio in America settentrionale, il secondo modello si diffonde nel Regno Unito e sarà preso d'esempio in Europa. Si deve a Costanzo Ciano, ministro delle poste nel primo governo Mussolini, il quale intuendo l'enorme potenzialità della radio, favorì con diversi provvedimenti legislativi, la nascita della prima emittente italiana: l'Unione Radiofonica Italiana che esordì il 6 ottobre 1924, in una sala in Via Maria Cristina a Roma, nelle vicinanze di Piazza del Popolo. In un modesto appartamento dell'ammezzato, con le pareti e il soffitto coperti di pesanti tende per attutire i rumori, la sera del 6 ottobreMaria Luisa Boncompagni aveva dato il primo annuncio: Alle 21, davanti ad un enorme microfono, detto a "catafalco", aveva semplicemente detto: "Unione Radiofonica Italiana, stazione di Roma Uno, trasmissione del concerto inaugurale". Alle 22.30 le trasmissioni venivano sospese per "far riposare le esauste valvole". Un decreto regio del 1925 stabilì, per evitare la nascita di emittenti private, il monopolio assoluto dello Stato sulle comunicazioni senza fili e le preesistenti imprese furono incorporate nell'URI.
La radio ora come ora ha altri scopi oltre alla libera informazione. A mio parere la radio è diventata un calderone, dove pubblicità spot ne fanno padrone.
La nascita della Radio ha creato la possibilità di effettuare una comunicazione di massa,che consentiva di informare milioni di persone in tempo reale. Qui sotto allego un articolo trovato su un evento al quanto bizzarro ed importante. Questo episodio ci porta al 1938, dove tramite un programma radio un "radiodramma" trasmesso in america, Orson Welles inscena l'invasione aliena traendo ispirazione dal romanzo "la guerra dei mondi". Questo episodio ha un'importanza storica, perché al tempo fece capire quanto fosse grande il potere della comunicazione di massa, e di quanto fosse facile manipolare l'opinione pubblica attraverso essa. Tant'è vero che alla notizia dell'invasione aliena gran parte della popolazione entrò nel panico e fu così evidenziata la forza del mezzo mediatico. Una cosa interessante è che non ostante la grande beffa organizzata , durante la trasmissione ai radio ascoltatori venne ricordato più volte che si trattava di un radiodramma, e che gli argomenti descritti erano frutto di immaginazione, ma l'indice di attenzione ha scarsa criticità e qui cito un paragrafo dell'articolo che spiega perché c'è questa scarsa criticità : “una falsa notizia nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; questa, solo apparentemente è fortuita, o, più precisamente, tutto ciò che in esse vi è di fortuito è l’incidente iniziale, assolutamente insignificante, che fa scattare il lavoro di immaginazione; ma questa messa in moto ha luogo soltanto perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento […] La falsa notizia è lo specchio in cui la coscienza collettiva contempla i propri lineamenti”.
RispondiEliminaqui sotto l'articolo
http://www.instoria.it/home/guerra_mondi.htm
EDOARDO LENZI
La nascita della Radio ha creato la possibilità di effettuare una comunicazione di massa,che consentiva di informare milioni di persone in tempo reale. Qui sotto allego un articolo trovato su un evento al quanto bizzarro ed importante. Questo episodio ci porta al 1938, dove tramite un programma radio un "radiodramma" trasmesso in america, Orson Welles inscena l'invasione aliena traendo ispirazione dal romanzo "la guerra dei mondi". Questo episodio ha un'importanza storica, perché al tempo fece capire quanto fosse grande il potere della comunicazione di massa, e di quanto fosse facile manipolare l'opinione pubblica attraverso essa. Tant'è vero che alla notizia dell'invasione aliena gran parte della popolazione entrò nel panico e fu così evidenziata la forza del mezzo mediatico. Una cosa interessante è che non ostante la grande beffa organizzata , durante la trasmissione ai radio ascoltatori venne ricordato più volte che si trattava di un radiodramma, e che gli argomenti descritti erano frutto di immaginazione, ma l'indice di attenzione ha scarsa criticità e qui cito un paragrafo dell'articolo che spiega perché c'è questa scarsa criticità : “una falsa notizia nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; questa, solo apparentemente è fortuita, o, più precisamente, tutto ciò che in esse vi è di fortuito è l’incidente iniziale, assolutamente insignificante, che fa scattare il lavoro di immaginazione; ma questa messa in moto ha luogo soltanto perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento […] La falsa notizia è lo specchio in cui la coscienza collettiva contempla i propri lineamenti”.
RispondiEliminaqui sotto l'articolo
http://www.instoria.it/home/guerra_mondi.htm
EDOARDO LENZI
qui di seguito allego un link di un breve audio di Guglielmo Marconi nel quale enuncia la sua invenzione ,nel link successivo invece vi sono alcune immagini del primo trasmettitore costruito da Marconi e la finestra del laboratorio di villa Griffone.
RispondiEliminahttp://www.gruppotlc.it/joomla/images/stories/marconi/marconi.wav
http://www.gruppotlc.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=50&Itemid=74
Le prime trasmissioni radiofoniche sperimentali vengono realizzate da Fessenden nel dicembre 1906 e negli anni immediatamente successivi, ma sono ancora sporadiche e qualità e contenuti lasciano molto a desiderare.
RispondiEliminaNon abbiamo notizie confermate di altri esperimenti fino al 13 gennaio 1910 quando viene effettuata la trasmissione via radio dal Metropolitan di New York, con apparecchi De Forest (potenza irradiata 500 watt), delle opere “Cavalleria rusticana” e “Pagliacci” con il tenore Enrico Caruso e il soprano Emma Destinn. La trasmissione, che riscuote un grande successo tra i pochi possessori di ricevitori radio, viene ascoltata anche dai passeggeri del piroscafo Avon, in navigazione verso New York.
Un’altra dimostrazione di diffusione musicale, che suscitò enorme interesse, fu effettuata nel 1913 negli Stati Uniti per opera del dott. Hans Bredow, direttore commerciale della società tedesca Telefunken.
In Belgio, sempre nel 1913, furono effettuate trasmissioni via radio con frequenza settimanale: ogni sabato pomeriggio, venivano irradiati concerti misti sia dal vivo che con l’ausilio del grammofono.
Il 28 marzo 1914 viene organizzato a Bruxelles, nel castello reale di Laeken un concerto dedicato alla regina Elisabetta, fervente ammiratrice delle nuove invenzioni.
Questi esperimenti continuano fino allo scoppio del primo conflitto mondiale (1914); ragioni di sicurezza militare imporranno alle nazioni belligeranti di ordinare la chiusura di tutte le stazioni; le apparecchiature trasmittenti verranno requisite dalle autorità e gli esperimenti potranno riprendere solo qualche tempo dopo la fine delle ostilità. Da lì a poco la nascita del mito, per noi oggi la radio è di normale abitudine, musica e programmi radiofonici per 24 ore su 24. Così la novità diventò normale abitudine, sarebbe interessante documentare la storia della radio attraverso i commenti e ricordi dalle persone più anziane fino ad arrivare ai giovani d'oggi, trovando differenza abissali!
W LA MUSICA
Qui riporto un breve video sulla storia de radio con tutti i suoi protagonisti:https://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
La storia della radio coincide con la storia della società del XX secolo. Questo mezzo ha assunto il ruolo di “mediatore” tra lo spazio privato dei singoli individui, delle famiglie, e lo spazio pubblico delle grandi masse di ascoltatori. Siamo nell’anno 1901, Marconi racconta le sue prime esperienze di trasmissione.Durante la prima guerra mondiale, la ricerca e il progresso tecnologico sono sollecitati e potenziati dalle esigenze della macchina militare. In precedenza erano state soprattutto le marine militari ad impiegare la telegrafia senza fili, invenzione di Guglielmo Marconi. Nel corso degli anni Mussolini, dopo aver studiato gli effetti e le potenzialità propagandistiche del mezzo, aveva imposto la seguente linea: “ogni villaggio deve avere la radio” era il lancio di iniziative volte alla popolarizzazione dell’ascolto e all’acculturazione di massa La popolazione venne coinvolta, attraverso la radio, nell’impresa coloniale e non solo, anche nella vita di tutti i giorni, attraverso la radio rurale.La Germania di Hitler capì fin dall’inizio le potenzialità del mezzo, che non doveva suscitare riflessioni ma emozioni. Grazie alla pianificazione di Joseph Goebbels, la campagna ebbe successo ed eliminò ogni sentimento di rivolta, ecc gli estratti delle pagine del suo diario. La distribuzione avvenne con offerte a buon mercato e alla dichiarazione di guerra si contavano nove milioni e mezzo di apparecchi, il più alto numero in tutta l’Europa. Sul fronte esterno, la stazione radio, a onde corte, di Berlino trasmetteva in 53 lingue ed aumentò le sua potenza utilizzando i trasmettitori dei Paesi invasi. La radio era un mezzo di informazione usato anche clandestinamente, per diffondere e ricevere notizie. Da Radio Londra, la più conosciuta, ascoltiamo un messaggio. Proponiamo una traduzione di alcuni comunicati in codice. Radio Bari, la prima voce dell’Italia liberata. Da radio Bari un messaggio per rendere note le torture inflitte dai fascisti. Radio Caterina, un apparecchio costruito dai soldati italiani deportati nei campi di concentramento dopo la firma dell’Armistizio.
RispondiEliminaRiporto qui sotto un link sulla storia della radio che parte dagli anni '20 e illustra i suoi sviluppi nei decenni seguenti.
RispondiEliminahttp://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-6b5ce731-694d-4811-9485-6683d348f597.html?refresh_ce
Michelangelo Teodoro
Il 6 ottobre 1924 per la prima volta la voce della radio si affacciò nelle case degli italiani. Alle 21 la violinista Ines Viviani Donarelli fece il primo annuncio presentando il Quartetto in La maggiore, Opera 2, di Haydn.
RispondiEliminaVi allego il link qui sotto
https://www.youtube.com/watch?v=0X620gLdX_E
Miriam Mastrostefano
La storia della radio inizia dalla fine del XIX secolo, e vede protagonisti tre geni assoluti delle scienze: Nikola Tesla, Guglielmo Marconi, Reginald Fessenden. In particolare la vicenda si sviluppa così: Nikola Tesla fu il primo a dimostrare in esperimenti di laboratorio che era possibile trasmettere onde elettromagnetiche a distanza senza l'utilizzo di cavi. Ma, all'atto delle dimostrazioni, non riusci mai a far riemergere il suono da un ricevitore anche se esso riceveva le frequenze emanate da una sorgente. Pochi anni dopo il nostro Marconi a soli 21 anni riusci in questa impresa e inviò un codice morse a qualche km di distanza (lo strumento fu chiamato "telegrafo senza fili"). L'acclamazione fu enorme ma con alterne vicende la paternità del brevetto fu comunque attribuita a Tesla. A questo punto entra in gioco il terzo personaggio, Fessenden, il quale superò i limiti di Marconi riuscendo anche a tramettere musiche e parole oltre che suoni sordi. In quell'istante, siamo nel 1900 si può dire che nacque la radio. Mantenendo in sostanza il meccanismo originario la radio si sviluppò nel corso dei decenni e si diffuse nelle case lentamente, specialmente per l'elevato costo. È dagli anni 30 in poi che comincia una vera diffusione capillare.
RispondiEliminaLa radio giocò un ruolo determinante anche nelle 2 guerre mondiali, con la trasmissione di notizie, di eventi, che accadevano da una parte all'altra del mondo.
Fonti: http://vivalascuola.studenti.it/storia-della-radio-171013.html#steps_5
Martina Magrì
La settimana Incom 00674 del 21/11/1951
RispondiEliminaNascono le nuove stazioni radio di Caltanissetta e Palermo risolvendo i problemi radiofonici della Sicilia.
Grazie ad un'antenna alta 286m (la più alta in quel periodo in Europa) la Sicilia ha potuto ascoltare la prima trasmissione radio, farsi ascoltare da tutto il Mediterraneo e vivere in comunione d'ascolto con il resto dell'Italia.
Di seguito il link al video
https://www.youtube.com/watch?v=VNdJXksr_QY
Fonte: youtube/archivio storico LUCE
Nascita e sviluppi iniziali della Radio: Immagini, audio e video. https://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
RispondiEliminaLa prima emittente radiofonica in Italia:
L'URI (Unione Radiofonica Italiana) nasce a Torino il 27 agosto 1924 in conseguenza del regio decreto n. 1067 dell'8 febbraio 1923 che affidava allo Stato l'esclusiva sulle radioaudizioni circolari da esercitare tramite società concessionaria. Era, dunque, sotto il totale controllo del regime fascista. La Radiofono, fondata nel 23 dalla Marcony Company, il 20 marzo 1924, installò per prima a Centocelle una stazione di prova, ma il 25 marzo non riuscì a trasmettere un discorso pronunciato da Benito Mussolini al teatro Costanzi di Roma, forse a causa di interferenze elettriche. Dalla sua prima stazione trasmittente di San Filippo in Roma, prodotta dalla Marconi, il 6 ottobre, alle ore 21:00, Ines Viviani Donarelli, dallo studio romano di palazzo Corrodi, legge il primo regolare annuncio della neonata radio.
Il programma, della durata di un'ora e mezza, previde la trasmissione di musica operistica, da camera e da concerto, con un bollettino meteorologico e notizie di borsa.
La stazione radiofonica di Roma sarà seguita nel 1925 da un'analoga installazione a Milano e nel 1926 a Napoli.
Il fenomeno delle radioaudizioni, inizialmente ostacolato da costi che sembravano proibitivi per un'Italia assai povera, prese il via solo a partire dagli anni trenta, agevolato anche dalle iniziative del regime che dotò ogni casa del Fascio di un apparato ricevente denominato radio popolare e assunse in seguito il motto "Ogni paese deve avere la sua radio", sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la radio Rurale e la radio Balilla.
Successivamente si trasforma nell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche, conosciuto anche con la sigla EIAR. Fu la società anonima italiana titolare delle concessione in esclusiva delle trasmissioni radiofoniche, di tipo broadcast, sul territorio nazionale. L'EIAR svolgeva quindi la propria attività di editore e operatore radiofonico in regime di monopolio.
La società aveva sede a Roma mentre la direzione generale era a Torino, prima in via Bertola nell'attuale palazzo Enel, poi in via Arsenale 21. È stata la "voce" del fascismo per gran parte del ventennio.
Nel frattempo le stazioni radio che si trovavano nell'Italia controllata dagli Alleati divenivano emittenti "libere", ed i relativi giornali radio erano direttamente gestiti dal Psychological Warfare Branch: questo avvenne a Palermo, Napoli, Bari, Roma. Con l'arrivo delle truppe alleate nella capitale nel 1944, la locale sede EIAR fu chiusa. Il Psychological Warfare Branch (traducibile come "Divisione per la guerra psicologica") fu un organismo del governo militare anglo-americano incaricato di esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione di massa italiani: stampa, radio e cinema. Assegnato alle dirette dipendenze del Comando generale delle Forze alleate (Allied Forces Headquarters, AFHQ), fu attivo nel periodo tra il 10 luglio 1943 (sbarco alleato in Sicilia) e il 31 dicembre 1945 (termine dell'amministrazione alleata negli ultimi territori italiani). Il PWB ebbe le funzioni di controllo e supervisione sulla distribuzione delle notizie (e perciò della propaganda e della censura). L'organismo alleato si riservò il compito di elaborare e distribuire un notiziario generale.Si deve al PWB la nascita dell'ANSA: per evitare che le agenzie di stampa private finissero sotto il controllo del governo italiano, il PWB ottenne dal capo del governo militare alleato in Italia, la creazione di un'unica agenzia di notizie, di proprietà dei giornali e da essi gestita.
Il 26 ottobre 1944 l'azienda dell'EIAR fu riaperta nell'Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane. Nel 1954, questa divenne anche operatore televisivo, con la denominazione di Rai Radiotelevisione Italiana (RAI).
Federica Oliva
STORIA DELLA RADIO IN AMERICA E GRAN BRETAGNA
RispondiEliminaNel 1902, Marconi che si trovava in Inghilterra, partì in direzione New York e scoprì, non solo che a migliaia di chilometri riceveva dei messaggi, ma anche il cosidetto “effetto notte”, secondo il quale il segnale è migliore di notte che di giorno. Ed è proprio nel 1903 a Cape Cod, negli Stati Uniti, che grazie alla Marconi Corporation, viene istallata la prima stazione, che per l’occasione vedrà Theodor Roosevelt inviare un messaggio radio in Gran Bretagna a Edoardo VII.
Comunque furono gli inglesi ad organizzare le trasmissioni per primi. Il 15 giugno 1920 da Chelmsford, in Gran Bretagna, andò in onda il concerto di Nelie Melba, un soprano australiano e la sua musica fu ascoltata a Parigi, Italia, Norvegia e Persia. L’iniziativa organizzata dal giornale Daily Mail ebbe un enorme successo, ma non mancarono le critiche dai vertici delle Poste britanniche, le quali definirono frivolo l’uso della radio per la trasmissione di un concerto.
Mentre l’America rispose puntando sullo sport e dopo aver ottenuto le licenze necessarie, nel luglio 1921 la Radio Corporation of America trasmise mandando in onda l’incontro di pugilato tra Dempsey e Carpentier. Il 18 ottobre 1922 in Gran Bretagna John Reith fonda la BBC, che durante gli anni sessanta per le radio pirata rappresentò il monopolio da abbattere. Argomento che abbiamo trattato anche in precedenza qui
La BBC era nata con l’idea di essere “un servizio nazionale nell’interesse pubblico” e riguardo a questo sono rimasti nella storia l’incoronazione di Giorgio VI nel 1937 e il funerale di Diana nel 1997. Inoltre sempre nel 1922 John Reith diede vita a “Radio Times”, la rivista della BBC interamente dedicata alla programmazione radiofonica, iniziativa che ebbe un clamore inaspettato.
Nel 1926, invece, in America nasceva la NBC (National Brodcasting Company) che si configurava come il primo network nazionale trasmettendo delle serie radiofoniche di notevole successo. Data ancora più importante per gli americani fu il 5 novembre 1935 quando Edwin Howard Armstrong inventò la modulazione di frequenza, dando vita alla prima trasmissione in FM che andò in onda dall’auditorium dell’Engineers Building a New York.
Fonte: http://www.radiospeaker.it/blog/storia-radio-america-gran-bretagna-605.html
Inoltre nell'articolo accenna nel periodo degli anni 60 al fenomeno delle radio pirata in Gran Bretagna; spero di non finire fuori tema ma ci tenevo a postare un articolo sulla nascita della prima e più' famosa radio pirata, Radio Caroline, che ha ispirato il film " I love radio rock". Di seguito il link con la storia di radio Caroline e il trailer del film.
http://www.ilpost.it/2014/03/28/radio-caroline/
https://www.youtube.com/watch?v=vi2AWXIE7cg
Lorena Bassolino
Vi lascio un primo link con vari tipi di documenti storici riguardanti la nascita della radio: http://www.leradiodisophie.it/storia.html
RispondiEliminaQuesto è invece un breve articolo sugli SOS storici lanciati via radio:
http://www.isaventuri.it/MULTIMEDIALITA/radio/salvata.htm
Concludo con un estratto dell'ebook "1001 curiosità sulla storia che non ti hanno mai raccontato": https://books.google.it/books?id=Do2XBQAAQBAJ&pg=PT526&lpg=PT526&dq=curiosit%C3%A0+sulla+radio&source=bl&ots=ieKw9nxY0r&sig=W1XwfuakEA8O2iMMSVsxlOx5Tbs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwie8LeYrcHMAhXJbBoKHYcdAoM4ChDoAQhTMAg#v=onepage&q=curiosit%C3%A0%20sulla%20radio&f=false
Valeria Bove
allego un'articolo riguardante l'uso della radio nella prima guerra mondiale.
RispondiEliminaHo trovato interessante il fatto che la radio era un mezzo si di comunicazione in battaglia, ma era anche l'unico mezzo che poteva fare da guida alle truppe e allo stesso tempo informava i civili di cosa stesse accadendo.
http://www.fmboschetto.it/lavori_studenti/WWI/radio_WWI_2A.pdf
La storia della radio Martina Boni, Calabrò Rosamaria e Fusaroli Marco.
RispondiEliminaNel 1864 James Clerk Maxwell dimostra matematicamente che i fenomeni elettromagnetici e luminosi si propagano nello spazio tramite onde elettromagnetiche.
Nel 1897 Marconi stabilisce un collegamento radiotelegrafico tra la nave Elettra e la terraferma.
Nel 1904 Ambrogio Fleming inventa la valvola termoionica, o diodo, che consente di controllare la velocità di propagazione delle onde radio.
Nel 1906 il canadese Reginald Aubrey Fessenden trasmette il primo programma radiotelefonico.
Nel 1912 Il Titanic lancia via radio il messaggio di SOS.
Nel 1920 il 2 novembre nasce a Pittsurgh la prima stazione radio.
Nel 1931 il 12 febbraio viene fondata la RADIO VATICANA.
Nel1975 il 10 marzo Angelo Borra fonda Radio Milano International.
Nel 2000 il 17 settembre muore Alex Martini, voce di Radio 101.
Jasmine farhani
Considerando i numerosi post che già trattano ampiamente della nascita della radio, ho pensato di condividere una parte* del «Manifesto futurista della radia» che forse, rispetto ad altri manifesti, è meno noto, ma comunque importante, specialmente all'interno di un discorso sul rapporto tra artista e mezzo di comunicazione. Firmato da Marinetti e Pino Masnata nel 1933, il «Manifesto della radia» critica l’idea che la radio sia una semplice riproposizione di realtà culturali già note: teatro, cinema, letteratura. La radio sarà invece una forma d’arte nuova, talmente nuova da cambiare nome in “radia”.
RispondiElimina*per la versione integrale: http://kunstradio.at/2002A/27_01_02/laradia-it.html
LA RADIA
Manifesto futurista dell'ottobre 1933
(Pubblicato nella "Gazzetta del Popolo")
La radia non deve essere:
1. teatro perchè la radio ha ucciso il teatro già sconfitto dal cinema-sonoro
2. cinematografo perché il cinematografo é agonizzante:
a) di sentimentalismo rancido di soggetti
b) di realismo che avvolge anche alcune sintesi simultanee
c) di infinite complicazioni tecniche
d) di fatale collaborazionismo banalizzatore
e) di luminositá riflessa = inferiore alla luminositá autoemessa della radio-televisiva
3. libro perché il libro che ha la colpa di avere resa miope l'umanità implica qualcosa di pesante strangolato soffocato fossilizzato e congelato (vivranno solo le grandi tavole parolibere luminose unica poesia che ha bisogno di essere vista)
La radia abolisce:
1. lo spazio o scena necessaria nel teatro compreso il teatro sintetico futurista (azione svolgentesi su una scena fissa e costante) e nel cinema (azioni svolgentisi su scene rapidissime variabilissime simultanee e sempre realiste)
2. il tempo
3. l'unità d'azione
4. il personaggio teatrale
5. il pubblico inteso come massa giudice autoeletto sistematicamente ostile e servile sempre misoneista sempre retrogrado
La radia sará:
1. Libertá da ogni punto di contatto con la tradizione letteraria e artistica
Qualsiasi tentativo di riallacciare la radia alla tradizione é grottesco
2. Un'Arte nuova che comincia dove cessano il teatro il cinematografo e la narrazione
3. Immensificazione dello spazio
Non piú visibile nè incorniciabile la scena diventa universale e cosmica
4. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazione emesse da esseri viventi da spiriti viventi o morti drammi di stati d'animo rumoristi senza parole
5. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse dalla materia Come oggi ascoltiamo il canto del bosco e del mare domani saremo sedotti dalle vibrazioni di un diamante o di un fiore
6. Puro organismo di sensazioni radiofoniche
7. Un'arte senza tempo nè spazio senza ieri e senza domani La possibilitá di captare stazioni trasmittenti poste in diversi fusi orari e la mancanza della luce distruggono le ore il giorno e la notte La captazione e l'amplificazione con le valvole termojoniche della luce e delle voci del passato distruggeranno il tempo
8. Sintesi di infinite azione simultanee
...
Ilaria Restivo
Segnalo inoltre questo video dell'Istituto Luce che fa parte della playlist «La radio raccontata dai cinegiornali Luce» dove si può trovare altro materiale interessante:
RispondiElimina- S.S. Pio XI e S.E. Marconi inaugurano la nuova stazione a onde ultra corte che collega la Città:
https://youtu.be/dogQc8oVMRA?list=PLoyeQbSxPbaiHC4gjPqWIzDyjZmMFnG9H
Ilaria Restivo
Nel 1895, a coronamento degli esperimenti condotti nella casa paterna di Villa Griffone a Pontecchio presso Bologna, il ventunenne Guglielmo Marconi ottenne alcuni risultati fondamentali per le applicazioni delle onde elettromagnetiche, risultati che segnarono la nascita della radio come sistema per trasmettere informazioni. Prendeva così avvio un processo destinato a incidere profondamente sullo sviluppo dell'umanità per tutto il ventesimo secolo.
RispondiEliminaE' convinzione di chi scrive che la radio, intesa come possibilità di trasmettere informazione a grande distanza mediante onde elettromagnetiche a propagazione libera è nata attraverso un “parto” lungo e difficile; un “parto” che ha avuto inizio nella primavera del 1895 con le prime esperienze di Pontecchio sopra ricordate, e si è concluso nel 1901, sulla collina di Signal Hill a San Giovanni di Terranova, con la prima trasmissione transatlantica. Di conseguenza, se si vuole parlare dell'invenzione della radio si deve parlare di tutto il periodo sopra citato e non soltanto di un avvenimento.
Ciò ha, fra l'altro, un vantaggio: infatti, se si dà questa interpretazione all'espressione “invenzione della radio” si può sgombrare il campo da qualsiasi disputa, più o meno cavalleresca, su chi sia il vero “inventore della radio”, dato che nessuno prima di Marconi ha mai compiuto l'insieme di imprese che egli portò a termine nell'arco di tempo che va dal 1895 al 1901, anche se poi, a cose fatte e risapute, la priorità di alcune gli venne contestata. A questo proposito un grande elettrotecnico, Charles Steinmetz, disse nel 1922: “Prima che Marconi presentasse al mondo la sua invenzione nessuno avrebbe mai creduto che egli avrebbe potuto farla, mentre dopo molti la avevano già fatta prima di lui.”
link:http://www.radiomarconi.com/marconi/popov/corazza.html
https://youtu.be/xuoviOa1dPI
RispondiElimina1.I cervelli in fuga non sono una novità dei nostri tempi. Lo era anche uno degli inventori italiani più conosciuti al mondo: Guglielmo Marconi. Appena ventenne, nella primavera del 1896, infatti, solcava la Manica in compagnia della madre per ottenere fondi per i suoi studi sulla trasmissione telegrafica senza fili.
Ma torniamo indietro di qualche anno. Secondo quanto si racconta, in una notte di dicembre del 1892, Guglielmo sveglia la madre e la conduce emozionato nella soffitta dove portava avanti i suoi esperimenti. Qui le mostrò che riusciva a far suonare un campanello elettrico su di un apparecchio ricevente (come quelli del telegrafo di Morse) posizionato all’estremità opposta della stanza, premendo un tasto telegrafico. Successivamente Marconi trasmette segnali a distanze sempre più ampie e ottiene l’interesse – e quindi i finanziamenti – del padre. Grazie ai nuovi mezzi economici e all’aiuto del fratello maggiore Alfonso e del maggiordomo, riesce a mettere insieme una strumentazione di emissione e ricezione più potente – inventando il sistema antenna-terra - e a spostare i suoi esperimenti all’aperto.
Nell’estate del 1985 fa trillare il suo campanello prima a un chilometro di distanza, oltre la collina dietro villa Griffone (la casa paterna), e poi oltre i due chilometri. È in questa occasione che festeggia la riuscita del suo tentativo con il famoso colpo di fucile.
A questo punto della storia che si conferma il detto “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. In questo caso si tratta di Annie Jameson, cittadina britannica e madre di Guglielmo. Dopo che l’invenzione del figlio viene derisa dalle autorità italiane e in particolare dal ministero delle Poste, la donna scrive all’ambasciatore italiano a Londra chiedendo consiglio. La risposta è di portare immediatamente il giovane sull’isola, dove potrà brevettare le sue invenzioni e trovare facilmente finanziamenti per sviluppare applicazioni pratiche e commercializzabili. E così accade: nella primavera del 1896 Marconi, accompagnato dalla madre, arriva a Londra dove deposita diversi brevetti, tra cui quello definitivo per la radio il 2 giugno dello stesso anno. Tuttavia la paternità dell’invenzione fu presto messa in discussione.
In quegli anni, infatti, altri stavano lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, e il primo a sostenere – e probabilmente a dimostrare – la possibilità di sfruttare le onde elettromagneticheper la trasmissione a distanza fu Nikola Tesla, inventore serbo di nascita, ma cittadino statunitense (lo stesso delle bobine in grado di generare i fulmini, lo stesso che ha dato il nome all’unità di misura dell’induzione magnetica, lo stesso della corrente alternata). Diversamente dai suoi avversari, però, che avevano una forte formazione accademica e che si concentravano prima sulla dimostrazione teorica delle proprie idee, Marconi era molto più pragmatico. Andava avanti per sperimentazioni, anche appoggiandosi – come lui stesso riconosceva – ai risultati di altri scienziati, ed era sempre orientato a trovare un’applicazionepratica e commercializzabile. Come ricorda Ito De Rolandis in un articolo del 2009, se Marconi brevetta ogni scoperta e la converte in un’applicazione pratica commercializzabile è anche per restituire al padre il capitale prestato.
https://books.google.it/books?id=OuCfZJCxLKkC&pg=PA16&lpg=PA16&dq=le+radio+libere+ligabue&source=bl&ots=7oxiAyif8Q&sig=QVPGfAxe80p5-hKe7Lk-8WTcR-k&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiw3Z7K_ejMAhWKcRQKHTVAAggQ6AEIMzAD#v=onepage&q=le%20radio%20libere%20ligabue&f=false
RispondiEliminaAllego una parte di intervista fatta a Luciano Ligabue da Riccardo Bertoncelli. Qui si parla dell' effetto della radio, e soprattutto delle redio libere, sulla vita e sulla carriera di uno dei maggiori cantantautori italiani.
Espedito Iannini
IN ALLEGATO:
RispondiEliminaUn libro molto interessante di Angela Ida De Benedictis che tratta la tematica: Radiodramma e arte radiofonica, storia e funzioni della musica per radio in Italia.
https://books.google.it/books?id=S6c_xtNaWYwC&pg=PA4&lpg=PA4&dq=saggio+critico+sulla+radio&source=bl&ots=2Y0AvM5zFs&sig=VxR28t4i89IF1IhSP31RH7finAw&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjk1YCFgOnMAhXFtxQKHb6LDKwQ6AEILDAD#v=onepage&q=saggio%20critico%20sulla%20radio&f=false
Radio waves were first generated by German physicist Heinrich Hertz in 1887, who used micrometer spark gaps attached to dipole and loop antennas to detect them.[4][5] However these primitive devices are more accurately described as radio wave sensors, not "receivers", as they could only detect radio waves within about 100 feet of the transmitter, and were not used for communication.
RispondiEliminaHeinrich Rudolf Hertz (German: [hɛɐʦ]; 22 February 1857 – 1 January 1894) was a German physicist who first conclusively proved the existence of electromagnetic waves theorized by James Clerk Maxwell's electromagnetic theory of light. Hertz proved the theory by engineering instruments to transmit and receive radio pulses using experimental procedures that ruled out all other known wireless phenomena. The unit of frequency – cycle per second – was named the "hertz" in his honor.
https://youtu.be/xuoviOa1dPI
RispondiEliminariporto un link sulla storia della nascita della radio
Uno degli effetti della nascita della radio furono la nascita delle prime stazioni e scalpori nel mondo.
RispondiEliminaLo sbarco dei marziani sulla Terra: il pesce d’aprile più famoso della storia
Il più famoso è senza dubbio quello del 1938 a firma del grande Orson Welles. Nello scherzo ideato dal grande regista, venne trasmessa per radio una “diretta” dello sbarco dei marziani sulla Terra. Lo scherzo in realtà non avvenne in quella data: per problemi tecnici venne posticipato al 30 ottobre ma oggi viene comunque ricordato come uno dei più clamorosi pesci d’aprile. Lo sbarco era palesemente registrato con tanto di spot inseriti all’interno. Ciò nonostante, la “Guerra dei Mondi” scatenò il panico nel paese. Tra i 60 pesci d’aprile segnalati dal Corriere ce ne sono alcuni molto divertenti. Uno di questi è quello ideato in Svezia nel 1962. All’epoca, esisteva un solo canale televisivo che trasmetteva in bianco e nero. Il 1 aprile un tecnico apparve al notiziario dicendo che, grazie ad una nuova scoperta tecnologica, i telespettatori avrebbero potuto convertire i loro apparecchi per permettere loro di ricevere le trasmissioni a colori. E come avveniva la conversione? Semplice: attraverso una calza di nylon da mettere sopra lo schermo. Più macabro invece il pesce d’aprile ideato a Firenze nel 1967 dall’URFA, Ufficio recuperi felini abbandonati. Un volantino annunciò che i gatti erano banditi dalla città. Alcuni abitanti, dopo aver letto il volantino, gettarono gli animali nell’Arno.
Radio Pirata
RispondiEliminaBreve riassunto preso da http://www.musicaememoria.com/radio_pirata_radio_libere.htm che spiega il percorso delle radio clandestine.
La musica è legata strettamente alla radio, che è tuttora il principale mezzo di diffusione e di conoscenza delle novità musicali, anche se Internet è il futuro e ormai anche il presente, soprattutto grazie a YouTube. La radio ha avuto la sua stagione di massima espansione nell'era delle radio libere. Che in realtà hanno iniziato il loro viaggio come radio pirata, perché trasmettevano eludendo esplicitamente la legge, in modo un po' temerario, semi-legale o illegale del tutto, fuori dai confini e dalle acque territoriali. Era l'avventurosa vicenda delle radio off-shore degli anni '60, che poi sono diventate radio libere, sempre alternative, ma che sfruttavano le aperture e le possibilità offerte dal vento di libertà e di anarchia degli anni '70, ma che col tempo sono diventate semplicemente radio private, nel senso proprio di "imprese private", sempre meno interessate alla libertà e sempre più al profitto, premessa per la sopravvivenza.
Alcuni registi si sono ispirati al tema della radio pirata, in particolare io ne ho visti due:
I love radio rock - https://www.youtube.com/watch?v=vi2AWXIE7cg
Radiofreccia - https://www.youtube.com/watch?v=9EWJNG9Ns-Y
Pubblico due video divertenti che raccontano la nascita della radio e delle trasmissioni radiofoniche:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
https://www.youtube.com/watch?v=xMDXef6DCjY
Pubblico un video sulla nascita della radio, nel quale viene spiegato in modo molto semplice il percorso che ha avuto.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=xuoviOa1dPI
"goooooood morning vietnam!!!"
RispondiElimina"Adrian Cronauer apre il suo programma che, tra una battuta e l’imitazione di un politico statunitense, accende i riflettori sulle assurde ragioni della guerra (una “sporca guerra” per impedire il dominio comunista nel Vietnam del Sud). A condire il tutto, la ribelle musica rock. Il dj rivoluziona la radio militare finora caratterizzata da programmi melensi; mette in un angolo i dischi di Paul Anka per suonare quelli di James Brown, Wilson Pickett.
Un successo. Le simpatiche performances di Cronauer conquistano i soldati ma non i suoi superiori, il sergente maggiore Phillip Dickerson ed il tenente Steven Hauk preoccupati e non poco dal suo anticonformismo che, più che diseducativo, reputano pericoloso.
Pericoloso perché avrebbe potuto risvegliare le coscienze dei soldati, metterli in riga per poi spingerli al dietrofront; meglio, quindi, affidarsi ad uno strumento di potere che ne manipolasse il pensiero.
Non è un caso che la radio militare, prima dell’arrivo di Cronauer, si attenesse ad uno stile sobrio e trasmettesse musica tradizionale; un modo per tranquillizzare tutti anche di fronte ai crimini dell’aviazione americana, rea di aver bruciato tanti vietnamiti con le bombe al napalm."
è così che in un film tragi-comico, la radio trova il suo posto come strumento di condivisione di idee e di innalzamento delle coscienze globali.
Credo che sia stato un ruolo molto importate quello della radio in periodi come le guerre, specialmente in momenti dove le notizie erano filtrate e la maggior parte della popolazione non sapeva leggere i giornali. Detenere il controllo delle radio, significava avere il potere e propagranda.
https://www.youtube.com/watch?v=3mJoHqmtFcQ
Jessica Grandola
I cervelli in fuga non sono una novità dei nostri tempi. Lo era anche uno degli inventori italiani più conosciuti al mondo: Guglielmo Marconi. Appena ventenne, nella primavera del 1896, infatti, solcava la Manica in compagnia della madre per ottenere fondi per i suoi studi sulla trasmissione telegrafica senza fili.
RispondiEliminaMa torniamo indietro di qualche anno. Secondo quanto si racconta, in una notte di dicembre del 1892, Guglielmo sveglia la madre e la conduce emozionato nella soffitta dove portava avanti i suoi esperimenti.
Qui le mostrò che riusciva a far suonare un campanello elettrico su di un apparecchio ricevente (come quelli del telegrafo di Morse) posizionato all’estremità opposta della stanza, premendo un tasto telegrafico. Successivamente Marconi trasmette segnali a distanze sempre più ampie e ottiene l’interesse – e quindi i finanziamenti – del padre.
Grazie ai nuovi mezzi economici e all’aiuto del fratello maggiore Alfonso e del maggiordomo, riesce a mettere insieme una strumentazione di emissione e ricezione più potente – inventando il sistema antenna-terra - e a spostare i suoi esperimenti all’aperto. Nell’estate del 1985 fa trillare il suo campanello prima a un chilometro di distanza, oltre la collina dietro villa Griffone (la casa paterna), e poi oltre i due chilometri. È in questa occasione che festeggia la riuscita del suo tentativo con il famoso colpo di fucile.
A questo punto della storia che si conferma il detto “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. In questo caso si tratta di Annie Jameson, cittadina britannica e madre di Guglielmo. Dopo che l’invenzione del figlio viene derisa dalle autorità italiane e in particolare dal ministero delle Poste, la donna scrive all’ambasciatore italiano a Londra chiedendo consiglio. La risposta è di portare immediatamente il giovane sull’isola, dove potrà brevettare le sue invenzioni e trovare facilmente finanziamenti per sviluppare applicazioni pratiche e commercializzabili. E così accade: nella primavera del 1896 Marconi, accompagnato dalla madre, arriva a Londra dove deposita diversi brevetti, tra cui quello definitivo per la radio il 2 giugno dello stesso anno. Tuttavia la paternità dell’invenzione fu presto messa in discussione.
In quegli anni, infatti, altri stavano lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, e il primo a sostenere – e probabilmente a dimostrare – la possibilità di sfruttare le onde elettromagnetiche per la trasmissione a distanza fu Nikola Tesla, inventore serbo di nascita, ma cittadino statunitense (lo stesso delle bobine in grado di generare i fulmini, lo stesso che ha dato il nome all’unità di misura dell’induzione magnetica, lo stesso della corrente alternata). Diversamente dai suoi avversari, però, che avevano una forte formazione accademica e che si concentravano prima sulla dimostrazione teorica delle proprie idee, Marconi era molto più pragmatico. Andava avanti per sperimentazioni, anche appoggiandosi – come lui stesso riconosceva – ai risultati di altri scienziati, ed era sempre orientato a trovare un’applicazione pratica e commercializzabile. Come ricorda Ito De Rolandis in un articolo del 2009, se Marconi brevetta ogni scoperta e la converte in un’applicazione pratica commercializzabile è anche per restituire al padre il capitale prestato.
Se è vero che la teoria dietro alle sue invenzioni probabilmente non è tutta farina del suo sacco, è altrettanto vero però che il grande merito di Guglielmo Marconi è stato quello di mettere insieme tutti i pezzi in uno strumento unico e trovargli un’applicazione. A turno Tesla e Marconi si videro riconosciuta la paternità della radio: l’italiano nel 1911 la ebbe dalla High Court britannica; nel 1943 invece la Corte Suprema degli Stati Uniti diede la precedenza ai brevetti di Tesla, ma solo nel territorio.
Valentina Valanzano