Blog dedicato al corso di "Teoria e metodo dei mass media" (ABPC 65) prof. Vito Campanelli
mercoledì 20 aprile 2016
L'alba della fotografia
Gli studenti sono invitati a trovare informazioni (articoli, saggi critici, notizie biografiche, immagini, video ecc.) sulla nascita della fotografia e a pubblicarle come reply a questo post.
Allego un link di un articolo della Nikon School dove si parla della nascita della fotografia, esattamente nel 1839, con le prime macchine dagherrotipiche.
Voglio affrontare la storia della fotografia più da un punto di vista artistico. Allego qui sotto due link, il primo un po più storico e il secondo prettamente basato sulla fotografia come forma d'arte: - http://www.collezionedatiffany.com/breve-storia-della-fotografia-parte-1/ - http://kigeiblog.myblog.it/2010/01/18/la-fotografia-come-forma-d-arte-parliamo-dei-primi-passi/
Propongo le teorie del professore Diego Mormorio sulle origini greche della fotografia. Nel suo libro "Una invenzione fatale" egli approfondisce la tesi secondo cui la volontà di fissare un attimo nell'eternità era già insita nel pensiero classico degli antichi greci che nella loro forma di rappresentazione, a dispetto degli antichi egizi, visualizzavano le cose così come erano in un determinato istante e in un determinato punto di vista: prima rappresentazione naturalistica.
“Dall’Antica Grecia in poi, la nostra cultura vive nell’angoscia di veder sparire le cose […] il tempo ci appare come il fagocitatore di tutto. Esso travolge ogni bellezza, assieme a tutte le bruttezze del mondo. […] La cultura occidentale è cresciuta su questa visione nichilista del mondo. […] Con la fotografia l’Occidente ha arginato una parte dell’angoscia che deriva dal nichilismo sul quale si fonda. La fotografia ha dato all’individuo la possibilità di creare un frammento di eternità. […] Lungi dall’essere un semplice fatto tecnico, la fotografia è un fenomeno mentale. Affonda le sue radici in questo spirito della meccanizzazione e nella concezione nichilista delle immagini. Tra il naturalismo greco e la fotografia non vi è alcuna distanza. L’artista greco e quello che usa la fotografia provengono dallo stesso luogo e vanno verso la stessa meta. Vengono dall’idea che tutte le cose, comparendo, inevitabilmente scompaiono nel nulla. Sono mossi da un sentimento che lega l’uomo all’attimo. Dall’idea che l’attimo è la misura di tutte le cose. E che, nella loro comparsa, tutte le cose sono lì per essere afferrate. Fu a partire da questa concezione del mondo che il naturalismo greco si affermò e aprì la strada alla fotografia.”
Diego Mormorio, "Catturare il tempo. Lentezza e rapidità nella fotografia."
La parola fotografia deriva dal greco antico ed è composta dai due termini φῶς (phôs, pronuncia fos) e γραφή (graphè, pronuncia grafé). Il primo significa luce mentre il secondo si traduce in scrittura o disegno: ovvero la scrittura eseguita con la luce. La storia della fotografia è ben più antica di quanto si possa immaginare ed affonda le proprie radici molto indietro nella storia dell’uomo. Molti filosofi, infatti, descrivono il processo della camera oscura ben prima che essa fu inventata. Dal filosofo cinese Mo-Ti nel V secolo a.C., passando per Aristotele nel IV a.C per giungere ad Euclide, che nel suo trattato "l'Ottica", descrisse una rudimentale camera oscura. Inoltre, durante il Medioevo gli alchimisti crearono casualmente il cloro (scaldando del cloruro di sodio, il sale) e si resero conto, sempre per caso, che combinando il cloro con l’argento si creava una sostanza (il cloruro di argento) bianca al buio e viola scuro alla luce diretta del sole. Avevano insomma scoperto il primo composto fotosensibile. Il termine camera obscura fu coniato da Giovanni Keplero ed indicava un ambiente buio dalle differenti dimensioni (poteva essere una scatola o anche una stanza), in cui, su una parete, era praticato un foro stenpeico. Attraverso il foro stenopeico i raggi luminosi provenienti da oggetti esterni si incrociano proiettando sulla parete opposta un’immagine capovolta degli stessi oggetti. Fu nel 1544 ad opera del matematico olandese Rainer Frisius che venne disegnata la prima camera oscura. Da quel momento vennero inventate diverse versioni dalle forme più bizzarre e per gli usi più variegati, con gli esempi più importanti nel 1646 con il gesuita Kircher che realizzò una camera oscura dalle enormi dimensioni tale da poter ospitare al suo interno comodamente più di una persona. Infine, nel 1657 fu il gesuita Schott ad inventare la camera oscura dotata di messa a fuoco. Ovviamente in parallelo allo sviluppo della camera oscura, si lavorò tantissimo anche sul modo d fissare in maniera indelebile le immagini proiettate all'interno della camera stessa. Bisogna però attendere il 1727 quando il tedesco Johann Heinrich Schulze creò un composto che reagiva alla luce solare: colpito da questa diventava rosso scuro. La sostanza fu chiamata scotophorus. Ovviamente, non essendo “fissata”, le immagini restavano visibili solo temporaneamente in quanto, durante l’osservazione delle stesse, assorbivano luce solare annerendosi a loro volta. Fu comunque il fisico Italiano Giovanni Battista Beccaria a provare scientificamente che il fenomeno dell’annerimento era dovuto alla presenza di sali d’argento, un materiale sensibile alla luce del sole. La data da ricordare è però il 1819: Herschel scopre che il trisolfato di sodio può fissare definitivamente un’immagine catturata da un foglio imbevuto di nitrato d’argento. Il Trisolfato di sodio infatti “elimina” tutto l’argento che non ha reagito alla luce, evitando quindi che il foglio si scurisca una volta lasciato alla luce del sole. E’ nata la fotografia. I più importanti fotografi del tempo, da menzionare sono: Niepce, a cui dobbiamo nel 1827 la più antica fotografia mai giuntaci; Daguerre, poiché con lui nel 1839 nasce la fotografia commerciale, sarà proprio lui ad imporre il processo fotografico grazi all'interessamento del governo francese che acquistò il brevetto e lo rese libero. Sempre Daguerre nel 1831, si accorse che lo ioduro d’argento era sensibile alla luce. Ma ancor più importante, riuscì a fissare l’immagine latente e lo fece per errore, quasi per caso. Definì nel 1837 il processo che lo portò a tale "errore" e lo chiamò Dagherrotipo. Talbot, nel 1841 in Inghilterra, creò il metodo chiamato calotipia, cioè una tecnica basata sull'utilizzo di un negativo di carta. In questo modo, partendo da una sola matrice, era possibile creare tantissime copie. Nasce con lui la fotografia analogica attuale.
BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA "La fotografia ha una data di nascita “ufficiale”: 9 luglio 1839 quando al procedimento fotografico di Louis Jacque Mandè Daguerre (1787- 1851), scenografo e creatore di diorami, viene concesso il brevetto dall’Accademia delle Scienze di Parigi. Il suo socio, e vero “scienziato”, Joseph Nicéphore Niepce (1765-1833), che già negli anni venti aveva prodotto diverse eliografie, muore prima di vedere questo riconoscimento. Nasce così il Dagherrotipo (1839-1860 ca.): una lastra ricoperta d’argento che, esposta ai vapori dello iodio (ioduro d’argento), messa in camera oscura e posizionata davanti al soggetto da riprendere, dopo una posa decisamente lunga e un lavaggio in sale marino e mercurio (per eliminare ogni residuo di ioduro d’argento che potesse continuare a scurirsi), mostra un’immagine speculare dell’oggetto ripreso. Di una nitidezza e lucentezza sconvolgente per l’epoca, questa tecnica rivoluziona il mondo del ritratto, ora alla portata di tutti, e della memoria familiare e collettiva. Rivela inoltre all’uomo la sua pochezza nell’ osservazione diretta della natura, minando il suo senso di assoluto. Il dagherrotipo è un unicum, da cui è impossibile ricavare delle copie. Più o meno negli stessi anni, in Inghilterra, William Henry Fox Talbot (1801-1877) fa esperimenti trattando fogli di carta con nitrato d’argento e poi applicandoci sopra degli oggetti (foglie, pizzi, etc.) ed esponendoli alla luce; ne derivano immagini negative definite “disegni fotogenici” che vengono lavati in un bagno di fissaggio con sale da cucina. Questi sono poi usati come negativi, posti a contatto con altri fogli sensibilizzati ed esposti alla luce anche per un paio d’ore. L’uso protratto, però, li rende illeggibili in breve tempo; si deve allo scienziato Sir John F.W. Herschel (1738-1822) l’invenzione del bagno di fissaggio definitivo: l’iposolfito di sodio, usato ancora oggi. Nel 1841 Talbot perfeziona la sua tecnica lasciando esposti alla luce i fogli per poco tempo e “sviluppando” poi, con bagni chimici, l’immagine latente creando i primi negativi su carta: i calotipi , che vengono usati per creare positivi per contatto. Tutta la stampa del periodo avviene per contatto e non per proiezione così il positivo ha sempre le stesse dimensioni del negativo...."
Timeline della Fotografia Molti secoli fa Negativo: troppo scuro per chi non vuol vedere, abbastanza chiaro per chi vuol vedere
Sindone è la denominazione di un antichissimo lino con immagine d'uomo negativa. Alcuni lo ritengono il Sudario di Gesù Cristo, altri un falso medievale. Gli esami scientifici non hanno potuto rilevare la presenza di pigmenti e l’immagine appare piuttosto prodotta da un’azione chimico-fisica, proprio come lo sarebbe una fotografia. 1545 Camera Obscura
1760 La Fotografia sognata
1700-1800 ca. Fotosensibilità dei sali d'argento
1816 Esperimenti di Niépce con l'argento
1824 La prima fotografia
7 gennaio 1839 Annuncio pubblico dell’invenzione della dagherrotipia
30 gennaio 1839 Prima fotografia negativo/positivo fissata
1 febbraio 1839 Herschel insegna a Talbot come fare fotografie
8 febbraio 1841 Talbot brevetta il calotipo (Talbotype)
13 Aprile 1839 Primo negozio di prodotti fotografici
Il link che allego alla fine contiene la storia della fotografia partendo dalla scoperta della camera oscura, passando dalla prima fotografia della storia all’invenzione della macchina fotografica e arrivando al digitale e alle sue evoluzioni più odierne.
Utilizzata da Guglielmo di Saint-Cloud nel 1200 per registrare la posizione del sole, nel 1500 circa fu largamente usata dai pittori vedutisti per ricopiare i paesaggi. Sarà la camera oscura ad ispirare Daguerre per la sua fotocamera a carrelli scorrevoli.
Ho pensato di allegare questo link, che attraverso un'infografica (gettonate sempre da tutti, forse per la loro chiarezza e creatività grafica), spiega la storia della fotografia e la sua evoluzione in chiave moderna.
La fotografia di Louis Daguerre l’inventore del dagherrotipo, Boulvard du Temple, è la prima fotografia scattata di un essere umano. Nel questo foto ci sono due uomini, un lastrascarpe e un suo cliente che sono rimasti immobili per quasi venti minuti. Nei primi dagherrotipi soltanto cio che restava fermo risultava chiaramente definito, mentre chiunque si trovava a passare davanti all’obiettivo per qualche istante non lasciava alcuna traccia sulla lastra. Questo foto fu eseguita a meta mattina, cioe un’ora in cui il boulvard era frequentatissimo. Ma solo vediamo le figure di due persone. http://www.ilpost.it/2014/11/06/prima-foto-essere-umano/foto-daguerre-1838/
https://youtu.be/iL7vAC7ActM https://youtu.be/AuimlT6drjY?list=PL40321CBA5CAD22CA La storia della fotografia descrive le vicende che portarono alla realizzazione di uno strumento capace di registrare il mondo circostante grazie all'effetto della luce. Utilizzando le scoperte e gli studi iniziati già nell'antica Grecia, la fotografia si concretizzò agli inizi dell'800 e si sviluppò arrivando alla riproduzione del colore e all'utilizzo di supporti digitali, imponendosi inoltre come mezzo artistico capace di supportare e affiancare le altre arti visuali.
La fotografia si è affermata nel tempo dapprima come procedimento di raffigurazione del paesaggio e dell'architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo. La diffusione sempre maggiore del mezzo fotografico portò ad uno sviluppo della sensibilità estetica e all'indagine artistica del nuovo strumento, consentendone l'accesso nelle mostre e nei musei. Ebbe inoltre un ruolo fondamentale nello sviluppo del giornalismo e nel reportage e il miglioramento della tecnologia ne contribuì l'estensione anche nella cattura di immagini dello spazio e del micromondo. Già il filosofo Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un'immagine circolare[senza fonte]. Lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham giunse, (prima del 1039), alle stesse conclusioni, definendo la scatola nella quale tutte le immagini si riproducevano con il termine "camera obscura". Nel 1515 Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche, descrisse una camera oscura che chiamò "Oculus Artificialis" (occhio artificiale). Un apparecchio del genere, usato per studiare l'eclissi solare del 24 gennaio 1544, fu illustrato dallo scienziato olandese Rainer Geinma Frisius. A Gerolamo Cardano fu da attribuirsi, nel 1550, l'utilizzo di una lente convessa per aumentare la luminosità dell'immagine, mentre il veneziano Daniele Barbaro, nel 1568, utilizzò una sorta di diaframma di diametro inferiore a quello della lente per ridurre le aberrazioni. Catturare la luce richiese però la comprensione dei materiali fotosensibili, che, anche se conosciuti fin dal Medioevo, non furono studiati a fondo fino al 1727, quando lo scienziato tedesco Johann Heinrich Schulze, durante alcuni esperimenti con carbonato di calcio, acqua regia, acido nitrico e argento, scoprì che il composto risultante, fondamentalmente nitrato d'argento, reagiva alla luce. Si accorse che la sostanza non si modificava se esposta alla luce del fuoco (ortocromatismo, contrapposto a pancromatismo ), ma diveniva rosso scura se colpita dalla luce del sole, esattamente come per la maggior parte delle pellicole e carte in bianco e nero diffuse fino alla prima metà del Novecento e basate sugli alogenuri argentici non modificati. Ripeté l'esperimento riempiendo una bottiglia di vetro che, dopo l'esposizione alla luce, si scurì solo nel lato illuminato. Chiamò la sostanza scotophorus, portatrice di tenebre. Una volta pubblicati, gli studi di Schulze provocarono fermento nell'ambiente della ricerca scientifica.
"La democratizzazione della fotografia ora era davvero compiuta e la prima rivoluzione fotografica attuata. Fortunatamente, perché senza la pellicola flessibile di George Eastman e la Box Kodak, che resero la pratica fotografica accessibile a tutti, essa non si sarebbe mai diffusa su larga scala e..."
Interessante articolo sull'avvento della fotografia di massa. Nell'articolo sono indicate le invenzioni e gli artisti pionieri di questo fenomeno ed in che modo si è sviluppato nella società.
In questo link da me allegato si trova tutta una dettagliata analisi storiografica ordinata perfettamente per anno, sulla nascita e sviluppo della macchina fotografica e conseguentemente della fotografia stessa. http://www.photogallery.it/storia/icrono.html
Consiglio la lettura di "CATTURARE IL TEMPO Lentezza e rapidità nella fotografia" di DIEGO MORMORIO edizioni Postcart 2011
Un libro scorrevole e di facile lettura, racconta la storia della fotografia a partire dal tempo di posa, trattando così il tema della rapidità e della lentezza. Dall’origine greca dell’immagine fotografica, per poi partire dalla prima fotografia di Nicéphore Niepce, ottenuta con otto ore di posa nel 1826-27. Passando dalla prima dagherrotipia in cui compare una persona e giungendo infine alle immagini ottenute con l’illuminazione stroboscopica ottenute dall’ingegnere elettronico americano Harold Eugene Edgerton e dal grande fotografo di origine albanese Gjon Mili. Non senza aver portato il lettore nell’affascinante mondo del primo reportage, realizzato nel 1843 dagli scozzesi David Octavius Hill e Robert Adamson, nel villaggio di pescatori di Newhaven , vicino a Edimburgo, ora parte di questa città. Diego Mormorio, docente di Documentazione Fotografica presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, va dunque dalle immagini ottenute con lunghissime pose fino a quelle realizzate con un milionesimo di milionesimo di secondo.
«In questi nostri tempi tristi, è sorta una nuova industria che ha contribuito non poco a rafforzare la stupidità nella propria fede a distruggere quanto poteva restare di divino nello spirito francese. Va da sé che questa folla idolatra esigeva un ideale degno di sé e conforme alla propria natura. Nella pittura e nella scultura, il Credo attuale della società altolocata, soprattutto in Francia (e non credo che nessuno vorrà sostenere il contrario), è il seguente: «Credo nella natura e non credo che nella natura (e vi sono buoni motivi per questo). Credo che l’arte sia e non possa essere se non la riproduzione fedele della natura (una setta timida ed eretica pretende che siano scartati gli oggetti di natura ripugnante, quale un vaso da notte o uno scheletro). Perciò l’industria che ci desse un risultato identico alla natura sarebbe l’arte assoluta». Un Dio vendicatore ha esaudito i voti di questa moltitudine. E Daguerre fu il suo messia. E allora la folla disse a sé stessa: «Giacché la fotografia dà tutte le garanzie desiderabili di esattezza (credono proprio questo, gli stolti!), l’arte è la fotografia». Da allora, la società immonda si riversò, come un solo Narciso, a contemplare la propria immagine volgare sulla lastra. Una frenesia, uno straordinario fanatismo si impossessò di tutti questi nuovi adoratori del sole».
Da Scritti sull'arte, Charles Baudelaire Piccola Biblioteca Einaudi 2004 pp. 219-220
Mi sono concentrata sul'arte; in particolar modo sugli Impressionisti; forse i primi che la trovarono un'invenzione geniale. ''Il rapporto tra fotografia e arte tradizionale, in particolar modo la pittura, fu da subito di amore e odio. Inizialmente la nuova invenzione fu accolta con scetticismo, al punto che il pittore Paul Delaroche affermò “da oggi la pittura è morta”. Questa tecnica fu tuttavia un aiuto ai pittori “tradizionali”, che trovavano nelle fotografie un supporto da cui elaborare la realtà tramite la propria impronta personale. Il movimento, l’energia in atto, l’intensità vitale delle cose potevano essere riprodotti attraverso un’immagine immanente del divenire, creata e sentita in prima persona dall’artista futurista. Nel corso dello sviluppo del movimento cubista Picasso si servì della fotografia per studiare i valori delle superfici, e fu pure lui stesso fotografo, utilizzando distorsioni ottiche dell’obiettivo grandangolare per ottenere visioni particolari della realtà.
I primi ad approfittare di questa situazione furono gli impressionisti che, per raggiungere i propri scopi, si avvalsero anche della fotografia stessa. Essi scelsero di rappresentare la realtà cogliendone le impressioni istantanee, portando la pittura a esaltare su tutto la sensazione dell’attimo fuggente.Secondo i pittori impressionisti la realtà muta continuamente d'aspetto, il realismo oggettivo doveva quindi essere sostituito dall’impressione colta in un attimo. La luce varia a ogni istante, le cose si muovono spostandosi nello spazio: la visione di un momento è già diversa nel momento successivo.
L’attimo fuggente della pittura impressionista è totalmente diverso dal momento pregnante della pittura neoclassica e romantica, non ha nulla a che fare con le storie: coglie le percezioni e le emozioni. Questo modo di dipingere ha analogie evidenti con la fotografia: anche quest’ultima coglie un'immagine della realtà in una frazione di secondo. Analogamente alla fotografia, gli impressionisti prendono la velocità della sensazione e i particolari tagli di inquadratura, che danno alle loro immagini particolare sapore di modernità. La vicinanza tra il mondo della fotografia e quello dei pittori impressionisti fu resa ancora più evidente nel 1874 quando il fotografo Nadar ospitò presso il suo studio la prima mostra di quadri impressionisti, ritenuti troppo “moderni” per essere esposti al Salon di Parigi.''
anche se probabilmente sono uscito dal tema della discussione pubblico un video interessante che mostra la sperimentazione nel campo della fotografia dei fratelli Bragaglia. Sperimentazione che ha inizio nel 1910. https://www.youtube.com/watch?v=TxaIk26Pc-g Il loro così chiamato "Fotodinamismo" non fu subito accettato dalle avanguardie artistiche anzi in un primo periodo i Futuristi esprimevano la volontà di non venirvi accostati considerandolo non un esperienza artistica ma solo ed esclusivamente una sperimentazione scientifica. Successivamente questo loro pensiero cambiò tanto da pubblicare nel 1930 il "Manifesto della fotografia Futurista" in cui si rivendicano i lavori dei Bragaglia e di cui allego il link. http://www.mediastudies.it/IMG/pdf/Manifesto_della_fotografia_futurista.pdf
La fotografia ha una data di nascita “ufficiale”: 9 luglio 1839 quando al procedimento fotografico di Louis Jacque Mandè Daguerre (1787- 1851), scenografo e creatore di diorami, viene concesso il brevetto dall’Accademia delle Scienze di Parigi. Il suo socio, e vero “scienziato”, Joseph Nicéphore Niepce (1765-1833), che già negli anni venti aveva prodotto diverse eliografie, muore prima di vedere questo riconoscimento. Nasce così il Dagherrotipo (1839-1860 ca.): una lastra ricoperta d’argento che, esposta ai vapori dello iodio (ioduro d’argento), messa in camera oscura e posizionata davanti al soggetto da riprendere, dopo una posa decisamente lunga e un lavaggio in sale marino e mercurio (per eliminare ogni residuo di ioduro d’argento che potesse continuare a scurirsi), mostra un’immagine speculare dell’oggetto ripreso. Di una nitidezza e lucentezza sconvolgente per l’epoca, questa tecnica rivoluziona il mondo del ritratto, ora alla portata di tutti, e della memoria familiare e collettiva. Rivela inoltre all’uomo la sua pochezza nell’ osservazione diretta della natura, minando il suo senso di assoluto. Il dagherrotipo è un unicum, da cui è impossibile ricavare delle copie.
link http://www.collezionedatiffany.com/breve-storia-della-fotografia-parte-1/
Pubblico questa interessante gallery riguardante tutte "le prime volte" della storia della fotografia e gli scatti che hanno fatto epoca secondo National Geographic
il link sotto manda a un'illustrazione che sintetizza l'evoluzione della macchina fotografica. Quello che mi ha colpito e che secondo me su cui bisogna riflettere è l'inserimento del telefono come dispositivo moderno per fotografare.
Rifacendomi al discorso della radio che sarebbe dovuta essere rimpiazzata dalla televisione, è da considerare l’affermazione di Paul Delaroche “da oggi la pittura è morta” che seguì la nascita della fotografia.
Come sappiamo invece la fotografia finì per evolversi in parallelo con la pittura, senza rimpiazzarla.
Inoltre, propongo una serie di immagini che ci mostrano come la fotografia fu usata per aiutare l'arte, cosa che cominciò con gli impressionisti.
"[...]Non esiste una fonte diretta per questa presunta dichiarazione, che però fa parte da sempre della letteratura sull’argomento, e forse non fu dunque casuale la scelta di Arago di domandare proprio all’artista, la cui opinione iniziale era diventata la bandiera degli “avversari” dell’invenzione di Daguerre, di indossare i panni dell’avvocato competente in questa nascente diatriba tra arte tradizionale e nuova tecnica"
Estratto da http://paduaresearch.cab.unipd.it/4865/1/Ultima_versione.pdf Pag. 18-19
Riallacciandomi a ciò che hai scritto, volevo aggiungere:
De la Roche aveva visto nella fotografia un procedimento completo e preciso, elogiandone le forme e l'aspetto tecnico, di implementazione artistica ("in tale procedimento il pittore troverà un mezzo rapido di fare un insieme di studi che,per quanto abbia talento,potrebbe ottenere se non con molto tempo,molta fatica e in un modo molto meno perfetto"). Tant'è vero che molti fotografi furono di ascendenza pittorica ( es, William Frederick Lake Price). E proprio con il pittorialismo, soprattutto nella seconda metà dell'800,si accese la questione della dignità artistica della fotografia, data la sua stretta dipendenza dal mezzo tecnico, rispetto all'arte tradizionale.
Allego il link di un articolo sulla nascita della fotografia: 1839 L'ANNUNCIO DELLA SCOPERTA". http://www.storiadellafotografia.it/2009/10/28/1839-l%E2%80%99annuncio-della-scoperta/
Allego questo articolo che illustra l'impatto che la nascita della fotografia ebbe sull'arte e sulla moda. Sono inoltre specificate in maniera tecnica anche le varie ricerche condotte per giungere alla sua invenzione.
Il libro di Roland Barthes secondo me espone in modo originale e poetico la grande innovazione della fotografia e analizza in modo accurato le sue componenti e gli effetti che quest'ultima ha provocato nella società. Un estratto dell'introduzione del libro: "La camera chiara" di Roland Barthes"
Lo stupore che, nel 1839, colpì i primi increduli spettatori delle immagini di Daguerre non scompare del tutto neppure ai giorni nostri, per quanto sia stato reso più lieve dall’abitudine. Noi stessi oggi, come quelli in passato, ci sorprendiamo rapiti osservando una fotografia. Uno stupore che lo stesso Barthes non riesce a nascondere, ad esempio, di fronte alla fotografia del fratello di Napoleone. Scrive infatti: “sto vedendo gli occhi che hanno visto l’Imperatore.”3 Una frase suggestiva, e indicativa di quale sia la potenza che la fotografia può mettere in campo, e di quale ricezione lo spettatore ne abbia: “vedo gli occhi che videro l’Imperatore”, gli occhi di suo fratello Girolamo: essi sono qui presenti di fronte a me, ora.
Ho trovato questo programma trasmesso dal canale televisivo della Feltrinelli. La prima puntata parla proprio della nascita della fotografia, dei suoi primi sviluppi e dei vari metodi utilizzati dai fotografi del tempo. Credo che questo programma sia una piacevole visione, dato che è raro trovare trasmissioni di un certo tipo in televisione. Vi lascio qui il link
Vorrei soffermarmi sull'importanza della fotografia anche per la più semplice osservazione. Fino alla scoperta della fotografia se si osservano i dipinti in cui compaiono dei cavalli in movimento li si ritrova in delle posizioni così belle quanto lontane dalla realtà, vi riporto qualche esempio perchè possiate vederlo:
Come si potrà notare la posizione in cui i cavalli vengono immortalati in questi dipinti sono frutto dell'impossibilità all'epoca di analizzare fotogramma per fotogramma il movimento del cavallo al galoppo.
solo dopo l'avvento della fotografia ciò fu possibile ed emblematica è questa fotografia di Muybridge:
François Dominique Arago nel suo discorso di presentazione della dagherrotipia,aveva parlato dell'aiuto che la nuova invenzione poteva offrire nei lavori documentativi,come ad esempio "copiare i milioni di geroglifici che coprono perfino all'esterno dei grandi monumenti di Tebe, di Memphis, di Karnark,ecc." Ma naturalmente, non aveva fatto alcun riferimento a un'estetica della fotografia,mentre l'aveva in un certo modo ipotizzata il pittore Paul Delaroche che, nella sua lettera ad Arago,prima della presentazione della sua nuova invenzione aveva scritto:
[…] In una nota redatta su nostra preghiera questo famoso pittore dichiara che i procedimenti del Signor Daguerre portano così avanti la perfezione di certe condizioni essenziali dell’arte che essi diventeranno un argomento di osservazione e di studio per i pittori, anche per quelli più capaci.
Ciò che nei disegni fotografici lo colpisce è che il finito di una preziosità inimmaginabile non turba per nulla la tranquillità delle masse né nuoce in alcun modo all’effetto generale. La correzione della linea, dice altrove il Signor Delaroche, la precisione delle forme è nei disegni del Signor Daguerre più completa che sia possibile e nello stesso tempo vi si riconosce un modellato largo, energico ed insieme così ricco di tono come di effetto… In tale procedimento il pittore troverà un mezzo rapido di fare un insieme di studi che, per quanto abbia talento, non potrebbe ottenere se non con molto tempo, molta fatica ed in modo molto meno perfetto. Il Signor Delaroche, dopo aver combattuto con ottimi argomenti l’opinione di chi ha pensato che la fotografia avrebbe danneggiato i nostri abili incisori, termina la sua nota con le seguenti affermazioni: ‘Riassumendo, la stupenda scoperta del Signor Daguerre, è un enorme favore reso alle arti’
Da Lewis Carroll, scrittore e fotografo Scrittori e fotografia Diego Mormorio
Estratto dal PDF http://paduaresearch.cab.unipd.it/4865/1/Ultima_versione.pdf
Le prime teorie sulla Camera Oscura risalgono al XI e IV secolo a.C. con Alhazen e poi Aristotele. Dopo di loro, molteplici furono gli intellettuali che contribuirono a consolidare la teoria della Camera Oscura. Un anno importante per la Fotografia è il 1826/1827, quando per la prima volta nella storia, Nicéphore Niépce riuscì ad impressionare su lastra di peltro la "Veduta dalla finestra di Gras", con una esposizione durata 8 ore. Fu soltanto nel 1839 che la Fotografia raggiunse il pubblico, con la Dagherrotipia, messa a punto da Louis Daguerre, sulla base dell'esperimento di Niépce. I primi dagherrotipi ben riusciti potevano richiedere anche 20 minuti di posa (ecco perché in quel periodo abbonda la fotografia paesaggistica), per questo motivo - e per molti anni - furono necessari perfezionamenti delle lastre per ridurre i tempi di posa. Consiglio la lettura del libro "Catturare il tempo. Lentezza e rapidità della fotografia." di Diego Mormorio.
Oggi la Fotografia è anche sinonimo di Arte, ma fino ai primi anni del 900 la Fotografia era identificata solo nel campo scientifico-tecnologico. Molteplici furono i Fotografi-Artisti (specialmente nel periodo del Futurismo) che tentarono di far riconoscere la Fotografia come campo artistico. Consiglio in questo senso la lettura del libro "Fotografia e pittura nel novecento e oltre" di Claudio Marra.
Allego il link di un articolo interessante che mi ha colpito per il modo con il quale viene affrontato il tema della nascita della fotografia, attraverso un punto di vista insolito, ma al tempo stesso ovvio: la chimica. L'autrice dell'articolo evidenzia come sia da sempre esistito un rapporto fra la chimica e la fotografia sin dai primi esperimenti fotografici, proponendo un excursus sui processi chimici, metodi e i vari supporti che sono stati adoperati, durante i primi anni della storia della fotografia, nel tentativo di catturare gli istanti vissuti; e come, ancora oggi, la fotografia digitale, utilizza gli stessi principi degli albori.
"La chimica e la fotografia un legame molto (foto)sensibile" http://www.chimicare.org/curiosita/la-chimica-dei-sensi/la-chimica-e-la-fotografia-un-legame-molto-fotosensibile/
All'interno del panorama che ha dato i natali alla fotografia, ritengo sia piuttosto cruciale analizzare le riflessioni che scaturì il nuovo mezzo in rapporto all'Arte e alla Pittura in particolare. In tal modo sarà anche possibile trovare delle corrispondenze all'interno del contemporaneo paesaggio, che noi viviamo, delle Nuove Arti Emergenti.
La questione del rapporto fra Fotografia e Arte emerse in contemporanea con la nascita del nuovo mezzo espressivo ed ancora oggi è ampiamente discussa e dibattuta.
Si scontrano due concezioni: quella degli assolutisti che negano alla fotografia qualsiasi connotato artistico, in quanto solo la pittura poteva elevarsi ad arte per gli impliciti margini di creatività, e quella dei più moderati che magari abusano della parola “arte” per qualsiasi forma espressiva.
Nel 1826 Niépce ottenne la prima fotografia. Già dieci anni dopo, Daguerre ottenne singole immagini fotografiche impressionando lamine di rame argentato (dagherrotìpi), ma è Talbot a scoprire il sistema per realizzare molte copie della stessa immagine.
Breve storia sulla fotografia L’invenzione della fotografia costituì la realizzazione di un sogno antico, invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi. Le prime ricerche su questo tipo di riproduzione incominciarono nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche poi utilizzate da tutti i grandi vedutisti veneti del Settecento. Nel corso dell’Ottocento, grazie al progresso della chimica, agli approfonditi studi sulla sensibilità della luce e alla creazione di nuovi materiali si arrivò alla nascita della vera e propria fotografia. Questa clamorosa invenzione , il suo successivo e rapidissimo sviluppo e il confronto fra immagine dipinta e immagine fotografica determinarono un’immediata presa di posizione da parte di critici e pittori, e generò soprattutto ai suoi primordi polemiche molto aspre e accese. Il mondo artistico del XIX secolo entrò in crisi; il paragone fra la ricchezza dei dettagli concessa dalla pittura rispetto alla mancanza di definizione e all'assenza di colori propri della fotografia accesero le più vive discussioni.Il lavoro di molti paesaggisti venne sconvolto per la facilità ad ottenere risultati impeccabili, a prezzi contenuti e in tempi brevissimi rispetto alla tradizionale pittura. In realtà il problema fu assai più profondo e riguardò il modo di concepire e di fare arte. Ecco allora che ai ritratti dipinti, si cominciano a preferire quelli fotografici sia per la novità dell’esperienza sia per il maggiore realismo dei risultati. Gli artisti più attenti e sensibili, tuttavia, colsero immediatamente la straordinarietà dell’invenzione della quale iniziarono subito a servirsi non in antagonismo, ma in accordo con la propria pittura. Fotografi come FELIX NADAR si specializzano nella ritrattistica arrivando a sviluppare abilità compositive e di indagine psicologica del tutto analoghe a quelle di un ottimo pittore. Egli infatti coglieva il duplice aspetto della macchina fotografica: strumento meccanico e valido ausilio per cogliere e fissare un’infinità di elementi altrimenti destinati a sfuggire alla percezione e all'attenzione dell’occhio umano.
Già alla fine del secolo , comunque, pittura e fotografia si ritagliarono i rispettivi e ben definiti spazi di azione. Grazie alla fotografia, infatti la pittura cessò di essere documentaria e si concentrò maggiormente sull’analisi psicologica dei personaggi o sulle emozioni che l’artista desiderava trasmettere. La fotografia a sua volta deriva dalla pittura molte regole di composizione e inquadratura , ponendo grande attenzione anche allo studio delle luci e delle ombre. I fotografi iniziarono a lavorare negli ateliers simili a quelli dei pittori accademici per poi trasferirsi en plein air dando origine alle cosiddette "istantanee".
Ho trovato un articolo in cui è presente la spiegazione e le tappe della nascita della fotografia nel 1839.
"Ufficialmente, dunque, la fotografia nasce nel 1839 (precisamente il 7 gennaio, data dell’annuncio ufficiale), quando cioè lo studioso e uomo politico François Jean Dominique Arago, eletto deputato nel 1830, spiegò nei dettagli all’Accademia di Francia (richiedendo poi anche un contributo economico per l’autore) l’invenzione di Louis Mandé Daguerre, la dagherrotipia. È la nascita ufficiale della fotografia e sottolineo “ufficiale” perché dobbiamo comunque ricondurci e riferirci a una data. Ma, indubbiamente ed oltre a Joseph Nicéphore Niépce, con cui Daguerre collaborò strettamente, la fotografia ha (almeno) un altro padre: il fisico inglese William Henry Fox Talbot, inventore della fotografia come noi oggi la intendiamo, ovvero una matrice riproducibile potenzialmente all’infinito.Talbot, colto in contropiede dalla presentazione del dagherrotipo, a fine gennaio presentò all’Accademia nazionale inglese delle scienze (Royal Society) e scrisse ad Arago per rivendicare la paternità dell’invenzione “fotografia”. Ovviamente, essendo Arago il “padrino” di Daguerre, la lettera fu semplicemente un disperato e vano tentativo da parte di uno studioso (Talbot, appunto) più votato ai risvolti intellettuali e/o artistici di una ricerca che alla sua parte “commerciale”.Al contrario di Daguerre, che infatti ottenne – grazie alla “sponsorizzazione” di Arago – un sussidio vitalizio consistente in 6000 franchi (4000 andarono invece a a Niépce figlio in quanto il padre, Joseph Nicéphore, era morto nel 1833, prima, quindi, di quel 7 gennaio 1839) - concessi dal re di Francia Luigi Filippo per l’acquisto e la liberalizzazione del dagherrotipo.Poco dopo l’annuncio ufficiale della fotografia, numerosi personaggi, in Francia e in Europa, si fecero avanti rivendicando metodi ed esperimenti legati ad essa. Tra tutti, meritano una particolare attenzione due studiosi: Antoine Hercule Romuald Florence, nato a Nizza nel 1804 ed emigrato in Brasile a meno di trent’anni, che nel 1833 ottenne delle immagini su carta abbastanza simili a quelle di Niépce e di Daguerre, ma l’isolamento del luogo in cui viveva gli impedì di far conoscere la propria scoperta e i propri esperimenti (portati alla luce dallo storico brasiliano Boris Kossoy); pare addirittura che Florence utilizzò già nel 1834 il termine “fotografia”; Hippolyte Bayard (1807-1887), che fu tra i primi fotografi della storia e inventore di un procedimento noto come stampa positiva diretta, che consente la realizzazione di un positivo non riproducibile. Anche in Italia il dagherrotipo viene ufficialmente presentato: è il 12 marzo e il fisico Macedonio Melloni tiene una relazione su di esso all’Accademia delle Scienze di Napoli.Il 20 maggio, invece, Samuel Morse, inventore del telegrafo, esegue la prima immagine dagherrotipica oltreoceano.La fotografia, ora, inizia davvero a essere parte della storia del mondo."
Ricordiamo che la fotografia nasce da composti chimici! Tutto ha avuto inizio con la creazione accidentale del primo composto fotosensibile ad opera del chimico tedesco Johann Heinrich Schulze, nel 1727.
Qui di seguito allego il link di una pagina molto interessante che racconta la fotografia in chiave chimica. Buona lettura.
"L'umanità si attarda, non rigenerata, nella grotta di Platone, continuando a dilettarsi, per abitudine secolare, di mere immagini della verità. Ma essere stati educati dalle fotografie non è come essere stati educati da immagini più antiche e più artigianali. Per prima cosa, oggi sono molto più numerose le immagini che reclamano la nostra attenzione. L'inventario è cominciato nel 1839 e da allora è stato fotografato quasi tutto, o almeno così pare." S. Sontag - Nella grotta di Platone - in Sulla Fotografia, Realtà e immagine nella nostra società - Einaudi
"Il dagherrotipo non è solo uno strumento per disegnare la natura... le dà il potere di riprodurre se stessa." L. Daguerre - 1838 - da un comunicato pubblicitario per investitori.
"Io fotografo ciò che non voglio dipingere e dipingo ciò che non posso fotografare." Man Ray
"Con il dagherrotipo ciascuno potrà farsi fare il ritratto, cosa che un tempo potevano farsi fare solo gli eminenti; ma nello stesso tempo si fa di tutto per farci apparire tutti esattamente identici, e di conseguenza ci basterà avere un unico ritratto." S. Kierkegaard - 1854
"Nella primavera del 1921 vennero installate a Praga due macchine fotografiche automatiche - una recente invenzione straniera - che riproducevano su un unico foglio sei o dieci o più pose di una medesima persona. Quando portai a Kafka una di queste serie di fotografie, gli dissi allegramente: << Per un paio di corone ci si può far fotografare da ogni angolazione. Questo apparecchio è un CONOSCI-TE-STESSO meccanico >>. <> disse Kafka con un sorrisetto. Io protestai <>. <> Kafka piegò la testa su una spalla. <>. G. Janouch - Conversazioni con Kafka
Sono delle semplici citazioni che mi hanno fatto pensare a come, già dalla sua nascita, la fotografia abbia diviso il pensiero e, contemporaneamente, abbia unito la visione di esso. Angelo Di Bello
La primissima foto della storia fu scattata nel 1826 (qui sotto trovate il link così potete vederla) da Joseph Nicéphore Niépce,(fotografo e ricercatore francese). La durata dell'esposizione fu di 8 ore. http://www.educational.rai.it/materiali/immagini_gallery/4218.jpg
« La società si adopera per far rinsavire la Fotografia, per temperare la follia che minaccia di esplodere in faccia a chi la guarda » Roland Barthes, La camera chiara.
Si dice sovente che a inventare la fotografia siano stati i pittori. Io invece dico: sono stati i chimici. infatti il noema E' STATO non è stato possibile che dal giorno in cui una circostanza scientifica ha permesso di captare e di fissare direttamente i raggi luminosi emessi da un oggetto variamente illuminato.
Io posso solo trasformare la foto in una cosa da buttar via: o il cassetto o il cestino. Non solo essa condivide la sorte della carta, ma anche se è fissata su dei supporti più solidi, è pur sempre mortale: come un'organismo vivente, essa nasce dai granuli d'argento che germinano, fiorisce un attimo, poi subito invecchia. Un piccolo saggio che fa Roland Barthes. Secondo me fa capire molto bene come la fotografia per lui sia cambiata, dalla sua nascita sino alla sua morte.
Un’ipoteca storica. Una singolare contraddizione grava a tutt’oggi sull’invenzione della foto- grafia. Il 18 agosto 1839, nella seduta ormai storica dell’Accademia delle Scienze di Parigi, il fisico e astronomo François Arago assegna ufficialmente il primato dell’invenzione del procedimento di fissazione dell’immagine aprés nature a Jacques Louis Mandè Daguerre,inventore della dagherrotipia. Eppure nelle vicende successive della storia della fotografia,la paternità del procedimento di fissazione dell’immagine della camera oscura ha privilegiato Nicèphore Nièpce, il fisico e il chimico di Chalône sur Saône che nel 1826 mette a punto un primo procedimento da lui chiamata eliografia[...] L’analogia ottico e chimica fra le due invenzioni esclude ciò che di fatto è più importante da considerare le differenti personalità dei due uomini, o per meglio dire la diversità delle loro ossessioni. Dar conto della personalità di Daguerre come pittore euomo di teatro, significa far riferimento al Diorama, la gigantesca lanterna magica, installata nel cuore della Parigi dei teatri popolari, dove l’artista per diciasette anni tenne desta l’attenzione dei suoi spettatori, ma- nipolando il tempo, costringendolo a trascorrere dall’alba al tamonto, nel giro di un quarto d’ora. Come avrebbe potuto Daguerre rimanere insensibile alla rivelazione che un proprietario terriero di nome Nicephore Niépce aveva messo a punto, a Chalône sur Saône, nella lontana Borgogna, un procedimento fisico- chimico che permetteva di ottenere delle impronte durature del mondo fisico su una la- stra di rame inserita nella camera ottica? È il 1827 quando un'incisione di Niépce capita nelle mani dell'ottico parigino Chevalier, che ne parla subito a Daguerre, suo ottimo cliente. L’artista che a questa data tentava anche lui di fissare l'immagine della camera oscura, mediante l’uso di sostanze fosforescenti, prova a mettersi in contatto con Niépce. Ma nonostante i dubbi e la diffidenza di Niépce, l'incontro con Daguerre era segnato dalla fatalità[...] Giunto a Parigi, in attesa di partire per le Havre, accade un singolare incidente. Nièpce perde il portafoglio con il denaro e il passaporto e, in attesa che il figlio Isidore rinvii al più presto i documenti, decide di andare a trovare Daguerre. Nel corso dell’incontro Daguerre e Nièpce pare che si ritroveranno a parlare per ben tre giorni. L'interesse per l'eliografia , assume per Daguerre un significato preciso: il procedimento di fissazione di Niépce consente un'immagine diretta della natura ma quel che lui subito si prefigura é la rapidità del procedimento ed é su questo che concentra i suoi sforzi. Ed é in questa direzione che accetta di perfezionare il procedimento con il fisico di Chalône-sur- saône e per dieci anni si batterà su questo dilemma. La messa a punto della dagherrotipia avviene nel 1837, quattro anni dopo la morte improvvisa di Niépce nel luglio del 1833.
Allego qui di seguito un link che ho trovato sul sito https://lupifotografia.wordpress.com/ dove si trova questa rassegna sulla fotografia "Storia e invenzione della fotografia fino alla diffusione di massa".
Articolo sulla nascita ufficiale della fotografia a cura di Marco Rovere, su Nikon School. Una volta aperto il link, sulla destra, si trova un indice di articoli diviso in ordine cronologico sul tema "fotografia". Buona lettura
Luciano Rigoli, presenta una collezione di Storie di un istante . Questo video mi ha colpito in quanto spiega la storia della fotografia tramite da dei concetti base,molto semplic ie istintivi ,ricco di esempi storici con immagini che non risultano affatto statiche anzi ,pressochè dinamiche capaci di catturare l'attenzione del pubblico almeno,con me sembra esserci riuscito. Nonostante duri ben 26 min!
Ho trovato un articolo molto interessante sull'uso iniziale della fotografia nell'astronomia:
2 Gennaio 1839: primo dagherrotipo della Luna
Immagini a colori delle stelle ad alta risoluzione sono ormai un pilastro della ricerca astronomica, sia ottenuti da telescopi a terra sia da strumenti come il telescopio spaziale Hubble, ma non è sempre stato così. Prima dell'invenzione della fotografia, gli astronomi dovevano disegnare quello che vedevono nei loro telescopi, spesso dimenticando dettagli cruciali. Riproduzioni fatte ridisegnando le illustrazioni originali portavano poi ad ulteriori errori. E' stata l'invenzione del dagherrotipo che ha mostrato che era possibile un metodo di gran lunga superiore. Nel 1814, un francese di nome Nicéphore Niépce iniziò a sperimentare modi per registrare la luce, e riuscì a trasferire un'immagine su carta. Nel 1822, aveva capito come fare affinché l'immagine fosse permanente, catturandola su un foglio di stagno lucido ricoperto di bitume. Una delle più antiche fotografie superstiti risale al 1825, quando Niépce catturò un'immagine in bianco e nero di un ragazzo che tira un cavallo. Ma questo metodo richiese ben otto ore di esposizione. Sei anni più tardi, il pittore francese Louis Daguerre, inventore, che aveva lavorato con Niépce per breve tempo prima della morte di quest'ultimo nel 1833, scoprì come ridurre il tempo di esposizione di 20 o 30 minuti. Daguerre era stato apprendista in architettura, scenografia, pittura e panoramica, e inventò il diorama. La leggenda narra che la rottura accidentale di un termometro a mercurio, gli diede l'idea per avere un tempo di esposizione più breve. Il suo procedimento presentato all'Accademia Francese delle Scienze il 7 gennaio 1839 diede luogo ai "dagherrotipi", la prima forma di fotografia di scena che diventarono subito molto popolari. Studi fotografici iniziarono a nascere in tutta Europa nel 1840, in America, ce ne erano 77 nella sola New York dal 1850. Diventò una pratica standard includere una fotografia sui propri biglietti da visita, il cui uso era una comune regola di galateo per l'elite sociale. Fu un astronomo che coniò il termine di fotografia nel 1839, quando Johann Heinrich von Madler combinò "foto" (dalla parola greca che significa "luce") e "grafia" ("scrivere"). Gli astronomi hanno abbracciato rapidamente l'uso di lastre fotografiche a causa della loro buona risoluzione e la capacità di rendere le immagini molto più grandi. Si dice che Daguerre stesso fu la prima persona a prendere una fotografia della luna, con il suo processo dagherrotipo, il 2 gennaio 1839. Purtroppo, nel marzo dello stesso anno, il suo laboratorio fu raso al suolo, distruggendo gran parte del suo lavoro e con esso l'immagine storica della luna. Un anno dopo, John William Draper, un medico e chimico americano fece il suo dagherrotipo della luna. La lastra fotografica ha dominato l'imaging astronomico per gran parte del 20° secolo, potenziata con l'uso di filtri di colore, fino all'avvento della fotografia digitale e le fotocamere CCD che l'anno reso obsoleta. Daguerre morì di un attacco di cuore il 10 luglio 1851, alle porte di Parigi, ma ha senza dubbio lasciato il segno non solo nell'astronomia, ma nel mondo in generale. Il suo nome è tra i 72 iscritti sulla Torre Eiffel.
un episodio interessante su uno dei primi usi legati alla fotografia che mi ha colpito per le buone intenzioni e il pessimo risultato dovuto a tutte le difficoltà agli albori della fotogragia:
1855 guerra di Crimea (russia,turchia,francia,inghilterra,savoia-italia) la popolazione britannica non aveva accolto favorevolmente l’entrata in guerra della nazione allarmata dalle terribili condizioni in cui vivevano le truppe (la maggior parte dei morti non era per combattimenti ma per colera caldo o freddo) Per far fronte al malcontento popolare, la casa reale inglese indisse una spedizione fotografica, affidandola a Fenton. Arriva in Crimea con 700 lastre di vetro e 5 apparecchi fotografici diversi che richiedevano da un minimo di 3secondi di esposizione ad un massimo di 20, a seconda della dimensione della lastra. In più il carro fotografico da lui utilizzato era altro quasi 3metri quindi avvistabile dal nemico quindi non poteva stare in mezzo all’azione. Il risultato: tutte foto furono in posa e la guerra di Crimea sembra una scampagnata
posto qui il link dell'articolo http://www.huffingtonpost.it/2014/03/14/roger-fenton-guerra-di-crimea-reportage-di-guerra-foto_n_4963172.html
La storia del mondo della fotografia, la prima immagine fotografica può essere una foto, durante l'estate del 1826 dall'inventore francese della fotografia e arti grafiche, Fournier Phillips (Nicéphore Niépce 1765-1833) realizzati in laboratorio. ex sindaco del Nepal della città di Nizza, in Francia, il servizio militare è la scuola, sono rimasti feriti nella guerra franco-italiana (AD 1793), e un occhio. Nel 1816, ha usato carta fotografica cloruro d'argento, negativo deposito pellicola in bianco e nero. Seguendo lo stesso piatto di stagno ricoperta di bitume, otto ore dopo l'esposizione, lavare via il polimerizzato, la parte luminosa dell'immagine è bianca, e la simmetria piastra di metallo nero, la scena originale e sullo sviluppo di un positivo. Fino al 1826 è riuscito, l'invenzione della pellicola fotografica collocato nella nuova fotocamera avanzata personalizzato, allora questa fotocamera è la meccanica ottici riparazione Wali Parigi (Chevalier) prodotto. Fotografia da prima foto al mondo della scena è la casa della Nigeria, nella Francia centrale tetto fuori dalla finestra. Questa foto vengono ora memorizzati nelle collezioni dell'Università del Texas. Il metodo fotografico ha inventato, attraverso ulteriori miglioramenti, è generalmente utilizzato per il confine lastra di stampa. World Graphic Arts comunità lo rispettava un grande inventore della lastra di stampa.
Nel quattordicesimo secolo Leonardo da Vinci spiega il funzionamento della camera oscura e parallellamente quello dell’occhio. Il testo di Leonardo in particolare, letto oggi, risulta molto significativo in relazione a quelle che saranno le caratteristiche dell’apparecchio fotografico:
“La sperientia che mostra come li obbietti mandino le loro spetie over similitudini intersegate dentro all’ochio nello umore albugino si dimostra quando per alcuno piccolo spiraculo rotondo penetrano le spetie delli obbietti alluminati in abitatione fortemente oscura; allora tu riceverai tale spetie in una carta bianca posta dentro a tale abitatione alquanto vicina a esso spiraculo e vedrai tutti li predetti obbietti in essa carta colle lor propie figure e colori, ma saran minori e fieno sotto sopra per causa della detta intersegatione li quali simulacri se nascierano di loco alluminato dal sole paran propio dipinti in essa carta, la qual uole essere sottilissima e veduta da riverscio, e lo spiracolo detto sia fatto in piastra sottilissima di ferro”.
In basso un'immagine realizzata da Leonardo da Vinci durante i suoi studi sul comportamento della luce e sul funzionamento dell'occhio umano.
L’invenzione della fotografia costituì la realizzazione di un sogno antico, invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi.Le prime ricerche su questo tipo di riproduzione incominciarono nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche poi utilizzate da tutti i grandi vedutisti veneti del Settecento.Nel corso dell’Ottocento, grazie al progresso della chimica, agli approfonditi studi sulla sensibilità della luce e alla creazione di nuovi materiali si arrivò alla nascita della vera e propria fotografia. Questa clamorosa invenzione , il suo successivo e rapidissimo sviluppo e il confronto fra immagine dipinta e immagine fotografica determinarono un’immediata presa di posizione da parte di critici e pittori, e generò soprattutto ai suoi primordi polemiche molto aspre e accese. Il mondo artistico del XIX secolo entrò in crisi; il paragone fra la ricchezza dei dettagli concessa dalla pittura rispetto alla mancanza di definizione e all’assenza di colori propri della fotografia accesero le più vive discussioni.Il lavoro di molti paesaggisti venne sconvolto per la facilità ad ottenere risultati impeccabili, a prezzi contenuti e in tempi brevissimi rispetto alla tradizionale pittura. In realtà il problema fu assai più profondo e riguardò il modo di concepire e di fare arte. Ecco allora che ai ritratti dipinti, si cominciano a preferire quelli fotografici sia per la novità dell’esperienza sia per il maggiore realismo dei risultati. Gli artisti più attenti e sensibili, tuttavia, colsero immediatamente la straordinarietà dell’invenzione della quale iniziarono subito a servirsi non in antagonismo, ma in accordo con la propria pittura. Fotografi come FELIX NADAR si specializzano nella ritrattistica arrivando a sviluppare abilità compositive e di indagine psicologica del tutto analoghe a quelle di un ottimo pittore.Egli infatti coglieva il duplice aspetto della macchina fotografica: strumento meccanico e valido ausilio per cogliere e fissare un’infinità di elementi altrimenti destinati a sfuggire alla percezione e all’attenzione dell’occhio umano. Già alla fine del secolo , comunque, pittura e fotografia si ritagliarono i rispettivi e ben definiti spazi di azione. Grazie alla fotografia, infatti la pittura cessò di essere documentaria e si concentrò maggiormente sull’analisi psicologica dei personaggi o sulle emozioni che l’artista desiderava trasmettere. La fotografia a sua volta deriva dalla pittura molte regole di composizione e inquadratura , ponendo grande attenzione anche allo studio delle luci e delle ombre. I fotografi iniziarono a lavorare negli ateliers simili a quelli dei pittori accademici per poi trasferirsi en plein air dando origine alle cosidtte "istantanee".
Ho trovato questo mini corso di storia della fotografia che partendo dalle origini arriva fino all'avvento del digitale, davvero molto interessante e ben spiegato:
L’invenzione della fotografia costituì la realizzazione di un sogno antico, invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi. camott. Camera ottica portatile, schema Le prime ricerche su questo tipo di riproduzione incominciarono nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche poi utilizzate da tutti i grandi vedutisti veneti del Settecento. Nel corso dell’Ottocento, grazie al progresso della chimica, agli approfonditi studi sulla sensibilità della luce e alla creazione di nuovi materiali si arrivò alla nascita della vera e propria fotografia. Questa clamorosa invenzione , il suo successivo e rapidissimo sviluppo e il confronto fra immagine dipinta e immagine fotografica determinarono un’immediata presa di posizione da parte di critici e pittori, e generò soprattutto ai suoi primordi polemiche molto aspre e accese. Il mondo artistico del XIX secolo entrò in crisi; il paragone fra la ricchezza dei dettagli concessa dalla pittura rispetto alla mancanza di definizione e all’assenza di colori propri della fotografia accesero le più vive discussioni.Il lavoro di molti paesaggisti venne sconvolto per la facilità ad ottenere risultati impeccabili, a prezzi contenuti e in tempi brevissimi rispetto alla tradizionale pittura. In realtà il problema fu assai più profondo e riguardò il modo di concepire e di fare arte. Ecco allora che ai ritratti dipinti, si cominciano a preferire quelli fotografici sia per la novità dell’esperienza sia per il maggiore realismo dei risultati.
Allego un link di un articolo della Nikon School dove si parla della nascita della fotografia, esattamente nel 1839, con le prime macchine dagherrotipiche.
RispondiEliminahttps://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/1839.php
Voglio affrontare la storia della fotografia più da un punto di vista artistico. Allego qui sotto due link, il primo un po più storico e il secondo prettamente basato sulla fotografia come forma d'arte:
RispondiElimina- http://www.collezionedatiffany.com/breve-storia-della-fotografia-parte-1/
- http://kigeiblog.myblog.it/2010/01/18/la-fotografia-come-forma-d-arte-parliamo-dei-primi-passi/
Propongo le teorie del professore Diego Mormorio sulle origini greche della fotografia. Nel suo libro "Una invenzione fatale" egli approfondisce la tesi secondo cui la volontà di fissare un attimo nell'eternità era già insita nel pensiero classico degli antichi greci che nella loro forma di rappresentazione, a dispetto degli antichi egizi, visualizzavano le cose così come erano in un determinato istante e in un determinato punto di vista: prima rappresentazione naturalistica.
RispondiElimina“Dall’Antica Grecia in poi, la nostra cultura vive nell’angoscia di veder sparire le cose […] il tempo ci appare come il fagocitatore di tutto. Esso travolge ogni bellezza, assieme a tutte le bruttezze del mondo. […] La cultura occidentale è cresciuta su questa visione nichilista del mondo. […] Con la fotografia l’Occidente ha arginato una parte dell’angoscia che deriva dal nichilismo sul quale si fonda. La fotografia ha dato all’individuo la possibilità di creare un frammento di eternità. […] Lungi dall’essere un semplice fatto tecnico, la fotografia è un fenomeno mentale. Affonda le sue radici in questo spirito della meccanizzazione e nella concezione nichilista delle immagini. Tra il naturalismo greco e la fotografia non vi è alcuna distanza. L’artista greco e quello che usa la fotografia provengono dallo stesso luogo e vanno verso la stessa meta. Vengono dall’idea che tutte le cose, comparendo, inevitabilmente scompaiono nel nulla. Sono mossi da un sentimento che lega l’uomo all’attimo. Dall’idea che l’attimo è la misura di tutte le cose. E che, nella loro comparsa, tutte le cose sono lì per essere afferrate. Fu a partire da questa concezione del mondo che il naturalismo greco si affermò e aprì la strada alla fotografia.”
Diego Mormorio, "Catturare il tempo. Lentezza e rapidità nella fotografia."
La parola fotografia deriva dal greco antico ed è composta dai due termini φῶς (phôs, pronuncia fos) e γραφή (graphè, pronuncia grafé). Il primo significa luce mentre il secondo si traduce in scrittura o disegno: ovvero la scrittura eseguita con la luce. La storia della fotografia è ben più antica di quanto si possa immaginare ed affonda le proprie radici molto indietro nella storia dell’uomo. Molti filosofi, infatti, descrivono il processo della camera oscura ben prima che essa fu inventata. Dal filosofo cinese Mo-Ti nel V secolo a.C., passando per Aristotele nel IV a.C per giungere ad Euclide, che nel suo trattato "l'Ottica", descrisse una rudimentale camera oscura. Inoltre, durante il Medioevo gli alchimisti crearono casualmente il cloro (scaldando del cloruro di sodio, il sale) e si resero conto, sempre per caso, che combinando il cloro con l’argento si creava una sostanza (il cloruro di argento) bianca al buio e viola scuro alla luce diretta del sole. Avevano insomma scoperto il primo composto fotosensibile. Il termine camera obscura fu coniato da Giovanni Keplero ed indicava un ambiente buio dalle differenti dimensioni (poteva essere una scatola o anche una stanza), in cui, su una parete, era praticato un foro stenpeico. Attraverso il foro stenopeico i raggi luminosi provenienti da oggetti esterni si incrociano proiettando sulla parete opposta un’immagine capovolta degli stessi oggetti. Fu nel 1544 ad opera del matematico olandese Rainer Frisius che venne disegnata la prima camera oscura. Da quel momento vennero inventate diverse versioni dalle forme più bizzarre e per gli usi più variegati, con gli esempi più importanti nel 1646 con il gesuita Kircher che realizzò una camera oscura dalle enormi dimensioni tale da poter ospitare al suo interno comodamente più di una persona. Infine, nel 1657 fu il gesuita Schott ad inventare la camera oscura dotata di messa a fuoco. Ovviamente in parallelo allo sviluppo della camera oscura, si lavorò tantissimo anche sul modo d fissare in maniera indelebile le immagini proiettate all'interno della camera stessa. Bisogna però attendere il 1727 quando il tedesco Johann Heinrich Schulze creò un composto che reagiva alla luce solare: colpito da questa diventava rosso scuro. La sostanza fu chiamata scotophorus. Ovviamente, non essendo “fissata”, le immagini restavano visibili solo temporaneamente in quanto, durante l’osservazione delle stesse, assorbivano luce solare annerendosi a loro volta. Fu comunque il fisico Italiano Giovanni Battista Beccaria a provare scientificamente che il fenomeno dell’annerimento era dovuto alla presenza di sali d’argento, un materiale sensibile alla luce del sole. La data da ricordare è però il 1819: Herschel scopre che il trisolfato di sodio può fissare definitivamente un’immagine catturata da un foglio imbevuto di nitrato d’argento. Il Trisolfato di sodio infatti “elimina” tutto l’argento che non ha reagito alla luce, evitando quindi che il foglio si scurisca una volta lasciato alla luce del sole. E’ nata la fotografia. I più importanti fotografi del tempo, da menzionare sono: Niepce, a cui dobbiamo nel 1827 la più antica fotografia mai giuntaci; Daguerre, poiché con lui nel 1839 nasce la fotografia commerciale, sarà proprio lui ad imporre il processo fotografico grazi all'interessamento del governo francese che acquistò il brevetto e lo rese libero. Sempre Daguerre nel 1831, si accorse che lo ioduro d’argento era sensibile alla luce. Ma ancor più importante, riuscì a fissare l’immagine latente e lo fece per errore, quasi per caso. Definì nel 1837 il processo che lo portò a tale "errore" e lo chiamò Dagherrotipo. Talbot, nel 1841 in Inghilterra, creò il metodo chiamato calotipia, cioè una tecnica basata sull'utilizzo di un negativo di carta. In questo modo, partendo da una sola matrice, era possibile creare tantissime copie. Nasce con lui la fotografia analogica attuale.
RispondiEliminainfo: http://www.fotografareindigitale.com/2012/03/la-storia-della-fotografia-dal-iv-a-c-ai-giorni-nostri/
BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA
RispondiElimina"La fotografia ha una data di nascita “ufficiale”: 9 luglio 1839 quando al procedimento fotografico di Louis Jacque Mandè Daguerre (1787- 1851), scenografo e creatore di diorami, viene concesso il brevetto dall’Accademia delle Scienze di Parigi. Il suo socio, e vero “scienziato”, Joseph Nicéphore Niepce (1765-1833), che già negli anni venti aveva prodotto diverse eliografie, muore prima di vedere questo riconoscimento. Nasce così il Dagherrotipo (1839-1860 ca.): una lastra ricoperta d’argento che, esposta ai vapori dello iodio (ioduro d’argento), messa in camera oscura e posizionata davanti al soggetto da riprendere, dopo una posa decisamente lunga e un lavaggio in sale marino e mercurio (per eliminare ogni residuo di ioduro d’argento che potesse continuare a scurirsi), mostra un’immagine speculare dell’oggetto ripreso. Di una nitidezza e lucentezza sconvolgente per l’epoca, questa tecnica rivoluziona il mondo del ritratto, ora alla portata di tutti, e della memoria familiare e collettiva. Rivela inoltre all’uomo la sua pochezza nell’ osservazione diretta della natura, minando il suo senso di assoluto. Il dagherrotipo è un unicum, da cui è impossibile ricavare delle copie. Più o meno negli stessi anni, in Inghilterra, William Henry Fox Talbot (1801-1877) fa esperimenti trattando fogli di carta con nitrato d’argento e poi applicandoci sopra degli oggetti (foglie, pizzi, etc.) ed esponendoli alla luce; ne derivano immagini negative definite “disegni fotogenici” che vengono lavati in un bagno di fissaggio con sale da cucina. Questi sono poi usati come negativi, posti a contatto con altri fogli sensibilizzati ed esposti alla luce anche per un paio d’ore. L’uso protratto, però, li rende illeggibili in breve tempo; si deve allo scienziato Sir John F.W. Herschel (1738-1822) l’invenzione del bagno di fissaggio definitivo: l’iposolfito di sodio, usato ancora oggi. Nel 1841 Talbot perfeziona la sua tecnica lasciando esposti alla luce i fogli per poco tempo e “sviluppando” poi, con bagni chimici, l’immagine latente creando i primi negativi su carta: i calotipi , che vengono usati per creare positivi per contatto. Tutta la stampa del periodo avviene per contatto e non per proiezione così il positivo ha sempre le stesse dimensioni del negativo...."
fonte: http://www.collezionedatiffany.com/breve-storia-della-fotografia-parte-1/
Morena Foglia
Timeline della Fotografia
RispondiEliminaMolti secoli fa
Negativo: troppo scuro per chi non vuol vedere, abbastanza chiaro per chi vuol vedere
Sindone è la denominazione di un antichissimo lino con immagine d'uomo negativa. Alcuni lo ritengono il Sudario di Gesù Cristo, altri un falso medievale. Gli esami scientifici non hanno potuto rilevare la presenza di pigmenti e l’immagine appare piuttosto prodotta da un’azione chimico-fisica, proprio come lo sarebbe una fotografia.
1545
Camera Obscura
1760
La Fotografia sognata
1700-1800 ca.
Fotosensibilità dei sali d'argento
1816
Esperimenti di Niépce con l'argento
1824
La prima fotografia
7 gennaio 1839
Annuncio pubblico dell’invenzione della dagherrotipia
30 gennaio 1839
Prima fotografia negativo/positivo fissata
1 febbraio 1839
Herschel insegna a Talbot come fare fotografie
8 febbraio 1841
Talbot brevetta il calotipo (Talbotype)
13 Aprile 1839
Primo negozio di prodotti fotografici
Fonte: http://www.gri.it/storia-della-fotografia/106-timeline-della-fotografia.html
Il link che allego alla fine contiene la storia della fotografia partendo dalla scoperta della camera oscura, passando dalla prima fotografia della storia all’invenzione della macchina fotografica e arrivando al digitale e alle sue evoluzioni più odierne.
RispondiEliminahttp://www.fotografareindigitale.com/2012/03/la-storia-della-fotografia-dal-iv-a-c-ai-giorni-nostri/
Michelangelo Teodoro
Pubblico qui di seguito un'immagine dello strumento alla base della nascita della fotografia: la camera oscura.
RispondiEliminahttp://www.museogalileo.it/assets/galleries/703/camera_oscura.jpg
Utilizzata da Guglielmo di Saint-Cloud nel 1200 per registrare la posizione del sole, nel 1500 circa fu largamente usata dai pittori vedutisti per ricopiare i paesaggi. Sarà la camera oscura ad ispirare Daguerre per la sua fotocamera a carrelli scorrevoli.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/24/Daguerreotipo.bw.jpg
Ho pensato di allegare questo link, che attraverso un'infografica (gettonate sempre da tutti, forse per la loro chiarezza e creatività grafica), spiega la storia della fotografia e la sua evoluzione in chiave moderna.
RispondiEliminahttp://www.mauriziomarcato.com/it/13-Blog/31-Blog/1315-La-storia-della-fotografia-in-un%E2%80%99interessante-infografica.html
CAROLINA MONACO
La fotografia di Louis Daguerre l’inventore del dagherrotipo, Boulvard du Temple, è la prima fotografia scattata di un essere umano. Nel questo foto ci sono due uomini, un lastrascarpe e un suo cliente che sono rimasti immobili per quasi venti minuti.
RispondiEliminaNei primi dagherrotipi soltanto cio che restava fermo risultava chiaramente definito, mentre chiunque si trovava a passare davanti all’obiettivo per qualche istante non lasciava alcuna traccia sulla lastra.
Questo foto fu eseguita a meta mattina, cioe un’ora in cui il boulvard era frequentatissimo. Ma solo vediamo le figure di due persone.
http://www.ilpost.it/2014/11/06/prima-foto-essere-umano/foto-daguerre-1838/
https://youtu.be/iL7vAC7ActM
RispondiEliminahttps://youtu.be/AuimlT6drjY?list=PL40321CBA5CAD22CA
La storia della fotografia descrive le vicende che portarono alla realizzazione di uno strumento capace di registrare il mondo circostante grazie all'effetto della luce. Utilizzando le scoperte e gli studi iniziati già nell'antica Grecia, la fotografia si concretizzò agli inizi dell'800 e si sviluppò arrivando alla riproduzione del colore e all'utilizzo di supporti digitali, imponendosi inoltre come mezzo artistico capace di supportare e affiancare le altre arti visuali.
La fotografia si è affermata nel tempo dapprima come procedimento di raffigurazione del paesaggio e dell'architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo. La diffusione sempre maggiore del mezzo fotografico portò ad uno sviluppo della sensibilità estetica e all'indagine artistica del nuovo strumento, consentendone l'accesso nelle mostre e nei musei. Ebbe inoltre un ruolo fondamentale nello sviluppo del giornalismo e nel reportage e il miglioramento della tecnologia ne contribuì l'estensione anche nella cattura di immagini dello spazio e del micromondo.
Già il filosofo Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un'immagine circolare[senza fonte]. Lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham giunse, (prima del 1039), alle stesse conclusioni, definendo la scatola nella quale tutte le immagini si riproducevano con il termine "camera obscura". Nel 1515 Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche, descrisse una camera oscura che chiamò "Oculus Artificialis" (occhio artificiale). Un apparecchio del genere, usato per studiare l'eclissi solare del 24 gennaio 1544, fu illustrato dallo scienziato olandese Rainer Geinma Frisius. A Gerolamo Cardano fu da attribuirsi, nel 1550, l'utilizzo di una lente convessa per aumentare la luminosità dell'immagine, mentre il veneziano Daniele Barbaro, nel 1568, utilizzò una sorta di diaframma di diametro inferiore a quello della lente per ridurre le aberrazioni.
Catturare la luce richiese però la comprensione dei materiali fotosensibili, che, anche se conosciuti fin dal Medioevo, non furono studiati a fondo fino al 1727, quando lo scienziato tedesco Johann Heinrich Schulze, durante alcuni esperimenti con carbonato di calcio, acqua regia, acido nitrico e argento, scoprì che il composto risultante, fondamentalmente nitrato d'argento, reagiva alla luce. Si accorse che la sostanza non si modificava se esposta alla luce del fuoco (ortocromatismo, contrapposto a pancromatismo ), ma diveniva rosso scura se colpita dalla luce del sole, esattamente come per la maggior parte delle pellicole e carte in bianco e nero diffuse fino alla prima metà del Novecento e basate sugli alogenuri argentici non modificati. Ripeté l'esperimento riempiendo una bottiglia di vetro che, dopo l'esposizione alla luce, si scurì solo nel lato illuminato. Chiamò la sostanza scotophorus, portatrice di tenebre. Una volta pubblicati, gli studi di Schulze provocarono fermento nell'ambiente della ricerca scientifica.
-La democratizzazione della fotografia
RispondiElimina"La democratizzazione della fotografia ora era davvero compiuta e la prima rivoluzione fotografica attuata. Fortunatamente, perché senza la pellicola flessibile di George Eastman e la Box Kodak, che resero la pratica fotografica accessibile a tutti, essa non si sarebbe mai diffusa su larga scala e..."
Nikon School: https://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/1840-1887.php#kodak
Giovanni Di Pede
Interessante articolo sull'avvento della fotografia di massa. Nell'articolo sono indicate le invenzioni e gli artisti pionieri di questo fenomeno ed in che modo si è sviluppato nella società.
RispondiEliminahttps://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/1840-1887.php
In questo link da me allegato si trova tutta una dettagliata analisi storiografica ordinata perfettamente per anno, sulla nascita e sviluppo della macchina fotografica e conseguentemente della fotografia stessa.
RispondiEliminahttp://www.photogallery.it/storia/icrono.html
Consiglio la lettura di "CATTURARE IL TEMPO Lentezza e rapidità nella fotografia" di DIEGO MORMORIO edizioni Postcart 2011
RispondiEliminaUn libro scorrevole e di facile lettura, racconta la storia della fotografia a partire dal tempo di posa, trattando così il tema della rapidità e della lentezza. Dall’origine greca dell’immagine fotografica, per poi partire dalla prima fotografia di Nicéphore Niepce, ottenuta con otto ore di posa nel 1826-27. Passando dalla prima dagherrotipia in cui compare una persona e giungendo infine alle immagini ottenute con l’illuminazione stroboscopica ottenute dall’ingegnere elettronico americano Harold Eugene Edgerton e dal grande fotografo di origine albanese Gjon Mili. Non senza aver portato il lettore nell’affascinante mondo del primo reportage, realizzato nel 1843 dagli scozzesi David Octavius Hill e Robert Adamson, nel villaggio di pescatori di Newhaven , vicino a Edimburgo, ora parte di questa città. Diego Mormorio, docente di Documentazione Fotografica presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, va dunque dalle immagini ottenute con lunghissime pose fino a quelle realizzate con un milionesimo di milionesimo di secondo.
Francesco Marino
allego il link di un articolo sulla nascita e storia della macchina fotografica dal principio della camera oscura fino ai nostri giorni.
RispondiEliminahttp://www.photogallery.it/storia/icrono.html
Il pubblico moderno e la fotografia
RispondiElimina«In questi nostri tempi tristi, è sorta una nuova industria che ha contribuito non poco a rafforzare la stupidità nella propria fede a distruggere quanto poteva restare di divino nello spirito francese. Va da sé che questa folla idolatra esigeva un ideale degno di sé e conforme alla propria natura. Nella pittura e nella scultura, il Credo attuale della società altolocata, soprattutto in Francia (e non credo che nessuno vorrà sostenere il contrario), è il seguente: «Credo nella natura e non credo che nella natura (e vi sono buoni motivi per questo). Credo che l’arte sia e non possa essere se non la riproduzione fedele della natura (una setta timida ed eretica pretende che siano scartati gli oggetti di natura ripugnante, quale un vaso da notte o uno scheletro). Perciò l’industria che ci desse un risultato identico alla natura sarebbe l’arte assoluta». Un Dio vendicatore ha esaudito i voti di questa moltitudine. E Daguerre fu il suo messia. E allora la folla disse a sé stessa: «Giacché la fotografia dà tutte le garanzie desiderabili di esattezza (credono proprio questo, gli stolti!), l’arte è la fotografia». Da allora, la società immonda si riversò, come un solo Narciso, a contemplare la propria immagine volgare sulla lastra. Una frenesia, uno straordinario fanatismo si impossessò di tutti questi nuovi adoratori del sole».
Da Scritti sull'arte, Charles Baudelaire
Piccola Biblioteca Einaudi 2004
pp. 219-220
Ilaria Restivo
Mi sono concentrata sul'arte; in particolar modo sugli Impressionisti; forse i primi che la trovarono un'invenzione geniale.
RispondiElimina''Il rapporto tra fotografia e arte tradizionale, in particolar modo la pittura, fu da subito di amore e odio. Inizialmente la nuova invenzione fu accolta con scetticismo, al punto che il pittore Paul Delaroche affermò “da oggi la pittura è morta”.
Questa tecnica fu tuttavia un aiuto ai pittori “tradizionali”, che trovavano nelle fotografie un supporto da cui elaborare la realtà tramite la propria impronta personale. Il movimento, l’energia in atto, l’intensità vitale delle cose potevano essere riprodotti attraverso un’immagine immanente del divenire, creata e sentita in prima persona dall’artista futurista. Nel corso dello sviluppo del movimento cubista Picasso si servì della fotografia per studiare i valori delle superfici, e fu pure lui stesso fotografo, utilizzando distorsioni ottiche dell’obiettivo grandangolare per ottenere visioni particolari della realtà.
I primi ad approfittare di questa situazione furono gli impressionisti che, per raggiungere i propri scopi, si avvalsero anche della fotografia stessa. Essi scelsero di rappresentare la realtà cogliendone le impressioni istantanee, portando la pittura a esaltare su tutto la sensazione dell’attimo fuggente.Secondo i pittori impressionisti la realtà muta continuamente d'aspetto, il realismo oggettivo doveva quindi essere sostituito dall’impressione colta in un attimo. La luce varia a ogni istante, le cose si muovono spostandosi nello spazio: la visione di un momento è già diversa nel momento successivo.
L’attimo fuggente della pittura impressionista è totalmente diverso dal momento pregnante della pittura neoclassica e romantica, non ha nulla a che fare con le storie: coglie le percezioni e le emozioni. Questo modo di dipingere ha analogie evidenti con la fotografia: anche quest’ultima coglie un'immagine della realtà in una frazione di secondo. Analogamente alla fotografia, gli impressionisti prendono la velocità della sensazione e i particolari tagli di inquadratura, che danno alle loro immagini particolare sapore di modernità. La vicinanza tra il mondo della fotografia e quello dei pittori impressionisti fu resa ancora più evidente nel 1874 quando il fotografo Nadar ospitò presso il suo studio la prima mostra di quadri impressionisti, ritenuti troppo “moderni” per essere esposti al Salon di Parigi.''
http://marcocrupifoto.blogspot.it/2011/03/come-la-fotografia-cambio-larte-storia.html
anche se probabilmente sono uscito dal tema della discussione pubblico un video interessante che mostra la sperimentazione nel campo della fotografia dei fratelli Bragaglia. Sperimentazione che ha inizio nel 1910.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=TxaIk26Pc-g
Il loro così chiamato "Fotodinamismo" non fu subito accettato dalle avanguardie artistiche anzi in un primo periodo i Futuristi esprimevano la volontà di non venirvi accostati considerandolo non un esperienza artistica ma solo ed esclusivamente una sperimentazione scientifica. Successivamente questo loro pensiero cambiò tanto da pubblicare nel 1930 il "Manifesto della fotografia Futurista" in cui si rivendicano i lavori dei Bragaglia e di cui allego il link.
http://www.mediastudies.it/IMG/pdf/Manifesto_della_fotografia_futurista.pdf
Eugenio De Magistris
Interessante questo link dal sito della National Geographic, dove si ripercorre la storia della fotografia attraverso alcuni scatti emblematici.
RispondiEliminahttp://www.nationalgeographic.it/fotografia/2010/08/03/foto/storia_della_fotografia_le_grandi_tappe-65844/7/#media
La nascita della fotografia
RispondiEliminaLa fotografia ha una data di nascita “ufficiale”: 9 luglio 1839 quando al procedimento fotografico di Louis Jacque Mandè Daguerre (1787- 1851), scenografo e creatore di diorami, viene concesso il brevetto dall’Accademia delle Scienze di Parigi. Il suo socio, e vero “scienziato”, Joseph Nicéphore Niepce (1765-1833), che già negli anni venti aveva prodotto diverse eliografie, muore prima di vedere questo riconoscimento. Nasce così il Dagherrotipo (1839-1860 ca.): una lastra ricoperta d’argento che, esposta ai vapori dello iodio (ioduro d’argento), messa in camera oscura e posizionata davanti al soggetto da riprendere, dopo una posa decisamente lunga e un lavaggio in sale marino e mercurio (per eliminare ogni residuo di ioduro d’argento che potesse continuare a scurirsi), mostra un’immagine speculare dell’oggetto ripreso. Di una nitidezza e lucentezza sconvolgente per l’epoca, questa tecnica rivoluziona il mondo del ritratto, ora alla portata di tutti, e della memoria familiare e collettiva. Rivela inoltre all’uomo la sua pochezza nell’ osservazione diretta della natura, minando il suo senso di assoluto. Il dagherrotipo è un unicum, da cui è impossibile ricavare delle copie.
link
http://www.collezionedatiffany.com/breve-storia-della-fotografia-parte-1/
Zhang Yang
Il link in allegato riassume in breve la storia della fotografia dall'invenzione della camera oscura fino ai giorni nostri.
RispondiEliminahttp://www.riccardogazzarri.it/Did_Fotografia_Base/Corso%20Foto01.html
Nicola Aurelio
Pubblico questa interessante gallery riguardante tutte "le prime volte" della storia della fotografia e gli scatti che hanno fatto epoca secondo National Geographic
RispondiEliminahttp://www.nationalgeographic.it/fotografia/2010/08/03/foto/le_pietre_miliari_della_fotografia-82641/1/
Gianpio Predoti
il link sotto manda a un'illustrazione che sintetizza l'evoluzione della macchina fotografica.
RispondiEliminaQuello che mi ha colpito e che secondo me su cui bisogna riflettere è l'inserimento del telefono come dispositivo moderno per fotografare.
http://thumbnails-visually.netdna-ssl.com/a-minimalist-guide-to-the-evolution-of-the-camera_512b00ed6e73f.png
Giovanni Di Gabriele
Rifacendomi al discorso della radio che sarebbe dovuta essere rimpiazzata dalla televisione, è da considerare l’affermazione di Paul Delaroche “da oggi la pittura è morta” che seguì la nascita della fotografia.
RispondiEliminaCome sappiamo invece la fotografia finì per evolversi in parallelo con la pittura, senza rimpiazzarla.
Inoltre, propongo una serie di immagini che ci mostrano come la fotografia fu usata per aiutare l'arte, cosa che cominciò con gli impressionisti.
http://www.cultorweb.com/fp/fc.html
"[...]Non esiste una fonte diretta per questa presunta dichiarazione, che però fa parte da sempre della letteratura sull’argomento, e forse non fu dunque casuale la scelta di Arago di domandare proprio all’artista, la cui opinione iniziale era diventata la bandiera degli “avversari” dell’invenzione di Daguerre, di indossare i panni dell’avvocato competente in questa nascente diatriba tra arte tradizionale e nuova tecnica"
EliminaEstratto da
http://paduaresearch.cab.unipd.it/4865/1/Ultima_versione.pdf
Pag. 18-19
Riallacciandomi a ciò che hai scritto, volevo aggiungere:
De la Roche aveva visto nella fotografia un procedimento completo e preciso, elogiandone le forme e l'aspetto tecnico, di implementazione artistica ("in tale procedimento il pittore troverà un mezzo rapido di fare un insieme di studi che,per quanto abbia talento,potrebbe ottenere se non con molto tempo,molta fatica e in un modo molto meno perfetto").
Tant'è vero che molti fotografi furono di ascendenza pittorica ( es, William Frederick Lake Price). E proprio con il pittorialismo, soprattutto nella seconda metà dell'800,si accese la questione della dignità artistica della fotografia, data la sua stretta dipendenza dal mezzo tecnico, rispetto all'arte tradizionale.
Allego il link di un articolo sulla nascita della fotografia: 1839 L'ANNUNCIO DELLA SCOPERTA".
RispondiEliminahttp://www.storiadellafotografia.it/2009/10/28/1839-l%E2%80%99annuncio-della-scoperta/
Allego questo articolo che illustra l'impatto che la nascita della fotografia ebbe sull'arte e sulla moda.
RispondiEliminaSono inoltre specificate in maniera tecnica anche le varie ricerche condotte per giungere alla sua invenzione.
http://www.fotoartearchitettura.it/storia-della-fotografia/
Arianna Cordeschi
Il libro di Roland Barthes secondo me espone in modo originale e poetico la grande innovazione della fotografia e analizza in modo accurato le sue componenti e gli effetti che quest'ultima ha provocato nella società.
RispondiEliminaUn estratto dell'introduzione del libro: "La camera chiara" di Roland Barthes"
Lo stupore che, nel 1839, colpì i primi increduli spettatori delle immagini di Daguerre non scompare del tutto neppure ai giorni nostri, per quanto sia stato reso più lieve dall’abitudine. Noi stessi oggi, come quelli in passato, ci sorprendiamo rapiti osservando una fotografia. Uno stupore che lo stesso Barthes non riesce a nascondere, ad esempio, di fronte alla fotografia del fratello di Napoleone. Scrive infatti: “sto vedendo gli occhi che hanno visto l’Imperatore.”3 Una frase suggestiva, e indicativa di quale sia la potenza che la fotografia può mettere in campo, e di quale ricezione lo spettatore ne abbia: “vedo gli occhi che videro l’Imperatore”, gli occhi di suo fratello Girolamo: essi sono qui presenti di fronte a me, ora.
http://www.lettere.unimi.it/dodeca/bordi06/bordi06.pdf
Ho trovato questo programma trasmesso dal canale televisivo della Feltrinelli. La prima puntata parla proprio della nascita della fotografia, dei suoi primi sviluppi e dei vari metodi utilizzati dai fotografi del tempo. Credo che questo programma sia una piacevole visione, dato che è raro trovare trasmissioni di un certo tipo in televisione. Vi lascio qui il link
RispondiEliminahttp://www.dailymotion.com/video/x1qa0zc_storia-della-fotografia-episodio-1-i-pionieri-del-bianco-e-nero_creation
Clarice Armiento
Allego di seguito un link con degli spunti di riflessione che partono da citazioni di grandi fotografi della storia:
RispondiEliminahttp://massimovespignani.jimdo.com/aforismi-e-citazioni-sulla-fotografia/
Vorrei soffermarmi sull'importanza della fotografia anche per la più semplice osservazione. Fino alla scoperta della fotografia se si osservano i dipinti in cui compaiono dei cavalli in movimento li si ritrova in delle posizioni così belle quanto lontane dalla realtà, vi riporto qualche esempio perchè possiate vederlo:
http://bifrost.it/GERMANI/Immagini/Arbo-Dagr.JPG
http://cremaonline.it/articoli/images/h_51pg75kgpuvvpbnrovrp0cidc3.jpg
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f9/Trionfo_della_morte,_gi%C3%A0_a_palazzo_sclafani,_galleria_regionale_di_Palazzo_Abbatellis,_palermo_(1446)_,_affresco_staccato.jpg
http://i50.tinypic.com/rlawx4.jpg
Come si potrà notare la posizione in cui i cavalli vengono immortalati in questi dipinti sono frutto dell'impossibilità all'epoca di analizzare fotogramma per fotogramma il movimento del cavallo al galoppo.
solo dopo l'avvento della fotografia ciò fu possibile ed emblematica è questa fotografia di Muybridge:
https://www.printcollection.com/files/1/0117/3662/products/The-Horse-In-Motion.2.jpg?v=1408118367
Mariateresa Gilbo
François Dominique Arago nel suo discorso di presentazione della dagherrotipia,aveva parlato dell'aiuto che la nuova invenzione poteva offrire nei lavori documentativi,come ad esempio "copiare i milioni di geroglifici che coprono perfino all'esterno dei grandi monumenti di Tebe, di Memphis, di Karnark,ecc." Ma naturalmente, non aveva fatto alcun riferimento a un'estetica della fotografia,mentre l'aveva in un certo modo ipotizzata il pittore Paul Delaroche che, nella sua lettera ad Arago,prima della presentazione della sua nuova invenzione aveva scritto:
RispondiElimina[…]
In una nota redatta su nostra preghiera questo famoso pittore
dichiara che i procedimenti del Signor Daguerre portano così avanti la
perfezione di certe condizioni essenziali dell’arte che essi diventeranno
un argomento di osservazione e di studio per i pittori, anche per quelli
più capaci.
Ciò che nei disegni fotografici lo colpisce è che il finito di una
preziosità inimmaginabile non turba per nulla la tranquillità delle masse
né nuoce in alcun modo all’effetto generale. La correzione della linea,
dice altrove il Signor Delaroche, la precisione delle forme è nei disegni
del Signor Daguerre più completa che sia possibile e nello stesso tempo
vi si riconosce un modellato largo, energico ed insieme così ricco di
tono come di effetto… In tale procedimento il pittore troverà un mezzo
rapido di fare un insieme di studi che, per quanto abbia talento, non
potrebbe ottenere se non con molto tempo, molta fatica ed in modo
molto meno perfetto. Il Signor Delaroche, dopo aver combattuto con
ottimi argomenti l’opinione di chi ha pensato che la fotografia avrebbe
danneggiato i nostri abili incisori, termina la sua nota con le seguenti
affermazioni: ‘Riassumendo, la stupenda scoperta del Signor Daguerre,
è un enorme favore reso alle arti’
Da
Lewis Carroll, scrittore e fotografo
Scrittori e fotografia
Diego Mormorio
Estratto dal PDF
http://paduaresearch.cab.unipd.it/4865/1/Ultima_versione.pdf
Le prime teorie sulla Camera Oscura risalgono al XI e IV secolo a.C. con Alhazen e poi Aristotele. Dopo di loro, molteplici furono gli intellettuali che contribuirono a consolidare la teoria della Camera Oscura. Un anno importante per la Fotografia è il 1826/1827, quando per la prima volta nella storia, Nicéphore Niépce riuscì ad impressionare su lastra di peltro la "Veduta dalla finestra di Gras", con una esposizione durata 8 ore. Fu soltanto nel 1839 che la Fotografia raggiunse il pubblico, con la Dagherrotipia, messa a punto da Louis Daguerre, sulla base dell'esperimento di Niépce. I primi dagherrotipi ben riusciti potevano richiedere anche 20 minuti di posa (ecco perché in quel periodo abbonda la fotografia paesaggistica), per questo motivo - e per molti anni - furono necessari perfezionamenti delle lastre per ridurre i tempi di posa. Consiglio la lettura del libro "Catturare il tempo. Lentezza e rapidità della fotografia." di Diego Mormorio.
RispondiEliminaOggi la Fotografia è anche sinonimo di Arte, ma fino ai primi anni del 900 la Fotografia era identificata solo nel campo scientifico-tecnologico. Molteplici furono i Fotografi-Artisti (specialmente nel periodo del Futurismo) che tentarono di far riconoscere la Fotografia come campo artistico. Consiglio in questo senso la lettura del libro "Fotografia e pittura nel novecento e oltre" di Claudio Marra.
Simone Cera
Allego il link di un articolo interessante che mi ha colpito per il modo con il quale viene affrontato il tema della nascita della fotografia, attraverso un punto di vista insolito, ma al tempo stesso ovvio: la chimica. L'autrice dell'articolo evidenzia come sia da sempre esistito un rapporto fra la chimica e la fotografia sin dai primi esperimenti fotografici, proponendo un excursus sui processi chimici, metodi e i vari supporti che sono stati adoperati, durante i primi anni della storia della fotografia, nel tentativo di catturare gli istanti vissuti; e come, ancora oggi, la fotografia digitale, utilizza gli stessi principi degli albori.
RispondiElimina"La chimica e la fotografia un legame molto (foto)sensibile"
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chimica-dei-sensi/la-chimica-e-la-fotografia-un-legame-molto-fotosensibile/
Federica Grasso
All'interno del panorama che ha dato i natali alla fotografia, ritengo sia piuttosto cruciale analizzare le riflessioni che scaturì il nuovo mezzo in rapporto all'Arte e alla Pittura in particolare. In tal modo sarà anche possibile trovare delle corrispondenze all'interno del contemporaneo paesaggio, che noi viviamo, delle Nuove Arti Emergenti.
RispondiEliminaLa questione del rapporto fra Fotografia e Arte emerse in contemporanea con la nascita del nuovo mezzo espressivo ed ancora oggi è ampiamente discussa e dibattuta.
Si scontrano due concezioni: quella degli assolutisti che negano alla fotografia qualsiasi connotato artistico, in quanto solo la pittura poteva elevarsi ad arte per gli impliciti margini di creatività, e quella dei più moderati che magari abusano della parola “arte” per qualsiasi forma espressiva.
Fonte:http://fotografartebb.altervista.org/articoli/composizione-e-linguaggio-fotografico/dalla-pittura-alla-fotografia-di-oggi/
L’INVENZIONE DEL SECOLO: LA FOTOGRAFIA
RispondiEliminahttp://quarantotto.altervista.org/48/fotoFR.htm
Impressionismo e Fotografia
RispondiEliminaNel 1826 Niépce ottenne la prima fotografia. Già dieci anni dopo, Daguerre ottenne singole immagini fotografiche impressionando lamine di rame argentato (dagherrotìpi), ma è Talbot a scoprire il sistema per realizzare molte copie della stessa immagine.
http://www.skuola.net/storia-arte/moderna-contemporanea/impressionismo-fotografia.html
Come la fotografia cambiò l'arte - Storia della fotografia
RispondiEliminahttp://marcocrupifoto.blogspot.it/2011/03/come-la-fotografia-cambio-larte-storia.html
LA FOTOGRAFIA NELL'ARTE CONCETTUALE
RispondiEliminahttp://www.gri.it/old_GRI/linguaggio/fotoconc.htm
Breve storia sulla fotografia
RispondiEliminaL’invenzione della fotografia costituì la realizzazione di un sogno antico, invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi.
Le prime ricerche su questo tipo di riproduzione incominciarono nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche poi utilizzate da tutti i grandi vedutisti veneti del Settecento. Nel corso dell’Ottocento, grazie al progresso della chimica, agli approfonditi studi sulla sensibilità della luce e alla creazione di nuovi materiali si arrivò alla nascita della vera e propria fotografia.
Questa clamorosa invenzione , il suo successivo e rapidissimo sviluppo e il confronto fra immagine dipinta e immagine fotografica determinarono un’immediata presa di posizione da parte di critici e pittori, e generò soprattutto ai suoi primordi polemiche molto aspre e accese. Il mondo artistico del XIX secolo entrò in crisi; il paragone fra la ricchezza dei dettagli concessa dalla pittura rispetto alla mancanza di definizione e all'assenza di colori propri della fotografia accesero le più vive discussioni.Il lavoro di molti paesaggisti venne sconvolto per la facilità ad ottenere risultati impeccabili, a prezzi contenuti e in tempi brevissimi rispetto alla tradizionale pittura. In realtà il problema fu assai più profondo e riguardò il modo di concepire e di fare arte. Ecco allora che ai ritratti dipinti, si cominciano a preferire quelli fotografici sia per la novità dell’esperienza sia per il maggiore realismo dei risultati.
Gli artisti più attenti e sensibili, tuttavia, colsero immediatamente la straordinarietà dell’invenzione della quale iniziarono subito a servirsi non in antagonismo, ma in accordo con la propria pittura.
Fotografi come FELIX NADAR si specializzano nella ritrattistica arrivando a sviluppare abilità compositive e di indagine psicologica del tutto analoghe a quelle di un ottimo pittore.
Egli infatti coglieva il duplice aspetto della macchina fotografica: strumento meccanico e valido ausilio per cogliere e fissare un’infinità di elementi altrimenti destinati a sfuggire alla percezione e all'attenzione dell’occhio umano.
Già alla fine del secolo , comunque, pittura e fotografia si ritagliarono i rispettivi e ben definiti spazi di azione. Grazie alla fotografia, infatti la pittura cessò di essere documentaria e si concentrò maggiormente sull’analisi psicologica dei personaggi o sulle emozioni che l’artista desiderava trasmettere.
La fotografia a sua volta deriva dalla pittura molte regole di composizione e inquadratura , ponendo grande attenzione anche allo studio delle luci e delle ombre. I fotografi iniziarono a lavorare negli ateliers simili a quelli dei pittori accademici per poi trasferirsi en plein air dando origine alle cosiddette "istantanee".
Fonte: http://quarantotto.altervista.org/48/fotoFR.htm
Danilo Venuto
Ho trovato un articolo in cui è presente la spiegazione e le tappe della nascita della fotografia nel 1839.
RispondiElimina"Ufficialmente, dunque, la fotografia nasce nel 1839 (precisamente il 7 gennaio, data dell’annuncio ufficiale), quando cioè lo studioso e uomo politico François Jean Dominique Arago, eletto deputato nel 1830, spiegò nei dettagli all’Accademia di Francia (richiedendo poi anche un contributo economico per l’autore) l’invenzione di Louis Mandé Daguerre, la dagherrotipia. È la nascita ufficiale della fotografia e sottolineo “ufficiale” perché dobbiamo comunque ricondurci e riferirci a una data. Ma, indubbiamente ed oltre a Joseph Nicéphore Niépce, con cui Daguerre collaborò strettamente, la fotografia ha (almeno) un altro padre: il fisico inglese William Henry Fox Talbot, inventore della fotografia come noi oggi la intendiamo, ovvero una matrice riproducibile potenzialmente all’infinito.Talbot, colto in contropiede dalla presentazione del dagherrotipo, a fine gennaio presentò all’Accademia nazionale inglese delle scienze (Royal Society) e scrisse ad Arago per rivendicare la paternità dell’invenzione “fotografia”. Ovviamente, essendo Arago il “padrino” di Daguerre, la lettera fu semplicemente un disperato e vano tentativo da parte di uno studioso (Talbot, appunto) più votato ai risvolti intellettuali e/o artistici di una ricerca che alla sua parte “commerciale”.Al contrario di Daguerre, che infatti ottenne – grazie alla “sponsorizzazione” di Arago – un sussidio vitalizio consistente in 6000 franchi (4000 andarono invece a a Niépce figlio in quanto il padre, Joseph Nicéphore, era morto nel 1833, prima, quindi, di quel 7 gennaio 1839) - concessi dal re di Francia Luigi Filippo per l’acquisto e la liberalizzazione del dagherrotipo.Poco dopo l’annuncio ufficiale della fotografia, numerosi personaggi, in Francia e in Europa, si fecero avanti rivendicando metodi ed esperimenti legati ad essa. Tra tutti, meritano una particolare attenzione due studiosi: Antoine Hercule Romuald Florence, nato a Nizza nel 1804 ed emigrato in Brasile a meno di trent’anni, che nel 1833 ottenne delle immagini su carta abbastanza simili a quelle di Niépce e di Daguerre, ma l’isolamento del luogo in cui viveva gli impedì di far conoscere la propria scoperta e i propri esperimenti (portati alla luce dallo storico brasiliano Boris Kossoy); pare addirittura che Florence utilizzò già nel 1834 il termine “fotografia”; Hippolyte Bayard (1807-1887), che fu tra i primi fotografi della storia e inventore di un procedimento noto come stampa positiva diretta, che consente la realizzazione di un positivo non riproducibile. Anche in Italia il dagherrotipo viene ufficialmente presentato: è il 12 marzo e il fisico Macedonio Melloni tiene una relazione su di esso all’Accademia delle Scienze di Napoli.Il 20 maggio, invece, Samuel Morse, inventore del telegrafo, esegue la prima immagine dagherrotipica oltreoceano.La fotografia, ora, inizia davvero a essere parte della storia del mondo."
fonte: https://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/1839.php
Chiara Barbera
Ricordiamo che la fotografia nasce da composti chimici! Tutto ha avuto inizio con la creazione accidentale del primo composto fotosensibile ad opera del chimico tedesco Johann Heinrich Schulze, nel 1727.
RispondiEliminaQui di seguito allego il link di una pagina molto interessante che racconta la fotografia in chiave chimica. Buona lettura.
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chimica-dei-sensi/la-chimica-e-la-fotografia-un-legame-molto-fotosensibile/
"L'umanità si attarda, non rigenerata, nella grotta di Platone, continuando a dilettarsi, per abitudine secolare, di mere immagini della verità. Ma essere stati educati dalle fotografie non è come essere stati educati da immagini più antiche e più artigianali. Per prima cosa, oggi sono molto più numerose le immagini che reclamano la nostra attenzione. L'inventario è cominciato nel 1839 e da allora è stato fotografato quasi tutto, o almeno così pare."
RispondiEliminaS. Sontag - Nella grotta di Platone - in Sulla Fotografia, Realtà e immagine nella nostra società - Einaudi
"Il dagherrotipo non è solo uno strumento per disegnare la natura... le dà il potere di riprodurre se stessa."
L. Daguerre - 1838 - da un comunicato pubblicitario per investitori.
"Io fotografo ciò che non voglio dipingere e dipingo ciò che non posso fotografare."
Man Ray
"Con il dagherrotipo ciascuno potrà farsi fare il ritratto, cosa che un tempo potevano farsi fare solo gli eminenti; ma nello stesso tempo si fa di tutto per farci apparire tutti esattamente identici, e di conseguenza ci basterà avere un unico ritratto."
S. Kierkegaard - 1854
"Nella primavera del 1921 vennero installate a Praga due macchine fotografiche automatiche - una recente invenzione straniera - che riproducevano su un unico foglio sei o dieci o più pose di una medesima persona. Quando portai a Kafka una di queste serie di fotografie, gli dissi allegramente: << Per un paio di corone ci si può far fotografare da ogni angolazione. Questo apparecchio è un CONOSCI-TE-STESSO meccanico >>. <> disse Kafka con un sorrisetto. Io protestai <>. <> Kafka piegò la testa su una spalla. <>.
G. Janouch - Conversazioni con Kafka
Sono delle semplici citazioni che mi hanno fatto pensare a come, già dalla sua nascita, la fotografia abbia diviso il pensiero e, contemporaneamente, abbia unito la visione di esso.
Angelo Di Bello
La primissima foto della storia fu scattata nel 1826 (qui sotto trovate il link così potete vederla) da Joseph Nicéphore Niépce,(fotografo e ricercatore francese). La durata dell'esposizione fu di 8 ore.
RispondiEliminahttp://www.educational.rai.it/materiali/immagini_gallery/4218.jpg
Miriam Mastrostefano
« La società si adopera per far rinsavire la Fotografia, per temperare la follia che minaccia di esplodere in faccia a chi la guarda » Roland Barthes, La camera chiara.
RispondiEliminaSi dice sovente che a inventare la fotografia siano stati i pittori. Io invece dico: sono stati i chimici. infatti il noema E' STATO non è stato possibile che dal giorno in cui una circostanza scientifica ha permesso di captare e di fissare direttamente i raggi luminosi emessi da un oggetto variamente illuminato.
Io posso solo trasformare la foto in una cosa da buttar via: o il cassetto o il cestino. Non solo essa condivide la sorte della carta, ma anche se è fissata su dei supporti più solidi, è pur sempre mortale: come un'organismo vivente, essa nasce dai granuli d'argento che germinano, fiorisce un attimo, poi subito invecchia.
Un piccolo saggio che fa Roland Barthes. Secondo me fa capire molto bene come la fotografia per lui sia cambiata, dalla sua nascita sino alla sua morte.
Un’ipoteca storica.
RispondiEliminaUna singolare contraddizione grava a tutt’oggi sull’invenzione della foto- grafia. Il 18 agosto 1839, nella seduta ormai storica dell’Accademia delle Scienze di Parigi, il fisico e astronomo François Arago assegna ufficialmente il primato dell’invenzione del procedimento di fissazione dell’immagine aprés nature a Jacques Louis Mandè Daguerre,inventore della dagherrotipia.
Eppure nelle vicende successive della storia della fotografia,la paternità del procedimento di fissazione dell’immagine della camera oscura ha privilegiato Nicèphore Nièpce, il fisico e il chimico di Chalône sur Saône che nel 1826 mette a punto un primo procedimento da lui chiamata eliografia[...] L’analogia ottico e chimica fra le due invenzioni esclude ciò che di fatto è più importante da considerare le differenti personalità dei due uomini, o per meglio dire la diversità delle loro ossessioni. Dar conto della personalità di Daguerre come pittore euomo di teatro, significa far riferimento al Diorama, la gigantesca lanterna magica, installata nel cuore della Parigi dei teatri popolari, dove l’artista per diciasette anni tenne desta l’attenzione dei suoi spettatori, ma- nipolando il tempo, costringendolo a trascorrere dall’alba al tamonto, nel giro di un quarto d’ora.
Come avrebbe potuto Daguerre rimanere insensibile alla rivelazione che un proprietario terriero di nome Nicephore Niépce aveva messo a punto, a Chalône sur Saône, nella lontana Borgogna, un procedimento fisico- chimico che permetteva di ottenere delle impronte durature del mondo fisico su una la- stra di rame inserita nella camera ottica?
È il 1827 quando un'incisione di Niépce capita nelle mani dell'ottico parigino Chevalier, che ne parla subito a Daguerre, suo ottimo cliente.
L’artista che a questa data tentava anche lui di fissare l'immagine della camera oscura, mediante l’uso di sostanze fosforescenti, prova a mettersi in contatto con Niépce.
Ma nonostante i dubbi e la diffidenza di Niépce, l'incontro con Daguerre era segnato dalla fatalità[...] Giunto a Parigi, in attesa di partire per le Havre, accade un singolare incidente. Nièpce perde il portafoglio con il denaro e il passaporto e, in attesa che il figlio Isidore rinvii al più presto i documenti, decide di andare a trovare Daguerre.
Nel corso dell’incontro Daguerre e Nièpce pare che si ritroveranno a parlare per ben tre giorni.
L'interesse per l'eliografia , assume per Daguerre un significato preciso: il procedimento di fissazione di Niépce consente un'immagine diretta della natura ma quel che lui subito si prefigura é la rapidità del procedimento ed é su questo che concentra i suoi sforzi. Ed é in questa direzione che accetta di perfezionare il procedimento con il fisico di Chalône-sur- saône e per dieci anni si batterà su questo dilemma.
La messa a punto della dagherrotipia avviene nel 1837, quattro anni dopo la morte improvvisa di Niépce nel luglio del 1833.
Allego qui di seguito un link che ho trovato sul sito https://lupifotografia.wordpress.com/ dove si trova questa rassegna sulla fotografia "Storia e invenzione della fotografia fino alla diffusione di massa".
RispondiEliminahttps://lupifotografia.files.wordpress.com/2013/10/storia-della-fotografia-dalle-origini-al-900.pdf
Luca Malafarina
Articolo sulla nascita ufficiale della fotografia a cura di Marco Rovere, su Nikon School. Una volta aperto il link, sulla destra, si trova un indice di articoli diviso in ordine cronologico sul tema "fotografia".
RispondiEliminaBuona lettura
https://www.nikonschool.it/corso-breve-storia-fotografia/1839.php
Federica Oliva
Luciano Rigoli, presenta una collezione di Storie di un istante .
RispondiEliminaQuesto video mi ha colpito in quanto spiega la storia della fotografia tramite da dei concetti base,molto semplic ie istintivi ,ricco di esempi storici con immagini che non risultano affatto statiche anzi ,pressochè dinamiche capaci di catturare l'attenzione del pubblico almeno,con me sembra esserci riuscito.
Nonostante duri ben 26 min!
https://youtu.be/CP0A3Z20CoE
Sabina Kerimova
Ho trovato un articolo molto interessante sull'uso iniziale della fotografia nell'astronomia:
RispondiElimina2 Gennaio 1839: primo dagherrotipo della Luna
Immagini a colori delle stelle ad alta risoluzione sono ormai un pilastro della ricerca astronomica, sia ottenuti da telescopi a terra sia da strumenti come il telescopio spaziale Hubble, ma non è sempre stato così. Prima dell'invenzione della fotografia, gli astronomi dovevano disegnare quello che vedevono nei loro telescopi, spesso dimenticando dettagli cruciali. Riproduzioni fatte ridisegnando le illustrazioni originali portavano poi ad ulteriori errori.
E' stata l'invenzione del dagherrotipo che ha mostrato che era possibile un metodo di gran lunga superiore.
Nel 1814, un francese di nome Nicéphore Niépce iniziò a sperimentare modi per registrare la luce, e riuscì a trasferire un'immagine su carta. Nel 1822, aveva capito come fare affinché l'immagine fosse permanente, catturandola su un foglio di stagno lucido ricoperto di bitume. Una delle più antiche fotografie superstiti risale al 1825, quando Niépce catturò un'immagine in bianco e nero di un ragazzo che tira un cavallo. Ma questo metodo richiese ben otto ore di esposizione.
Sei anni più tardi, il pittore francese Louis Daguerre, inventore, che aveva lavorato con Niépce per breve tempo prima della morte di quest'ultimo nel 1833, scoprì come ridurre il tempo di esposizione di 20 o 30 minuti. Daguerre era stato apprendista in architettura, scenografia, pittura e panoramica, e inventò il diorama.
La leggenda narra che la rottura accidentale di un termometro a mercurio, gli diede l'idea per avere un tempo di esposizione più breve. Il suo procedimento presentato all'Accademia Francese delle Scienze il 7 gennaio 1839 diede luogo ai "dagherrotipi", la prima forma di fotografia di scena che diventarono subito molto popolari.
Studi fotografici iniziarono a nascere in tutta Europa nel 1840, in America, ce ne erano 77 nella sola New York dal 1850. Diventò una pratica standard includere una fotografia sui propri biglietti da visita, il cui uso era una comune regola di galateo per l'elite sociale.
Fu un astronomo che coniò il termine di fotografia nel 1839, quando Johann Heinrich von Madler combinò "foto" (dalla parola greca che significa "luce") e "grafia" ("scrivere"). Gli astronomi hanno abbracciato rapidamente l'uso di lastre fotografiche a causa della loro buona risoluzione e la capacità di rendere le immagini molto più grandi.
Si dice che Daguerre stesso fu la prima persona a prendere una fotografia della luna, con il suo processo dagherrotipo, il 2 gennaio 1839. Purtroppo, nel marzo dello stesso anno, il suo laboratorio fu raso al suolo, distruggendo gran parte del suo lavoro e con esso l'immagine storica della luna. Un anno dopo, John William Draper, un medico e chimico americano fece il suo dagherrotipo della luna.
La lastra fotografica ha dominato l'imaging astronomico per gran parte del 20° secolo, potenziata con l'uso di filtri di colore, fino all'avvento della fotografia digitale e le fotocamere CCD che l'anno reso obsoleta. Daguerre morì di un attacco di cuore il 10 luglio 1851, alle porte di Parigi, ma ha senza dubbio lasciato il segno non solo nell'astronomia, ma nel mondo in generale. Il suo nome è tra i 72 iscritti sulla Torre Eiffel.
Fonte: http://www.sciencestorming.eu/index.php/2012-01-18-17-01-34/un-po-di-storia/132-2-gen-1839-primo-dagherrotipo-della-luna
Lorena Bassolino
"Breve storia della fotografia in 20 clamorose foto"
RispondiEliminaDal portale di Rai Cultura:
http://www.arte.rai.it/gallery-refresh/breve-storia-della-fotografia-in-20-clamorose-foto/389/0/default.aspx
Guendalina Fazioli
posto qui di seguito un link di un infografica nel quale vi è raffigurata l evoluzione della fotografia e il boom della foto mobile
RispondiEliminahttps://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/d5/3a/44/d53a44b988b06a1e712f23ac8a1ddfd8.jpg
PRIMO FOTOREPORTER DI GUERRA
RispondiEliminaun episodio interessante su uno dei primi usi legati alla fotografia che mi ha colpito per le buone intenzioni e il pessimo risultato dovuto a tutte le difficoltà agli albori della fotogragia:
1855 guerra di Crimea (russia,turchia,francia,inghilterra,savoia-italia)
la popolazione britannica non aveva accolto favorevolmente l’entrata in guerra della nazione allarmata dalle terribili condizioni in cui vivevano le truppe (la maggior parte dei morti non era per combattimenti ma per colera caldo o freddo)
Per far fronte al malcontento popolare, la casa reale inglese indisse una spedizione fotografica, affidandola a Fenton.
Arriva in Crimea con 700 lastre di vetro e 5 apparecchi fotografici diversi che richiedevano da un minimo di 3secondi di esposizione ad un massimo di 20, a seconda della dimensione della lastra. In più il carro fotografico da lui utilizzato era altro quasi 3metri quindi avvistabile dal nemico quindi non poteva stare in mezzo all’azione.
Il risultato: tutte foto furono in posa e la guerra di Crimea sembra una scampagnata
posto qui il link dell'articolo
http://www.huffingtonpost.it/2014/03/14/roger-fenton-guerra-di-crimea-reportage-di-guerra-foto_n_4963172.html
https://books.google.it/books?id=hB6KU-I3wfcC&pg=PA15&lpg=PA15&dq=la+nascita+della+fotografia+nel+sud+italia&source=bl&ots=8SpYNjxr-Z&sig=R2J_IzDLvNkRJAY6StgNDYmBRks&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwijxLv9gOnMAhVGBBoKHa9yAK0Q6AEIOTAF#v=onepage&q=la%20nascita%20della%20fotografia%20nel%20sud%20italia&f=false
RispondiEliminaIn allegato il link del libro
"L'Italia d'argento: "1839-1859" storia del dagherrotipo in Italia"
Espedito Iannini
La Storia della Fotografia: dal IV a.C. ai giorni nostri.
RispondiEliminahttp://www.fotografareindigitale.com/2012/03/la-storia-della-fotografia-dal-iv-a-c-ai-giorni-nostri/
La storia del mondo della fotografia, la prima immagine fotografica può essere una foto, durante l'estate del 1826 dall'inventore francese della fotografia e arti grafiche, Fournier Phillips (Nicéphore Niépce 1765-1833) realizzati in laboratorio.
RispondiEliminaex sindaco del Nepal della città di Nizza, in Francia, il servizio militare è la scuola, sono rimasti feriti nella guerra franco-italiana (AD 1793), e un occhio. Nel 1816, ha usato carta fotografica cloruro d'argento, negativo deposito pellicola in bianco e nero. Seguendo lo stesso piatto di stagno ricoperta di bitume, otto ore dopo l'esposizione, lavare via il polimerizzato, la parte luminosa dell'immagine è bianca, e la simmetria piastra di metallo nero, la scena originale e sullo sviluppo di un positivo. Fino al 1826 è riuscito, l'invenzione della pellicola fotografica collocato nella nuova fotocamera avanzata personalizzato, allora questa fotocamera è la meccanica ottici riparazione Wali Parigi (Chevalier) prodotto. Fotografia da prima foto al mondo della scena è la casa della Nigeria, nella Francia centrale tetto fuori dalla finestra. Questa foto vengono ora memorizzati nelle collezioni dell'Università del Texas. Il metodo fotografico ha inventato, attraverso ulteriori miglioramenti, è generalmente utilizzato per il confine lastra di stampa. World Graphic Arts comunità lo rispettava un grande inventore della lastra di stampa.
Nel quattordicesimo secolo Leonardo da Vinci spiega il funzionamento della camera oscura e parallellamente quello dell’occhio. Il testo di Leonardo in particolare, letto oggi, risulta molto significativo in relazione a quelle che saranno le caratteristiche dell’apparecchio fotografico:
RispondiElimina“La sperientia che mostra come li obbietti mandino le loro spetie over similitudini intersegate dentro all’ochio nello umore albugino si dimostra quando per alcuno piccolo spiraculo rotondo penetrano le spetie delli obbietti alluminati in abitatione fortemente oscura; allora tu riceverai tale spetie in una carta bianca posta dentro a tale abitatione alquanto vicina a esso spiraculo e vedrai tutti li predetti obbietti in essa carta colle lor propie figure e colori, ma saran minori e fieno sotto sopra per causa della detta intersegatione li quali simulacri se nascierano di loco alluminato dal sole paran propio dipinti in essa carta, la qual uole essere sottilissima e veduta da riverscio, e lo spiracolo detto sia fatto in piastra sottilissima di ferro”.
In basso un'immagine realizzata da Leonardo da Vinci durante i suoi studi sul comportamento della luce e sul funzionamento dell'occhio umano.
https://giornalebibliotalamona.files.wordpress.com/2014/06/leonardo-da-vinci-1508.jpg
Fonte:http://marcocrupifoto.blogspot.it/2012/02/le-origini-della-fotografia-1569-storia.html
Arianna Pompilio
L’INVENZIONE DEL SECOLO: LA FOTOGRAFIA
RispondiEliminaL’invenzione della fotografia costituì la realizzazione di un sogno antico, invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi.Le prime ricerche su questo tipo di riproduzione incominciarono nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche poi utilizzate da tutti i grandi vedutisti veneti del Settecento.Nel corso dell’Ottocento, grazie al progresso della chimica, agli approfonditi studi sulla sensibilità della luce e alla creazione di nuovi materiali si arrivò alla nascita della vera e propria fotografia.
Questa clamorosa invenzione , il suo successivo e rapidissimo sviluppo e il confronto fra immagine dipinta e immagine fotografica determinarono un’immediata presa di posizione da parte di critici e pittori, e generò soprattutto ai suoi primordi polemiche molto aspre e accese. Il mondo artistico del XIX secolo entrò in crisi; il paragone fra la ricchezza dei dettagli concessa dalla pittura rispetto alla mancanza di definizione e all’assenza di colori propri della fotografia accesero le più vive discussioni.Il lavoro di molti paesaggisti venne sconvolto per la facilità ad ottenere risultati impeccabili, a prezzi contenuti e in tempi brevissimi rispetto alla tradizionale pittura. In realtà il problema fu assai più profondo e riguardò il modo di concepire e di fare arte. Ecco allora che ai ritratti dipinti, si cominciano a preferire quelli fotografici sia per la novità dell’esperienza sia per il maggiore realismo dei risultati. Gli artisti più attenti e sensibili, tuttavia, colsero immediatamente la straordinarietà dell’invenzione della quale iniziarono subito a servirsi non in antagonismo, ma in accordo con la propria pittura. Fotografi come FELIX NADAR si specializzano nella ritrattistica arrivando a sviluppare abilità compositive e di indagine psicologica del tutto analoghe a quelle di un ottimo pittore.Egli infatti coglieva il duplice aspetto della macchina fotografica: strumento meccanico e valido ausilio per cogliere e fissare un’infinità di elementi altrimenti destinati a sfuggire alla percezione e all’attenzione dell’occhio umano.
Già alla fine del secolo , comunque, pittura e fotografia si ritagliarono i rispettivi e ben definiti spazi di azione. Grazie alla fotografia, infatti la pittura cessò di essere documentaria e si concentrò maggiormente sull’analisi psicologica dei personaggi o sulle emozioni che l’artista desiderava trasmettere. La fotografia a sua volta deriva dalla pittura molte regole di composizione e inquadratura , ponendo grande attenzione anche allo studio delle luci e delle ombre. I fotografi iniziarono a lavorare negli ateliers simili a quelli dei pittori accademici per poi trasferirsi en plein air dando origine alle cosidtte "istantanee".
fonte : http://quarantotto.altervista.org/48/fotoFR.htm
Elena Marocchio
Allego un video nel quale viene spiegata la nascita della fotografia, con illustrazioni e foto storiche.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=kQ6HcyWEKwQ
Ho trovato questo mini corso di storia della fotografia che partendo dalle origini arriva fino all'avvento del digitale, davvero molto interessante e ben spiegato:
RispondiEliminaCapitolo 1
https://youtu.be/7f30wd9L9ng
Capitolo 2
https://youtu.be/Xuj4lD_I-jM
Capitolo 3
https://youtu.be/FYbQHgzwIDw
Capitolo 4
https://youtu.be/POvUotNjY7A
Capitolo 5 https://youtu.be/E3PqH2yOZWI
Capitolo 6 https://youtu.be/N0xbUtJBMOw
Jessica Grandola
L’invenzione della fotografia costituì la realizzazione di un sogno antico, invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi.
RispondiEliminacamott.
Camera ottica portatile, schema
Le prime ricerche su questo tipo di riproduzione incominciarono nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche poi utilizzate da tutti i grandi vedutisti veneti del Settecento.
Nel corso dell’Ottocento, grazie al progresso della chimica, agli approfonditi studi sulla sensibilità della luce e alla creazione di nuovi materiali si arrivò alla nascita della vera e propria fotografia.
Questa clamorosa invenzione , il suo successivo e rapidissimo sviluppo e il confronto fra immagine dipinta e immagine fotografica determinarono un’immediata presa di posizione da parte di critici e pittori, e generò soprattutto ai suoi primordi polemiche molto aspre e accese. Il mondo artistico del XIX secolo entrò in crisi; il paragone fra la ricchezza dei dettagli concessa dalla pittura rispetto alla mancanza di definizione e all’assenza di colori propri della fotografia accesero le più vive discussioni.Il lavoro di molti paesaggisti venne sconvolto per la facilità ad ottenere risultati impeccabili, a prezzi contenuti e in tempi brevissimi rispetto alla tradizionale pittura. In realtà il problema fu assai più profondo e riguardò il modo di concepire e di fare arte. Ecco allora che ai ritratti dipinti, si cominciano a preferire quelli fotografici sia per la novità dell’esperienza sia per il maggiore realismo dei risultati.