Blog dedicato al corso di "Teoria e metodo dei mass media" (ABPC 65) prof. Vito Campanelli
martedì 9 marzo 2010
Technopoly
Sulla base degli spunti emersi in classe in queste prime due lezioni vi invito a commentare il seguente truismo citato da Neil Postman in Technopoly: "Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello".
Postman ha studiato l'influenza che hanno i media sulla nostra organizzazione sociale, mentale e sulle nostre concezioni politiche.Ha cercato di dare una risposta alla domanda lasciatagli da McLuan(del quale è stato un allievo):"Quali conseguenze sociali,culturali e politiche porta l'introduzione di una nuova tecnologia della comunicazione?Nell'affermazione di Postman :"Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello", troviamo un accentuato determinismo tecnologico , cioè l'idea che in una società la struttura mentale delle persone e la cultura siano influenzate dal tipo di tecnologia di cui tale società dispone. Un esempio potrebbe essere l'itroduzione della macchina fotografica digitale che porta ciascuno ad effettuare "infiniti" scatti senza dover pensare allo sviluppo o ad ottimizzare l'uso di una pellicola fotografica.La fotografia digitale permette inoltre di modificare , condividere e riprodurre le immagini.Tutti i media digitali sono soggetti a maniolazioni algoritmiche ed irrompono nella vita dell'uomo modificandone , in misura differente ,le abitudini. Alessia Angrisano.
"Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello". In aula il professore ci ha spiegato questa citazione con un esempio vicino alla nostra esperienza, ovvero la fotocamera digitale che ci "induce" a effettuare centinaia di scatti. La pertinenza dell'esempio mi ha fatto pensare ad una similitudine con ciò che dicevano pittori come Goya o Picasso riguardo all'arte, e cioè che spesso era il pennello a muovere la loro mano sulla tela, in maniera quasi autonoma rispetto al pensiero... Così come spesso l'arte impone la sua inevitabile Bellezza, la tecnologia impone la sua Ideologia all'uomo, che, secondo me, non deve temerla, ma sfruttare le sue inesauribili risorse. A questo proposito il sociologo americano Merton ci parla di "interdipendenza dinamica" tra scienza e società, e vede, probabilmente in maniera diversa rispetto a Postman, la tecnologia come un'istituzione che "trae il proprio significato dalla cultura della società in cui è immersa", quindi adatta a rispondere alle domande dell'uomo, senza sostituire sentimenti ed emozioni.
E'vero che "ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello",ma è altrettanto vero che colui che avrà in mano il martello,dovrà essere al passo con la tecnologia,per non ritrovarsi ad avere in mano un mezzo e non sapere come sfruttarlo.Immagino i miei nonni con una fotocamera digitale,faranno ugualmente attenzione a fotografare solo ciò che maggiormente li colpirà e non sarà facile per loro accettare che non c'è "rullino" da sviluppare in quella macchina fotografica (dire fotocamera digitale sarebbe arabo per loro)o che tutte le foto scattate possono essere "scaricate sul pc" e raggruppate in un "Album" senza bisogno però del famoso ALBUM DELLE FOTOGRAFIE cartaceo come loro lo immaginano!! Con questo voglio dire che non sempre tutti sono in grado di ottenere il massimo dagli sviluppi tecnologici,e come anche Postman si chiede,chi sono coloro a cui la tecnologia conferirà più potere e più libertà e chi sono coloro il cui potere e libertà diminuiranno?
Ieri sono stata al teatro Acacia per assistere a uno spettacolo teatrale del comico Giobbe Covatta. La tematica trattata erano “I diritti e i doveri dell’uomo”, e con un’escalation il comico è riuscito, a mio parere, a far passare tramite l’ironia delle battute e il mostrare la sua esperienza personale, il messaggio forte e concreto che nessuno dei diritti dell’uomo sono oggigiorno rispettati e quindi c’è un forte abuso di potere da parte di un’elite politica che non fa altro che deviare dalle tematiche importanti e distrarre il pubblico da quel che realmente dovrebbe preoccuparlo. In merito a quello che è stato detto in aula lo scorso Martedì, ho trovato rilevante una parte dello spettacolo che riguardava il giorno del Giudizio Universale. Covatta mostrava il momento in cui Dio, decideva per tutti, il giusto premio o la giusta punizione in base a quelle che erano state le azioni delle persone durante la loro vita terrena. In particolare Dio, trovava fortissime difficoltà a collocare il nostro Primo ministro, il quale non gradiva di volta in volta la punizione a lui destinata…e ribatteva di voler di meglio, insomma, rifiutava di essere “uguale agli altri” persino al cospetto del Signore. La sensazione avuta nel sentire le parole del comico, è stata duplice, da un lato non si poteva non ridere, dall’altro all’uscita dalla sala restava l’amaro in bocca perché si trattava di verità, difficili da cambiare e con le quali conviviamo ogni giorno, alcuni senza rendersene bene conto, altri ignorandole per cercare di vivere quanto più serenamente, altri ancora combattendo per farle conoscere a tutti. In conclusione, ho avuto la sensazione che il martello, in questo caso, fosse il Primo ministro italiano e noi tanti chiodi… quindi ritengo che effettivamente l’idea espressa da Postman che vede la società come condizionata dai media e dalla tecnologia sia veritiera e condizioni la società in maggior modo quando i mezzi di comunicazione sono sempre più controllati dal potere. Claudia Salerno.
Il truismo di Postman, come hanno già rilevato gli altri colleghi, è parecchio veritiero. Il problema si pone quando poi la tecnologia intraprende strade diverse da quelle considerate. Cioè quando entra in gioco l’imprevedibilità. Un esempio lampante è, a mio avviso, la nascita di Internet: all’inizio gli osservatori erano ottimisti, infatti, si pensava che Internet per il solo fatto di diffondersi nel mondo, avrebbe ridotto il cosiddetto digital divide. Ma sul finire del secolo scorso si è poi capito che Internet non solo non abbatte le disuguaglianze sociali, politiche ed economiche ma le ha addirittura, in alcuni casi, aggravate. La fotocamera digitale ci induce a scattare più foto possibili e a lasciarci sgomenti quando compare la scritta “memoria piena” o “batteria scarica”, si può dire che è diventata una moda e non più uno strumento utile per imprimere su carta momenti del passato altrimenti ricordati solo con gli occhi della mente. Infondo la stessa cosa è accaduta per i blog, quanti hanno aperto un blog personale solo perché faceva tendenza? E quanti poi hanno continuato a postare? Sicuramente molti di meno. E’ vero, ogni tecnologia detta le sue regole e gioca fino in fondo le sue carte ma bisogna anche tener presente che non tutti, però, ne traggono benefici.
Questa esortazione di Postaman mi rimanda ad un' altra a cui l' autore ci fa soffermare, ripresa da il re Thamus : " ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria, ma per richiamare alla mente, ne tu offri sapienza ai tuoi scolari..., si crederanno dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla..." A mio parere con l'esempio del chiodo e del martello, Postman ci ha voluto porre lo stesso problema con una terminologia più semplice, quasi come a voler suscitare in noi una domanda, ossia se questo è un beneficio o meno. Ebbene la mia risposta è che forse, come afferma l'autore, quando parliamo di mezzi di comunicazioni e tecnologie ci saranno sempre dei vinti e dei vincitori; questo perchè non tutti riusciranno a comprendere una determinata tecnolgia e il suo modo d'uso, ma non la vedrei in un tono così pessimistico da come ce lo presenta Postaman. Egli ci pone l'esempio del computer spiegandoci che le società quasi ci accattiveranno per farci elogiare questa tecnologia, a dir la verità questa è un'insinuazione un pò troppo ardua a mio modesto parere, perchè ci saranno soltanto persone interessate o meno nel caso dell'uso del pc, e persone che lo impiegheranno per usi aziendali, altri ancora per usi militari... Forse con una cosa mi ritrovo con Postman "quando una nuova tecnologia entra nella società cambia tutto" perchè la tecnologia non è mai neutra!
Postman ha studiato l'influenza che hanno i media sulla nostra organizzazione sociale, mentale e sulle nostre concezioni politiche.Ha cercato di dare una risposta alla domanda lasciatagli da McLuan(del quale è stato un allievo):"Quali conseguenze sociali,culturali e politiche porta l'introduzione di una nuova tecnologia della comunicazione?Nell'affermazione di Postman :"Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello", troviamo un accentuato determinismo tecnologico , cioè l'idea che in una società la struttura mentale delle persone e la cultura siano influenzate dal tipo di tecnologia di cui tale società dispone. Un esempio potrebbe essere l'itroduzione della macchina fotografica digitale che porta ciascuno ad effettuare "infiniti" scatti senza dover pensare allo sviluppo o ad ottimizzare l'uso di una pellicola fotografica.La fotografia digitale permette inoltre di modificare , condividere e riprodurre le immagini.Tutti i media digitali sono soggetti a maniolazioni algoritmiche ed irrompono nella vita dell'uomo modificandone , in misura differente ,le abitudini. Alessia Angrisano.
RispondiElimina"Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello".
RispondiEliminaIn aula il professore ci ha spiegato questa citazione con un esempio vicino alla nostra esperienza, ovvero la fotocamera digitale che ci "induce" a effettuare centinaia di scatti. La pertinenza dell'esempio mi ha fatto pensare ad una similitudine con ciò che dicevano pittori come Goya o Picasso riguardo all'arte, e cioè che spesso era il pennello a muovere la loro mano sulla tela, in maniera quasi autonoma rispetto al pensiero... Così come spesso l'arte impone la sua inevitabile Bellezza, la tecnologia impone la sua Ideologia all'uomo, che, secondo me, non deve temerla, ma sfruttare le sue inesauribili risorse. A questo proposito il sociologo americano Merton ci parla di "interdipendenza dinamica" tra scienza e società, e vede, probabilmente in maniera diversa rispetto a Postman, la tecnologia come un'istituzione che "trae il proprio significato dalla cultura della società in cui è immersa", quindi adatta a rispondere alle domande dell'uomo, senza sostituire sentimenti ed emozioni.
E'vero che "ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello",ma è altrettanto vero che colui che avrà in mano il martello,dovrà essere al passo con la tecnologia,per non ritrovarsi ad avere in mano un mezzo e non sapere come sfruttarlo.Immagino i miei nonni con una fotocamera digitale,faranno ugualmente attenzione a fotografare solo ciò che maggiormente li colpirà e non sarà facile per loro accettare che non c'è "rullino" da sviluppare in quella macchina fotografica (dire fotocamera digitale sarebbe arabo per loro)o che tutte le foto scattate possono essere "scaricate sul pc" e raggruppate in un "Album" senza bisogno però del famoso ALBUM DELLE FOTOGRAFIE cartaceo come loro lo immaginano!!
RispondiEliminaCon questo voglio dire che non sempre tutti sono in grado di ottenere il massimo dagli sviluppi tecnologici,e come anche Postman si chiede,chi sono coloro a cui la tecnologia conferirà più potere e più libertà e chi sono coloro il cui potere e libertà diminuiranno?
Ieri sono stata al teatro Acacia per assistere a uno spettacolo teatrale del comico Giobbe Covatta. La tematica trattata erano “I diritti e i doveri dell’uomo”, e con un’escalation il comico è riuscito, a mio parere, a far passare tramite l’ironia delle battute e il mostrare la sua esperienza personale, il messaggio forte e concreto che nessuno dei diritti dell’uomo sono oggigiorno rispettati e quindi c’è un forte abuso di potere da parte di un’elite politica che non fa altro che deviare dalle tematiche importanti e distrarre il pubblico da quel che realmente dovrebbe preoccuparlo. In merito a quello che è stato detto in aula lo scorso Martedì, ho trovato rilevante una parte dello spettacolo che riguardava il giorno del Giudizio Universale. Covatta mostrava il momento in cui Dio, decideva per tutti, il giusto premio o la giusta punizione in base a quelle che erano state le azioni delle persone durante la loro vita terrena. In particolare Dio, trovava fortissime difficoltà a collocare il nostro Primo ministro, il quale non gradiva di volta in volta la punizione a lui destinata…e ribatteva di voler di meglio, insomma, rifiutava di essere “uguale agli altri” persino al cospetto del Signore. La sensazione avuta nel sentire le parole del comico, è stata duplice, da un lato non si poteva non ridere, dall’altro all’uscita dalla sala restava l’amaro in bocca perché si trattava di verità, difficili da cambiare e con le quali conviviamo ogni giorno, alcuni senza rendersene bene conto, altri ignorandole per cercare di vivere quanto più serenamente, altri ancora combattendo per farle conoscere a tutti. In conclusione, ho avuto la sensazione che il martello, in questo caso, fosse il Primo ministro italiano e noi tanti chiodi… quindi ritengo che effettivamente l’idea espressa da Postman che vede la società come condizionata dai media e dalla tecnologia sia veritiera e condizioni la società in maggior modo quando i mezzi di comunicazione sono sempre più controllati dal potere. Claudia Salerno.
RispondiEliminaIl truismo di Postman, come hanno già rilevato gli altri colleghi, è parecchio veritiero. Il problema si pone quando poi la tecnologia intraprende strade diverse da quelle considerate. Cioè quando entra in gioco l’imprevedibilità. Un esempio lampante è, a mio avviso, la nascita di Internet: all’inizio gli osservatori erano ottimisti, infatti, si pensava che Internet per il solo fatto di diffondersi nel mondo, avrebbe ridotto il cosiddetto digital divide. Ma sul finire del secolo scorso si è poi capito che Internet non solo non abbatte le disuguaglianze sociali, politiche ed economiche ma le ha addirittura, in alcuni casi, aggravate. La fotocamera digitale ci induce a scattare più foto possibili e a lasciarci sgomenti quando compare la scritta “memoria piena” o “batteria scarica”, si può dire che è diventata una moda e non più uno strumento utile per imprimere su carta momenti del passato altrimenti ricordati solo con gli occhi della mente. Infondo la stessa cosa è accaduta per i blog, quanti hanno aperto un blog personale solo perché faceva tendenza? E quanti poi hanno continuato a postare? Sicuramente molti di meno. E’ vero, ogni tecnologia detta le sue regole e gioca fino in fondo le sue carte ma bisogna anche tener presente che non tutti, però, ne traggono benefici.
RispondiEliminaGiulia Eleonora Zeno
Questa esortazione di Postaman mi rimanda ad un' altra a cui l' autore ci fa soffermare, ripresa da il re Thamus : " ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria, ma per richiamare alla mente, ne tu offri sapienza ai tuoi scolari..., si crederanno dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla..."
RispondiEliminaA mio parere con l'esempio del chiodo e del martello, Postman ci ha voluto porre lo stesso problema con una terminologia più semplice, quasi come a voler suscitare in noi una domanda, ossia se questo è un beneficio o meno. Ebbene la mia risposta è che forse, come afferma l'autore, quando parliamo di mezzi di comunicazioni e tecnologie ci saranno sempre dei vinti e dei vincitori; questo perchè non tutti riusciranno a comprendere una determinata tecnolgia e il suo modo d'uso, ma non la vedrei in un tono così pessimistico da come ce lo presenta Postaman.
Egli ci pone l'esempio del computer spiegandoci che le società quasi ci accattiveranno per farci elogiare questa tecnologia, a dir la verità questa è un'insinuazione un pò troppo ardua a mio modesto parere, perchè ci saranno soltanto persone interessate o meno nel caso dell'uso del pc, e persone che lo impiegheranno per usi aziendali, altri ancora per usi militari...
Forse con una cosa mi ritrovo con Postman "quando una nuova tecnologia entra nella società cambia tutto" perchè la tecnologia non è mai neutra!