mercoledì 1 aprile 2009

Giornale in ateneo - n°2

Per questa settimana il compito assegnato agli studenti coinvolti è quello di segnalare e commentare le connessioni più significative tra le pubblicità e gli articoli che contribuiscono a comporre le pagine dei due quotidiani.
E' possibile pubblicare i popri commenti in risposta a questo post.

12 commenti:

  1. In relazione alla lezione di oggi, nella fattispecie quando si è parlato della TV e come questa oggi lasci un po'a desiderare...mi chiedo se la "Current TV", nata da poco meno di un anno, possa essere la soluzione alla nostra "cattiva maestra (P.P. Pasolini)". Tra l'altro, la campagna pubblicitaria del nuovo palinsesto, è stata censurata dalla compagnia di trasporti Romana. Vent'anni fa, avrebbero censurato anche "Uomini e Donne"?

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  2. La pubblicità è la forma di comunicazione a pagamento, (diffusa attraverso radio, giornali, tv etc) e rappresenta da sempre il sostentamento per il giornale. Dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili e la diffusione crescente, soprattutto del quotidiano, la pubblicità ricopre un ruolo fondamentale in questo ambito e fin dal principio i primi direttori, di quelli che poi diventeranno i piu grandi quotidiani a livello mondiale, ne colgono i vantaggi.
    Oggi, nonostante la scolarizzazione di massa, si contano ancora 36 milioni di italiani analfabeti, semianalfabeti o, come dice l’Ocse, “funzionalmente analfabeti”, sprovvisti cioè delle “competenze alfabetiche minime per orientarsi nella società dell’informazione (fonte internettuale.net) e si ha un forte calo di lettori di quotidiani soprattutto per la diffusione della possibilità di leggere il giornale in rete.
    La pubblicità su internet si chiama pubblicità "display" e somiglia molto, in quanto a linguaggi e forme, alla pubblicità stampata sui giornali. Viene venduta attraverso un meccanismo di asta da Google che possiede una quota che si aggira attorno ai due terzi del mercato, quota che in Italia sale fino oltre l'80 (fonte roma.indymedia.org)

    Nel caso dei due quotidiani sui quali dobbiamo prestare la nostra attenzione, "Il Sole 24 Ore" ed "Il Corriere Della Sera", ho contato circa 61 spazi pubblicitari sulle 76 pagine del "Sole" contro i 52 spazi pubblicitari sulle 47 pagine del "Corriere". Nonostante il primo sia un quotidiano prettamente di stile economico-finanziario possiamo dire che in media, dedica uno spazio pubblicitario ogni pagina e mezza mentre, il secondo, uno spazio pubblicitario ogni pagina. Spazi dedicati a pubblicità di ogni genere: dall'abbigliamento alle aziende telefoniche, dai centri commerciali alla tv digitale. Il "Corriere" pubblicizza soprattuto volumi, cofanetti audio di vario genere, distribuiti da RCS (gruppo editoriale multimediale attivo nel settore dei libri, quotidiani etc) che è stata rinominata RCS MediaGroup dopo la "chiusura" della loggia Propaganda " (P2) di cui l'allora presidente Rizzoli e l'attuale Presidente del Consiglio, facevano parte..ma questa è un altra storia.
    Francesca Forte

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  3. Nelle pagine 2 e 3 del CORRIERE DELLA SERA si parla dei preoccupanti tagli delle occupazioni che si prevedono tra non molto e della tanto discussa crisi economica mondiale. Come aggiunta a questi due articoli in basso è in evidenza una grande striscia orizzontale che occupa le due pagine con la pubblicità della Vodafone, nota marca di telefonia, che lancia la sua Internet Key con un’ offerta per il collegamento mensile alla rete: il raffronto tra gli articoli e la pubblicità potrebbe risiedere nel fatto che nonostante ci sia la crisi, non dobbiamo necessariamente rinunciare alle cose materiali, di cui ormai non possiamo fare a meno, dal momento che è possibile trovare i servizi di cui abbiamo bisogno anche a prezzi vantaggiosi. Ancora a seguire a pagina 4 ritroviamo un’altra pubblicità di telefonia che propone invece i suoi prezzi. L’articolo dedicato al Papa che incita i grandi della politica a pensare anche a chi ha da sempre un bilancio pari a zero entrate e zero uscite, ovvero l’Africa, occupa la pagina 8 insieme ad un altro articolo dedicato al nuovo decreto sull’eutanasia, ma sotto è presente un grande riquadro che riguarda una nota griffe di abbigliamento, la marca Pirelli: due articoli di grande importanza, con una pubblicità “leggera”, quasi fosse una distrazione. Ma la relazione è forse più tra la pubblicità e l’articolo del Papa: un voler mettere in evidenza la fame nel mondo, sempre più dimenticata, e l’interesse invece per beni materiali molto costosi. Anche a pagina 6 si parla ancora di economia e di bancarotta e nella pagina seguente compare la pubblicità di Intesa San Paolo riguardante Il premio, quindi il filo conduttore è sempre l’economia. Nelle pagine 12 e 13 si parla della maternità di donne anche impegnate sul lavoro, si evidenziano gli incentivi riguardanti lo stipendio e il prolungamento dei congedi per chi è in dolce attesa, due sono le pubblicità correlate a questi articoli: una riguarda un inserto settimanale sul lavoro distribuito dal CORRIERE stesso, forse per indicare che è molto difficile conciliare lavoro e famiglia per una donna, soprattutto quando si hanno dei figli trovare impiego diventa difficile; l’altra è una pubblicità di auto, che può essere una distrazione dalle preoccupazioni lavorative e un modo per concedersi un sogno ad occhi aperti. Il CORRIERE propone anche articoli sui rapporti tra Stati Uniti e Iran visibili alle pagine 14 e 15, nelle quali vi è anche una pubblicità sulle bellezze della Tunisia: può darsi che in uno spazio in cui non si parla dell’Italia ma di altri Paesi, anche la pubblicità si adegua. Inoltre è possibile trovare notizie sulla salute a pagina 23, dove compare in collegamento a ciò una pubblicità su un’acqua minerale che esalta le sue qualità, in particolare la sua leggerezza probabilmente molto utile per il benessere fisico. Continuando, il giornale in questione inserisce anche notizie riguardanti il sud dell’Italia in un apposito spazio completamente dedicato al Mezzogiorno. Qui a pagina 6 troviamo articoli sull’aumento delle tasse sui rifiuti e in basso una pubblicità di libri contenenti consigli su come risparmiare: il filo conduttore è chiaro, le tasse aumentano ma c’è sempre qualcuno che offre utili consigli su come e cosa risparmiare, per la serie c’è sempre una soluzione. La pagina 22 è interamente dedicata al lancio di un nuovo romanzo, mentre nella pagina seguente è possibile consultare film e orari dei cinema campani: evidente è la coppia cinema-libri. Da pagina 25 si parla ancora, ma più nello specifico, di economia: le notizie riguardanti questo settore sono affiancate da una pubblicità su un centro commerciale che lancia il suo nuovo volantino, un riquadro che pubblicizza un sito su cui trovare libri a prezzi convenienti e un altro riquadro che invita all’acquisto di una nuova auto approfittando delle offerte: ancora una volta si parla di crisi e di economica e con le pubblicità si propongono soluzioni di risparmio. Voltando pagina troviamo una facciata interamente dedicata alla pubblicità della fiera del vino e accanto una notizia dedicata a tale bevanda. Si parla anche di cultura a pagina 34 e sempre nella stessa pagina si trova la pubblicità su una mostra dedicata al pittore Giotto. Articoli dalle sfumature più “leggere” si trovano nelle pagine dedicate all’informazione pubblicitaria: a pagina 38 troviamo notizie-pubblicità su farmaci per dimagrire e a pagina 39 si parla di alcuni personaggi famosi, soprattutto donne: è quasi un voler invitare ad acquistare i farmaci dimagrenti per poter avere gli stessi risultati, per quanto concerne la forma fisica, di queste celebrità. La pagina 40 si occupa di cinema e televisione e sotto, infatti, viene pubblicizzato uno dei canali della nota rete televisiva privata Sky . Infine a pagina 41 prevalentemente si parla di star della televisione o del cinema e la pubblicità che supporta questi articoli è quella di un libro che riguarda la società imprenditoriale: forse il messaggio può essere che dal momento che non tutti sono fortunati ed hanno la possibilità di essere famosi e guadagnare tanto, meglio stare con i piedi per terra e pensare a lavori “normali” .
    Per quanto riguarda l’altra testata a nostra disposizione, ovvero Il Sole 24Ore, la prima cosa che si può affermare è che contiene prevalentemente le stesse pubblicità dell’altro giornale già esaminato: infatti in prima pagina ritroviamo la stessa pubblicità che c’è anche sul CORRIERE, quella della Telecom. Nelle pagine 2 e 3 si parla di crisi economica e la pubblicità correlata a queste notizie è quella di una costosa auto: nonostante ci sia la crisi, chi legge questa testata è soprattutto gente benestante, uomini d’affari e politici, che anche se sognano guardando tale pubblicità, possono comunque concretizzare i loro sogni, è quasi una pubblicità “alla stessa altezza del lettore”. Anche qui compare, a pagina 6, la pubblicità su Il premio di Intesa San Paolo, e direi che non poteva mancare essendo questo un giornale che si occupa di economia. Interessante è la relazione tra gli articoli sulla crisi economica della pagina 8 e la pubblicità sul Gruppo Fondiaria Sai, che reca lo slogan “Non rischio sul mio lavoro, né con il mio denaro”: in un momento di crisi come questo è meglio riflettere su queste parole e valutare anche le offerte di credito che ci vengono proposte. Voltando pagina troviamo, ovviamente, altre notizie di natura economica supportate però da una pubblicità di un noto gioco portatile, il Nintendo Ds, proposto con questa frase “Se l’economia è in rosso, investi in materia grigia”: articolo e pubblicità sono perfettamente coincidenti, anche se la pubblicità vuole, ulteriormente, invitare alla distrazione e al divertimento. A pagina 17 compare una importante notizia sui clandestini e in basso vi è una pubblicità che occupa gran parte della pagina, quella su Alice Casa : è significativo il legame tra i clandestini e la parola “casa”, a mio avviso due parole chiave, in quanto i clandestini di solito lasciano le proprie case per cercare una realtà migliore di quella che vivono nei loro paesi, mentre la pubblicità fa pensare ad una meravigliosa casa con tutti i comfort che solo una parte piccola del nostro pianeta conosce. La pagina 24 propone articoli sulla moda e su importanti griffe e la pubblicità che viene inserita in questa pagina sponsorizza una nuova auto: la parte “fashion” della vita, quella che però alcuni non conoscono proprio e altri non possono più permettersi. Il Sole 24 Ore inoltre ha due inserti: uno sulla finanza che contiene solo tre pubblicità, una riguardante una marca di scarpe, un’altra che mostra una guida che prossimamente uscirà con lo stesso giornale e l’altra su una società di intermediazione finanziaria. Mentre nell’inserto dedicato al sud notiamo a pagina 4 una notizia sui mezzi di trasporto ormai vecchi adoperati ancora nel Mezzogiorno d’Italia e in basso vi è una pubblicità sugli impianti fotovoltaici: contrasto quindi tra vecchio e nuovo. Seguono poi varie notizie sulle regioni meridionali: a pagina 7 si parla della Calabria e del suo debito nel settore della sanità e a tale notizia si affianca la pubblicità di una società di mediazione creditizia, quindi debito e credito; la pagina 8 mette in evidenza l’economia campana e una pubblicità su un social network riguardante affari imprenditoriali: è come se si volesse lanciare un messaggio del tipo “se proprio non si sa come spendere i soldi perché non investirli in nuove imprese?”; della Sicilia si parla nelle pagine 10 e 11, soprattutto di alcune cifre stimate per migliorare l’aspetto del porto di Palermo e la pubblicità proposta in basso non può che parlare di soldi, precisamente riguarda un consorzio di garanzia per le imprese, Confidi, che mette a disposizione dei fondi per le imprese campane; in conclusione a pagina 12 si parla della Puglia, di soldi e bilanci,e immancabilmente si trova una pubblicità che ha come tema il denaro, ancora una volta una cooperativa, Unifidi, di garanzia per le imprese.

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  4. Ancor prima di aprire un giornale, penso che chiunque s'aspetta, in qualche modo, che il tema o la parola ricorrente sarà: CRISI. Ormai è una cosa che tocca tutti noi, tocca tutti gli ambiti sociali e di conseguenza la maggior parte delle pagine di un quotidiano. Volevo iniziare quindi con un trafiletto dal "Corriere della sera" a pagina 6, che riprende la copertina della rivista americana "Newsweek" che invita i consumatori a comprare meno e spendere di più:" In recessione, il lusso è sinonimo di qualità non quantità"; il magazine americano lancia una nuova campagna sui consumi, puntando sul livello di spesa...Che dire se non :"Grazie Newsweek!", e pure la soluzione era così semplice, come non averci pensato subito.
    Detto ciò volevo concordare con la collega Concetta sul fatto che, in tempi di crisi le grandi società fanno a gara, a colpi di ribassi, per guadagnarsi un cliente oggi, e il primato del settore domani; vi riporto subito all'esempio riguardante la Vodafone e non a caso, per quanto riguarda la "gara", nella pagina precendente, che sarebbe la prima, c'è la pubblicità della Telecom e nella pagina successiva quella della 3Mobile.
    Chiudendo questa piccola parentesi volevo riportare alcune connessione fra articolo e inserto pubblicitario nel "Corriere della sera":
    - a pagina 14 leggiamo due titoli: quello principale dice:"Stati Uniti e Iran, la prima stretta di mano"; l'altro dice: "Frattini: distinguere tra terroristi e disperati". Sembrano due titoli abbastanza positivi e quindi quale miglire pubblicità se non una per promuovere il turismo in uno dei paesi del "sud del mondo" - la Tunisia in questo caso - che sebbene sia decisamente distante dell'Iran, credo che fra i vari luoghi comuni non faccia poi tanta differenza;
    - a pagina 16 leggiamo del suicidio di una modella sud coreana, costretta alla prostituzione, e nella pagina seguente, della situazione drammatica delle donne islamiche: due facce di una stessa medaglia; la pubblicità in questione della Sisley (abbigliamento) sponsorizza un suo capo, indossato, ovviamente, da una modella, che a mio parere ha un forte valore simbolico, forse vado troppo in là con l'immaginazione, però vi invito a pensarci;
    - a pagina 21 non so s'è un caso, però sotto l'articolo che parla della scomparsa di una donna ci sono delle inserzioni di richiesta ed offerta, tipo: "cercasi...", etc. Ovviamente è una sciocchezza, però...;
    - a pagina 27 troviamo un articolo su uno degli orgogli della produzione italiana:il vino, di fianco una bella pubblicità che non poteva non essere "a tutta pagina", dal saporte morbido e fruttato;
    - a pagina 39 c'è un interessantissimo articolo che ci parla di Lady GaGa (per chi non la conoscesse, basti dire che è una carissima amica di Paris Hilton ed anche una bravissima cantante ed ex ballerina di night), la pubblicità di fianco ci ricorda che per poter minimamente aspirare ad essere un tale personaggio è assolutamente necessario seguire non solo un'attenta dieta ma ingerire anche prima, dopo e durante i pasti "Adipe-Lip", e poi indossare, nei giorni pari, il panty "Bruxel Shilouette", e in quelli dispari il "Kilocal panty";
    - per concludere, l'esempio credo più palese,è a pagina 40 e 41: abbiamo un articolo che ci parla dell'attacco di Fiorello e di Simona Ventura contro la Mediaset, dichiarazioni, quelle di Fiorello, più volte ricordato: " alla vigilia del debutto Sky Uno", e come se non bastasse nella pagina precendente c'è una pubblicità "a metà pagina" proprio di Sky Uno in cui si presta la stessa madre di Fiorello e sotto una didascalia dice:" Anche io domani sera guardo Fiorello". E dopo tutta questa pubblicità non credo resterà solo una cosa in famiglia.
    In fine (non vorrei apparire come un fatalista), linko questo video, uno spezzone dal film "L'esercito delle 12 scimmie" che parla un po' della televisione e della pubblicità.
    http://www.youtube.com/watch?v=HQhT-lRWLNg

    Adolfo Vico

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  5. Come ha detto Francesca, la pubblicità è in pratica ciò da cui un giornale trae sostentamento, quindi è logico che ne troviamo così tante in poche pagine. Avendo lavorato per alcuni giornali, so che chi viene pubblicizzato spesso dà anche delle direttive su come e dove far apparire il proprio spazio pubblicitario.
    Al di là di questo, concordo con quello che ha scritto Concetta: spesso le pubblicità vogliono farci distrarre dall’articolo proponendoci un prodotto su cui sognare e che “potrebbe renderci felici”; gli esempi sono già stati fatti abbondantemente: pubblicità di automobili bellissime, abbigliamento costosissimo, vacanze in posti meravigliosi… Questo si ripete in entrambe le testate.
    Ma succede anche, e questo forse è ancora più studiato, che una pubblicità richiami, esplicitamente o per vie trasverse, un articolo presente nella stessa pagina o nelle pagine vicine.
    Ad esempio a pagina 6 del Corriere del Mezzogiorno c’è un articolo che parla degli aumenti dei costi affiancato da una pubblicità di due libri i cui titoli sono “Il Salvadanaio – Investire (e non perdere) in tempo di crisi” e “Risparmiare energia per un futuro sostenibile”: come hanno giustamente detto i miei colleghi, c’è una chiara volontà di trasmettere al lettore quasi come un incoraggiamento a non demoralizzarsi in questi tempi di crisi e a stringere la cinghia per sopravvivere. La contraddizione sta nelle numerose pubblicità di beni che ormai possiamo definire di lusso, pubblicità che ritroviamo quasi ad ogni pagina.
    Ancora un richiamo trasparente a pagina 26, dove l’articolo sulla rassegna enologica di Verona è corredato da un’intera pagina che pubblicizza l’evento.
    Sempre nel Corriere, a pagina 40 vediamo la pubblicità di Sky che riporta la scritta: “anche io domani sera guardo il Fiorello show”. E alla pagina dopo cosa vediamo? Una bella foto del conduttore con articolo correlato!
    Ovviamente nella sezione sportiva compare lo spazio pubblicitario dedicato a Punto Snai e quello di Asics, mentre nella pagina delle previsioni metereologiche la pubblicità della Moby Crociere lascia intendere che se il tempo è buono possiamo tranquillamente goderci una crociera, tanto quando si tratta di vacanze non si pensa alla crisi...
    Passando a Il Sole 24 Ore, possiamo notare il nesso tra la pubblicità “Cerco Casa” a pagina 4 e l’articolo sul piano-casa a pagina 7. Come hanno già notato i miei colleghi, a pagina 8 c’è un collegamento abbastanza evidente tra l’articolo che parla della finanziaria, del g20 eccetera e, nella pagina successiva, una bella paginona della “Sai fondiaria, qualcuno di cui fidarsi”: perché adesso abbiamo bisogno proprio di qualcuno a cui affidare i nostri soldi!
    Ho trovato divertente (e non ditemi che sono sarcastica) quest’accostamento: pagina 10, leggiamo “crolla l’economia ucraina” e “Brevi dall’economia” e nella stessa pagina… possibile? Vediamo un bello spazio dedicato a “bestseller nintendo ,se l’economia è in rosso, investite in materia grigia!”. No comment.
    E “no comment” trovo anche la pubblicità di Alice, che in un contesto in cui si parla di clandestini afferma: “Nessun posto è come Alice casa.”!
    Insomma, senza andare troppo per le lunghe, cosa si può concludere? Dal mio punto di vista vedo tutta questa storia della pubblicità come un’ennesima forma di manipolazione: ancora una volta, dopo aver scelto le notizie che dobbiamo sapere, “qualcuno” ci dice anche se dobbiamo soffermarci su quella notizia o se dobbiamo passare ad altro…e magari dopo aver letto un giornale ci andremo a comprare una bella BMW, un paio di scarpe o la nintendo invece di riflettere su cosa succede nel mondo…

    Rita Cafiero

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  6. …Tanto per iniziare tra lo stimolo e la risposta c’è una persona che pensa, che ha un suo modo di reagire ai tentativi di persuasione, che ha un suo modo di percepire la pubblicità, che ha le sue motivazioni nei confronti del prodotto reclamizzato, e che ha i suoi atteggiamenti nei confronti della marca in discussione. Più in generale che ha una propria personalità e che reagisce alla pubblicità in base ai tratti di tale personalità…( wikipedia ). Il pubblico a cui è diretto il messaggio subliminale e su cui si basa il regno del messaggio pubblicitario è variegato,come svariata è la scelta di somministrazione del così detto “lavaggio del cervello”.. secondo il bilancio di alcuni sondaggi risalenti al novembre 2008(studio aperto italia1), donne,nella fattispecie casalinghe,e bambini,sono i soggetti più plagiabili dall’abilità del mercato che sapientemente/spietatamente usa in modo egregio: tecniche,simboli, testimonial e “tormentoni” capaci di colpire in modo forzato,apparentemente naturale i riceventi. Spesso accade che le pubblicità siano decontestualizzate rispetto al tema affrontato in determinate pagine,a volte invece il messaggio appare poco convincente,a volte incomprensibile oppure troppo sottile.. quasi sempre la pubblicità è rapida,d’effetto. C’ è da sottolineare a mio avviso anche che in giornali come “IL CORRIERE DELLA SERA” e “IL SOLE 24 ORE”,tutto si farà fuorché dare attenzione alle pubblicità!?! Credo che ci sia anche il contesto giusto dove inserire spazi pubblicitari.. come ad esempio riviste o letture più leggere;in giornali “informativi”,in pagine di cronaca nera,svolgono secondo me davvero una funzione di ornamento nonché da ovvio sostentamento del giornale stesso, “come la storia insegna”.
    MERCOLEDì 1 APRILE 2009
    Segnalo alcuni casi di pubblicità di entrambi i giornali che possono esemplificare in qualche modo le diverse tipologie di “psicologia” usate: “CORRIERE DELLA SERA; a pagina 8 il Papa si rivolge ai politici inducendoli a cercare qualche soluzione per i paesi in serie difficoltà,con un economia inesistente,inoltre nella stessa pagina,un articolo sul nuovo decreto sull’eutanasia.. e sul fondo della pagina??? PIRELLI,sovrasta e distoglie l’attenzione.. a pagina 16,suicidio di una modella sud coreana,costretta alla prostituzione,seguono altri tristi avvenimenti con protagoniste sempre donne,questa volta islamiche,e come pubblicità? Sisley nota casa di abbigliamento?!? “SOLE 24 ORE;a pagina 7 la Calabria è protagonista e si parla del suo debito nel settore sanitario,articolo contrapposto alla pubblicità di una società di mediazione creditizia..
    Circa 60 pubblicità su 76 pagine del "SOLE 24 ORE" e 52 su 47 pagine del "CORRIERE DELLA SERA". Riguardo a tali numeri non ho da esprimere opinioni,rifletterei più a lungo sul pensiero primo che sta alla base della nascita della pubblicità,alla cernita che viene svolta prima di scegliere la modalità adatta di diffusione del messaggio,alla decisione della locazione di essa in un determinato contesto:tutto ha il suo perchè, tutto viene studiato e pianificato alla perfezione.. un meccanismo di domanda/risposta..
    credo fermamente che è in noi la libera interpretazione,il libero consenso,insomma la libertà di accostarci a ciò che ci viene proposto in modo razionale o non.. con il concetto chiaro in noi,che in quel momento non ci stiamo lasciando portare a pensare ciò che terzi vogliono,bensì siamo noi che liberamente scegliamo di voler pensare in un determinato modo ed il perché vogliamo pensare o agire così.
    RIFLETTIAMO:
    (MOLTO INTERESSANTE è A MIO AVVISO QUESTO TESTO CHE VI HO LINKATO)
    http://web.mclink.it/MC8216/m/bassat1.htm

    di Alessandro Mantico.

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  7. Il 15 giugno 1931, in un discorso all’Advertising Federation of America, Franklin D. Roosevelt disse:
    «Se ricominciassi la mia vita, credo che preferirei lavorare in pubblicità che in qualsiasi altra professione. Perché la pubblicità è arrivata a coprire l’intera gamma delle esigenze umane; e unisce autentica fantasia allo studio profondo della psicologia umana. Poiché porta a un gran numero di persone la conoscenza di cose utili, la pubblicità è essenzialmente una forma di educazione... Il generale miglioramento delle condizioni di vita nelle civiltà moderne sarebbe stato impossibile senza quella conoscenza di livelli più elevati che è diffusa dalla pubblicità».
    La buona pubblicità lavora a favore della corrente; quando è realizzata con approfondimento e intelligenza, la sua spinta innovatrice può anticipare i cambiamenti annunciati, favorire o stimolare l’evoluzione sociale. E’ uno strumento di progresso, di comunicazione, fatto a misura delle esigenze umane e con grandi possibilità di migliorare la qualità della nostra vita. Come ogni strumento, può essere usata male; ma quando è fatta bene e con coscienza i suoi benefici sociali sono straordinari.La pubblicità è un ponte fra il prodotto, o il servizio, e il consumatore. Ce ne sono infinite versioni. Può essere un ponte di pietra o di ferro, romantico o di disegno ultramoderno, sicuro o rischioso, largo o stretto, e così via.Il consumatore oggi è un esperto nell’uso delle tecniche di selezione per filtrare i messaggi che riceve. Un esame superficiale dei messaggi gli basta per decidere quali ascolterà ed elaborerà e quali ignorerà spietatamente.
    Il nostro compito di questa settimana è di trovare legami tra pubblicità e articoli.Sfogliando i due giornali non può che avere una forte influenza visiva l’impatto che si ha guardando la quantità di pubblicità presenti nei 2 giornali(il sole 24 ore , e il corriere della sera).Ho notato che c’ e una differenza di calcolo di spazi tra un giornale e l’altro .
    Ad esempio nel SOLE 24 ORE la pubblicità e più evidente e occupa un intera pagina con una madia di una pagina sì e una no.
    Nel CORRIERE DELLA SERA le pubblicità sono presenti in tutti i fogli del quotidiano anche se in maniera meno evidente.
    E ovvio che la pubblicità in molti casi è collegata all’articolo,in altri e in contrasto con esso.C ome ad esempio dice il nostro collega Adolfo riguardo alla cantante lady GAGA con la sua forma fisica perfetta subito c’e la pubblicità di un noto prodotto per avere un fisico perfetto.
    Nel corriere della sera ,la pubblicità più evidente e quella delle auto. Ho notato che se sto leggendo una pubblicità e mi sto convincendo di comprare quel prodotto(in questo caso una porsche),subito dopo aver girato la pagina sono costretta a cambiare idea..(e si passa ad una BMW) ovviamente tutto sta anche nelle possibilità economiche nel consumatore e anche la sua intelligenza .
    “poter scegliere è sicuramente uno dei mezzi di democrazia più forti”.

    MARIA GRIMALDI

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  8. Giulia Eleonora Zeno8 aprile 2009 alle ore 11:32

    La pubblicità è “manna” per i giornali. E’ la prima fonte che finanzia e permette l’esistenza dei vari quotidiani e non solo.
    Per quanto riguarda il “Corriere della Sera” in prima pagina compare la pubblicità della Telecom sulla comunicazione, può essere collegata al fatto che i quotidiani siano i primi portatori di notizie e quindi personificano la comunicazione. Nelle pagine n° 2-3 l’argomento principale è la crisi, ma in basso a richiamare l’attenzione ci sono le pubblicità della Vodafone Internet Key, gestore di telefonia che con il suo slogan fa intendere che nonostante ci sia crisi, con soli 10 euro mensili, è possibile collegarsi al web, diventato ormai pane quotidiano di cui tutti si cibano. A pagina 12 è presente un articolo sulla maternità, fa parte della stessa pagina la pubblicità della Honda, che raffigura una madre con un figlio. E ancora, nella pagina 14, riservata agli esteri invece si può notare la pubblicità della Tunisia come meta turistica. A pagina 20 si legge :”Il caso: L’ Anm tempi sbagliati a breve si decide sul rinvio a giudizio” e nella stessa pagina è contenuta la pubblicità dell’orologio Swarosky, potrebbe essere un sottile collegamento tra le due cose. A pagina 22 si parla dell’ inchiesta del Vaticano dopo gli scandali e questa notizia può essere collegata alla pubblicità Xperia Sony Ericsson, in quanto il mondo della telefonia è diventato spesso un mezzo per videoregistrare scandali. Nella pagina successiva, ovvero 23, l’argomento trattato è quello della salute collegato chiaramente alla pubblicità dell’acqua San Bernardo.
    La pagina 26 ha una pubblicità a tutta pagina di Vinitaly, e nella pagina seguente vi è per l’appunto un articolo concerne il vino italiano. Nella terza pagina, dedicata alla cultura, compaiono rispettivamente la pubblicità che sponsorizza la mostra di Giotto, e poi la pubblicità del nuovo libro di Andrea Camilleri. Nelle pagine 38-39 c’è un collegamento esplicito tra i prodotti adipe-lip e simili, e l’immagine di Lady Gaga. A pagina 40 la pubblicità di sky uno è connessa all’articolo della pagina seguente che riguarda la trasmissione di Fiorello sul canale sopraccitato.
    Nella pagina dello sport, invece, nell’angolo in alto a destra, compare una piccola pubblicità dell’ Asics, marca nota che fabbrica scarpe per diversi tipi di sport, calcio, pallavolo, atletica leggera ecc. Nell’inserto il “Corriere del Mezzogiorno” a pagina 6 relativamente all’articolo sulla tassa dei rifiuti è collegata la pubblicità dei libri “Il salvadanaio” e “Risparmiare energia”.
    Nell’altra testata il “Sole 24 ore”, a pagina 9 è visibile la pubblicità a tutta pagina, del gruppo Fondiaria Sai, che è legata palesemente agli articoli della pagina precedente (8). La pagina 17 è occupata da un articolo dedicato ai clandestini e dalla pubblicità di Alice casa, anche qui il collegamento è molto sottile ed intuibile. A pagina 22 la pubblicità dell’Audi si pone in connessione con l’articolo dedicato ai trasporti presente a pagina 23. La pagina 28 è occupata totalmente dalla pubblicità del film Wall Street che sembra anticipare in qualche modo, gli articoli di pagina 29. Le pagine 32-33 riguardano interamente il boom delle scommesse online con pubblicità incluse. Per quanto riguarda l’inserto del Sole 24 ore, “24 ore sud” la maggior parte degli articoli è collegata alle varie pubblicità di economia ed impresa, temi che prevalgono in tutto il quotidiano. Difatti, a pagina 12 l’articolo tratta di fondi per l’avvio di micro-imprese e nella stessa pagina si nota la pubblicità della Unifidi che appunto agevola l’accesso al credito alle piccole e medie imprese.
    In entrambi i giornali c’è connessione tra articoli e pubblicità. Una differenza che risalta subito agli occhi, è che per quanto riguarda il Corriere molte pubblicità anticipano gli articoli, si trovano cioè nelle pagine precedenti, cosa che invece accade in maniera minore per il Sole 24 ore.
    In conclusione, è mostrato ai nostri stessi occhi che senza pubblicità la maggior parte dei quotidiani non potrebbe sopravvivere. Infatti i quotidiani analizzati, hanno per quasi ogni pagina una pubblicità e/o più pagine interamente dedicate ad essa.

    Giulia Eleonora Zeno

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  9. L’acquisto degli spazi pubblicitari e la loro relativa disposizione nel Corriere della Sera e nel Sole 24 Ore mostrano molte assonanze.
    Nel Corsera si nota subito che in prima pagina c’è Telecom, a pag.2 e 3 Vodafone e subito dopo un altro potente gestore di telefonia mobile, 3 mobile. Come mai? Perché sono le pagine che sicuramente verranno lette. Al G20 di Londra e alla sua alea viene affiancato il “Premio” il film di Olmi sulle forze positive e vitali che animano il paese. E’ un suggerimento alla speranza, ad aver fiducia nel futuro nonostante la crisi economica mondiale. Da osservare che l’iniziativa è sostenuta da Banco Intesa San Paolo (grande è il potere delle banche in Italia).
    Stridono invece l’articolo sulla colletta della Cei per i poveri abbinata alla ricca pubblicità delle scarpe Pirelli e il dramma degli sbarchi clandestini accompagnati da uan grande fotografia sul Fay, soprabito da centinaia di euro. Distolgono l’attenzione dal tema principale. Volontariamente.
    Voluta anche la pubblicità che si trova nella rubrica quotidiana del Corsera “Focus”. Si parla di maternità,donne e lavoro e la pubblicità è decisamente intonata: un’ auto accattivante, elegante, comoda, ecologic.Adatta alla città, giusta per la donna che ha mille impegni. Così come sarà certamente letta la striscia autoreferenziale sul corriere.it dove si può trovare lavoro in un click!
    Se si legge la pagina degli esteri, si sta sognando, consciamente o inconsciamente. Si ragiona con la mente appassionata e infatti la pubblicità è ad hoc: Tunisia, paese da scoprire.
    Non c’entra nulla la pubblicità di orologi lussuosi o dvd di ultima generazione abbinata a temi politici o religiosi ( da come vengono posti gli articolo quasi quasi è più interessante la pubblicità)
    Quella che più mi ha colpito è però l’inserzione delle pagine di economia appannaggio dei ceti più benestanti, di coloro che investono: c’è la pubblicità integrale di un resort di lusso a Tahiti, la manifestazione Vinitaly (anche qui uno sponsor è una banca) al fianco dell’articolo dedicatole (dunque questo è un esempio di pubblicità e foto notizia al tempo stesso), mostre d’arte a Milano (guarda caso sede di piazza Affari), fino a gioielli costosissimi nella pagina dedicata alle quotazioni dei titoli in Borsa. Un invito a investire per comprare simili oggetti?!
    Nelle pagine di cultura gli inserimenti pubblicitari sono pertinenti: dalla mostra su Giotto e il Trecento ai libri, ma esigui. Ho invece trovato molto pericoloso, ma anche qui intenzionale, l’accoppiamento tra spettacoli e glamour e prodotti che promettono di far perdere peso…ovvero belli e attraenti quasi come le star. Nella sezione dedicata allo sport non manca la pubblicità delle scommesse. Stessa scelta del Sole 24 Ore.. Nelle due pagine dei programmi tv, tra le più frequentate, un po’ di autopromozione delle iniziative RCS. E infine sull’ultima pagina esterna, una delle più costose, pubblicità di abbigliamento trendy. Impossibile da non vedere. Sarà un caso che nelle pagine poco frequentate come gli eventi non ci sono pubblicità??
    Nel Sole 24 Ore, la fanno da padrone le pubblicità rivolte a un target medio-alto. In prima pagina ci sono le inserzioni della BNL, ma coincidenza vuole che, come sul quotidiano di Via Solferino, ci sia Telecom. Seguono pubblicità di auto in edizioni limitate, biliardi di pregio e accessori firmati indipendentemente dagli argomenti trattati. Magari si può osservare che la pubblicità della Jaguar è inserita sotto l’articolo dei sostegni all’economia e non nella pagina in cui si affronta la crisi del settore-auto. Indovinate un po’? A pag. 6 c’è il film di Olmi, il Premio. E’la stessa pagina acquistata nello stesso giorno sul Corriere. E anche sul Sole 24 Ore alla notizia dell’incerto esito del G20 viene affiancata una pubblicità “rassicurante” quella della Sai Fondiaria che ci consiglia e non ci fa rischiare denaro e lavoro. Una vera tentazione a chiamare la compagnia...A pag.11, l’argomento dei manager sequestrati in Francia è “assediato” e obliato da pubblicità di svago o di camicie di classe e convenienti.
    Interessante notare che anche qui la notizia degli immigrati clandestini e dei loro viaggi della disperazione sono oscurati da una colorata, bucolica pubblicità su Alice Telecom ( e meno male che l’Antitrust ha multato quasi tutti i gestori di telefonia per pubblicità ingannevole). Sembra Alice nel paese delle meraviglie, giusto quello che non trovano i migranti quando vengono da noi.
    Per Il Sole 24 ore vale lo stesso discorso fatto in precedenza per le pagine di economia del Corriere della Sera: aumenta la pubblicità per i più abbienti. Rubinetteria dal design esclusivo, voli intercontinentali tutto relax quando si parla di imprese attive tra l’Italia e la Cina. Nel pieno delle pagine di economia, il quotidiano ripropone in edicola il film Wall Street, dedicato a chi pensava fosse solo un film. Polemica vera o furbo lancio pubblicitario? Ultima nota per il settore delle scommesse che evidentemente tira molto visto che può acquistare molte pagine sui più diversi quotidiani. Ciliegina sulla torta: sul dorso pubblicità a pagina intera per la Fiat, giusto per ricordare di aiutare il made in Italy grazie agli ecoincentivi… per un’auto però bisognerebbe avere i soldi…
    In conclusione direi che quasi tutti gli spot raggiungono il loro scopo, non passare inosservati e attirare a sé il lettore-consumatore.

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  10. Volevo solo aggiungere che lo stesso esercizio si può fare con i programmi televisivi. Sarà facile osservare che a seconda del tipo di trasmissione mandata in onda ci saranno determinati spot pubblicitari ovvero quelli adatti al target di spettatori che si stima sia davanti alla tv. Nelle tv commerciali, e non solo, la pubblicità è il vero contenitore, le trasmissioni sono il riempitivo.

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  11. “Molti di noi – di questo si tratta – vengono oggi influenzati assai più di quanto non sospettino, e la nostra esistenza quotidiana è sottoposta a continue manipolazioni di cui non ci rendiamo conto. Sono all’opera su vasta scala forze che si propongono, e spesso con successi sbalorditivi, di convogliare le nostre abitudini inconsce, le nostre preferenze di consumatori, i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi in prestito dalla psichiatria e dalle scienze sociali. […] Alcuni uomini di scienza, alleandosi con la pubblicità, le hanno fornito potentissimi e paurosi strumenti. L’impiego della psicoanalisi di massa nelle grandi offensive di “persuasione” sta ormai alla base di una industria multimiliardaria. E i “persuasori” di professione non hanno esitato a servirsene, avidi come sono di tutto ciò che possa aiutarli a propagandare con maggiore efficacia le loro merci – siano esse manufatti, idee, ideali, atteggiamenti, candidati, o stati d’animo. Questa che si potrebbe definire la pubblicità del “profondo” che si propone di influenzare il nostro comportamento, viene usata in molti campi e presenta una grande varietà di tecniche assai ingegnose. […] Ciò che gli specialisti vanno cercando sono, naturalmente, i perché del nostro comportamento, cosi poter manipolare a proprio vantaggio le nostre abitudini e preferenze. Si son dati perciò a studiare perché le banche ci mettano paura; perché ci piacciono quelle nostre enormi automobili; perché vogliamo possedere una casa; perché gli uomini fumino sigari; […] . Ma quando consideriamo taluni tipi-limite di ricerca e manipolazione attualmente in atto, passiamo dal mondo bonario di James Thurber al raccapricciante regno di George Orwell e del suo Big Brother. Vi sono ,ad esempio, degli specialisti che studiano sistematicamente le nostre segrete debolezze e vergognose nell’intento di influenzare più efficacemente il nostro comportamento. In una delle maggiori agenzie pubblicitarie d’America, gli psicologi della ditta lavorano su campioni umani per stabilire un criterio di identificazione e un linguaggio pubblicitario che si adatti alle persone che manifestano ansietà, sentimenti d’inferiorità, aggressività, passività e cosi via. Un’agenzia pubblicitaria di Chicago ha studiato il ciclo mestruale della massaia e le ripercussioni psicologiche ad esso collegate al fine di indurla all’acquisto di determinati prodotti alimentari. Nulla si direbbe è sacro, nulla può salvarsi da queste ricerche e manipolazioni. […] tutte queste ricerche e manipolazioni presentano senza dubbio aspetti costruttivi e spesso divertenti; ma contengono anche un significato antiumano di cui non si può non rilevare la gravità. Esse rappresentano, nella maggior parte dei casi, un regresso piuttosto che un progresso nella lotta incessante che l’uomo conduce per diventare un essere razionale e indipendente. L’idea che costoro – i quali sogliono definirsi bonariamente “manipolatori di simboli” – si sono fatta di noi, come risulta dalle loro relazioni, dai loro giornali di categoria e dai loro discorsi, è assai meno lusinghiera, anche se più interessante. Essi ci vedono come un miscuglio di vaghe aspirazioni, di confuse e segrete velleità, complessi di colpa e blocchi emotivi irrazionali. Noi siamo adoratori di immagini, dediti ad atti impulsivi e compulsivi. I nostri capricci, apparentemente gratuiti, li infastidiscono, ma vedono crescere con piacere la nostra arrendevolezza alle combinazioni di simboli che hanno escogitato per stimolarci all’azione. E le prove che hanno raccolto a sostegno delle loro tesi sono apparse cosi convincenti da indurli a praticare su larga scala i metodi psicologici atti ad influenzare il nostro comportamento. […] Un agente pubblicitario di Milwaukee commentava in un articolo il fatto che le donne sono disposte a pagare due dollari e mezzo per una crema di bellezza ma non più di venticinque centesimi per una saponetta. Perché? Il sapone, egli spiegava, promette soltanto pulizia. La crema promette bellezza. (Ora i saponi si son dati a promettere bellezza oltre che pulizia). “Le donne – scriveva l’articolista – comprano una promessa”. E aggiungeva: “I fabbricanti di cosmetici non vendono lanolina, vendono speranza…Non si comprano più arance, si compra vitalità. Non si comprano più automobili, ma prestigio”.”

    “I persuasori occulti”, Vance Packard 1957

    Questa è una piccola premessa che allego al mio commento di questa settimana.
    Sul “Corriere Della Sera” compare a pagina otto questo titolo “La “colletta” della Cei: 30 milioni per i poveri” e nella metà pagina sottostante compare la pubblicità di una costosa marca d’abbigliamento; lo stesso succede anche a pagina dieci “Immigrati, orrore in mare. Altri due dispersi” e sempre vicino all’articolo è collocata una pubblicità di abbigliamento. A pagina sedici è presente un articolo riguardante un’attrice coreana, indotta al suicidio perché costretta a prostituirsi, e nella pagina accanto c’è una pubblicità raffigurante una modella; la pagina ventitré è dedicata invece alla salute e riporta un articolo sull’omeopatia e sotto è presente la pubblicità di un’acqua minerale: come credere che non ci sia una connessione? Ancora a pagina ventisette nella sezione “economia” è presente un articolo sulla rassegna enologica italiana di Verona e nella pagina precedente è presente la pubblicità della stessa rassegna. A fianco della prima pagina della sezione “spettacoli”, dedicata a una nota popstar, c’è un’intera pagina di pubblicità dedicata ai prodotti per dimagrire; sempre in questa sezione c’è un articolo dedicato al conduttore radiofonico Fiorello e nella pagina accanto la pubblicità del canale satellitare sul quale egli lancerà il suo nuovo programma.
    Per quanto concerne “Il Sole 24 Ore” possiamo notare che le pubblicità presenti sono in parte le stesse: macchine, marche d’abbigliamento, compagnie di telefonia ecc ecc…Come già altri miei colleghi hanno fatto notare, si rimane basiti di fronte alla connessione tra articolo e pubblicità a pagina diciassette: l’articolo riguarda i clandestini e centri di accoglienza, mentre la pubblicità di una nota compagnia telefonica ha come slogan “Nessun posto è come alice casa”. Nell’inserto “Il Sole 24 Ore SUD” poi ci sono strette connessioni tra articoli e pubblicità: laddove si parla di mezzi di trasporto ormai troppo inquinanti c’è la pubblicità di una ditta che produce impianti fotovoltaici; se si parla d’investimenti, compare la pubblicità di una società di credito ecc ecc…

    Daniela Galasso

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  12. La pubblicità è sicuramente lo strumento di comunicazione più subdolo e "indolore" che esista: ne si ha tranquillamente la prova sfogliando le pagine di alcuni quotidiani, come nel nostro caso. E' incredibile quanto basti soffermarsi un attimo sulle pubblicità presenti per capire immediatamente quali giochi vengano operati per sottoporci prodotti nella maniera più scaltra possibile. Le pubblicità più importanti saranno nelle prime pagine, le meno importanti dopo; a questo proposito va anche notato subito il target di queste pubblicità: se sul Corriere della Sera abbiamo, nelle prime pagine, pubblicità prevalentemente di compagnie telefoniche (Telecom, Vodafone, 3), e dunque "accessibili" ad un target più vasto, nel Sole 24 ore ci sono pubblicità con un target molto più "alto-borghese" come auto di lusso, abiti di lusso, case, antiquariato. A volte queste pubblicità possono anche far storcere il naso, è il caso del già citato articolo sulle terribili condizioni degli immigrati nella quale pagina appare una bella pubblicità della Fay che mostra una immagine di lusso e benessere; alquanto discutibile. Va notato che man mano che si va avanti con le pagine del quotidiano "l'importanza" delle pagine, in termini pubblicitari, diminuisce poichè sono pagine che vengono lette di meno; man mano che si va avanti viene anche a mancare la correlazione tra articolo e pubblicità: pubblicità di orologi sotto un articolo a tema religioso sul Corriere ad esempio. Le pagine di economia ci restituiscono poi un'altra immagine: prodotti di lusso, come sul Sole 24 ore praticamente, dato che quelle pagine saranno sicuramente più lette da un pubblico "imprenditore" e benestante, un più probabile cliente per quel mercato accessibile a pochi. La comunicazione è ormai a 360°, e pare che non ci sia più scampo dal terreno pubblicitario che occupa ogni spazio possibile, in maniera sia esplicita che implicita; stanno crollando, a mio parere, i confini tra contenuto e pubblicità, due mondi che vanno sempre più verso una fusione: in televisione ormai il programma sembra avere sempre meno importanza, e diventa anch'esso contenitore pubblicitario interrotto da altre pubblicità, un qualcosa di abbastanza disturbante. Siamo bombardati e a volte anche l'arte può essere asservita a pubblicità, basti pensare a spot che a volte raggiungono momenti di spettacolarità da film, e registi e designer assunti per gestire campagne pubblicitarie. Fondamentale aggiungere, in battuta finale, come la pubblicità abbia trovato il suo nuovo paradiso sulla rete, grazie ad una velocità ed una sfera di possibilità incredibilmente ampia, grazie sopratutto ai contenuti multimediali e interattivi: interessantissimo è il fenomeno del viral marketing, così definito "In genere, il termine è riferito agli utenti della rete che, più o meno volontariamente, suggeriscono o raccomandano l'utilizzo di un determinato servizio (per esempio, per la scelta di un indirizzo e-mail). Ultimamente, questa tecnica promozionale si sta diffondendo anche per prodotti non strettamente connessi a Internet: veicolo del messaggio resta comunque la comunità in rete, che può comunicare in maniera chiara, veloce e gratuita." Il viral marketing è divenuto fondamentale anche e sopratutto grazie ai social network, per chi fosse interessato a capire quanto sia uno strumento potentissimo, basta visitare questo link http://lucadefelice.com/blog/2009/03/08/viral-rush-hour-come-salire-velocemente-nelle-posizioni-di-google/ dove due ragazzi spiegano come siano riusciti, con pochi e semplici click, a creare una notizia e a darle una diffusione rapidissima, addirittura da finire sulla sezione on-line del quotidiano "La Stampa".

    Dario Marchetti

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