tag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post4819819137563054017..comments2022-03-28T02:36:01.044+02:00Comments on <br> Teoria e metodo <br> dei mass media: The Pirate BayUnknownnoreply@blogger.comBlogger30125tag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-59901649577760457462009-05-15T12:28:00.000+02:002009-05-15T12:28:00.000+02:00La sentenza contro PirateBay ha la forza del dito ...La sentenza contro PirateBay ha la forza del dito infantile che indica il re nudo. La storia è nota. Quattro giovani svedesi promuovono la pirateria in Internet creando un motore di ricerca con lo scopo dichiarato di far navigare nell’illegale. E diventano star della rete combattendo lo star system, ricchi e famosi all’ombra dei vessilli della lotta ai troppo ricchi e ai troppo famosi. <br /><br />La principale arma della filibusta, in questo caso, è il cavillo giuridico con il quale farsi beffe del diritto: il materiale pirata non passa fisicamente dal sito, questa è l’astuzia, e quindi non potete fermarci. Profeti di un nuovo mondo virtuale senza regole basano le loro tesi sulla negazione del virtuale: “è solo la fisicità del file che potrebbe condannarci”.<br /><br />Ma il cavillo, almeno questa volta, non regge. Nessuno è in grado oggi di dare una seria lettura giuridica della sentenza, su cui – quando sarà nota nei dettagli – si eserciteranno certamente i giuristi con opinioni diverse. Ma da un punto di vista culturale la sentenza sembra dire con disarmante semplicità: “Non è possibile che ciò che è illegale per ammissione degli stessi autori, diventi legale sulla base di un cavillo”. Le garanzie processuali e sostanziali dei cittadini sono cosa troppo seria per essere utilizzate in uno spettacolo mediatico. <br /><br />I quattro giovani pirati svedesi incarnano eroi molto tipici del nostro tempo. Come concorrenti di un reality show, hanno fondato il successo su poco lavoro e scarso talento, conditi da una certa dose di arroganza. Finché il cavillo ha retto, scrivevano sul loro sito all’indirizzo di chi ne contestava la legittimità: “E’ opinione nostra e dei nostri avvocati che voi siete degli idioti”, aggiungendo volgarità che non è il caso di riportare, se non – com’è costume – per il tramite di un riferimento bibliografico al volume di un apologeta (L. Neri, La baia dei pirati, Roma, Cooper, 2009, p. 9). Da parte nostra, vorremmo solo augurar loro di non dover scontare in carcere la condanna, ma che la vicenda generi in loro qualche dubbio. Che gli idioti non stanno da una parte sola, che essere intelligenti è cosa diversa dal credere di essere furbi.<br /><br />http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=55497&sez=HOME_MAIL<br /><br /><br /><br /><br /><br />La condanna per The Pirate Bay è infine giunta, segnando un nuovo importante capitolo nella storia legale del discusso portale. Il tribunale di Stoccolma che aveva in carico il caso ha espresso da poco il proprio verdetto, condannando a un anno di detenzione i quattro imputati coinvolti nella vicenda. La decisione della Corte potrebbe costituire un valido precedente giuridico per le major dei film e della musica, da tempo alla ricerca di nuove soluzioni per arginare l'impatto del file sharing illegale sulle loro attività. <br /><br /><br /><br />«La Corte di Stoccolma dichiara oggi colpevoli i quattro individui accusati di aver violato le leggi sul copyright. La Corte condanna ognuno di loro a un periodo pari a un anno di detenzione» hanno dichiarato i magistrati leggendo la sentenza sui pirati della Baia. Oltre alla prigione, gli imputati dovranno provvedere a un risarcimento pari a circa 2,7 milioni di Euro, una cifra ben distante dalle richieste formulate dalle major discografiche e del cinema.<br /><br />Warner Bros, MGM, Columbia Pictures, 20th Century Fox, EMI, Universal e Sony BMG avevano complessivamente chiesto danni per oltre 9 milioni di Euro, cifra ritenuta congrua per ripianare i danni stimati dal download illegale del materiale protetto da copyright. La Corte di Stoccolma ha ritenuto di richiedere agli imputati un risarcimento più basso, effettuando un diverso calcolo sull'effettivo danno apportato dallo scaricamento dei file protetti dal diritto d'autore senza le dovute autorizzazioni.<br /><br />La linea seguita dai legali della difesa non ha dunque convinto la Corte. Durante il dibattimento, gli avvocati dei quattro imputati avevano in più occasioni affermato che The Pirate Bay costituisce un semplice motore di ricerca per ottenere i link per il file sharing, ma non ospita materialmente sui propri server alcun file. Nonostante ciò, secondo i giudici la Baia dei pirati favorisce ugualmente la diffusione di materiale protetto dal diritto d'autore e dunque è da ritenersi corresponsabile nei download illegali. <br /><br />Peter Sunde, Gottfrid Svartholm Warg, Fredrik Neij e Carl Lundstrom, i quattro condannati, hanno fermamente respinto la sentenza da poco pronunciata dalla Corte. «Dal mio punto di vista si tratta di una decisione oltraggiosa. Naturalmente ricorreremo in appello. Questa è la prima parola, non l'ultima. L'ultima parola sarà la nostra» ha dichiarato uno dei legali dei protagonisti di The Pirate Bay. Attraverso un nuovo processo, i quattro condannati mirano a far emergere con maggiore chiarezza il loro ruolo all'interno del famoso portale per ottenere i link alle reti BitTorrent, cercando di dimostrare come la Baia sia un semplice strumento di ricerca e non una piattaforma per incentivare il download di materiale protetto dal diritto d'autore.<br /><br />Secondo numerosi analisti, la sentenza di Stoccolma non muterà in maniera sensibile l'attuale realtà del file sharing online. Celebri precedenti, come il caso di Napster, hanno dimostrato come la Rete e gli utenti siano molto rapidi nel trovare soluzioni alternative per il peer to peer, senza rinunciare alla condivisione di film, musica e programmi attraverso Internet. Le politiche di netta contrapposizione delle major non hanno fino a ora sortito effetti positivi rilevanti, ma l'industria del cinema e della musica sembra faticare a trovare modelli alternativi per disincentivare la condivisione non autorizzata dei suoi materiali online. In molti auspicano da tempo un nuovo momento di pacificazione sul peer to peer, con le major disposte ad abbandonare il fronte dell'intransigenza e delle battaglie legali per trovare un valido compromesso in grado di coniugare le istanze dei produttori di musica, cinema e software con quelle della comunità online. <br /><br />http://www.webnews.it/news/leggi/10583/per-the-pirate-bay-arriva-la-condanna/<br /><br />bruna la salabruna la salanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-8603972383731500752009-05-13T00:01:00.000+02:002009-05-13T00:01:00.000+02:00Nuove vie del P2P
Dalla criminalizzazione alla leg...Nuove vie del P2P<br />Dalla criminalizzazione alla legalizzazione del file sharing<br />1) L'evoluzione della specie: da Napster al social networking <br />Quando Napster raggiunse nel 2000, in poco più di 1 anno, i 60 milioni di utenti, il file sharing esplose come fenomeno di massa catturando l'attenzione del grande pubblico, dei media e di tutte le major. <br />In realtà Napster non fu il primo software di file sharing realizzato (di gran lunga preceduto dalle IRC), ma ebbe sicuramente il merito di catturare l'attenzione degli utenti, grazie alla sua semplicità d'uso ed intrinseca viralità. <br />Caratteristica tecnica di Napster era la struttura "centralizzata" della propria rete; in altri termini Shawn Fanning - inventore di Napster - aveva predisposto un'architettura basata su un server centrale di riferimento - una sorta di motore di ricerca - cui potevano collegarsi tutti i client. <br />Ogni volta che un utente si collegava, riceveva le indicazioni dal server sugli utenti con cui poter scambiare file e stabilire a quel punto una connessione diretta (peer to peer). <br />Questa struttura, per quanto tecnicamente vincente, rese però Napster facilmente vulnerabile agli attacchi delle Majors. <br />Infatti fu sufficiente individuare e bloccare il server centrale, per mettere fuori uso Napster. <br />Napster fu chiuso, salvo risorgere di recente, ma questa volta come servizio a pagamento. <br />Dalla chiusura di Napster in poi, proprio a causa dei potenziali rischi giudiziari, gli sviluppatori di software di file sharing hanno iniziato a creare sistemi sempre più delocalizzati, così da evitare che la chiusura di un unico server potesse compromettere il funzionamento dell'intera rete. <br />Ecco nascere, quindi, reti ibride e reti completamente decentralizzate, caratterizzate da diversi software client in continua evoluzione (WinMX, Kazaa, Emule, ecc). <br />La presenza di reti "senza testa" mise subito in luce l'impossibilità di stoppare i sistemi di file sharing, come era invece stato possibile con Napster. <br />Come è possibile, infatti, bloccare un sistema composto da centinaia di milioni di pc autonomi, sparsi in tutto il mondo, che scambiano miliardi di file alla settimana? <br />La soluzione, scelta in primis dalla RIAA, l'associazione delle case discografiche americana, è stata allora quella di procedere con cause e denunce a 360° (v. cap.2); questo ha però provocato un ulteriore sviluppo dei sistemi di file sharing nella direzione di software, oltre che delocalizzati, anche in grado di garantire privacy e anonimato. <br />Un esempio recente è Mute. <br />Basato sullo studio delle formiche (!), questo sistema: <br />- utilizza crittografia (Blowfish) per proteggere il contenuto dei file scambiati; <br />- rende anonimo l'utente trasformando l'indirizzo IP in un IP virtuale; <br />- non mette in connessione diretta i pc degli utenti che scambiano file tra loro <br />(l'utente A, in base a un algoritmo random, scarica da B passando ad esempio per C e D). <br />In sostanza i software di nuova generazione sono in grado di usare crittografia; nascondere l'indirizzo IP di chi si collega attribuendo un indirizzo virtuale diverso ogni volta che si scambia un file; creare connessione indiretta tra chi scambia i file passando attraverso altri "nodi" (= pc collegati) che non sono a conoscenza della destinazione finale. <br />È evidente che sistemi di questo tipo (crittografati, anonimi e indiretti) rendono l'individuazione degli utenti decisamente complicata ed estremamente onerosa (occorrono specialisti, strumenti tecnici di alto livello, risorse e tempo). <br />In ogni caso, anche volendo ammettere che le task force governative di turno, riescano a compiere le suddette attività di controllo velocemente e a costo zero, il problema non sarebbe risolto. <br />Anzitutto anche individuando l'indirizzo IP di una macchina non c'è certezza di individuare l'utente. <br />Infatti l'indirizzo IP può corrispondere a decine o centinaia di utilizzatori (pensiamo ad esempio alle Università o agli Internet Cafè); l'intestatario del contratto può essere un soggetto diverso dall'utilizzatore (contratto intestato al padre, mentre l'utilizzatore è il figlio); l'indirizzo IP può essere usato abusivamente (ad esempio facendo war driving su una rete wireless; in altri termini ci si collega abusivamente a una rete wireless intestata ad altri e la si usa per i propri download). <br />E ancora. <br />Ammettiamo per un momento, a prescindere da ogni questione di diritto e concernente la privacy, che venga sviluppato un sistema "perfetto" in grado di monitorare con certezza, velocità e precisione tutti gli utenti che scambiano file illegalmente. <br />Anche questo strumento sarebbe inutile. <br />Infatti le reti di social networking (negli Stati Uniti la nuova "big thing" del web), caratterizzate dall'avere un accesso limitato ai soli invitati secondo la teoria dei 6 gradi di separazione, potrebbero ad esempio essere usate per scambiarsi file in sicurezza lontano da sguardi indiscreti. <br />Conclusione <br />I sistemi di file sharing si sono evoluti passando da una struttura trasparente e centralizzata ad una invisibile/mascherata/crittografata/decentralizzata. <br />Tale nuova struttura rende di fatto impossibile controllare, in modo facile e economico, gli utenti e i relativi contenuti scambiati. <br />In ogni caso, anche qualora si riescano a decrittografare i contenuti e scoprire l’identità di chi scarica, in tempi rapidi e a costi contenuti, bisogna considerare che il numero degli utenti coinvolti è comunque altissimo (60 milioni solo negli Stati Uniti), in crescita (nel marzo 2004, Kazaa, il più famoso software di file sharing, è stato scaricato da 2 milioni utenti) e il rischio poi, ad esempio, di risalire a minori alla fine dell'indagine, è molto elevato. <br />2) Reazioni nel mondo: risultati e conseguenze<br />Negli ultimi 5 anni, nel mondo, le reazioni degli aventi diritto (Major, Associazioni di categoria, titolari del diritto d'autore) al dilagante fenomeno del file sharing, sono state incentrate sulla repressione. <br />Alcuni casi recenti: <br />• USA, Settembre 2003: 261 utenti sono stati denunciati dalla RIAA <br />• USA, Febbraio 2004: 531 utenti denunciati dalla RIAA <br />• Canada, Febbraio 2004: 29 utenti denunciati in Canada <br />• USA, Marzo 2004: altri 532 utenti denunciati dalla RIAA <br />• UK, Marzo 2004: l’associazione inglese - BPI - ha annunciato che intraprenderà una campagna di informazione e sporgerà denunce (sono 8 milioni gli utenti inglesi che scaricano file). <br />Le azioni legali intraprese non hanno però portato il risultato atteso sotto molti profili. <br />Il numero di utenti che scambiano files non è diminuito. <br />I software di file sharing non sono spariti (come il dopo Napster sembrava promettere) ma sono al contrario proliferati. <br />L'esito giuridico delle vertenze sta avendo esiti alterni e in alcuni casi un effetto boomerang sugli attori che hanno instaurato le cause. <br />La recente sentenza Canadese ne è un esempio lampante. <br />La Corte Canadese si è infatti pronunciata a favore della legalità del P2P (la sentenza è in verità ben più articolata e ricca di sfaccettature), obbligando a un brusco arresto la locale CRIA (Associazione delle Case Discografiche Canadese) e aprendo in questo modo un buco nel sistema. <br />Infatti, poichè il file sharing avviene su scala mondiale, questa sentenza rende pressochè vana qualunque normativa repressiva in qualunque altro paese del mondo (ai big uploaders sarebbe infatti sufficiente spostarsi in Canada per operare indisturbati). <br />Giuridicamente sussistono inoltre notevoli complicazioni sia probatorie sia per individuare correttamente in giudizio le diverse fattispecie; tra tutte rileva la differenza tra furto e scambio, spesso volutamente confusa, ma di fondamentale importanza. <br />Nel file sharing non si ruba qualcosa a un altro, non la si sottrae dal pc di un altro utente; la si scambia, la si baratta, la si condivide con modalità che possono cambiare di volta in volta anche in modo inconsapevole. <br />Le denunce e le cause hanno poi sollevato la curiosità dei ricercatori interessati a stabilire fino a che punto il file sharing incida sul business delle Major e fino a che punto non siano invece discriminanti altri fattori (il prezzo troppo alto dei CD; la scarsità di contenuti proposti; la concorrenza di altri prodotti multimediali più appetibili; la crisi economica; ecc). <br />A questo proposito sta facendo scalpore la ricerca presentata in questi giorni da 2 professori delle Università di Harward e North Carolina in cui si afferma che non è rinvenibile una incidenza statisticamente rilevante sul calo di vendite dei CD,imputabile all'uso del file sharing. <br />La ricerca è stata effettuata su quasi 2 milioni di file monitorati per 17 settimane e il risultato riportato indica 1 mancato acquisto di CD ogni 5.000 download. <br />È importante sottolineare che a questa ricerca ne vengono comunque contrapposte altre, parimenti autorevoli (es. Forrester), che invece rilevano una pesante incidenza del file sharing sulla vendita di musica / video. <br />I principali players del mercato stanno poi cercando di vendere musica e video via Internet: Apple ha ad esempio venduto 50 milioni di canzoni tramite il proprio negozio ondine Itunes (le canzoni sono vendute a 99 cents) e molti altri protagonisti stanno aprendo negozi di musica on line (es. Wal mart e Microsoft). <br />È da considerare però che il rapporto tra file disponibili su un negozio on line e file presenti nelle reti P2P è stimato essere addirittura di 1 a 260 ! <br />Infine i produttori di software, come sopra accennato, sono stati stimolati ad aggiungere funzionalità per l'anonimato degli utenti e la crittografia dei file scambiati (con conseguente rischio di utilizzo di queste tecnologie - nell'impunità - per finalità ben più gravi rispetto al file sharing, quali terrorismo e pedopornografia). <br />Conclusione <br />Numerose sono state e sono le denunce/cause intentate sia agli utenti, sia ai produttori di software di file sharing e prodotti correlati. Questa politica da alcuni considerata come "denuciare il proprio potenziale cliente", non sembra portare risultati positivi e non lascia intravedere spiragli per il futuro.<br />A questo riguardo occorre considerare che su Internet e nel settore dei "dati digitali", ogni tentativo di limitare l'accesso ad una risorsa, censurare contenuti o proteggere file è puntualmente fallito. <br />Basti pensare all'esempio - forse il più eclatante - del Red Firewall cinese, il sistema che vieta ai cittadini cinesi di navigare liberamente (sistema eludibile grazie al software sviluppato dal gruppo di hacktivisti Cult of the Dead Cow); alla protezione CSS per i DVD (craccata da un giovane norvegese, per questo denunciato ma poi assolto); più in generale a qualunque software in circolazione, il cui crack è facilmente disponibile in rete. <br />3) Le proposte<br />Occorre premettere ad oggi nessuno ha ancora trovato una soluzione soddisfacente per conciliare la tutela del diritto d'autore (= compensare chi produce), con il diritto alla privacy e libertà di scelta degli utenti. <br />Certo è che il file sharing è uno strumento tecnico straordinario che viene e verrà usato in futuro anche per moltissime applicazioni sia B2B sia B2C. <br />Il file sharing è uno strumento straordinario per la diffusione della Cultura e del Sapere in genere e può contribuire a far conoscere anche artisti sconosciuti in modo istantaneo in tutto il mondo. <br />Sulle reti p2p, poi, è bene ricordare che non circolano solo musica e video ma anche libri, documentazione tecnica e materiale introvabile nei negozi. <br />Bloccarlo, oltre a non essere possibile, sarebbe contrario all'evoluzione naturale della tecnologia. <br />Scambiare file, inoltre, è ormai un’attività diffusissima (e considerata normale dagli utenti), che le Major più attente ai consumatori riusciranno, prima o poi, a trasformare in un nuovo canale di business (avere a disposizione uno strumento di distribuzione così capillare e funzionante non rappresenta di per sè uno strumento eccezionale?); dovranno però, con tutta probabilità, modificare il proprio approccio così come è successo nell'industria automobilistica americana ai tempi di Ford o quando è nata la radio. <br />In questo contesto estremamente articolato emergono però 2 proposte che, per quanto non immuni da critiche, appaiono particolarmente accurate, documentate e basate sull'esperienza americana di questi anni. <br />Entrambe individuano come primaria la legalizzazione dei sistemi di file sharing a fronte, in un caso, di un canone volontario mensile, nell'altro caso di una tassa a monte su prodotti e servizi concernenti il file sharing. <br />In particolare, la EFF (Electronic Frountier Foundation), storica associazione per le libertà civili, propone un pagamento di un canone mensile che autorizzi gli utenti a scaricare file. Si parla di un canone di pochi dollari, circa 5 $ a utente, pagati su base volontaria (Voluntary Collective Licensing of Music File Sharing) e solo fino a quando si desidera usufruire del servizio. <br />Il sistema mutuato dal modello radiofonico, prevede la raccolta del canone da parte di un organismo indipendente e la relativa redistribuzione ai rispettivi autori. <br />La seconda proposta, presentata dal Prof. Fisher della Stanford University (probabilmente lo studio più esaustivo svolto ad oggi in materia di file sharing), suggerisce l'imposizione di una tassa a monte sull'accesso a banda larga (ISP access) e/o sui supporti che ruotano attorno al file sharing (masterizzatori di CD, CD vergini, lettori MP3, ecc.). <br />Anche in questo caso, l'importo risultante dai calcoli matematici dello studioso è di pochi dollari al mese (6$) e anche in questo caso sarebbe raccolto da una realtà ad hoc e redistribuito agli aventi diritto. Da notare che calcolando la sola tassazione sull'ISP access, il Prof. Fisher calcola un raccolta pari a 2.5 miliardi di dollari all'anno, solo negli Stati Uniti. <br />Conclusione <br />Nessuno ha oggi una soluzione efficace e definitiva ai problemi sollevati dall'uso del file sharing.<br />Due proposte, della EFF e del Prof. Fisher - per quanto non risolutive e da perfezionare - sono però sulla stessa lunghezza d'onda e hanno il merito di segnare in qualche modo la via da percorrere prospettando per la prima volta soluzioni concrete e soddisfacenti per tutte le parti coinvolte. <br />Entrambe propongono il pagamento di pochi dollari al mese per compensare i titolari di copyright, a fronte della legalizzazione del P2P. <br /><br /><br />Fonte: http://www.interlex.it/copyright/montemagno.htm<br /><br /><br />"IL FILE-SHARING NO E' SOLO DOWNLOAD SELVAGGIO...MA UNA FILOSOFIA DI VITA!!"<br /><br />Il file-sharing è sicuramente un fenomeno di massa affermatosi a tutti gli effetti, grazie al quale si è diffusa l'etica di condivisione del sapere che purtroppo non tutti hanno saputo "utilizzare".<br />Tale fenomeno "avanza" sempre più...ha fatto grandi passi ma sono stati in pochi a saperlo "sfruttare" con intelligenza; la maggioranza ne ha fatto e ne fa abuso.<br />Ovviamente non è solo questo il punto su cui soffermarsi ma credo che non sia da sottovalutare.<br />In qualsiasi attività l'esagerazione non fa certamente bene. Quindi una certa dose di buon senso, al di là dei problemi che per questioni note continuerebbero a sussistere, non dovrebbe mai mancare.<br />L'antica saggezza popolare dice "il troppo storpia" in qualsiasi campo...non dimentichiamolo!!<br /><br />Antonia IodiceAntonia Iodicenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-77245958926089095382009-05-12T21:40:00.000+02:002009-05-12T21:40:00.000+02:00Approvata dall'Assemblea la legge voluta da Sarkoz...Approvata dall'Assemblea la legge voluta da Sarkozy<br />La Francia disconnette i pirati da internet <br />Chi scarica illegalmente film e musica riceverà un avvertimento scritto. In caso di recidiva, la connessione sarà sospesa ma non il pagamento dell'abbonamento. Domani il sì definitivo dal Senato<br /> <br /> L' Assemblea nazionale francese ha approvato oggi la legge che prevede di sanzionare severamente chi scarica illegalmente film e musica fino alla sospensione dell' accesso a internet in caso di recidiva. La legge, voluta fortemente dal presidente Nicolas Sarkozy, passera' domani al Senato per la definitiva approvazione.<br /> <br />La Francia diventa cosi' uno dei paesi piu' rigorosi nei confronti dei pirati di internet. I pirati riceveranno prima una lettera d'avvertimento da parte di una nuova autorithy creata dalla legge. Poi in caso di recidiva verra' tagliata la connessione a internet, e i pirati dovranno continuare a pagare il loro abbonamento.<br />Fonte: http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=118206giada m.oricchiohttps://www.blogger.com/profile/00807908236275437779noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-62940183671495422462009-05-12T21:34:00.000+02:002009-05-12T21:34:00.000+02:00Perché Google é diverso da The Pirate Bay
27 apr...Perché Google é diverso da The Pirate Bay<br /> <br />27 aprile 2009 - ore 16.17 <br />In questi giorni, a seguito della sentenza di condanna emessa in Svezia contro i titolari di The Pirate Bay, circolano alcuni paragoni tra The Pirate Bay e Google. Ci sentiamo in dovere di fare alcune precisazioni.<br /><br />La missione di Google è indicizzare e rendere disponibili tutte le informazioni presenti online, questo indipendentemente dai formati in cui questi file sono messi online. I formati dei file non sono di per sé illeciti, ma è l'uso che se ne fa che li qualifica come tali. Per fare un esempio Google è come un'autostrada sulla quali circolano molte autovetture (i contenuti); Google non può essere considerato responsabile se con una di queste automobili viene commesso un crimine e nemmeno lo è l'automobile di per sé.<br /><br />Per venire incontro alle esigenze dei titolari di diritti di proprietà intellettuale, Google ha pensato una serie di procedure che permettono di segnalare e rimuovere i contenuti presenti sul proprio motore di ricerca per violazione del copyright. Per quanto riguarda YouTube, invece, abbiamo sviluppato Con ContentID, una funzionalità che consente a chi detiene i diritti dei contenuti di monitorarli, gestirli ed eventualmente bloccarli. Con ContentID, infatti, è possibile agire anche sui contenuti caricati da terzi che violino il proprio diritto di copyright, non solo bloccando tali contenuti ma anche scegliendo di monetizzarli. Un'opzione, scelta dalla grande maggioranza dei nostri partner, che indica un'evoluzione delle modalità di esercizio del proprio diritto in direzione di un nuovo modello di business.<br /><br />Il nostro impegno viene riconosciuto dagli stessi detentori dei diritti. E infatti sono già stati numerosi i chiarimenti sulle differenze tra Google e Pirate Bay espressi da terzi in questi giorni. Solo per citarne alcuni, ricordiamo John Kennedy, Presidente di IFPI, che ha chiarito questa differenza già nella sua testimonianza al processo contro Pirate Bay. <br />E in Italia Enzo Mazza, Presidente di FIMI, ha scritto su Punto Informatico: "Paragonare Pirate Bay a Google è strumentale perché anche un soggetto con poca dimestichezza ne nota le immense differenze. Se vogliamo usare termini semplici Google è come le pagine gialle con l'elenco delle banche. The Pirate Bay è invece il palo che cura la banca mentre i complici la rapinano. Google, così come YouTube, eBay ed altri, sono solerti ed attivi nel rimuovere i contenuti illeciti su segnalazione degli aventi diritto e operano quindi in un contesto che favorisce l'uso legittimo dei contenuti e disincentiva l'uploading illecito. " <br /><br /><br />Scritto da: Marco Pancini, European Policy Counsel<br /><br />Fonte: http://googleitalia.blogspot.com/2009/04/perche-google-e-diverso-da-pirate-bay.htmlgiada m.oricchiohttps://www.blogger.com/profile/00807908236275437779noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-47823801943894259602009-05-12T21:28:00.000+02:002009-05-12T21:28:00.000+02:00http://embassyofpiracy.org/2009/05/breaking-news-r...http://embassyofpiracy.org/2009/05/breaking-news-rome-vs-internet/<br />Breaking News - Rome vs Internet<br />05.11.09 | 8 Comments<br />Rumours are saying that officials from the Rome government are trying to stop our participation in the Venice Biennale - LOL. Show your support by sharing files, making Embassies and showing up in Venice 3rd of June, spread it, make it pandemic! Continue to build the internet and new networks that can assimilate this madness. If you live in Europe, do not forget to vote in the election for the EU parliament.<br /><br />A questo indirizzo http://embassyofpiracy.org/ trovate il video kopimi-tv.S03E01.swagger.liek.us sulle tv italiane...giada m.oricchiohttps://www.blogger.com/profile/00807908236275437779noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-3652115011685066382009-05-12T15:21:00.000+02:002009-05-12T15:21:00.000+02:00Pirate Bay va all'appello
Saranno quattro i proces...Pirate Bay va all'appello<br />Saranno quattro i processi di appello, uno per ciascuno degli imputati condannati in primo grado. La difesa ripartirà dal conflitto d'interessi del giudice. Monta la protesta Distributed denial of dollars<br />VNUnet.it 12-05-2009 <br /><br />Pirate Bay: colpito, ma non affondato. La Baia si prepara all'appello, come spiega Peter Sunde nel suo blog. Saranno quattro i processi di appello, uno per ciascuno degli imputati condannati in primo grado.<br /><br />La difesa ripartirà dal conflitto d'interessi del giudice di primo grado: ricordiamo che il giudice Tomas Norstrom, uno dei magistrati del tribunale di Stoccolma che il 17 aprile ha condannato a un anno di carcere più mega risarcimento ai quattro gestori di Pirate Bay, fa parte di un'associazione svedese per la tutela del diritto d'autore, di cui sono membri due persone che nel processo hanno rappresentato gli interessi delle imprese dell'intrattenimento.<br /><br />Inoltre la Baia dei Pirati vuole sostenere la sua tesi: un produttore d'auto è responsabile per gli incidenti commessi da autisti irresponsabili? Analogamente dovrebbe avvenire per un Isp o per un motore di ricerca, su cui non devono cadere le colpe degli utenti.<br /><br />Un altro punto della difesa verterà sui criteri usati per calcolare la maxi-sanzione: criteri irrealistici, privi di fondamento, usati solo per terrorizzare eventuali emuli di Pirate Bay.<br /><br />Infine una nuova ricerca norvegese conferma: chi fa download (anche illegale) di musica digitale, poi acquista dieci volte di più. Il Peer to peer e il file sharing sono una vetrina: un assaggio, per poi acquistare legittimamente.<br /><br />Per concludere sta montando la protesta Distributed denial of dollars: micro-pagamenti da 8 pence alla Danowsky and Partners.<br /><br />fonte:http://www.vnunet.it/it/vnunet/news/2009/05/12/pirate_bay_va_all__appello<br /><br />Giulia Eleonora ZenoGiulia Eleonora Zenonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-25879611047423438992009-05-12T14:27:00.000+02:002009-05-12T14:27:00.000+02:00Il 17 Aprile 2009 i quattro responsabili di Pirate...Il 17 Aprile 2009 i quattro responsabili di Pirate Bay, uno dei maggiori siti di scambio di file via internet al mondo, sono stati condannati a un anno di prigione per complicità nella violazione di diritti d'autore. Lo ha reso noto un tribunale di Stoccolma. "Il tribunale di Stoccolma ha oggi condannato le quattro persone che erano processate per complicità in violazione della legge sul diritto d'autore. Il tribunale ha deciso di condannare ciascuno di loro ad un anno di carcere", precisa la corte in un comunicato. Il tribunale ha condannato Fredrik Neij, 30 anni, Gottfrid Svartholm, 24 anni e Peter Sunde, 30 anni, fondatori di Pirate Bay, e Carl Lundstrm, 48 anni, accusato di avere investito nel sito. I quattro dovranno anche versare 30 milioni di corone (2,7 milioni di euro) di danni e interessi all'industria discografica, cinematografica e dei videogiochi, che reclamavano 117 milioni di corone a titolo di mancati guadagni. La condanna è conforme alle richieste del procuratore che aveva pronunciato la sua requisitoria il 2 marzo. Il processo, durato tre settimane, è considerato come uno dei più importanti contro la pirateria informatica.[3] I legali dei quattro hanno immediatamente annunciato di voler ricorrere in appello.[4] Pochi giorni dopo la sentenza, l'emittente radiofonica Sveriges Radio ha rivelato che il giudice Tomas Norström è affiliato a diverse associazioni pro-copyright, tra cui una a cui appartengono i legali dei titolari di copyright che erano parte attrice nel processo contro The Pirate Bay. É probabile perciò che più che a un appello si giunga a un nuovo processo.[5]<br /><br />FONTE:http://it.wikipedia.org/wiki/The_Pirate_BayFabiana Renzinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-38448913800764541932009-05-12T12:57:00.000+02:002009-05-12T12:57:00.000+02:00Segnalo questo pezzo di articolo
Hollywood e le m...Segnalo questo pezzo di articolo<br /><br />Hollywood e le major hanno gridato vittoria (forse) troppo presto. Enzo Mazza, Presidente della Federazione industria musicale italiana che si è affrettato a pubblicare un articolo dai contenuti assai discutibili su Punto Informatico potrebbe ricevere un discreto contraccolpo, il processo effettuato ai danni di Pirate Bay è affetto da non pochi vizi procedurali e quindi gli avvocati della difesa dovrebbero essere in grado di chiedere l'annullamente o quanto ne consegue dal diritto penale..<br /><br />E' già passata una settimana dalla fine del processo a Pirate Bay e ciò nonostante si continua a parlare, questa volta perchè il giudice del processo è un membro di una lobby pro copyrigt assieme a Henrik Pontén, Monique Wadsted e Peter Danowsky. La sentenza che è tuttora sorprendente per molti analisti, si è basata su una corte che ha voluto condannare Pirate Bay per le intenzioni "dimenticando" l'enorme quantità di dati tecnici evidenti.<br /><br />Il vero problema è che Pirate Bay potrebbe non aver ricevuto un equo processo. Se avete letto gli ultimi aggiornamenti su Pirate Bay, enormi sono state le pressioni politiche e delle major sul processo a Pirate Bay ed ora, una radio svedese svela dei retroscena degni del miglior thriller di Hollywood....<br /><br />Cominciamo dicendo che l'industria del copyright non si muove quando non ha risultati certi ed in questo caso l'impressione di molta stampa specializzata è che Tomas Norström non sia stato equo, anzi in combutta con l'industria del copyright.<br />[....]<br />L'industria del copyright ha segnato il primo punto a danno di Pirate Bay, l'impressione è però quella che Pirate Bay sta per raggiungere il pareggio, ciò poichè a fronte di questi dati oggettivi, l'intero verdetto diventa discutibile mentre il processo appare indubbiamente non equo ..<br /><br />fonte:http://www.italiasw.com<br /><br />e altri due articoli<br />-------------------------<br />The Pirate Bay: processo imparziale?<br />Sono emerse novità inattesa dopo il verdetto di colpevolezza contro la Baia. Pare che molti soggetti presenti in aula, tra cui il giudice stesso, fossero membri di alcune associazioni svedesi per la protezione del copyright.<br /><br /><br />Proprio quando IFPI poteva ritenersi soddisfatta dei risultati ottenuti dopo il processo a The Pirate Bay, dove l'antipirateria ha trionfato concretamente e giuridicamente sul file-sharing illegale, le grane non sembrano essere terminate. Nonostante la condanna consistente in un anno di carcere emessa nei confronti dei quattro "leader" della Baia, un raggio di luce filtra ora fra le loro sbarre.<br /><br />Dopo un primo annuncio effettuato dalla radio nazionale svedese SR, è sorta una novità che può far rinsavire i sostenitori del P2P. Secondo alcune indagini, il giudice che ha seguito il caso è risultato membro di alcune associazioni pro-copyright, mettendo in dubbio la propria neutralità riguardo al giudizio emesso.<br /><br />Tomas Norström, questo il suo nome, è infatti membro di quella che potremmo tradurre liberamente come Associazione Svedese del Copyright (SFU), un forum che promuve dibattiti e seminari a favore del diritto d'autore. Ma non è tutto: sembra che il giudice sieda anche dalla parte di SFIR (Associazione Svedese per la protezione delle proprietà industriali) che, come intuibile dal nome, è un'associazione che sostiene la necessità di adottare forti leggi a sostegno del copyright, nonché contro la pirateria.<br /><br />Altri individui che hanno rappresentato l'Industria nel processo a The Pirate Bay, nomi come Henrik Pontén, Peter Danowsky e Monique Wadsted, sono risultati appartenenti anch'essi a SFU. Sono state rilasciate immediatamente alcune dichiarazioni che negano qualunque legame fra l'accusa ed il giudice Norström; le stesse parole del magistrato hanno negato qualunque coinvolgimento morale nel suo giudizio, nonostante abbia ammesso la sua partecipazione a queste associazioni.<br /><br />Siamo veramente molto perplessi a riguardo, anzi, sono sviluppi abbastanza imprevisti. Ora infuria la polemica, ma sicuramente gli sviluppi non si faranno attendere.<br /><br />fonte:http://www.megalab.it<br /><br />&<br />_______________________________________<br />The Pirate Bay, un processo da rifare?<br />Accusato di conflitto di interesse il giudice che ha emesso il verdetto di condanna, in quanto appartenente a organizzazioni di difesa del copyright legate alle lobby dell’entertainment...<br />Milano - L’ombra del conflitto di interessi si allunga su Tomas Norström, il giudice che ha emesso il verdetto di colpevolezza nei confronti del team di The Pirate Bay. Il magistrato avrebbe espresso il giudizio in una posizione di palese parzialità in quanto membro di due organizzazioni per la difesa del copyright, secondo i legali dei quattro condannati, che spinti da tale motivazione chiedono la sua ricusazione e il rifacimento del processo.<br /><br />La notizia è stata svelata in Svezia da una trasmissione radiofonica trasmessa dall’emittente nazionale P3 Nyether e ha rapidamente fatto il giro del mondo. Norström risulta dunque essere socio dell’Associazione Svedese per il Copyright nonché dirigente dell’Associazione Svedese per la Tutela della Proprietà Industriale.<br /><br />L’appartenenza ai due enti legati alle lobby a cui appartengono le Major, secondo il collegio difensivo è causa di conflitto di interesse e suscita molte perplessità anche per un altro fattore: un componente della giuria era stato escluso in quanto appartenente alle medesime organizzazioni.<br /><br />Interpellato dalla radio svedese, il giudice avrebbe ammesso di essere membro dei due enti, precisando però che per il processo la sua attività non configurerebbe alcun conflitto di interesse.<br /><br />I termini per il ricorso in appello scadono entro due settimane, ma Peter Althin, legale di Peter Sunde (Brokep), invoca l’annullamento della sentenza e un rifacimento del processo alla luce di quanto emerso nelle scorse ore in capo al Presidente del Tribunale che ha emanato la condanna. La medesima richiesta è stata formulata dal segretario del Piratpartiet Rickard Falkvinge.<br /><br />Non resta dunque che attendere gli sviluppi di questa tormentata vicenda, che al momento vede i provider svedesi a fianco degli amministratori di The Pirate Bay: il sito svedese The Local riporta infatti che si sono rifiutati di obbedire alla richiesta di bloccare l’accesso al sito formulata da IFPI (International Federation of the Phonographic Industry). Patrik Hiselius, avvocato che rappresenta TeliaSonera, definisce la decisione non legalmente vincolante, in quanto la sentenza di condanna è stata spiccata contro The Pirate Bay e non deve coinvolgere gli ISP.<br /><br />fonte:http://nbtimes.it/<br /><br /><br />Davide FioreAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-46882331632712415192009-05-11T21:02:00.000+02:002009-05-11T21:02:00.000+02:00Vi segnalo come l'artista Miltos Manetas è interve...Vi segnalo come l'artista Miltos Manetas è intervenuto sul "caso" The Pirate Bay: http://thepiratebay.org (Per entrare nel sito cliccare sulla barca pirata).m-o-vhttps://www.blogger.com/profile/18334132455802214302noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-27121807798133472042009-05-11T13:28:00.000+02:002009-05-11T13:28:00.000+02:00I 4 Pirati della Baia non hanno davvero pace, con ...I 4 Pirati della Baia non hanno davvero pace, con le loro avventure legali ci hanno tenuti tutti con il fiato sospeso e dopo essersi beccati alla fine un anno di reclusione (più multa da 2,7 milioni di euro) dalla corte svedese, per loro adesso è la volta di affrontare…la giustizia italiana.<br /><br />Nel nostro paese Peter Sunde, Gottfrid Svartholm Warg, Fredrik Neij and Carl Lundström dovranno affrontare un nuovo processo, visto che, dopo l’esemplare sentenza svedese del 17 aprile scorso, secondo indiscrezioni emerse sul web anche la nostra FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) vorrebbe ora far condannare i tracker Bit Torrent, già ritenuti colpevoli nel loro paese di aver violato i copyright di materiale audiovisivo, facilitandone il file sharing illegale attraverso il sito di The Pirate Bay.<br /><br />In Italia il sito the pirate bay.org era stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo nell’agosto del 2008 e i quatro creatori e gestori del sito sono stati denunciati per la violazione della vigente normativa in materia di diritto d’autore. A tutti i provider italiani era arrivata l’ingiunzione di predisporre il blocco IP e DNS del sito svedese, provvedimento poi revocato dal Tribunale del Riesame su appello dei “pirati. La Fimi sembrerebbe essere tornata alla carica e a dare la proununcia definitiva sarà ora la Corte di Cassazione.<br /><br />"Un’assoluzione della Svezia avrebbe creato difficoltà alla causa italiana – avrebbe detto Enzo Mazza, Presidente della Fimi, il verdetto di colpevolezza rafforza invece le mani dell’accusa italiana". <br /><br />Secondo gli avvocati di The Pirate Bay Francesco Paolo Micozzi e Giovanni Battista Gallus le questioni di giurisdizione invece ridimensionerebbero molto l’importanza della sentenza svedese, contro la quale è stato presentata richiesta di appello e quindi potrebbe essere annullata.<br /><br />“Si tratta solo di un teatrino per i media” avrebbe commentato Peter Sunde uno dei quattro amministratori della baia dei pirati.<br />[Fonte: http://www.wired.it/news/archivio/2009-05/06/adesso-the-pirate-bay-sotto-il-martello-dei-giudici-italiani.aspx]<br /><br />Cominciamo col dire che quella contro i siti, motori di ricerca piu' o meno legali, piattaforme di condivisione e qualunque altra "isola" del web che in un modo o nell'altro violi i diritti di copyright, e' una battaglia contro i mulini a vento. Non si fa' in tempo a chiuderne una che ne spuntano fuori altre dieci. La condivisione e lo "scaricamento" di materiale pirata da internet puo' essere considerata come una voglia di trasgredire alle regole, o come un metodo veloce ed economico, soprattutto, per accedere a contenuti e materiali di cui sarebbe faticoso o dispendioso appropriarsi altrimenti. <br />E' chiaro che tutto cio' va' a ledere case discografiche, studi cinematografici e quant'altro, e che bisognerebbe trovare come legalizzare tali piattaforme, magari senza cambiarne eccessivamente i presupposti (ma si sa che gratuita' ed economia su larga scala non vanno troppo d'accordo.). <br />In ogni caso, tentare di fermare un fenomeno del genere in questo modo, oscurando una per una tutte queste "isole" di propieta' pirata, e' davvero un compito da associare a dei Don Chisciotte contemporanei.<br /><br />Per quanto riguarda il caso del "Partito dei Pirati", aggiungo qui il link del giornale ufficiale del partito italiano, che si occupa di liberta' digitali, sicurezza, violazione delle regole nel web, censura.<br /><br />--> http://www.piratpartiet.it/index.html <--Marzia Figliolianoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-47534873304621051552009-05-10T11:13:00.000+02:002009-05-10T11:13:00.000+02:00ThePirateBay sarà processata anche in Italia
Anch...ThePirateBay sarà processata anche in Italia <br />Anche se non è ancora finita la vicenda del processo a The Pirate Bay i guai per gli autori del sito non sono finiti, presto dovranno vedersela con l'Italia. <br />Bisogna tornare a quando il sito era stato sottoposto a sequestro preventivo dal Tribunale di Bergamo.<br />La Federazione Industria Musicale Italiana, ha infatti pubblicato sul suo sito:<br />«In Italia il sito thepiratebay.org è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo, a seguito di un'operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell'agosto del 2008. I quattro creatori e gestori del sito sono stati denunciati per violazione della vigente normativa in materia di diritto d'autore. Nell'ambito dell'operazione era stato anche ingiunto a tutti gli internet provider italiani di predisporre il blocco IP e DNS del sito svedese. Il provvedimento della procura, pienamente confermato dal Giudice per le Indagini Preliminari, è stato parzialmente revocato dal Tribunale del Riesame che, pur confermando in modo netto e deciso l'illiceità della condotta dei gestori di Pirate Bay, ha disposto la revoca del blocco IP e DNS per vizio di forma. Si attende ora la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione sul ricorso presentato dal Pubblico Ministero di Bergamo. A prescindere dall'attesa pronuncia della Suprema Corte di Cassazione thepiratebay.org, ai sensi della vigente normativa in materia di diritto d'autore, rimane un sito illegale e gli utenti che lo utilizzano per scaricare brani non autorizzati rischiano di incorrere nelle sanzioni previste dall'art. 174 ter (sanzione amministrativa pari a 154 euro) oppure dagli art 171 a-bis e 174 bis (multa fino a 2065 euro e sanzioni amministrative pari a 103 euro per ogni file illegalmente immesso in rete)».<br />Non solo è a rischio il sito, ma anche gli utenti. <br />Gli avvocati di Peter Sunde sono Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi, hanno rilasciato un'intervista in cui spiegano la strategia di difesa.<br />Staremo a vedere anche qui come si risolverà un problema che sia dal punto di vista Legale che dal punto di vista di chi usufruisce queste tecnologie hanno bisogno di chiarezza.<br /><br />Fonte: http://infotecnonews.blogspot.com/2009/05/thepiratebay-sara-processata-anche-in.htmlMarilena Caccavalenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-79752158804325651632009-05-09T15:05:00.000+02:002009-05-09T15:05:00.000+02:00http://punto-informatico.it/2016359/PI/News/svezia...http://punto-informatico.it/2016359/PI/News/svezia-pirate-bay-ospita-forum-dei-pedofili.aspx<br /><br />Svezia, Pirate Bay ospita il forum dei pedofili<br />Roma - Meglio affrontare le questioni scomode con un dibattito pubblico piuttosto che nascondere la testa sotto la sabbia del diniego totale: è la motivazione dietro cui si sono trincerati Fredrik Neij e Gottfried Svartholm Warg, proprietari e gestori dei servizi di hosting di PRQ e fondatori di The Pirate Bay per difendere la scelta di lasciar vivere in rete un forum di discussione sulla pedofilia.<br />Prima di approdare alla PRQ alcuni giorni or sono, la board era già stata messa offline da un ISP danese. In una intervista al quotidiano di Stoccolma Dagens Nyheter, Svartholm Warg ha espresso disappunto per i contenuti del forum, ma ha comunque confermato di volerlo mantenere online.<br /><br />"Ho letto il materiale e personalmente non sono d'accordo - ha dichiarato il pirata di vecchio corso - Questi sostengono tra le altre cose che i minori possano avere rapporti sessuali consensuali con adulti, ed è una cosa completamente ridicola". Pur tuttavia, rimane un loro sacrosanto diritto sostenere questo genere di opinioni se vogliono, ed un dibattito pubblico è molto meglio che nascondersi ed evitare di affrontare questioni disturbanti come la pedofilia.<br />La libertà di parola è d'altronde uno dei tasti su cui batte lo stesso forum di discussione, stando a quanto riporta Zeropaid, dal quale ci si lamenta che il costante clima di terrore attorno ai pedofili trasforma il forum nella prima vittima di una visione unilaterale e arbitraria della questione.<br /><br />Ma, al di là dei contenuti controversi di quella board, i problemi potrebbero nascere anche su altri fronti: tra i piani del sito che la Baia intende difendere c'è la volontà di rendere disponibile uno spazio per le pagine personali dei pedofili, la qual cosa potrebbe aprire le porte allo scambio di materiale illecito, oltre ad attirare senza dubbio l'attenzione delle organizzazioni che combattono i crimini pedofili, comprese forze di polizia ed enti internazionali di coordinamento.<br /><br />E, suggerisce Zeropaid, proprio questo potrebbe essere "il proiettile d'argento che IFPI sta cercando da un pezzo" per caricare le armi, per battere forte sulla grancassa mediatica e spingere per l'annientamento tout court delle attività di Pirate Bay. I discografici sono stati a riguardo cristallini: per quanto non ci siano ad oggi elementi concreti per cancellare la Baia dalle carte nautiche di Internet, il porto franco dei pirati telematici è al primo posto delle priorità di IFPI nella lotta serrata alla distribuzione illecita di materiale protetto da copyright.<br /><br />Alfonso MarucciaMarina Francesenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-21515444405522810882009-05-08T22:32:00.000+02:002009-05-08T22:32:00.000+02:00sono d'accordo con molti dei pareri scritti nei co...sono d'accordo con molti dei pareri scritti nei commenti,e soprattutto col fatto che questa condanna sia una sorta di chimera,in quanto è solo 1 parte infinitesima del popolo sconfinato del peer to peer e del filesharing...PUO' UNO SCOGLIO ARGINARE IL MARE???<br />e poi,tra le soluzioni,citerei il compromesso di i tunes music store,che come abbiamo detto a lezione ci consente il download a 99cent/brano(anche se resta ancora troppo,secondo me,visto che un cd di 20 canzoni costa in media MENO di 20 euro...)<br />Da notare la messa in secondo piano dei pareri degli artisti,la cui maggior parte(per lo più emergenti o underground)si dicono contenti della loro "scaricabilità",anzi,ciò rappresenta un mezzo per farsi conoscere,e per l'utente e un mezzo che permette una scelta più oculata sull'acquisto di cd...<br />Luciano PentangeloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-2547879749073260402009-05-08T13:59:00.000+02:002009-05-08T13:59:00.000+02:00Sembra proprio che il processo da poco conclusosi ...Sembra proprio che il processo da poco conclusosi (ma che ancora lascia tanti perplessi a causa dei retroscena ancora poco chiari) contro gli amministratori del noto tracker torrent “The Pirate Bay” abbia lasciato tanti strascichi in Europa. Questo perché oramai sembra che la misura sia colma (abbiamo visto come anche gli ISP abbiano deciso di prendere posizione a riguardo, anche se per motivi di sentenza poco chiara e di solo primo grado) e quindi ecco l’iniziativa da parte di alcuni esponenti del web (chiamati per semplicità Hacker) di dar vita ad un partito che possa controllare da vicino quello che bolle in pentola a Strasburgo, ma che abbia sia le conoscenze tecniche a riguardo ma anche quelle politiche.<br /> <br />I così detti hacktivist (un incrocio tra attivisti ed Hacker) capeggiano il “Progetto Arancione” (terminologia che ricorda un movimento dell’Europa dell’Est di non molto tempo fa) e in Svezia hanno fondato un partito che si chiama Piratpartiet (che secondo alcuni sondaggi sembra avere il 5% del consenso e si candida a divenire il 4 partito in Svezia). In Italia invece il “Partito Pirata Italiano” è capeggiato da “Alessandro Bottoni” che pensa ad “una Rete libera dove ciascuno possa esternare le proprie convinzioni confrontandosi liberamente, senza censura e senza vincoli, e condividendo”.marzia espositonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-2377017781442403152009-05-08T10:04:00.000+02:002009-05-08T10:04:00.000+02:00Partito Pirata svedese potrebbe arrivare all'Europ...Partito Pirata svedese potrebbe arrivare all'Europarlamento<br /><br />STOCCOLMA (Reuters) - Il Partito Pirata svedese, che vuol riformare la legge sul diritto d'autore, potrebbe cavalcare un'onda di malcontento sui rigidi controlli sul file-sharing al computer e arrivare con le elezioni di giugno nell'Europarlamento.<br /><br />Le due pene detentive inflitte lo scorso mese a quattro svedesi di The Pirate Bay, uno dei siti web di file-sharing gratuito più grandi del mondo, potrebbe lanciare la popolarità del partito tra gli elettori svedesi più giovani, secondo quanto rilevato da un recente sondaggio.<br /><br />"E' decisamente qualcosa che ha puntato i riflettori sui nostri temi", ha detto a Reuters Christian Engstrom, principale candidato del partito al Parlamento Europeo.<br /><br />"Ed ha dimostrato perchè sia così importante, perchè il marchingegno legale, se gli si permetterà di continuare, si scontrerà con Internet, iniziando con Pirate Bay e poi proseguendo con altre aziende".<br /><br />Un'indagine di DN/Synovate in vista del voto europeo di giugno ha rilevato che il partito, che pur non essendo collegato a Pirate Bay ha punti di vista che coincidono con quelli dei condannati, ha ottenuto il 5,1% di consensi tra gli elettori svedesi.<br /><br />Questo basterebbe a garantire un seggio all'Europarlamento al partito,che vuole deregolamentare i diritti d'autore, di abolire il sistema dei brevetti ed abbassare il livello di vigilanza su Internet.<br /><br />Fondato nel 2006, il partito ha ottenuto quest'anno solo lo 0,6% di voti alle elezioni in Svezia.<br /><br />http://it.reuters.com/article/internetNews/idITMIE5450DX20090506Munciguerra Rocconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-19259605999897317942009-05-07T23:24:00.000+02:002009-05-07T23:24:00.000+02:00Noi non violiamo le leggi, sono i nostri avversari...Noi non violiamo le leggi, sono i nostri avversari che non rispettano le regole"(Peter Sunde creatore di pirate bay).<br /><br />Per il diritto d’autore e la tecnologia, può essere una sentenza che fa storia: quattro responsabili di Pirate Bay, uno dei maggiori siti di scambio di file attraverso la rete, sono stati condannati da un tribunale di Stoccolma ad un anno di prigione, per complicità nella violazione di diritti d’autore. <br />I nomi dei quattro sono Fredrik Neij, 30 anni, Gottfrid Svartholm, 24, Peter Sunde, 30, il fondatore di Pirate Bay, e Carl Lundström, 48enne accusato di aver investito dei fondi nella attività del sito.<br />La sentenza - 30 milioni di corone, pari a 2,7 milioni di euro, dovranno essere versati come danni e interessi all’industria discografica, cinematografica e dei videogiochi. Gli uffici legali delle società più importanti “colpite”, dalla Sony alla Warner Bros., avevano avanzato una richiesta di 117 milioni di corone (106 milioni di euro) come risarcimento per le perdite provocate dai milioni di download illegali dalla piattaforma. <br />All’inizio i quattro che sono comparsi davanti alla corte avevano negato ogni addebito, riferendo che avrebbero fatto ricorso in appello in caso di condanna. La Corte svedese ha motivato la sentenza affermando che i condannati “sono a conoscenza che sul sito venga scambiato materiale protetto da copyright”. Da qui la condanna ad un anno di carcere, giustificata “dall’estesa accessibilità” del portale e “dal fatto che l’operazione è stata condotta in modo organizzato per scopi commerciali”. <br />Ad agosto era stato oscurato in Italia - Sono oltre 22 milioni gli utenti al mondo che si sono collegati a The Pirate Bay. Il sito torrent, che ha visto la luce il 21 novembre 2003, in Italia era stato bloccato per alcuni giorni nell’estate del 2008 con un provvedimento del gip del Tribunale di Bergamo. Uno stop revocato dal Tribunale del Riesame che aveva accolto il ricorso della società. <br />“Il tribunale di Stoccolma sembra aver accolto in pieno le prove, tra le quali anche i dati sui danni provocati da Pirate Bay a produttori ed artisti italiani, dando un efficace segnale che l'illegalità non è tollerata", commenta Enzo Mazza, presidente della Fimi, la Federazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende discografiche italiane.<br />Ma collegandosi al sito, al momento è ancora possibile scaricare musica, film e altri documenti.<br /><br />Dopo questa breve ricerca per chiarirmi un po’ le idee riguardo a questo sito che non conoscevo, e alla sentenza ,volevo esprimere la mia idea riguardo a tutto ciò.<br />Inizio col dire che sono fan di chi e pensa che la cultura e le informazioni devono essere facilmente accessibili a tutti..sta nel singolo decidere di essere intelligenti e saperlo sfruttare nel modo più appropriato.<br />Le persone di legge devono sforzarsi di capire che lo scambio di informazioni è il motore del progresso e di un futuro migliore per noi tutti.<br />Siamo in un era che scaricare un file musicale è più che naturale ,in quanto in tutta la rete è possibile anche farlo senza problemi con Pirate Bay bloccato …mi dispiace solo che sono stati gli unici ad essere danneggiati!!!bloccarne “uno” a mio avviso è praticamente inutile,io sono già pronta a trovarne un altro !!!Si deve avere la forza di combatterli tutti o altrimenti lasciarli liberi ….ancora una volta sarà un lavoro intelligente ma inutile!<br />Faccio anche una riflessione al quanto contorta: il musicista o l’artista o l’autore..secondo il mio parere non può che essere felice per la pubblicità fatta e per la quantità di persone che ascolteranno il suo pezzo quindi dobbiamo dire che ancora una volta si schierano contro pirate-bay solo per una questione “economica” dell’autore danneggiata, e non per la soddisfazione personale che esso può aver raggiunto il con successo con il “client”.<br />..Cosa dire allora cerchiamo di adeguarci un po’ a questa tecnologia che per arrivare a tutto ciò vuol dire che ha avuto persone in grado di “ DARE UNA SPINTA AL MONDO” per renderlo “Avanzato”<br />“CERCHIAMO DI STARE ALMENO AL PASSO Col MONDO SU QUESTO”<br />L’unica cosa che ritengo veramente interessante è l’iniziativa già attiva in qualche Paese nel dare una percentuale agli autori ogni qual volta si scaricherà un file audio che sia….,in modo tale da soddisfare il musicista ,stare al passo col mondo (o addirittura dargli una spinta in più),avere la nostra bella comodità di scaricare quando dove e come vogliamo….. <br /><br />MARIA GRIMALDIMARIA GRIMALDInoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-36063567054250633022009-05-07T22:11:00.000+02:002009-05-07T22:11:00.000+02:00The Piarate Bay: Considerazioni di Alessandro Bott...The Piarate Bay: Considerazioni di Alessandro Bottoni del Partito Pirata Italiano.<br /><br />Nelle nostre speranze, la Comunità Europea dovrebbe preoccuparsi di regolare alcuni aspetti cruciali del mercato, come la complessa situazione delle offerte commerciali della telefonia mobile, e dovrebbe difendere i nostri diritti, come quello alla riservatezza delle nostre comunicazioni.<br />Purtroppo, l'esperienza ci ha insegnato che raramente le cose vanno in questo modo. Molto più spesso il Parlamento Europeo è vittima di pressioni lobbystiche molto forti da parte del mondo degli affari e viene spinto a violare i diritti dei cittadini in nome di tesi economiche sempre meno giustificabili.<br />Un esempio lampante di questa deriva affaristica lo si è avuto con il famigerato Telecoms Package. Come ha ben spiegato agli italiani l'associazione Scambio Etico, questo insieme di misure potrebbe portare ad un vero stato di polizia su Internet.<br /><br />Curiosamente, il Parlamento Europeo non sembra aver trovato nulla da eccepire sulla presentazione di un progetto di legge che, per la sua rozzezza e per il suo autoritarismo, riporterebbe l'Europa agli anni Trenta.<br />Di fronte a questa situazione, Sinistra e Libertà ha deciso di presentare come candidato indipendente alle elezioni europee una figura ben nota del mondo hacktivist italiano: il segretario dell'Associazione Partito Pirata Italiano, Alessandro Bottoni.<br />Bottoni è un consulente informatico che si occupa di Internet a livello professionale da quando la Rete è sbarcata in Italia, nel 1994.<br />Da diversi anni scrive su diverse riviste italiane, sia su carta che in rete, di tematiche tecniche legate al file sharing, al Trusted Computing, alla sicurezza informatica ed alla programmazione.<br />Nel 2006, insieme ad Athos Gualazzi, Daniele Masini, Claudio Brovelli, Joanne Maria Pini ed altri hacktivist ha dato vita al "capitolo italiano" del Pirat Partiet: l'associazione Partito Pirata Italiano.<br />Attraverso questa associazione, Bottoni ed i suoi soci si sforzano di dare voce alle esigenze ed alle speranze dei frequentatori abituali di internet.<br />Tra i nodi centrali della loro azione si possono annoverare la difesa del diritto alla riservatezza delle comunicazioni, la proposta di una riforma in senso liberista della legge sul diritto d'autore e varie altre iniziative.<br />Il progetto politico che sta alla base della candidatura di Alessandro Bottoni ha una forte venatura hacker: si pone l'obiettivo di "infiltrare" un hacktivist (tecnicamente e politicamente competente) al Parlamento Europeo con l'intento dichiarato di sorvegliare l'intero processo decisionale che porta alla stesura delle leggi che riguardano il nostro universo digitale (Internet, il mercato dell'informatica e della telefonia, etc.).<br />Alessandro Bottoni ha infatti intenzione di rendere pubbliche attraverso Internet le informazioni di cui entrerà in possesso in modo da spezzare quella cappa di omertà che ha caratterizzato il processo decisionale che si è avuto, ad esempio, attorno al Telecoms Package.<br />Nei piani di Alessandro Bottoni c'è anche un'azione di informazione e di sensibilizzazione degli altri parlamentari europei su questi temi, attraverso la pubblicazione di documenti e l'organizzazione di iniziative nel mondo fisico.<br />In sintonia con questo piano d'azione, Alessando Bottoni ha adottato come suo manifesto elettorale il Consumer Pact proposto da BEUC, la federazione europea delle associazioni dei consumatori.<br />Il Consumer Pact consiste sostanzialmente in una serie di impegni che il candidato assume nei confronti dei suoi elettori in termini di difesa dei diritti dei cittadini e dei consumatori.<br />Parallelamente a questo, Bottoni ha aderito anche alla campagna Caro Candidato di AsSoLi, che impegna il candidato a difendere la cultura del software libero ed a promuovere l'adozione di questo tipo di software dovunque sia possibile.<br />Per la prima volta nella storia, quindi, esiste la concreta possibilità di inserire tra le fila del parlamento Europeo una persona che è tecnicamente e politicamente in grado di dare voce alle istanze di tutti coloro che hanno fatto delle tecnologie digitali il centro dei loro interessi, del loro lavoro e della loro esistenza.<br />Tutte le informazioni rilevanti su Alessandro Bottoni e sulla sua campagna sono reperibili sul blog Il progetto arancione e sul sito personale del candidato.<br /><br />http://eccolobloggato.blogspot.com/2009/05/pirate-bay-considerazioni-di-alessandro.html <br /><br />Giordano MariaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-62713353882805691552009-05-07T21:59:00.000+02:002009-05-07T21:59:00.000+02:00Processo a the Pirate Bay: tutto da rifare?
Dopo l...Processo a the Pirate Bay: tutto da rifare?<br />Dopo la condanna il ripensamento?<br /><br />Più che ripensamento è corretto parlare di accuse nei confronti del giudice Tomas Norstrom che ha emesso la condanna.<br />L'accusa è di conflitto di interessi: il giudice infatti apparterebbe ad un'associazione per la difesa delle proprietà intelletuali, la svedese Svenska föreningen för upphovsrätt, il processo quindi potrebbe essere totalmente annullato.<br />Il giudice ovviamente è di parere opposto affermando che la sua contrarietà a The Pirate Bay non ha influito sulla decisione di condanna.<br /><br />Il tutto ora è nelle mani dei legali del sito che puntano sul conflitto d'interessi per annullare la sentenza che condannava The Pirate Bay. <br /><br />http://www.pc-facile.com/news/processo_pirate_bay_tutto_da_rifare/62649.htmAdele Petrellanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-57581443582818275012009-05-07T21:42:00.000+02:002009-05-07T21:42:00.000+02:00Il processo che nei giorni scorsi ha visto i 4 fon...Il processo che nei giorni scorsi ha visto i 4 fondatori di PIRATE BAY condannati ad un anno di reclusione e al versamento di una multa complessiva di ben 3,6 milioni di dollari potrebbe essere annullato. Ancora prima di presentare ricorso, i legali che assistono la Baia dei Pirati hanno deciso di attuare una strategia offensiva,puntando il dito contro il giudice Tomas Norstrom,accusandolo di non essere stato imparziale nel suo agire a causa della sua iscrizione in due differenti associazioni svedesi per la difesa del copyright.<br />Si tratta della Swedish Copyright Association edella Swedish Association for the Protection of industrial Property.Nel secondo caso, Norstrom rivestirebbe un'importante carica all'interno dell'organismo schierato in prima persona nel dibattimento. I ruoli sembrano dunque destinati a capovolgersi. In sua difesa il giudice ha giustificato il fatto di non aver menzionato la sua posizione prima dell'inizio del processo perchè egli stesso ha ritenuto che non avrebbe potuto in alcun modo influenzare le decisioni prese.<br /><br />http://www.onep2p.it/24/04/2009/pirate-bay-passa-al-contrattacco-giudice-in-conflitto-di-interessi/<br /><br />GIORDANO MARIAAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-64712351236347942872009-05-07T20:50:00.000+02:002009-05-07T20:50:00.000+02:00Credo che questo, come qualcuno ha già detto, è un...Credo che questo, come qualcuno ha già detto, è un caso tra tanti ed eliminare un solo pezzo di certo non scompone l'intero puzzzle. é giusto non violare le norme, nate perchè si diffonda il ripsetto dell'uomo e delle sue attività, dunque non sarebbe corretto cercare di raggirarle; ma non trovo neppure corretto porre i bastoni tra le ruote ad una circolazione di materiali che apra le porte alla cultura e perchè no incrementi anche i rapporti interpersonali tra gente di tutto il mondo. Probabilmente "gli accusati" dovrebbero cercare un compromesso, per salvaguardare il proprio diritto di libero scambio e contatto e nello stesso tempo non violare i diritti di chi lavora su quei prodotti culturali e magari vorrebbe scegliere un'altra forma di diffusione. Di contro anche "chi accusa" dovrebbe piuttosto cercare vie di rinnovamento tali da non impedire del tutto gli scambi ma da renderli più sicuri e protetti in modo da evitare che questa cultura trasmessa possa essere distorta o deturpata. <br />Rosalia DuchenAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-61985259861345200932009-05-07T20:41:00.000+02:002009-05-07T20:41:00.000+02:00Roma - Da ieri mattina la comunità mondiale di ute...Roma - Da ieri mattina la comunità mondiale di utenti di client BitTorrent, decine di milioni di persone, non può più accedere aThe Pirate Bay, sito di riferimento che ospitava un ricchissimo indice di file scaricabili dagli utenti. La polizia svedese ha infatti sequestrato i server dell'organizzazione.<br /><br />Ad annunciare quanto accaduto sono gli stessi amministratori del sito, che sulla home page hanno pubblicato un resoconto dei fatti. Il forzato takedown di ThePirateBay.org rappresenta un grosso successo per le major della discografia e del cinema, che da sempre vedono in questo sito uno dei principali fautori del downloading condiviso, pratica diffusissima in rete che ritengono nociva per il proprio business.<br /><br />Ciò nonostante potrebbe trattarsi di un successo temporaneo. Pur avendo fatto ricorso ad una misura drastica come il sequestro dei server, la magistratura svedese è ancora ben lungi dall'aver determinato che un indice di file.torrent, che permette agli utenti di "collegarsi" al download degli altri utenti, rappresenti una violazione delle leggi locali sul diritto d'autore. Ciò che anzi colpisce, in questo senso, è che precedenti "assalti" legali al sito si erano risolti a favore dei gestori.<br /><br />"La necessità si assicurare prove tecniche dell'esistenza di un servizio web che è pienamente ufficiale, come dimostrano anni di dibattito pubblico e periodiche interviste sulla stampa - sottolineano gli owner del celeberrimo sito web - non è stata spiegata. Alla richiesta di conoscere le ragioni che hanno spinto a sequestrare il sito, senza sapere se è illegale o meno, la polizia ha spiegato che si tratta di una procedura normale".<br /><br />Tra le conseguenze del sequestro, oltre alla indisponibilità del sito, anche la cancellazione dalla rete del sito di Pyratbyran, un movimento pro-P2P che conta più di 40mila iscritti e che nel recente passato si è resa protagonista di azioni di protesta e manifestazioni pensate per suscitare maggiore attenzione del Governo svedese alla crociata antipirateria delle major e alle sue conseguenze sulle libertà individuali e sullo sviluppo della rete.<br /><br />La gravità di un sequestro del genere prima di un giudizio di colpevolezza è una vecchia questione che anche in Italia è stata ampiamente dibattuta per il ripetersi negli anni di procedimenti che, pur non relativi al P2P, hanno comportato la cancellazione di spazi web prima di un giudizio di merito.<br /><br />Ed è proprio questo ciò che sottolineano ora con forza gli esponenti del Partito dei Pirati svedese, una formazione politica costituita di recente che ha immediatamente reagito con indignazione alla notizia del sequestro.<br /><br />"Quale azienda accetterebbe mai un trattamento del genere?" - si è chiesto il leader del Partito, Rickard Falkvinge - Quale società accetterebbe che la polizia interrompa le proprie operazioni prima che vi sia prova che queste sono illegali?".<br /><br />"Il fatto - ha aggiunto Falkvinge - è che The Pirate Bay non ha commesso alcun crimine. Certo, non piace alle major americane, è vero. Ma non è illegale non piacere loro, e questa non è certo una giustificazione che consenta alla polizia svedese di entrare e chiudere uno dei maggiori siti di aggregazione per i giovani". "Queste - ha concluso l'esponente politico - sono esattamente quel genere di operazioni che il Partito dei Pirati intende fermare. Quando la società manda la polizia contro i giovani perché ascoltano musica e guardano film, allora non sono questi che sbagliano. È la società che ha bisogno di darsi una regolata".<br /><br />Di tutt'altro avviso gli uomini di IFPI, l'organizzazione dei fonografici, secondo cui ThePirateBay.org, con i suoi banner e sponsor, costituisce un'attività di lucro fondata sulla pirateria.<br />Il direttore generale della divisione svedese di IFPI, Lars Gustafsson, ha dichiarato che "The Pirate Bay ha facilitato lo scambio illegale su larghissima scala di materiale protetto dal diritto d'autore e lo ha fatto senza tenere in alcun conto le leggi che tutelano gli autori di musica. Quanto accaduto costituisce uno sviluppo molto importante per l'industria musicale svedese e per i veri innovatori ed imprenditori che stanno cercare di costruire un business digitale legale".<br /><br />Il mio parere è che oggi troppo spesso ci sentiamo dire che scaricare una canzone è come rubare un cd; sicuramente la pirateria andrebbe un pò frenata ma non del tutto eliminata. Sicuramente i diritti d'autore vanno tutelati ma fino a che punto?.<br />Vogliono bloccare questo fenomeno;bene, allora dovrebbero abbassare i prezzi di cd, libri, film e quant'altro o si arriverà ad un punto in cui nessuno entrerà più in un cinema o una libreria!!!Elena Camperlingonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-20392102130171203342009-05-07T20:38:00.000+02:002009-05-07T20:38:00.000+02:00Roma - The Pirate Bay è investita da una tempesta:...Roma - The Pirate Bay è investita da una tempesta: l'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Bergamo e l'adeguamento da parte dei provider al provvedimento emanato dal Giudice per le Indagini Preliminari hanno scatenato marosi che rendono meno agevole l'approdo alla Baia per gli utenti italiani. Le onde anomale delle polemiche continuano ad increspare le acque: i natanti della rete italiani temono dirottamenti da parte dei provider e incursioni alla privacy da parte dell'industria dei contenuti; provider e industria dei contenuti assicurano di non aver avuto alcuna intenzione di procedere all'arrembaggio dei dati degli utenti.<br /><br />Era il primo agosto quando il GIP Raffaella Mascarino ha accolto la richiesta di sequestro preventivo depositata dal Pubblico Ministero. I provider italiani avrebbero dovuto inibire agli utenti italiani l'accesso al motore di ricerca di file condivisi deviando il traffico a mezzo DNS e rendendo inaccessibili tutte le manifestazioni online presenti e future della Baia dei Pirati. Nel giro di una manciata di giorni il provvedimento è stato messo in atto: per evitare che i cittadini della rete approfittassero di link che possono agevolarli nel download di materiale eventualmente protetto dal diritto d'autore, le URL che corrispondono all'IP della Baia hanno iniziato a condurre gli utenti verso pagine vuote o occupate dalle segnalazioni del blocco. <br /><br />Questo quanto accadeva sul pelo dell'acqua, accompagnato dal plauso di FIMI e dai chiarimenti del suo presidente Enzo Mazza. Non è stato necessario sprofondare in abissi oceanici per verificare quanto accadesse al di sotto delle acque agitate che investivano la Baia: si sono immersi nella questione gli amministratori di The Pirate Bay, la curiosità ha spinto esperti di sicurezza italiani come Matteo Flora a indossare maschera e boccaglio e andare a fondo. È bastato affidarsi ad un servizio di reverse DNS per osservare come alcuni ISP non operassero un semplice blocco ma un vero e proprio dirottamento del traffico dei netizen, un dirottamento verso www.pro-music.org, dominio gestito da una coalizione di rappresentanti dell'industria dei contenuti.Una volta venuta a galla, la questione ha scatenato l'apprensione di molti: redirezionare il traffico verso un sito gestito da privati avrebbe potuto consentire ai gestori di ProMusic di raccogliere informazioni relative agli utenti di The Pirate Bay. Si sarebbero potuti raccogliere indirizzi IP che rappresentano utenti che accedono alla Baia con gli intenti più diversi, si sarebbe potuto frugare fra le informazioni veicolate dai cookie, si sarebbe potuto, suggerisce ancora Flora, agire a nome degli utenti. Non si tratta che di ricostruzioni di scenari potenziali, ricostruzioni che hanno scatenato le apprensioni e le mobilitazioni dei cittadini della rete.<br /><br />C'è chi si è industriato per proporre soluzioni che consentissero di sfuggire al dirottamento e tornare ad approdare ai lidi sicuri della Baia, c'è chi ha invitato i concittadini a rifugiarsi oltreconfine, c'è chi ha paventato intercettazioni e schedature, c'è chi si è mosso lungo i canali istituzionali. ALCEI ha inoltrato una segnalazione al Garante per la protezione dei dati personali per avvertire del fatto che le misure messe in atto da alcuni provider eccedessero quanto previsto dal giudice nel provvedimento del GIP. ADUC è seguita a ruota con un'altra denuncia indirizzata al Garante e relativa al comportamento di Fastweb.<br /><br />Il provider ha prontamente reagito con un chiarimento. Fastweb non si ritiene responsabile di aver preso alcuna iniziativa, spiega che "una disposizione della Polizia Giudiziaria richiedeva il reindirizzamento delle connessioni verso una pagina web da loro indicata" e assicura che la propria architettura di rete per la fascia residenziale non avrebbe consentito ai gestori del sito verso il quale veniva reindirizzato il traffico di risalire ai dati anagrafici degli utenti Fastweb. Nel contempo il provider, a seguito di sommovimenti riscontrati dallo stesso amministratore di The Pirate Bay, brokep, si è adeguato alle nuove disposizioni delle autorità e ha sostituito l'indirizzo IP verso il quale dirige i propri utenti che intendano accedere a The Pirate Bay.<br /><br />In rete si tenta di ricostruire il ricorrersi delle disposizioni inoltrate ai provider. Nel contempo Enzo Mazza, presidente di FIMI, placa i sommovimenti e le preoccupazioni con un comunicato raccolto da Punto Informatico: "L'accusa di una presunta attività di raccolta dati personali grazie ad un sito dove sono reindirizzati gli utenti italiani di Pirate Bay è una buffonata colossale che non tiene conto del fatto che ci si trova di fronte ad un procedimento penale seguito dalle forze dell'ordine e dalla magistratura con provvedimenti emessi da magistratura e dalla polizia giudiziaria che non consentono alcuna iniziativa autonoma da parte di privati e che questi ultimi, anche se coinvolti sul piano tecnico, sono comunque soggetti al controllo delle autorità che stanno seguendo l'indagine contro i titolari del sito svedese". Mazza spiega che "Le accuse mosse all'industria sono pertanto prive di alcun fondamento e porteranno solo a denunce per calunnia e diffamazione nei confronti di coloro che in maniera strumentale stanno cercando di creare ad arte un caso che sposti l'attenzione dal fatto principale". Sono in molti a replicare alle minacce che pendono sul capo di coloro che hanno espresso perplessità e rivendicato il proprio diritto ad essere informati riguardo ad eventuali pratiche di vigilanza. <br /><br />Nonostante la Baia sia nell'occhio del ciclone delle polemiche, nonostante il fronte delle accusa sia estrememente variegato, The Pirate Bay non perde in lucidità e determinazione. Come promesso nei giorni scorsi, la Baia è ricorsa in appello: si sta agendo contro un blocco che gli avvocati responsabili di difendere The Pirate Bay definiscono "originale o creativo, nella migliore delle ipotesi"; si sta agendo per dimostrare che la Baia non distribuisce materiale in violazione del diritto d'autore ma rappresenta un punto di riferimento per i cittadini della rete, un punto di riferimento che non si rende direttamente responsabile di alcuna violazione.<br /><br />http://punto-informatico.it/2383692/PI/News/the-pirate-bay-utenti-stiano-tranquilli.aspxValeria Pezzellanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-61263310829003992432009-05-07T20:08:00.000+02:002009-05-07T20:08:00.000+02:00http://punto-informatico.it/2603411/PI/Brevi/the-p...http://punto-informatico.it/2603411/PI/Brevi/the-pirate-bay-tutti-colpevoli.aspx<br /><br />The Pirate Bay, tutti colpevoli<br />Roma - Avrebbe potuto configurarsi come l'occasione di ripensare le dinamiche del diritto d'autore e del mercato dei contenuti. La prima fase del processo a The Pirate Bay si è conclusa con una condannaLe indiscrezioni si erano moltiplicate nelle scorse ore, il portavoce della Baia brokep aveva tentato di contenere gli allarmi, il tribunale di Stoccolma ha ora emesso il verdetto. Condannato Peter Sunde, condannato Fredrik Neij, condannato Gottfrid Svartholm, condannato Carl Lundström.<br />Sarebbero colpevoli di aver agevolato la violazione del diritto d'autore: dovranno corrispondere un risarcimento pari a oltre 2,7 milioni di euro, dovranno scontare una pena di un anno di carcere a testa. Poco importa che The Pirate Bay non ospiti contenuti: la Baia sarebbe uno strumento capace di facilitare le violazioni, violazioni ritenute "gravi".<br />L'ottimismo dei pirati della Baia ha un retrogusto amaro. Ma il processo non si chiude qui, questa condanna non sarebbe che una peripezia che l'"eroe" deve affrontare per conseguire un'"epica vittoria". Ci sarà un appello: le parti in causa hanno tre settimane di tempo. (G.B.)<br /><br /><br />http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=55497&sez=HOME_MAIL<br />Sentenza The Pirate Bay<br /><br />La sentenza contro PirateBay ha la forza del dito infantile che indica il re nudo. La storia è nota. Quattro giovani svedesi promuovono la pirateria in Internet creando un motore di ricerca con lo scopo dichiarato di far navigare nell’illegale. E diventano star della rete combattendo lo star system, ricchi e famosi all’ombra dei vessilli della lotta ai troppo ricchi e ai troppo famosi. <br />La principale arma della filibusta, in questo caso, è il cavillo giuridico con il quale farsi beffe del diritto: il materiale pirata non passa fisicamente dal sito, questa è l’astuzia, e quindi non potete fermarci. Profeti di un nuovo mondo virtuale senza regole basano le loro tesi sulla negazione del virtuale: “è solo la fisicità del file che potrebbe condannarci”.<br />Ma il cavillo, almeno questa volta, non regge. Nessuno è in grado oggi di dare una seria lettura giuridica della sentenza, su cui – quando sarà nota nei dettagli – si eserciteranno certamente i giuristi con opinioni diverse. Ma da un punto di vista culturale la sentenza sembra dire con disarmante semplicità: “Non è possibile che ciò che è illegale per ammissione degli stessi autori, diventi legale sulla base di un cavillo”. Le garanzie processuali e sostanziali dei cittadini sono cosa troppo seria per essere utilizzate in uno spettacolo mediatico. <br />I quattro giovani pirati svedesi incarnano eroi molto tipici del nostro tempo. Come concorrenti di un reality show, hanno fondato il successo su poco lavoro e scarso talento, conditi da una certa dose di arroganza. Finché il cavillo ha retto, scrivevano sul loro sito all’indirizzo di chi ne contestava la legittimità: “E’ opinione nostra e dei nostri avvocati che voi siete degli idioti”, aggiungendo volgarità che non è il caso di riportare, se non – com’è costume – per il tramite di un riferimento bibliografico al volume di un apologeta (L. Neri, La baia dei pirati, Roma, Cooper, 2009, p. 9). Da parte nostra, vorremmo solo augurar loro di non dover scontare in carcere la condanna, ma che la vicenda generi in loro qualche dubbio. Che gli idioti non stanno da una parte sola, che essere intelligenti è cosa diversa dal credere di essere furbi.<br />Piero Attanasio<br />Segretario generale AIDRO<br />Associazione Italiana per i Diritti di Riproduzione delle Opere dell'ingegnoMarina Francesenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-76664605949211771572009-05-07T18:37:00.000+02:002009-05-07T18:37:00.000+02:00Credo che sia veramente inutile aver chiuso The Pi...Credo che sia veramente inutile aver chiuso The Pirate Bay (un sito sul quale ho spesso effettuato ricerche), in questo modo non verrà di certo fermata la condivisione di contenuti! Ci sono tanti altri siti dove è possibile ricercare torrent o anche file da scaricare con eMule. Trovo utile, invece, che vengano riviste le norme che in Italia regolano il coyright...Stefania Caliendonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4377959085696108653.post-47192385753239709552009-05-07T17:46:00.000+02:002009-05-07T17:46:00.000+02:00Mi verrebbe da fare un appunto sulla riforma del c...Mi verrebbe da fare un appunto sulla riforma del copyright dettata dal Partito Pirata, dopo aver letto i 3 punti che tale partito si ripropone.<br /><br />Sono pienamente daccordo con il rivedere il concetto di copyright, il file sharing dovrebbe essere promosso anche al fine di lanciare anteprime di ciò che si vuole commercializzare, tuttavia per le case editrici citare le parole file sharing,condivisione,P2P equivale ad una sorta di bestemmia perchè più che focalizzare sulla soddisfazione dell'utente puntano ai loro interessi commerciali e tentano di tenere segrete le loro pubblicazioni, segrete dai file sharing logicamente, i quali file sharing vengono solamente criminalizzati e mal visti dagli editori, specie da quelli cinematografici e musicali.Eugenio Francesco Rimonoreply@blogger.com